10. Mostra Internazionale di Architettura. Cittŕ. Architettura e societŕ
9. Mostra Internazionale di Architettura METAMORPH - 2004
8. Mostra Internazionale di Architettura NEXT - 2002
7. Mostra Internazionale di Architettura - 2000
9. Mostra Internazionale di Architettura METAMORPH
La Biennale di Venezia organizza la 9. Mostra Internazionale di Architettura METAMORPH diretta da Kurt W. Forster
Dal 12 settembre al 7 novembre 2004
La 9. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia METAMORPH affronta i fondamentali cambiamenti in atto nell'architettura contemporanea, sia nel campo della teoria e della pratica progettuale, sia nell'uso delle nuove tecnologie costruttive.
Il percorso espositivo di METAMORPH ipotizza infatti la figura del visitatore come testimone di questi cambiamenti che, sfuggendo alle tradizionali prospettive interpretative, giustificano in modo sempre più evidente un aperto e innovativo confronto con l'evoluzione degli organismi viventi e le loro capacità di trasformazione.
Bernard Tschumi Architects |
Wolfgang Tschapeller |
L'architettura, chiamata oggi a nuovi impegni, ha ampliato in modo consistente i propri recinti disciplinari. Il suo nuovo ruolo è quello di catalizzare grandi esperienze sociali e culturali a scala internazionale, che si manifestano soprattutto in relazione alle modificazioni delle strutture urbane e del paesaggio. Lo spazio architettonico è così inteso nella sua capacità di vivere i mutamenti odierni: i nuovi materiali accolgono e sottolineano gli effetti atmosferici, la percezione dell'architettura si apre a una concezione dinamica del tempo e la vita pubblica negli edifici assume caratteri più centrati sull'evoluzione dell'ambiente.
Grazie alla ricerca di materiali che possiedono qualità variabili e reattive, molte architetture stanno cambiando natura. Esse assumono forme curvilinee e avvicinano le funzioni dei loro involucri a quelle di membrane viventi. Sono già numerosi gli architetti che cercano di conferire qualità organiche alle loro costruzioni, non più in termini metaforici, ma metabolici. Oggi l'architettura diventa abitabile soltanto quando stabilisce i suoi limiti e condiziona i suoi interni come fanno i componenti primari della vita, le cellule. Essi producono una membrana per mostrarsi come organismi e mantenersi in vita. Questa nuova morfologia degli spazi del vivere sta definitivamente superando "l'era della architettura vitruviana" aprendo, quindi, nuovi scenari alla ricerca e alla costruzione degli spazi della contemporaneità.
Mansilla + Tuñón Arquitectos |
Michele Bonino, Subhash Mukerjee, Federica Patti, Martina Tabò |
Il programma di METAMORPH, la 9. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, si articolerà in due diversi ambienti:
Nelle Corderie dell'Arsenale saranno presentate le opere che hanno letteralmente trasformato il panorama disciplinare dell'architettura a partire dagli anni Settanta, da quelle di Peter Eisenman (con i suoi automatismi terrestri), Frank O. Gehry (con gli edifici che si trasformano in pesci), Aldo Rossi (l'architettura come memoria) e James Stirling (il collage costruttivista), alle ultime tendenze e realizzazioni. Si tratta dunque di offrire una prospettiva storica che risulta fondamentale per gli obiettivi proposti dalla mostra: indagare cioè i mezzi attraverso i quali l'architettura ha modificato i processi della propria invenzione ed esecuzione, acquistando così l'abilità di operare in circostanze radicalmente nuove.
Iniziando con la trasformazione (TRANSFORMATIONS) di edifici esistenti e ampliandosi alla nuova topografia (TOPOGRAPHY), gli spazi delle Corderie ospiteranno anche le sezioni dedicate alle superfici (SURFACES), all'atmosfera (ATMOSPHERE) e agli iper-progetti (HYPER-PROJECTS). Il loro susseguirsi rintraccia, passo per passo, la rapida evoluzione dell'architettura che sta acquistando nuove dimensioni articolandosi con qualità sempre più specifiche. Gli iper-progetti rappresentano il massimo della complessità finora raggiunta, sia per la loro organizzazione interna sia per l'estensione e la diramazione nel territorio.
Nel Padiglione Italia ai Giardini della Biennale, installazioni commissionate a diversi progettisti offriranno invece specifici esempi di come i vari cambiamenti epocali abbiano portato alle recenti trasformazioni in campo architettonico. Tali installazioni sveleranno i legami esistenti tra le metamorfosi nell'organizzazione della professione, i nuovi tipi di edifici, i materiali, i sistemi costruttivi e le innovazioni nelle modalità di rappresentazione e realizzazione dell'architettura.
