COMITATO PER IL CENTENARIO DI CARLO SCARPA 1906-2006
Tre giorni con Carlo Scarpa
Sedi varie
2,3,4 giugno 2006
Museo di Castelvecchio, Verona, 2004
Fotografia di Vaclav Sedy
Il 2 giugno di cent’anni fa nasceva Carlo Scarpa, l’architetto del Novecento
italiano forse più noto nel mondo. Per questo il 2, 3 e 4 giugno l’Italia lo
celebra con una sequenza di manifestazioni che non hanno precedenti nel nostro
Paese intorno a un architetto contemporaneo.
Nella “Tre giorni con Carlo Scarpa” saranno aperti al pubblico tutti i “Luoghi
Scarpiani” d’Italia, compresi quelli che, come le case private, di norma risultano
inaccessibili. Manifesti e stendardi segnaleranno una cinquantina di musei,
edifici residenziali e commerciali, complessi monumentali dalla Sicilia al
Friuli Venezia Giulia. In ognuno di questi luoghi il pubblico sarà invitato a
scoprire, anche tramite visite guidate, l’inconfondibile “impronta” lasciata
dall’architetto veneto.
Complesso monumentale Brion, San Vito d’Altivole, Treviso, 2004
Fotografia di Gianantonio Battistella
Il Centenario Scarpiano è una iniziativa del Comitato paritetico tra Stato e
Regione del Veneto, attivo dal 2002 sotto la direzione di Pio Baldi, direttore
generale della direzione per l’architettura e l’arte contemporanee del
Ministero per i beni e le attività culturali. Il Comitato ha una natura
istituzionale innovativa, in quanto composto da rappresentanti di nomina
statale e regionale che in piena sintonia hanno portato a realizzazioni
importanti, prime fra tutte il recupero puntuale di disegni, fotografie e
oggetti "erratici" conservati da collaboratori, artigiani e
committenti scarpiani, e la loro catalogazione, insieme a iniziative di alta
formazione, editoriali ed espositive.
Il 2 giugno, a Treviso, verrà aperto il Centro Carlo Scarpa dove, per decisione
congiunta della DARC (Direzione generale per l’architettura e l’arte
contemporanea del Ministero per i Beni e le attività Culturali) e della Regione
del Veneto troveranno collocazione e accesso pubblico buona parte dei 30 mila
disegni di Scarpa che nel 2001 la DARC ha acquisito dal figlio Tobia per il
nascente Museo nazionale di architettura di Roma (MAXXI architettura).
Il Centro Carlo Scarpa rappresenta una istituzione fortemente innovativa poiché
è partecipato, in modo paritetico, dallo Stato e dalla Regione che
contribuiscono a costruirne la realtà culturale di luogo di studi di eccellenza
e di sito per la conservazione dei documenti.
Fondazione Querini Stampalia, Venezia, 2004
Fotografia di Gianantonio Battistella
All’interno del Centro Carlo Scarpa allestito presso l’Archivio di Stato di Treviso
su progetto dell’architetto Umberto Riva, una galleria espositiva permanente
presenterà al pubblico, a rotazione, serie tematiche di disegni autografi. In
occasione dell’apertura saranno presentati alcuni dei più affascinanti fogli
del maestro, selezionati fra i più significativi progetti realizzati e oggi
visitabili.
Il Centro Carlo Scarpa è anche pensato come baricentro di una rete di archivi,
collegati on-line, del MAXXI architettura di Roma e di due importanti
istituzioni venete. Il MAXXI architettura, delle cui collezioni l’archivio
Carlo Scarpa fa parte, sta procedendo all’inventario e alla riproduzione
digitale dei disegni e dei documenti scarpiani. L’inventario che procede per
progetti sarà presto in rete con la relativa banca dati. (www.darc.beniculturali.it.)
Il Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea Palladio” di Vicenza
conserva la Fototeca Carlo Scarpa, la più completa raccolta esistente di
fotografie che documentano le realizzazioni scarpiane
dal dopoguerra a oggi. Il Museo di Castelvecchio a Verona conserva l'altro,
fondamentale nucleo di 657 fogli scarpiani, collegati al celebre riallestimento
del museo scaligero commissionato da Licisco Magagnato a partire dal 1957.
Presso Castelvecchio, la Regione del Veneto ha altresì depositato gli oltre
mille disegni di Carlo Scarpa acquistati dal 2002 dai suoi artigiani, amici e
allievi.
Carlo Scarpa
Planimetria generale del piano terra del museo con la sistemazione del giardino, la definizione dei percorsi pedonale e la collocazione delle opere della Galleria delle Sculture
Dal 2002 ad oggi è stato possibile realizzare la banca dati dei disegni di
Carlo Scarpa per Castelvecchio che rappresenta il primo nucleo del più ampio
Archivio digitale Carlo Scarpa oltre a quello del MAXXI. L’accesso al database
dei disegni, con un approfondimento sino alle medie risoluzioni, è pienamente
consultabile all’indirizzo: www.archiviocarloscarpa.it a Verona sarà editato il
catalogo completo dei disegni di Castelvecchio, curato da Alba Di Lieto che
sarà presentato il 29 maggio alle 17.00 al Museo di Castelvecchio. A Roma sarà
presentato l’inventario a stampa del progetto della Tomba Brion, a cura di
Erilde Terenzoni nella collana ElectaOperaDARC.
