La biografia di Carlo Scarpa
Carlo Scarpa nella fotografia. Racconti di architetture (1950 - 2004)
Tre giorni con Carlo Scarpa
La conservazione dell’opera di Carlo Scarpa alla Fondazione Querini Stampalia
Carlo Scarpa - Querini Stampalia. Fotografie di Prosdocimo Terrassan
Carlo Scarpa. Tra storia e mito
La conservazione dell’opera di Carlo Scarpa alla Fondazione Querini Stampalia
A partire dal mese di maggio 2006 gli spazi ripensati dall’architetto Carlo Scarpa all’interno della Fondazione Querini Stampalia di Venezia saranno oggetto di un intervento di conservazione che si protrarrà sino alla primavera del 2007.
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Il rilievo dell’opera di Scarpa è stato svolto dal Circe (Centro di rilevo, cartografia ed elaborazione) dell’Università IUAV di Venezia, mentre le mappature di materiali e degrado e le indagini documentarie sono state progettate e condotte dall’arch. Maura Manzelle.
Il progetto architettonico di conservazione è stato affidato all’arch. Mario Gemin dello studio Gemin Castagna e Ottolenghi architetti associati di Treviso, con la consulenza dell’arch. Maria Pia Cunico per il progetto paesaggistico del giardino.
La realizzazione del progetto, che prevede una spesa complessiva di 730.000,00 euro, è stata finanziata per € 550.000,00 dalla Regione Veneto (L.R. 17.01.02 n. 2 art.41 "Valorizzazione dell’opera di Carlo Scarpa").
Breve storia
L’intervento realizzato dall’architetto veneziano tra il 1961 e il 1963 interessa parte del piano terra di palazzo Querini Stampalia, sede dell’omonima Fondazione, il giardino situato sul retro e la scala d’accesso al piano primo.
Nel 1959 la Fondazione affida a Scarpa il compito di risistemare l’area, molto degradata e resa spesso inutilizzabile dalle frequenti invasioni d’acqua della laguna.
L’obiettivo primo del progetto è quello di rendere fruibili gli spazi, realizzare un nuovo accesso adeguato alle mutate esigenze e creare un’area espositiva, sede di convegni ed altre iniziative culturali, in linea con la nuova progettualità dell’istituzione.
L’opera di Carlo Scarpa, inaugurata il 26 giugno 1963 sotto la direzione dell’amico, estimatore e brillante critico Giuseppe Mazzariol, prevede l’eliminazione dell’apparato sovrastrutturale ottocentesco, il risanamento statico e conservativo delle murature, la ripulitura degli elementi architettonici esistenti, articolandosi attraverso quattro temi fondamentali:
- il nuovo ponte d’accesso (dall’attuale campiello Querini antistante il canale);
- l’ingresso e la scala d’accesso alla biblioteca;
- l’antico portego (oggi aula espositiva Gino Luzzatto);
- il giardino.
Il giardino
Scarpa sposta quindi l’accesso sul fronte del palazzo e, attraverso un ponte-passerella ligneo con parapetto in metallo, consente il passaggio ad un nuovo ingresso costituito da un atrio con pavimentazione a tessere marmoree policrome.
Dall’atrio ha origine un percorso che si sviluppa parallelamente al canale, intersecando lo spazio dell’antico portego. La funzione di questa zona di passaggio in cemento rivestito in pietra è quella d’irregimentare l’invasione del piano terra da parte dell’acqua della laguna attraverso un’articolazione altimetrica di gradoni in pietra, a difesa o a completa occupazione del vano.
A fronte di questo spazio si apre il fulcro dell’attuale zona espositiva: l’aula Gino Luzzatto, corrispondente al portego originario, salone d’impianto rettangolare che Scarpa delimita con due vetrate: una verso la porta d’acqua ed una verso il giardino.
Qui la pavimentazione è in lastre di calcestruzzo lavato, scandita da corsi di pietra d’Istria, mentre il rivestimento parietale è costituito da fasce di travertino attraversate da una rotaia d’ottone appositamente predisposta per le esposizioni temporanee.
A fondo della sala si apre il giardino rettangolare, delimitato da un alto muro perimetrale.