Con METAMORPH il futuro approda a Venezia attraverso, ad esempio, una serie di quaranta Sale da Concerto, edifici dalle superfici piegate e incurvate, megastrutture di grande impatto.
Toyo Ito |
Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa/SANAA |
Michele Saee |
Distribuita nelle varie sedi espositive della 9. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, la sezione fotografica Morphing Lights, Floating Shadows, curata da Nanni Baltzer, presenta le opere di oltre sessanta fotografi, articolandosi in tre diverse tappe, ciascuna in relazione con un filone tematico esposto in mostra.
Per un secolo, il ruolo della fotografia nei confronti dell'architettura è stato quasi esclusivamente rivolto all'esecuzione di accurate documentazioni o, in alcuni casi di particolare interesse, alla divulgazione editoriale del punto di vista dell'architetto sulla propria opera. Ma negli ultimi anni, lo sguardo dei fotografi ha svegliato le qualità sfuggenti e latenti degli edifici. Oggi, sono sempre più evidenti gli scambi e le collaborazioni tra architetti e fotografi. Spesso questi ultimi sanno trascrivere nelle loro immagini aspetti atmosferici ed effimeri, ma significativi, fornendo agli architetti nuovi stimoli all'espressione dei diversi itinerari progettuali.
All'interno del Padiglione Italia, la sezione intitolata Notizie dall'interno, curata da Mirko Zardini, raggruppa le architetture di interni realizzate recentemente in Italia. Saranno qui esposte le ultime trasformazioni degli spazi della residenza e del lavoro, di luoghi delle istituzioni e del commercio, raccogliendo l'attività di quasi una quarantina di architetti che operano in un settore che conferma e rinnova sempre più la specificità della tradizione italiana in questo campo.
Alberto Campo Baeza and Alberto Morell Sixto |
Enric Miralles Benedetta Tagliabue Arquitectes Associats |
Sotto la direzione di Rinio Bruttomesso (direttore del Centro Internazionale Città d'Acqua di Venezia), una ventina di città accomunate da significativi rapporti con il mare, i laghi e i fiumi, da Bilbao a Buenos Aires, da Lione a Seul, presenteranno i rispettivi bilanci delle metamorfosi vissute dai propri waterfront urbani. La struttura espositiva della sezione Città d'acqua apparirà come un autentico padiglione galleggiante, una sorta di grande 'nave' ancorata nel bacino dell'Arsenale, all'ombra delle Gaggiandre, e offrirà ai visitatori un ampio panorama di progetti di "città d'acqua" in uno dei punti storicamente più significativi per comprendere il rapporto tra Venezia e il Mediterraneo.
La 9. Mostra Internazionale di Architettura della Biennale di Venezia, presenterà i lavori di più di 170 studi di architettura, più di 200 progetti, più di 150 fotografie, numerosi video, grandi immagini di metamorfosi naturali create dal fotografo Armin Linke, 8 istallazioni speciali di architetti come Ben van Berkel, Peter Eisenman, Kengo Kuma, Juan Navarro Baldeweg, Massimo Scolari, Ron Arad, Wilkinson - Eyre, Sauerbruch + Hutton e altri.
L'allestimento della mostra, l'immagine grafica, come anche i tre libri/cataloghi che ne approfondiranno i risultati, sono curati da un team newyorkese tra i più all'avanguardia nel settore, lo studio Asymptote (Hani Rashid e Lise Anne Couture) e Omnivore. L'obiettivo del progetto espositivo è quello di istituire un serrato dialogo con gli spazi prospettici dell'Arsenale e, all'interno del Padiglione Italia, di dar vita a una serie di palcoscenici per le varie manifestazioni che faranno di METAMORPH un evento da non perdere per tutti quelli che credono nell'importanza della bellezza degli ambienti in cui viviamo.
Zaha Hadid Architects
Guangzhou Opera House, Guangzhou, China
9. Mostra Internazionale di Architettura
Intervento del Presidente della Biennale di Venezia Davide Croff alla conferenza stampa di presentazione a Roma, Castel Sant'Angelo, 1 giugno 2004
La 9. Mostra Internazionale d'Architettura è una delle tappe rilevanti del mandato quadriennale del nuovo Consiglio d'Amministrazione della Biennale di Venezia. La prima è stata la presentazione dei programmi di Danza Musica e Teatro, che ha rappresentato l'occasione per esprimersi sulle prospettive della nuova gestione della Biennale. Oggi possiamo già parlare di programmi e progetti futuri. La presenza del Ministro per i Beni e le Attività Culturali Giuliano Urbani, che ci ospita in questa bellissima sede, e del Segretario Generale della Farnesina Umberto Vattani, in rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri, che ringraziamo per aver accettato di partecipare attivamente ai nostri progetti, consacrano la direzione che vogliamo seguire nell'aprire nuove strade a livello internazionale.