Sempre nell’ambito delle celebrazioni scarpiane è prevista l’esposizione di una
selezione di disegni originali di Carlo Scarpa che saranno collocati
all’interno delle sale espositive nei luoghi oggetto di intervento da parte
dell’architetto. A Roma, presso il Museo Hendrik Christian Andersen (sede provvisoria
del Centro archivi di architettura del MAXXI ) viene allestita la mostra Carlo
Scarpa. Disegni mai visti. Lo spazio dell’abitare. L’esposizione presenta
disegni scarpiani inediti, di grande qualità sia progettuale che grafica sul
tema dell’abitare.
A Vicenza sarà invece inaugurata una mostra delle immagini che Gianni Berengo
Gardin realizzò nel 1972 in occasione dell’inaugurazione della Tomba Brion a
San Vito di Altivole. La mostra offre l’opportunità di presentare il recente
libro di Vitale Zanchettin sul medesimo complesso, esito di ricerche inedite
illustrate da immagini dello stesso Berengo Gardin.
A Trieste, il Museo Revoltella inaugura, in concomitanza con il Centenario, il
nuovo allestimento della Galleria d’Arte Moderna, nuovo allestimento che
ripristina gli spazi scarpiani. Per l’occasione viene edito il volume “Carlo
Scarpa e il Museo Revoltella” che presenta i disegni di Scarpa per il museo
triestino.
I disegni di Scarpa costituiscono davvero un unicum nell’architettura del
Novecento. Rappresentano un intenso, completo “diario di viaggio” del Maestro.
Dalle prime intuizioni all’opera finita, tutto è disegnato e colorato dallo
stesso Scarpa, sul proprio tavolo di lavoro, che talvolta era quello della
cucina di casa propria. Fatto anch’esso unico; l’intero corpus della
documentazione scarpiana, forte di quasi 32 mila documenti, è oggetto di una
campagna sistematica di informatizzazione che già consente consultazioni
on-line. A catalogazione conclusa, sarà il primo archivio integrale di un grande
architetto a essere liberamente e completamente consultabile via internet.
Anche all’estero, il Centenario Scarpiano viene segnalato da numerose, autonome
iniziative la più importante delle quali è la mostra Josef Hoffmann-Carlo
Scarpa. Das Sublime in der Architektur, curata da Rainald Franz per il Josef
Hoffmann Museum a Brtnice (Repubblica Ceca) e aperta dal 29 maggio al 29
ottobre 2006, che mette in luce l’influenza del noto esponente della Secessione
viennese sull’opera di Scarpa.
Convegni, lezioni, incontri, pubblicazioni completano il programma di questo
storico Centenario.
Ciò che connoterà maggiormente queste giornate dedicate all’architettura sarà
l’apertura di tutti i più importanti luoghi scarpiani della Penisola (programma
dettagliato al sito www.carloscarpa.it). Un percorso davvero stimolate su 40
anni di attività dell’Architetto. Ad essere aperti saranno non solo i Musei cui
Scarpa ha dato il suo inconfondibile apporto, da Castelvecchio a Verona, al
Correr e alle Gallerie dell’Accademia a Venezia, a Palazzo Abatellis a Palermo,
senza dimenticare la Gipsoteca Canoviana di Possagno, considerato tra i suoi
capolavori, e il Museo Revoltella di Trieste. Forse ancora più interessanti,
perché meno noti, saranno luoghi come la Sala Consiliare della Provincia di
Parma dove l’arredo disegnato da Carlo Scarpa si completa con la tensione degli
affreschi di Armando Pizzinato, o i numerosi monumenti funerari che affiancano
il più noto complesso monumentale Brion. Da non perdere sarà anche l’apertura
di numerose case private quali Casa Scatturin a Venezia, Casa Ottolenghi a
Bardolino, Casa Gallo a Vicenza e Casa Veritti a Udine. Visite guidate,
interventi di supporto informativo e di approfondimento consentiranno di capire
i processi culturali che stanno dietro alle realizzazioni. I luoghi coinvolti
da questo percorso saranno 30.
Per molti versi questo centenario costituisce una sorta di “risarcimento”
dell’Italia a un Maestro del Novecento venerato all'estero. Scarpa non ebbe
infatti vita facile. La parte più reazionaria del professionismo veneziano lo
portò due volte in tribunale, per abuso della professione in quanto non era
laureato in architettura. Al tempo stesso molti docenti della facoltà di
Architettura di Venezia lo guardavano con diffidenza, definendolo un
“capomastro bizantino” impegnato nella ricerca di una anacronistica sapienza
del costruire. In momenti di forte tensione sociale come furono quelli del
dopoguerra, Scarpa non faceva nulla per attenuare le polemiche: rimase storica
la sua rivendicazione, in una bellicosa assemblea studentesca in pieno ’68,
della sua ricerca di “un moderno Faraone che mi faccia costruire la sua
piramide”.
In realtà, tutto il percorso di Carlo Scarpa è un viaggio alla ricerca della
bellezza. Il suo talento viene esaltato dalle occasioni in cui si tratta di
“mettere in mostra” l’arte, sia che si tratti di allestire esposizioni dei
grandi artisti europei a lui contemporanei, sia di “raccontare” la storia
dell’arte allestendo le collezioni permanenti di grandi musei. Con occhio da
regista e sceneggiatore cinematografico, egli sa farci guardare, come fosse la
prima volta, sculture, gessi e dipinti che credevamo di conoscere, collocandoli
nello spazio disegnato dalla luce e arricchito da un sapiente uso dei
materiali.