Scarpa organizza questo spazio come uno dei momenti fondamentali del suo progetto di restauro, collocando la varietas botanica all’interno dell’impostazione rigoristica dell’hortus conclusus. Il prato, contenuto da un muretto in calcestruzzo, si presenta sopraelevato rispetto al livello della sala Luzzatto ed è attraversato da un canale d’acqua che, partendo da una labirintica scultura, scorre sino a scendere in un gocciolatoio di pietra d’Istria per scomparire infine sotto una vera da pozzo. Sulla sinistra, adiacente il muro in calcestruzzo che separa il giardino dal cortile, Scarpa colloca una vasca d’acqua in tessere vitree e cemento, all’interno della quale ne pone una seconda di rame.
Le specie botaniche selezionate dallo stesso architetto (e negli anni ripristinate) sono da considerarsi veri e propri materiali costitutivi del progetto.
Rilievo
Il rilievo dell’opera è stato svolto dal Circe dell’Università IUAV di Venezia, tramite una convenzione tra l'Università e la Fondazione Querini Stampalia, che ha promosso con i fondi assegnati dalla Regione Veneto due borse di ricerca coordinate dal prof. Francesco Guerra e dall’arch. Maura Manzelle. Sono state adottate tecniche topografiche, fotogrammetriche, dirette e laser scanning, per elaborare un modello digitale tridimensionale dell’opera, le tradizionali rappresentazioni in proiezione ortogonale di piante e alzati, le ortofoto delle superfici e le schede relative ai dettagli.
Analisi dello stato di fatto
Le indagini preliminari, curate dall’arch. Maura Manzelle, hanno condotto ad una mappatura dei materiali e del degrado, integrando questi dati con i risultati delle indagini chimico-fisiche sui campioni prelevati.
Oltre a studi diretti sull’opera, sono state svolte ricerche archivistiche e bibliografiche ed è stata raccolta la testimonianza degli artigiani stessi che hanno lavorato con Scarpa, in modo da restituire un quadro di conoscenza materiale e storico-critica. L’analisi della documentazione amministrativa, dei disegni di Scarpa e delle fotografie di cantiere ha consentito infatti di ripercorrere la vicenda dalle dinamiche dell’incarico alle fasi di ideazione e realizzazione dell’opera.
Interventi conservativi e di restauro
Le diverse fasi d’intervento si protrarranno, a partire dal mese di maggio 2006, sino al marzo 2007.
L’intento è quello di ripresentare l’opera di Carlo Scarpa nella sua integrità a seguito di calibrati interventi di consolidamento, pulitura, integrazione delle lacune, prefissaggio e rimozione delle alterazioni.
Questa componente visibile dell’intervento sottende un attento lavoro, volto a contenere la naturale tensione alla preservazione delle caratteristiche morfologiche del manufatto mediante radicali interventi di arresto delle condizioni di degrado (come ad esempio il controllo della difesa del fenomeno dell’acqua alta), a favore di un rispettoso minimalismo che informa l’atteggiamento nei confronti della preesistenza.
Ugualmente il miglioramento dell’utilizzo funzionale degli spazi attraverso il necessario adeguamento impiantistico viene represso laddove rischia di interferire con la leggibilità dell’opera nel suo insieme.
Per quanto riguarda il giardino, si prevedono la pulizia di tutte le superfici in pietra, l’impermeabilizzazione della vasca della fontana con l'inserimento di un sistema di ricircolo dell’acqua e il restauro della copertina in rame al centro della vasca, oltre ad un accurato restauro dei cementi del muro di divisione con il cortile.
Nei suoi elementi vegetali costitutivi, il giardino risente inevitabilmente dei diversi interventi di manutenzione effettuati nel corso degli anni . Si rileggerà questo spazio quindi nelle sue parti principali d’impianto: prato, arbusti, cespugli, tappezzanti, piante acquatiche.
Il progetto di catalogazione dei documenti archivistici di proprietà della Fondazione comprende il riordino dei disegni di Carlo Scarpa attraverso una revisione e integrazione di dati già inseriti, nonché la catalogazione del materiale fotografico relativo sia ai disegni stessi che all’intervento scarpiano realizzato.
A restauro concluso, gli spazi espositivi dell’Area Scarpa ospiteranno, nell’ambito delle attività di studio su Carlo Scarpa che la Fondazione organizza dal 1998, una mostra su Josef Albers in collaborazione con la Josef Albers Foundation (data indicativa: novembre 2007-marzo 2008).
Per informazioni:
Fondazione Querini Stampalia
Campo Santa Maria Formosa, Castello 5252 - 30122 Venezia
Articolo inserito il 12 luglio 2006