Dopo l'importante passaggio che ha trasformato la Biennale da Società di Cultura in Fondazione, segno evidente di voler improntare un soggetto fondamentale del settore culturale anche a criteri gestionali di efficienza, di modernità e di economicità, stiamo mettendo in atto il progetto di rilancio delle attività e del ruolo internazionale che la Biennale di Venezia ha sempre giocato nel panorama culturale mondiale. In questo senso ci interesserebbe sostenere sempre di più la politica di promozione della cultura italiana all'estero, che la Farnesina e il Ministero per i Beni e le Attività culturali perseguono con priorità.
Atelier Christian de Portzamparc
Cidade da Musica, Centro Roberto Marino, Rio de Janeiro, 2004-2006
La Biennale di Venezia è da oltre un secolo una delle istituzioni culturali più conosciute e prestigiose a livello internazionale, alla sua struttura pluridisciplinare (arti visive, architettura, cinema, danza, musica, teatro) deve l'unicità e il primato mondiale di "laboratorio delle arti contemporanee". Inoltre rappresenta per l'Italia un cannocchiale culturale che scruta e si allarga sul mondo, portando quel mondo a Venezia. La strategia della nuova gestione rafforza questa visione, prevedendo però anche l'uscita da Venezia per il raggiungimento di mondi lontani, al fine di divulgare la conoscenza sulle discipline contemporanee e sull'innovazione artistica.
Margherita Spiluttini |
Renzo Piano Building Workshop in collaboration with ARB Architects |
Un'idea unica nella storia della Biennale: siamo partiti dal Sud Italia, con la Mostra di Arti Visive, ma il nostro obiettivo è di arrivare in Cina (Pechino e forse anche Shangai) con una parte della 9. Mostra di Architettura, così come alla stessa manifestazione la Cina sarà presente con giovani architetti in una delle sezioni (quella di Aldo Cibic) e in altre parti della mostra. La Biennale di Venezia stessa sarebbe la principale garanzia di italianità dell'intero progetto, ovvero rappresenterebbe la possibilità di far leggere lo stato dell'arte e delle innovazioni dell'architettura mondiale, attraverso le scelte e l'autorevolezza di una delle Istituzioni italiane più note al mondo. La realizzazione di questo progetto è possibile solo grazie all'intervento e al sostegno dei due Ministeri qui oggi rappresentati.
Leeser Architecture |
Preston Scott Cohen |
Il settore Architettura è stato istituito nel 1980 da Paolo Portoghesi, ma le prime Mostre, che facevano parte di Arti Visive, risalgono al 1975, con Vittorio Gregotti. Questa manifestazione della Biennale è cresciuta moltissimo negli anni tanto da diventare, al pari dell'arte, protagonista della cultura mondiale; profonda trasformazione espressa anche nel tema della Metamorfosi, scelto dal nostro direttore Kurt Forster.
Per la prima volta la Biennale amplierà i propri spazi temporaneamente attuando una struttura galleggiante sul bacino dell'Arsenale, che presenterà i progetti di rinascita di alcune delle principali città del mondo che, come Venezia, sono cresciute sul mare, per realizzare quella che si annuncia una nuova architettura d'acqua. La Regione Veneto ha partecipato con un contributo determinante per questa sezione, curata da Rinio Bruttomesso.
L'Architettura sarà presente alla 61. Mostra del Cinema, infatti abbiamo avviato il concorso per la costruzione del nuovo palazzo del cinema del Lido di Venezia, e mostreremo i progetti selezionati durante la manifestazione.
Infine, per sottolineare il ruolo istituzionale delle Biennale, è significativo l'avvio di rapporti di partnership interdisciplinari con i quali investire sul lungo periodo e su progetti comuni. Come ad esempio la collaborazione tra Anas e la Biennale di Venezia, il primo partenariato interdisciplinare che coinvolge diversi settori e diverse metodologie di collaborazione. Per la 9. Mostra Internazionale di Architettura, che si terrà anche negli spazi dell'Arsenale di Venezia, che la Biennale sta progressivamente rivalorizzando da un punto di vista architettonico, con il nostro direttore Kurt Forster abbiamo chiesto ad Anas di riqualificare una parte dei percorsi destinati al pubblico. L'intervento dell'Anas, in questo caso, permetterà di rendere più fruibile e piacevole il luogo ai visitatori della Biennale. Stiamo lavorando per costruire progetti simili con altri partner. La Mostra di Architettura vedrà il sostegno anche di Sony e della Regione Trentino.