La ricerca della bellezza fu l'obiettivo di tutta la sua carriera. Scarpa non
ebbe mai uno "studio professionale", ma lavorava in casa, spesso
aiutato da propri allievi, seguendo i ritmi della propria particolarissima
"bottega": sia che si trattasse di allestire negozi o sedi di banche,
tombe, case o edifici pubblici. La sua opera testamento è il grande complesso
funerario per il suo “Faraone”: la famiglia Brion, che gli commissionò una
tomba-giardino nella campagna di San Vito di Altivole. Ed è proprio in questo
emozionante vertice della sua arte, nel luogo dai profondi significati, in una
architettura tutta incentrata sul numero 11 (ottenuto sommando le lettere del
suo nome e cognome) che egli volle essere sepolto, dopo la sua tragica morte in
Giappone nel 1978.
Per informazioni e prenotazioni: call center Civita: 02 433 53 522
Josef Hoffmann - Carlo Scarpa. On the Sublime in Architecture
MAK continues exhibition
series at the Josef Hoffmann Museum, Brtnice, a MAK branch museum since 2006
Opening Sunday, May 28, 2006, 12:00 noon
VenueJosef Hoffmann Museum, Brtnice,
Hoffmannův dům, náměstí Svobody 263, 58832 Brtnice, Czech
Republic
Exhibition Term: May 29-October 29, 2006
Opening Hours: Wednesday thru Sunday 10:00 a.m.-5:00 p.m.
Early on, the Italian architect Carlo Scarpa (1906-1978) was impressed, aside
from Frank Lloyd Wright, by the Vienna Secession Movement, notably by Josef
Hoffmann. Over decades, subtle traces of his studies of solutions to space and
area design problems proposed by Hoffmann can be detected in Scarpa’s work.
2006 brings the 50th anniversary of Hoffmann’s death and the 100th anniversary
of Scarpa’s birth. In this anniversarial year, the MAK exhibition “JOSEF
HOFFMANN-CARLO SCARPA. On the Sublime in Architecture” at the Josef Hoffmann
Museum, Brtnice, for the first time explores the influence of Josef Hoffmann’s
(1870-1956) designs and buildings on the oeuvre of Carlo Scarpa (1906-1978), a
relationship hitherto only vaguely indicated in architectural-history research.
As of 2006, Josef Hoffmann’s birthplace in Brtnice is operated as a joint
branch museum by the Moravská galerie, Brno and by the MAK, Wien. The MAK was
present at Hoffmann’s birthplace in 1992 already with an exhibition entitled
“Hoffmann the Baroquist,” which traced the roots of his work as an architect
and designer. Last year, following the refurbishment of the house, the MAK
carried on this cooperation with the show “A Continuous Process.” In the coming
years, the focus of this new branch museum will be on keeping the life and work
of this pioneering architect in public awareness with a number of exhibitions
on Hoffmann-related subjects.
A co-founder of the Secession-Association of Visual Artists of Austria, of the
Wiener Werkstätte, and the Austrian Werkbund, the architect and designer Josef
Hoffmann was a central figure of incipient Modernism in Vienna. Carlo Scarpa
spent most of his life in the Veneto and was a solitary figure among
twentieth-century architects. With his architectural projects and as a teacher
at the Venice University Institute of Architecture, the Venetian,
affectionately called “il professore,” pursued an understanding of architecture
that was informed by his passion for the craft. In following a “modern
tradition” that does not deny craftsmanship and classical structuring as the
roots of architecture, Carlo Scarpa saw a challenge in the path pursued by
Josef Hoffmann in his best buildings and sought to continue it with his own
unique and idiosyncratic architecture.
The exhibition elucidates the creative inspiration that Scarpa took from
Hoffmann in terms of objects, drawings, written sources, and photographs of the
major works of those two important exponents of twentieth-century architecture.
All exhibits come from the MAK collection.
Since 1955, the MAK has been in possession of the archives of the Wiener
Werkstätte including some 5,500 design drawings from Josef Hoffmann's hand.
Thus the MAK has the most comprehensive holdings of furniture, objects, and
designs by Josef Hoffmann worldwide. The holdings were previously presented in
exhibitions in Vienna (1987), St. Petersburg (1989), and New York (1992).
1989, MAK director Peter Noever succeeded to purchase the “Anfodillo Archive”
for the museum. From the 1950s, Carlo Scarpa worked together with the cabinetmaker
Anfodillo in the projects he realized in Upper Italy. The workshop had
specialized on woodwork and combinations of wood and metal. The archive
comprises project designs by Scapa from about thirty years, sketches for
furniture and wooden models. The purchasing of the Anfodillo Archive gave
occasion for the 2003 MAK exhibition “CARLO SCARPA. The Craft of Architecture.”
In 1989 already, the MAK had shown “CARLO SCARPA. The Other City” which focused
on one project, the Tomba Brion in San Vito d’Altivole/Treviso.
The exhibition “JOSEF HOFFMANN-CARLO SCARPA. On the Sublime in Architecture” is
supported with funds from the INTERREG IIIA Ö-CZ program of the European Union.
As a supporting program, the MAK organizes visitor trips to the Czech Republic
and to Italy in the tracks of Hoffmann and Scarpa.
I disegni di Carlo Scarpa per Castelvecchio
Catalogo a cura di Alba Di Lieto
Il museo di Castelvecchio celebra il centenario della nascita di Carlo
Scarpa con la pubblicazione del catalogo I disegni di Carlo Scarpa per
Castelvecchio
Il 2 giugno 2006 ricorre il primo centenario della nascita dell’architetto
Carlo Scarpa (Venezia 1906 - Sendai 1978). Nell’ambito delle manifestazioni
promosse dal Comitato Nazionale appositamente costituito dal Ministero per i
Beni e le Attività Culturali, il Comune di Verona - Assessorato alla Cultura -
Musei d’Arte e Monumenti celebrerà l’opera del maestro con la pubblicazione dei
disegni di Carlo Scarpa riguardanti il restauro e il riallestimento di
Castelvecchio (1958-1964 e 1968-1975) appartenenti alla collezione del Museo.
La realizzazione del volume, che costituisce la prima sistematica indagine
complessiva su un nucleo progettuale dell’archivio dell’architetto, è sostenuta
dalla Regione del Veneto, nel quadro dell’attività del Comitato Paritetico
Carlo Scarpa, istituito nel 2002 con lo scopo di sviluppare la conoscenza, la
conservazione e la valorizzazione dell’opera dell’architetto veneto e
dell’archivio dei suoi disegni acquistato dallo Stato italiano nel 2001.
Il catalogo I disegni di Carlo Scarpa per Castelvecchio, a cura di Alba
Di Lieto, propone una inedita ed approfondita lettura dell’intervento scarpiano
esaminando il tema con diverse chiavi di lettura. I contributi di Marisa Dalai
Emiliani e Paola Marini, accanto alla riproposizione di un importante saggio di
Licisco Magagnato del 1982, ripercorrono, con approccio storico, le fasi di
questo celebre restauro architettonico e allestimento museografico. Tutti gli
880 disegni di progetto (recti e versi di 657 fogli) sono
riprodotti, schedati singolarmente e organizzati in dieci sezioni topografiche
introdotte da altrettanti testi di Alba Di Lieto, la cui stesura ha comportato
la revisione completa della documentazione disponibile e la puntuale
segnalazione degli interventi successivi al lavoro compiuto da Carlo Scarpa,
tracciando nuove aperture sullo studio di uno dei capolavori dell’architetto.
La cronistoria proposta della lettura degli apparati consente, infine, di
incrementare con aspetti ancora inediti la conoscenza di questo memorabile
progetto, che finora è stato affrontato solo parzialmente e su cui peraltro non
sono attualmente disponibili pubblicazioni.
Questo volume, dunque, grazie all’interesse che l’opera di Carlo Scarpa a
Castelvecchio da sempre suscita nel mondo non solo accademico e professionale
sia in Italia che all’estero, consente di colmare una lacuna nel panorama
editoriale specifico e rappresenta un omaggio ideale al grande architetto in
occasione del centenario della sua nascita.
Il catalogo, edito da Marsilio, sarà di 608 pagine con 1000
illustrazioni a colori e costituirà il primo volume della collana editoriale
dedicata al corpus grafico dell’architetto.
Alba Di Lieto, laureata in architettura a Venezia, è conservatore
dell’archivio Carlo Scarpa presso la Direzione Civici Musei d’Arte e Monumenti
di Verona, dove cura le attività inerenti la conservazione, il restauro e la
valorizzazione dei fondi grafici di architettura e dell’opera scarpiana nel
Museo di Castelvecchio.
Nel 1991 ha curato con Richard Murphy e Arrigo Rudi la mostra Carlo Scarpa
& Castelvecchio; nel 1999 ha collaborato alla prima esposizione
nordamericana su Carlo Scarpa organizzata dal Centre Canadien d’Architecture, Carlo
Scarpa, architecte. Composer avec l’historie, e nel 2000 alla fondamentale
mostra di Verona e Vicenza Carlo Scarpa. Mostre e musei 1944/1976. Case e
paesaggi 1972/1978. Recentemente ha coordinato la realizzazione del sito:
www.archiviocarloscarpa.it
All’attività di studiosa affianca quella di responsabile del servizio
allestimenti e manutenzioni dei musei civici veronesi, dove progetta
allestimenti di mostre e cura iniziative culturali: ricordiamo, con Paola
Marini, nel 2002 la mostra Luigi Caccia Dominioni. Case e cose da abitare.
Stile di Caccia e nel 2004 l’installazione a Castelvecchio di Peter
Eisenman Il giardino dei passi perduti.
Carlo Scarpa per Castelvecchio: una selezione dei disegni
Verona - Museo di Castelvecchio
Dal 30 maggio al 3 settembre 2006
Il Museo rende omaggio a Carlo Scarpa affiancando alla pubblicazione del volume
sulla collezione dei disegni per Castelvecchio una mostra intitolata Carlo
Scarpa per Castelvecchio: una selezione dei disegni. L’esposizione
si terrà dal 30 maggio al 3 settembre 2006, nell’ambito delle attività previste
per le celebrazioni del centenario scarpiano promosse dal Comitato Nazionale.
Esposti l’ultima volta in occasione della mostra Carlo Scarpa. Mostre e
Musei. Case e paesaggi tenutasi nel 2000 a Castelvecchio e al CISA, i fogli
originali del grande architetto consentiranno al visitatore un immediato
confronto tra il progetto e l’opera realizzata.