METAMORPH
di Kurt W. Forster
Pochi oggi non condividerebbero il senso di vivere in tempi di grandi cambiamenti, di profondi mutamenti in quasi tutte le discipline. Nel campo dell'architettura hanno assunto uno spessore e una profondità da suggerire l'avvento di una nuova epoca. I segni di questi nuovi tempi si trovano sparsi dappertutto e abbiamo voluto raccoglierli per farne un panorama mondiale sotto il concetto, appunto, delle METAMORFOSI.
Vari i motivi di questa trasformazione, ma ancora più numerose le conseguenze: l'architettura sta attraversando un periodo di rivoluzionari ripensamenti che hanno già aperto inaspettate prospettive. Intendiamo dispiegarle alla Biennale di quest'anno. A parte i padiglioni delle nazioni e i diversi spazi riservati ad altre nazioni e gruppi interessati alla partecipazione - innanzitutto le nazioni che proprio quest'anno sono entrate nell'Unione Europea - la Biennale si diramerà in luoghi limitrofi per ospitare anche una sezione delle Città d'Acqua, curata da Rinio Bruttomesso (su una struttura flottante nel bacino dell'Arsenale) e un gruppo di scuole di architettura provenienti da sei paesi. I due luoghi principali della Biennale - il Padiglione Italia e le Corderie dell'Arsenale - ci offrono dunque la possibilità di articolare la nostra mostra in due tempi e due ritmi contrastanti. Vorrei darVi un breve abbozzo di queste due letture di un unico tema, quello della METAMORFOSI nell'architettura attuale.
Apriremo il Padiglione Italia come teatro delle esperienze, mentre invitiamo i visitatori a seguirci nell'immenso vano delle Corderie come se si percorresse la storia recente. Il Padiglione e le Corderie formeranno dunque due poli dello stesso argomento, offrendo letture ed esperienze complementari tra loro, e dando spazio alla riflessione e alla bellezza.
Per collegarci a un pubblico oltre la città di Venezia, l'emissione "Era urbana" di Radio3 ospiterà eventi, incontri e interviste durante i giorni della vernice. Per assicurarci una più duratura memoria della 9. Biennale di Architettura abbiamo riconcepito il catalogo, che comprenderà tre volumi: uno di saggi sul tema, uno sui tanti vettori che agiscono nel campo dell'architettura, e un terzo volume a mo' di guida alla mostra.
Non mi è stato consentito di migliorare il Parco dei Giardini o le condizioni dell'Arsenale, ambedue in languida attesa di interventi conservativi e, ricordiamoci, innovatori. Camminando verso il Padiglione Italia ci colpirà lo zigzag di una saetta periodicamente accesa da luci stroboscopiche, improvviso segno di "force majeure". Mettiamo piede nel Padiglione Italia e lasciamoci rinfrescare i sensi nella sala ottagonale, dalla volta, la prima costruita e la sola ad aver un carattere architettonico preciso. Immergiamoci nei lenti filmati panoramici del fotografo Armin Linke, che ci farà sentire aria alpina, freddo dei ghiacciai e nebbia che bolle nelle valli. Ed è proprio l'acqua, prima culla e ultima benedizione della vita, che ci richiama ogni giorno l'incessante metamorfosi di tutto ciò che vive.
Chi vive tra gli uomini, abita da qualche parte. Abitare la terra e crearsi covi e tane ci ricollega al mondo degli animali, ma ci separa da loro per il cosciente e sempre diverso carattere dell'abitare. I vani a ovest del Padiglione Italia ospiteranno "NOTIZIE DALL'INTERNO", settore dedicato agli interni italiani degli ultimi anni e curato da Mirko Zardini. Lontani ormai i tempi della famosa mostra newyorkese del "Domestic Landscape" che conquistava la ribalta con una cultura quasi alternativa, ma redittizia, di lampade, divanetti e arredi, oggi prevalgono allestimenti di negozi di tutti i tipi, di abitazioni provvisorie, e di tanti nuovi spazi ambivalenti creati per il lavoro, il dopolavoro e il divertimento.
Sbucando verso il canale, girando quasi tra interno ed esterno, si farà retromarcia attraverso uno spazio che bruscamente ci confronta con un "esterno" a scala storica: la trasformazione di Berlino dopo il crollo del muro. Si spalanca una calibrata, ma sconvolgente visione del fotografo Giovanni Chiaramonte.