La piccola esposizione è concepita come l’accostamento tra il disegno scarpiano
di progetto e alcuni luoghi topici in cui l’intervento di restauro e
allestimento è stato particolarmente significativo. Nella galleria delle
sculture sarà esposta una selezione dei più interessanti disegni relativi alla
sistemazione del raffinato e intrigante spazio del sacello (sala 1), nelle
sale 3 e 4, che rappresentano un ideale omaggio del maestro veneziano alla
poetica di Mondrian, i disegni più eclatanti dell’allestimento con l’impaginato
del pannello rosso e quelli per la sistemazione del gruppo scultoreo della
Crocifissione. Al piano superiore la mostra proseguirà con i disegni più
rappresentativi riguardanti il progetto di collocazione della statua equestre
di Cangrande I della Scala, icona dell’allestimento scarpiano e dello stesso
museo, ma soprattutto sintesi della teoria della presentazione dell’opera
d’arte, di cui Carlo Scarpa è stato innovativo interprete.
A corredo dell’esposizione sarà fruibile al pubblico una videopresentazione
dell’archivio digitale www.archiviocarloscarpa.it e una selezione video di
alcuni brani tratti da documentari e interviste storiche al grande architetto.
L’archivio digitale dei disegni a Castelvecchio
Dalla costituzione del Comitato Paritetico Carlo Scarpa - istituito nel
2002 con lo scopo di sviluppare la conoscenza, la conservazione e la
valorizzazione dell’opera dell’architetto veneto e dell’archivio dei suoi
disegni acquistato dallo Stato italiano nel 2001 - le attività connesse al
patrimonio scarpiano nel Veneto hanno avuto un impulso notevole grazie
soprattutto ai considerevoli finanziamenti regionali.
Per Verona queste attività riguardano l’importante serie di interventi relativi
alla conservazione e manutenzione di uno dei capolavori del maestro veneziano:
il restauro e l’allestimento museografico di Castelvecchio. Nel corso degli
ultimi anni sono state, infatti, restaurate le preziose superfici a calce e
stucco, i più importanti serramenti ed è stata sistemata l’area di ingresso al
Museo con una nuova biglietteria e nuove librerie. Sono in corso la pulitura
degli intonaci a calce e in programma il restauro conservativo delle cornici scarpiane.
E’ inoltre stato attivato il rilievo architettonico e topografico del complesso
museale, rilievo che costituisce un imprescindibile strumento preliminare per i
futuri progetti di recupero e sarà completato entro la fine del 2006.
La sinergia tra Regione del Veneto e il Comune di Verona permetterà inoltre la
realizzazione del progetto di recupero della Torre Sud Est di Castelvecchio,
che sarà destinata ad accogliere la sezione veronese dell’Archivio Carlo
Scarpa. E’ infatti strettamente connessa alla conservazione del monumento
scarpiano la valorizzazione di tutto il materiale relativo alla progettazione
dell’intervento studiato dall’architetto, cioè l’archivio dei disegni. Dal 2002
ad oggi è stato possibile realizzare la banca dati dei disegni di Carlo Scarpa
per Castelvecchio di proprietà del Comune di Verona: un progetto curato dal
Museo che rappresenta il primo nucleo del più ampio Archivio digitale Carlo
Scarpa.
L’accesso al database dei disegni è pienamente consultabile dal Museo di
Castelvecchio ed è predisposto con un livello di approfondimento sino alle
medie risoluzioni per il segmento di utenza internet
all’indirizzo:www.archiviocarloscarpa.it
Allo stato attuale questa banca dati raccoglie la collezione dei disegni del
Museo di Castelvecchio, acquisiti intorno al 1975 da Licisco Magagnato
direttamente da Carlo Scarpa. Si tratta dei disegni riguardanti l’intervento di
restauro e riallestimento del museo veronese (1958-1964 e 1968-1975). La
collezione, successivamente integrata dal rinvenimento di altri disegni, oggi è
costituita da 657 fogli ed è stata di recente arricchita dai 149 disegni
eseguiti dall’Ufficio Tecnico della Direzione Musei che affiancava Scarpa nel
cantiere e da 85 disegni di rilievo redatti da Richard Murphy tra il 1986 e il
1987 e donati al museo nel 2004. Nel corso del tempo i disegni sono stati
restaurati, studiati, pubblicati e spesso esposti in occasione di mostre in
Italia e all’estero.
Questo primo database sarà implementato a breve con la digitalizzazione dei fondi
Zanon, Cappellin, Bernini e di altri disegni provenienti da collezioni private
per un totale di ben 1048 fogli tutti acquisiti nell’ultimo biennio dalla
Regione Veneto e depositati al Museo di Castelvecchio.
Il calendario delle Manifestazioni Scarpiane a Castelvecchio e a
Verona.
Programma
29 maggio 2006 ore 17
Museo di Castelvecchio - Sala Boggian
Presentazione del catalogo “I disegni di Carlo Scarpa per Castelvecchio”
a cura di Alba Di Lieto
29 maggio 2006 ore 18,30
Inaugurazione della mostra “Carlo Scarpa per Castelvecchio: una selezione
dei disegni”
Museo di Castelvecchio, 30 maggio - 3 settembre 2006
2-3-4 giugno 2006
Ingresso gratuito al Museo di Castelvecchio
Visite guidate su prenotazione al restauro e riallestimento di Carlo Scarpa per
Castelvecchio
Per bambini e famiglie a cura di Caterina Gemma Brenzoni
2 giugno ore 10.00, 3 giugno ore 10.00, 4 giugno ore 17,00
Visite guidate per gruppi a cura di AGAV – Associazione Giovani Architetti
Verona
Venerdì 2 giugno ore 11.30 16.00 17.00
Sabato 3 giugno ore 11.30 16.00 17.00
Domenica 4 giugno ore 10.00 11.30 16.00
Al termine di ogni visita navigazione guidata sul sito
www.archiviocarloscarpa.it a cura di Ketty Bertolaso e Eva Di Lorenzo
in Biblioteca d’Arte del Museo di Castelvecchio
Per prenotazioni tel. 02 43353522
Gli altri siti scarpiani a Verona e provincia
Banco Popolare di Verona e Novara
Apertura al pubblico sabato 3 giugno dalle 9,00 alle 12,00
Visite guidate su prenotazione per gruppi a cura di AGAV – Associazione Giovani
Architetti Verona
Sabato 3 giugno ore 9,30 11,00
Per prenotazioni tel. 02 43353522
Villa Ottolenghi a Bardolino
Visite guidate su prenotazione per gruppi di massimo 12 persone a cura di
Giuseppe Tommasi
Sabato 3 giugno ore 16,00 17,00
Per prenotazioni tel. 02 43353522
Inaugurazione del nuovo allestimento
Presentazione del volume “Carlo Scarpa e il museo Revoltella”
Trieste - Museo Rivoltella
Dal 2 giugno 2006
Per le celebrazioni del centenario scarpiano il Museo Revoltella ha in
programma numerose iniziative finalizzate a fare conoscere al pubblico la
qualità dell''intervento di ristrutturazione progettato dall'architetto
veneziano nel 1963 per l'unico museo d'arte moderna della sua carriera.
Innanzitutto sarà presentato il nuovo allestimento della galleria d'arte
moderna (quarto, quinto e sesto piano del Palazzo Brunner) in cui, rimosse
le pareti che fino ad ora nascondevano le grandi vetrate di Scarpa, si potrà
ammirare la collezione di dipinti e sculture in una luce nuova e sorprendente.
Al momento della riapertura del museo, infatti (1992) era stato necessario
aggiungere delle pannellature verticali per esporre un maggior numero di opere,
in considerazione del fatto che la vista della collezione era preclusa al
pubblico da quasi trent’anni. Ora queste non ci sono più e anche il percorso
museale si è totalmente rinnovato, più rarefatto e attento allo spazio
architettonico.
Uscirà in quest'occasione, inoltre, il volume "Carlo Scarpa e il Museo
Revoltella" curato da Maria Masau Dan e Giovanni Ceiner per le
edizioni del Museo Revoltella. Per la prima volta sono stati pubblicati i
disegni eseguiti da Scarpa durante la progettazione del museo e ora conservati
dalla DARC. Il libro contiene inoltre le relazioni al progetto di Scarpa e
Vattolo e numerosi saggi di studiosi che hanno analizzato l'opera e le sue
relazioni col contesto triestino.
Nel week end del 2 giugno il museo sarà visitabile gratuitamente. Saranno
organizzate inoltre molte visite guidate sull'intervento scarpiano.
Per informazioni: Segreteria direzione/uff. stampa (sig.na Ylenia
Apollonio) 040-6754296 / centralino 040-6754350
Carlo Scarpa e il progetto di ristrutturazione del Museo Revoltella di Trieste
(1963)
Affrontando il problema dell’ampliamento del Museo Revoltella Carlo Scarpa
tenne conto certamente, e ne fu fortemente condizionato, dell’impronta data al palazzo
ottocentesco dall’architetto berlinese Friedrich Hitzig, allievo del grande
Schinkel, scelto dal cavalier Pasquale Revoltella nel 1852 per costruirsi il
palazzo più bello della città. Nella evidente diversità delle due parti che
compongono ora il grande complesso del Museo Revoltella le analogie non
mancano: anche Scarpa, ad esempio, concentrò il suo sforzo creativo nel vano
d’ingresso, dove la scala a chiocciola che ‘nasce’ nella fontana è un’elegante
richiamo al maestoso scalone elicoidale che raccorda i tre piani della dimora
del fondatore. Per non parlare dei lucernai che, nella versione ottocentesca
sono il più chiaro indizio del desiderio di Revoltella di realizzare una casa-museo
e, reinterpretati nei grandi spazi creati da Scarpa, rappresentano la soluzione
più efficace per inondare le sale di esposizione della luce di Trieste.
Quando Scarpa fu chiamato a intervenire, nel 1963, il problema
dell’insufficienza di spazi espositivi al Museo Revoltella era ormai cronico e
attendeva da oltre cinquant’anni una risposta decisiva da parte
dell’Amministrazione comunale.
Il museo era stato fondato nel 1872, poco dopo la morte di Pasquale
Revoltella (1795-1869), che aveva lasciato alla città un cospicuo
patrimonio, compreso il palazzo con le opere d’arte che conteneva, e un
capitale di centomila fiorini. In questo modo potè realizzare il sogno di
offrire un luogo di cultura alla sua città di adozione (era nato a Venezia da
una famiglia di modeste condizioni) e riuscì a farsi ricordare come
imprenditore e mecenate anche quando, con la caduta dell’Austria, molti
protagonisti dell’epoca imperiale furono rimossi dalla memoria collettiva. Del
resto egli era stato un vero manovratore dell’economia cittadina, come è chiaro
dal momento che fu finanziatore e vicepresidente della Compagnia universale
del Canale di Suez, premiato negli ultimi anni di vita con il titolo di barone
dell’Impero.