Se rovina e novità continuano a contestarsi il potere a Berlino, nelle seguenti sale, che saranno allestite da due architetti altrettanto contrastanti, questo tema di distruzione e costruzione, di ambizione e sconfitta, preluderà ad altre inflessioni del grande tema della metamorfosi. Su queste effimere costruzioni - e ci auguriamo che siano proprio questo e non solo "allestimenti" - si può dire ancora poco. Peter Eisenman mediterà sulla sua opera come Piranesi contemplava la sua sotto mentite spoglie della Roma antica, e Massimo Scolari ci spiegherà la minacciosa presenza del fulmine sul tetto del Padiglione come segno di distruzione della Torre di Babele. Pezzi di enigmatica natura-arcaica costruzione di legno con un nucleo in acciaio-incuriosiranno per l'irrequieta bellezza del disastro. Come l'evoluzione della natura, anche quella della recente architettura è segnata da perdite e desolazione. Ovunque nasce qualcosa di veramente nuovo, si spegne qualcos'altro. La metamorfosi ha il suo prezzo, ma ha anche i suoi nuovi protagonisti, e, ne sono fiducioso, un immenso futuro.
Ritornando sulla falsa riga dei vani paralleli, si entrerà nella sezione SALE CONCERTI: partendo da tre opere di epocale importanza, seguiremo le recenti invenzioni di una quarantina di Sale concerti da tutto il mondo. Tutto discende da un "mostro sacro", la Philharmonie di Berlino, architettata da Hans Scharoun. A meta del secolo scorso criticata per espressionismo fuorviante, la Philharmonie si rivela invece imprescindibile tappa nell'evoluzione delle moderne Sale concerto. Un altro caposaldo per innovazione e tecnica mediatica fu ideato da Le Corbusier e Iannis Xenakis che creò il Padiglione Phillips per l'Esposizione mondiale di Bruxelles. Il terzo punto di riferimento è l'opera di Jøern Utzon a Sydney. Una sala che coscientemente abbraccia tutte e tre queste posizioni e le supera con singolare vitalità è la Disney Concert Hall di Frank Gehry. Un opera questa che si misura con la storia dell'intera categoria. I quattordici anni che sono trascorsi tra il concorso iniziale e l'inaugurazione dello scorso anno - si direbbe quasi vicenda italiana? - fanno sì che la Disney Hall diventi un summa summarum dell'intera evoluzione delle Sale concerto.
Così ci avviciniamo alla fenomenale rinascita di un tipo di edificio che, inizilamente sonnecchiante per mezzo secolo, riprende fiato in determinanti momenti e si manifesta a una scala che stuzzica ulteriori riflessioni. Quasi sempre concepite come improbabile unione tra due contrastanti aspettative, vale a dire come mèta urbana e cavernoso spazio a scala del paesaggio, le Sale concerto si rivelano, proprio a causa di questa loro complessa natura, contraddittorie. Ma proprio le loro contraddizioni alimentano un'impressionante sviluppo. Un altro motivo ancora le porta in cima: nelle sale concerto l'architettura, benché perfezionandosi in termini tecnici, trascende la sua autonomia, superando i propri limiti e guadagnando ancora una qualità in più, quella dell'atmosfera. Le sale concerto non solo proteggono l'indispensabile radunarsi sociale intorno a un'attività tra le più complesse e belle della quale l'umanità è capace, il fare musica, ma anche si accordano in tutti i sensi del termine a questa società. In larga misura questa "temperatura" dello spazio si rivela risultato singolare e ancora "incalcolabile" di un'architettura, che in tal modo sfugge a una confinante definizione, colmando, invece, un desiderio eterno: il desiderio umano di essere raccolto e protetto da forze invisibili.
Logicamente, la sezione delle Sale Concerto ha sbocco sul tema dell'ATMOSFERA e perciò richiede un'istallazione particolare per cedere il passo a un ampio contributo della fotografia. Rincontreremo il tema dell'atmosfera ancor una volta nelle Corderie, ma nel Padiglione Italia manifesterà la sua insidiosa e impalpabile qualità in due vani ideati dall'architetto giapponese Kengo Kuma e dello spagnolo Juan Navarro Baldeweg. Tra di loro si sfoglierà un panorama fotografico, a cura di Nanni Baltzer. Questa scelta di fotografie segue il progressivo cambiamento del ruolo della fotografia nei confronti dell'architettura, rintracciando il mutarsi da strumento documentario a strumento fenomenologico. Non ci meraviglia che i fenomeni del tempo - giorno e notte, nuvole e riflessi - siano nel cuore di questo settore e perciò si collegano intimamente con il tema generale. E non sorprende che il fitto rapporto tra fotografia e architettura stia cambiando in tal modo da fare della fotografia finalmente un'arte e proprio per questa ragione una fonte di idee e suggerimenti per gli architetti.