Già alla fine dell’Ottocento il palazzo Revoltella non era più in grado
di contenere ed esporre tutte le opere ricevute in dono o acquistate grazie
alla rendita del capitale lasciato dal fondatore. Nell’ultimo decennio del
secolo, con gli acquisti alle prime Biennali e alle altre grandi esposizioni
internazionali, lo sviluppo della collezione del museo si era
decisamente accelerato, tanto da indurre il Curatorio, organismo di gestione
dell’istituto, a fare pressioni per l’acquisto di Palazzo Brunner, l’edificio
attiguo. Questo avvenne nel 1907 grazie soprattutto alla tenacia dell'avvocato
Felice Venezian, esponente del partito liberale di ispirazione irredentista,
che si battè per creare vicino al nucleo originario la sede di una vera galleria
d’arte moderna.
Tra la fine dell’Ottocento e la prima guerra mondiale entrarono a far parte
del museo opere importanti di De Nittis, Trentacoste, Canonica, Previati,
Mancini, Bistolfi, Grosso, Ciardi, Nono, von Stuck, Zuloaga, De Maria, che
costituiscono tuttora una delle sezioni più ricche e interessanti.
Ma l'intendimento di ampliare il museo rimase a lungo solo sulla carta o si
realizzò in piccola parte. La morte di Venezian nel 1908 e, in seguito, le
vicende belliche, fecero accantonare l'idea. Solo negli anni Trenta,
sotto la direzione del pittore Edgardo Sambo, cui si deve, tra l’altro,
l’acquisto di alcuni capolavori del ‘900 presenti nella collezione (Sironi,
Carrà, Marussig, Carena, Arturo Martini…) fu possibile creare alcune nuove sale
di esposizione all'ultimo piano del palazzo Brunner. Il resto dell'edificio
rimase occupato da uffici comunali fino agli anni Sessanta.
Era il 1961, quando, nell'imminenza del trasferimento di questi uffici
in altra sede, e sulla base della conferma della volontà comunale di adibire
completamente il palazzo all'uso museale, finalmente il Curatorio potè iniziare
a discutere sul progetto del nuovo museo, che tutti auspicavano venisse
affidato dal Comune ad un architetto di valore per assicurare all'opera il
significato e la funzionalità adeguati ai tempi. A sostenere questa tesi erano
soprattutto il vicepresidente del Curatorio, lo scultore Marcello Mascherini, e
il nuovo direttore, Giulio Montenero, insediatosi proprio in quell'anno.
Mascherini (verbale del Curatorio del 16 maggio 1962) propose l'organizzazione
di un convegno finalizzato a individuare i criteri di massima per la
sistemazione della nuova galleria, al quale sarebbero stati invitati Roberto
Salvini, docente di storia dell'arte all'Università di Trieste, Gillo Dorfles,
Licisco Magagnato, direttore dei musei di Verona, l'architetto Rogers,
triestino, autore della sistemazione del Castello Sforzesco e Carlo Scarpa,
docente della facoltà di architettura di Venezia e progettista del Museo di
Castelvecchio e di altri importanti musei. Serpeggiava in Curatorio un dubbio:
era preferibile una ristrutturazione generale o un intervento di minima, più
facilmente realizzabile? L'attesa ormai cinquantennale di questo ampliamento
alimentava naturalmente il pessimismo.
Fu imboccata la strada della ristrutturazione e nel 1962 si decise di
affidare a Carlo Scarpa il progetto di massima "per il riordino
e l'ampliamento del Museo Revoltella nei due edifici già dell'anagrafe e dello
stato civile". Il 5 aprile 1963 l'architetto espose al Curatorio e ai
rappresentanti del Comune le sue idee. Il verbale della riunione sintetizza i
punti principali: "Le proposte avanzate dall'arch. Scarpa collimano con
quelle dell'amministrazione: il palazzo Revoltella sarà rigorosamente
rispettato, anzi ripristinato nella sua originaria dignità; i muri perimetrali
degli altri due edifici saranno conservati…. L'ex anagrafe sarà completamente
ristrutturata all'interno e il prof. Scarpa ha proposto inoltre di sopraelevare
di un piano per sopperire alla mancanza di spazio (magari a vetrate in modo da
apparire leggera). "
Il progetto venne presentato al Sindaco da Scarpa e dal suo assistente Franco
Vattolo all'inizio di novembre del 1963 e fu approvato. Seguì
l'elaborazione del progetto esecutivo che venne approvato nel settembre 1964.
Ma per la firma del contratto fra il Comune e Scarpa si dovettero attendere
altri due anni: questo avvenne, infatti, solo nel settembre 1966, dopo un iter
estenuante.
I lavori iniziarono nel 1967 e per un certo periodo si confidò che si potessero
concludere per il 4 novembre 1968, cinquantesimo anniversario
dell'unione di Trieste all'Italia, tanto che in quell'anno la collezione si
arricchì di pezzi di una certa importanza con l’acquisto di opere di
Fontana, De Luigi, Music, Mirko, Burri e Capogrossi. Ma anche queste
speranze andarono deluse. Nemmeno il centenario della morte di Revoltella, che
cadeva nel 1969, fu celebrato con l'apertura del nuovo museo: i lavori
procedevano a rilento e tra molte difficoltà tecniche e amministrative, tanto
che nel 1970 fu rescisso il contratto con la ditta appaltatrice e lo stesso
Scarpa, nel 1971, rinunciò all'incarico.
Poco dopo l’incarico passò all’ assistente di Scarpa architetto Franco
Vattolo, che adeguò il progetto e portò avanti la sua realizzazione fino al
1984, confrontandosi costantemente con il maestro fino alla sua morte, avvenuta
nel 1978.
A metà degli anni Ottanta i lavori si interruppero nuovamente e ripresero nel 1989
sotto la direzione dell'architetto Giampaolo Bartoli, che, a parte alcune
prescrizioni delle nuove leggi sulla sicurezza, si attenne, a sua volta al
progetto scarpiano. Palazzo Brunner fu completato e consegnato al museo alla
fine di ottobre del 1991.
La nuova galleria d’arte moderna, attesa da trent’anni, fu inaugurata e aperta
alla visita del pubblico il 13 giugno 1992.
Nel 2004 un’accurata ricerca condotta dalla direzione del museo in
collaborazione con la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Trieste, sotto
la guida del prof. Giovanni Ceiner, ha fatto maturare una maggiore
consapevolezza dell’originalità dell’assetto scarpiano della galleria d’arte
moderna, suffragata anche dall’analisi dei disegni concessi in prestito dalla
DARC per una mostra, il cui catalogo sarà presentato il 2 giugno 2006.
Nella stessa occasione sarà inaugurato il nuovo allestimento della galleria
d’arte moderna, che è stato ripensato proprio per valorizzare l’intervento
scarpiano sul museo triestino.
Carlo Scarpa. Disegni mai visti. Lo spazio dell'abitare 1931-1963
Roma - Museo Andersen, via P.S. Mancini 20
Dal 27 maggio al 2 luglio 2006
Inaugurazione 26 maggio ore 18
La mostra allestita negli spazi del museo Andersen, sede provvisoria del Centro
archivi di architettura del MAXXI, presenta una selezione di 40 disegni
autografi di Carlo Scarpa e una rassegna di immagini d’autore delle opere
realizzate.
Nella biografia di Carlo Scarpa, l'attività di costruttore di spazi domestici
– nell'accezione più ampia del termine - si snoda parallela a quella di
allestitore e museografo. Tra gli anni Trenta e gli anni Sessanta, l'architetto
elabora una serie di progetti significativi, spesso poco conosciuti, che si
rivelano sostanziali per comprenderne la ricerca progettuale intorno al
concetto di spazio dell'abitare. Diverse fonti testimoniano l'attenzione di
Scarpa verso i modi di vita del committente - spesso un membro del milieau
culturale veneziano - che egli tenta di tradurre in soluzioni architettoniche
specifiche.
Se gli spazi dell'abitare ideati nell'ultimo decennio della sua carriera hanno
trovato collocazione più volte all'interno di contesti espositivi, al tema
affrontato da questa piccola mostra non è ancora stata dedicata una rassegna
monografica. A differenza delle opere successive, i materiali grafici prodotti
da Scarpa tra il 1930 e il 1960 sono quasi totalmente autografi e in parte inediti.
In occasione del centenario della nascita di Carlo Scarpa, il MAXXI
architettura presenta una prima selezione di disegni di alta qualità, sia
progettuale che grafica, sul tema dell’abitare, tratti dall’archivio del
maestro veneziano. I progetti prescelti riguardano le case e le ville per i
committenti veneti, i due complessi di appartamenti a Padova e Feltre, in
rapporto dialettico con il contesto urbano, e altri spazi legati all'abitare,
come lo Yacht Asta e l'Hotel Bauer a Venezia. La mostra è arricchita da una
selezione di fotografie d’autore delle opere in mostra tratte dalla Fototeca
Carlo Scarpa del Cisa - Centro Internazionale di Studi di Architettura “Andrea
Palladio” di Vicenza.
La mostra vuole anche testimoniare l’accurato lavoro scientifico di inventario
e cura dell’archivio personale di Carlo Scarpa che il Centro archivi di
architettura del MAXXI sta portando avanti. Ad oggi si è concluso l’inventario
e la riproduzione digitale di un primo nucleo di progetti. Nel corso
dell’esposizione sarà presentato il volume con l’inventario dei disegni della
Tomba Brion, edito nella collana ElectaOperaDARC.
Progetti in mostra
1931 Casa Pelzel, Murano
1931 Casa Asta, Venezia
1935 Yacht Asta
1937 Casa M., Lido di Venezia
1940 Casa Sacerdoti, Venezia
1942 Casa Pellizzari, Venezia
1943 Casa Grazioli, San Pietro in Gu Vicenza
1944 Casa Bellotto, Venezia
1949 Hotel Bauer, Venezia
1947 Complesso di appartamenti, Padova
1949 Complesso di appartamenti, Feltre Belluno
1949 Casa, Maerne Venezia
1952-53 Casa Ambrosini, Venezia
1953 Villa Zoppas, Conegliano Veneto Treviso
1955-63 Casa Veritti, Udine
1957 Casa Taddei, Venezia
1962-63 Casa Scatturin, Venezia
Articolo inserito il 12 maggio 2006