Il Padiglione Italia si conclude con stanze quasi di laboratorio, nelle quali architetti come Chris Wilkinson e Ben van Berkel ci riveleranno come si arriva a un mondo di forme nuove, di tecniche innovative, e di invenzioni che stanno rivoluzionando l'architettura. Sbucando in maniera inconsueta nell'atrio del Padiglione si ritorna nell'ambito delle "metamorfosi naturali" (immagini di Armin Linke), prima di lasciare i Giardini per l'Arsenale.
Giunti nelle CORDERIE, abbiamo voluto confrontare lo spazio stabile e uniforme in fuga prospettica con un concetto odierno di spazialità, una spazialità legata da un lato al corpo, alla paralassi dello sguardo, e dall'altro al movimento e al senso di forze più possenti dell'ottica monoculare. A tale scopo ho chiamato lo studio Asymptote (Hani Rashid e Lise Anne Couture) per creare un allestimento vero e proprio della Biennale di quest'anno. Il lavoro di Asymptote, con la partecipazione dei grafici Omnivore, cura tutti gli aspetti di segnaletica, di allestimento, e di grafica, dai manifesti ai libri-catalogo. L'esteso percorso delle Corderie offrirà un'esperienza quasi fisica del contrapporsi di una prospettiva fissa con una dinamica visione dello spazio come vera sostanza dell'architettura.
Entriamo prima in uno spazio quadrangolare dove proponiamo un breve riepilogo della situazione di partenza: ritorniamo per un attimo all'anno 1980 quando le Corderie furono, per la prima volta, occupate dalla Biennale di architettura, diretta da Paolo Portoghesi. Si celebrò il post-modernismo. Invece di concepire questa "liaison dangereuse" con un passato ormai veramente storico come soglia di un epoca, proponiamo una diversa chiave di lettura che impernia il momento degli anni Ottanta su quattro figure: Peter Eisenman e Frank Gehry da un lato, Aldo Rossi e James Stirling dall'altro. Due dei quattro risiedono oggi all'interno di quella storia della quale si aspettava un futuro - che è venuto a mancare anch'esso, mentre gli altri due, Eisenman e Gehry, sono diventati i veri protagonisti di quell'architettura che lentamente, ma inesorabilmente, stava prendendo forma negli ultimi decenni. Come sia avvenuta, e su quali teoremi si sia articolata, è questo il tema delle Corderie. Quattro i tempi del percorso, come si deve per una buona sinfonia: prima la TOPOGRAFIA, poi le SUPERFICI cosi indispensabili alla creazione di ATMOSFERA, e infine gli IPER-PROGETTI che sfruttano al massimo le nuove acquisizioni dell'ultima architettura.
Ogni trasformazione ha i suoi precursori e i suoi esploratori. In pochi passi abbracceremo una serie di TRASFORMAZIONI di edifici e luoghi esistenti, in quanto trasformazioni degli elementi e dei teoremi dell'architettura attuale. Attraverso esercizi analitici Dagmar Richter trasforma un concetto basilare del costruire come quello della Casa Dom-ino di Le Corbusier, mentre un Greg Lynn applica la sua pratica di trasformazione continua su un edificio di abitazione ad Amsterdam, e Michele Saee sul Drugstore di Parigi, ambedue operazioni sviluppate, sul computer prima, nella realtà fisica poi. E' proprio il rapporto tra concetto e nuovi processi del costruire che mette in risalto la scelta dei materiali e gli effetti di essi. Grazie alle infinite potenzialità dei materiali, l'architettura assume una presenza più possente e molto più sottile a paragone con il ventesimo secolo. Dalle sottigliezze bisogna passare però a dimensioni più ampie.
La nuova geografia abbraccia i "bits" dell'informatica quanto i grandi territori. Numerosi progetti si distinguono dai loro predecessori per questo motivo: la vecchia dialettica tra edificio e sito cede a un intreccio di ambedue le categorie. Ormai, molti edifici assumono un carattere topografico, ammiccando tratti (geologici o storici) dei loro luoghi, o estendendosi, per orientamento e riferimento, tendenzialmente ben oltre i loro siti. Non solo in casi ovvi come quello del Giardino botanico di Barcellona (Carlos Ferrater), o la proposta di recupero di una collina-cava nel porto mediterraneo di Denia (Vincente Guallart), anche edifici così diversi tra di loro come il Museo Paul Klee di Renzo Piano a Berna, il Mercato Santa Caterina - anche questo un progetto barcellonese - di Mirailles-Tagliabue, e la Ciudad de Cultura in Santiago de Compostela di Peter Eisenman condividono questa qualità topografica. La terra stessa sembra muoversi e fondersi con una serie di strutture che richiamano una tecnica dell'edificare ormai data per scontata. Da questo fondersi del luogo e dell'edificio risulta addirittura una nuova specie di architettura che trova la sua più completa "incarnazione" in recentissimi edifici. Già nel Science Center a Wolfsburg di Zaha Hadid, le superfici di doppia curvatura annunciano le nuove geometrie e la complessa spazialità di questo genere. La complessità geometrica segue le orme della scienza del ventesimo secolo che iniziò, come ben si sa, con l'idea dello spazio incurvato (da Minkovski a Einstein), e ne tiene conto come, al suo tempo, la curvatura ovoidale dei pianeti e i profili iperbolici di un Borromini riflettevano la cosmografia del Barocco.
Numerosi progetti recenti sono basati non più sulla dialettica millenaria dei sostegni e pesi, ma su superfici continue, siano esse piegate o incurvate. In ogni caso, l'architettura di origine vitruviana cede a una di continuità a gradiente, come profetizzata da Frederick Kiesler tra le due guerre quando chiese che la "separazione tra suolo, pareti, pilastri e tetto venga eliminata. Invece un flusso li collega… La soluzione strutturale potrebbe essere chiamata: conversione della compressione in tensione continua". Un fenomeno recente che si impone per quantità e inventiva delle proposte è appunto quello delle superfici incurvate. Non parliamo soltanto di forme tendenti all'ovoidale, ma di curvature continue in tre dimensioni. Il nastro Moebius e la bottiglietta Klein ne costituiscono i teoremi chiave, e non a caso emergevano di frequente durante gli anni Novanta (UN Studio, Moebius House). Dopo queste sperimentazioni a scala di oggetti, come nell'isola artificiale di Vito Acconci a Graz, progetti di grande dimensioni, come la scuola Eye Beam di Diller&Scofidio a New York, si fanno un po'meno programmatici. Profondamente legate al concetto di movimento continuo, al flusso e all'inflessione, le superfici continue trionfano nei progetti per nuovi centri automobilistici e per grattacieli (SOM, Hotel Tower in China). Quando le superfici a nastro subiscono torsioni, emergono soluzioni come quella di Wilkinson-Eyre per un collegamento tra due edifici a Londra. Oltre l'espressione dell'irrigidimento così ottenuta, colpisce il giuoco a doppio movimento che ne genera la forma.
Questi esempi ci fanno capire a quale punto la loro concezione e realizzazione dipendano dall'impiego di mezzi informatici. Parlando di questo genere di progetto vorrei fare un osservazione più generale. I mezzi informatici sono la nuova linfa di tutti i sistemi operativi del nostro mondo. In architettura, l'impiego di questi mezzi sta lentamente ricollegando le varie maestranze chiamate a operare in campo. Si comincia a intravedere un prossimo futuro che permetterà di controllare tutti gli aspetti concettuali e tutte le tappe esecutive di un'opera di architettura con un unico strumento, appunto, il computer. Ma si badi bene: non pensiamo affatto che ne risulti un'architettura di "computer ", al contrario, siamo convinti che i mezzi informatici sprigionino l'immaginazione e le potenzialità del costruire oltre i limiti finora tacitamente accettati e ideologicamente giustificati.
Vorrei tornare sul percorso nelle Corderie, e più precisamente sul tema dell'ATMOSFERA che si era già annunciato nel Padiglione Italia. A questo punto nelle Corderie il tema si dipanerà attraverso una serie di edifici che danno vita alla dimensione metabolica. Dai cambiamenti naturali che tanto mutano il loro carattere agli effetti speciali che hanno ampliato la gamma delle possibilità. In questo settore spetterà alla fotografia e a certi prototipi fare il confronto con le potenzialità tecniche e le sfumature degli effetti. Ormai gli edifici che giocano altrettanto sull'infinta variabilità delle loro apparenze quanto sull'immagine della loro presunta funzionalità - e ammettiamo pure che l'immagine ha avuto la sua parte nell'ideologia anche del funzionalismo - si fanno strada: Ten Arquitectos a città del Messico, Kengo Kuma e Toyo Ito a Tokyo, e Alsop a Liverpool, per citare solo qualche esempio da una scelta di oltre 40 progetti, pensano i loro edifici come organismi viventi più che oggetti fissi.
Il massimo teatro di questa vitalità si apre nella metropoli, dove nuovi IPER-PROGETTI stanno riconquistandosi un ruolo paragonabile a quello delle Terme nell'antica Roma: edifici alla scala dei loro luoghi, edifici capaci da rispondere alla singolare complessità delle attività da loro abbracciate, infine, edifici che presto diventeranno simbolo della vita stessa, non solo delle loro specifiche funzioni. Pochi anni fa, l'architetto giapponese Toyo Ito realizzò nella sua Mediateca di Sendai uno di questi luoghi dell'attualità, inventando sfere sociali e cumulandole in un'insieme che si presta altrettanto alle attività quanto alla contemplazione della nostra vita. I grandi complessi di biblioteche e Centri culturali, come quella di Mario Bellini per Torino, quella a Copenhagen degli architetti Schmitt, Hammer & Lassen, o il Musée de Confluence a Lione dello studio Coop Himmelb(l)au ampliano scala e complessità a livelli quasi senza precedenti. Banche - imponente, ma non colossale come la State Clearing Bank di Behnisch a Hannover - , numerosi Musei - spicca il progetto di Preston Scott Cohen per Tel Aviv -, e grandi nodi di trasporto come l'Interchange ad Arnhem dell'UN Studio costituiscono i luoghi prescelti dell'attuale immaginazione.
Questi e altri progetti si concluderanno come in un crescendo orchestrale, che ancora una volta mescola tutti i timbri e tutte le risonanze, sposando scuro e luci, forte e piano, per scatenarsi in un esplosivo finale. Questo finale è però, ne sono certo, nient'altro che una brillante ouverture. Vi invito all'apertura di questo prossimo futuro alla Biennale di Venezia.
Elenco degli Architetti presenti alla 9. Mostra Internazionale di Architettura - METAMORPH
Kim Herforth Nielsen (1954, Soenderborg, Danimarca). Vive e lavora a Århus, Danimarca
Abalos & Herreros
Iñaki Abalos (1956, San Sebastián, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Juan Herreros (1958, San Lorenzo de El Escorial, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Acconci Studio
Vito Acconci (1940, Bronx, New York). Vive e lavora a Brooklyn, New York, Usa
Adjaye & Associates
David Adjaye (1966, Dar-Es-Salam, Tanzania). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
agps Architecture
Marc Angélil (1954, Alessandria, Egitto)
Sarah Graham (1951, Portland, Oregon, Usa)
Manuel Scholl (1962, Zurigo)
Reto Pfenninger (1963, Zurigo)
Hanspeter Oester (1969, Zurigo)
Alsop
William Alsop (1947, Northampton, Gran Bretagna). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Paul Andreu Architecte
Paul Andreu (1938, Bordeaux Caudéran, Francia). Vive e lavora a Parigi e Tokio
Ron Arad
(1951, Tel Aviv, Israele). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Archi - Tectonics
Winka Dubbeldam (1960, Olanda). Vive e lavora a New York, Usa
Architektur Consult ZT Gmbh
Günther Domenig (1934, Carinzia, Austria). Vive e lavora a Graz, Austria
Hermann Eisenköck (1954, Salisburgo, Austria). Vive e lavora a Graz, Austria
Herfried Peyker (1947, Carinzia, Austria). Vive e lavora a Graz, Austria
Wiel Arets Architects & Associates
Wiel Arets (1955, Heerlen, Olanda). Vive e lavora a Maastricht, Olanda
Bettina Kraus. Vive e lavora a Maastricht, Olanda
ARGE Grazioli / Krischanitz GmbH
Adolf Krischanitz (1946, Schwarzach/Pongau, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Alfred Grazioli (1940). Vive e lavora a Berlino, Germania
Arkitektfirmaet C.F. Møller
Tom Danielsen, Klavs Hyttel, Lars Kirkegaard, Anna Maria Indrio, Mads Møller, Klaus Toustrup, Lone Wiggers. Vivono e lavorano a Copenhagen, Danimarca
Asymptote
Lise Anne Couture (1959, Montreal, Canada). Vive e lavora a New York, Usa
Hani Rashid (1958, Cairo, Egitto). Vive e lavora a New York, Usa
Shigeru Ban Architects
Shigeru Ban (1957, Tokio, Giappone). Vive e lavora a Tokio, Giappone
Behnisch, Behnisch & Partner
Gunther Behnisch (1922, Dresda, Germania). Vive e lavora a Stoccarda, Germania
Stefan Benhisch (1957, Stoccarda, Germania). Vive e lavora a Stoccarda, Germania
Gunther Schaller (1959, Neuhausen, Germania). Vive e lavora a Stoccarda, Germania
Mario Bellini Associati
Mario Bellini (1935, Milano, Italia). Vive e lavora a Milano, Italia
Berger + Parkkinen Architekten
Alfred Berger (1961, Salisburgo, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Tiina Parkkinen (1965, Vienna, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Andrea Branzi
(1938, Firenze). Vive e lavora a Milano, Italia
Alberto Campo Baeza
Alberto Campo Baeza (1946, Valladolid, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Alberto Morell Sixto (1967, Madrid, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Caruso St. John Architects
Adam Caruso (1962, Montreal, Canada). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Peter St John (1959, Farnborough, Gran Bretagna). Vive e lavora Londra, Gran Bretagna
Centr Sovremennoj Architektury (CSA) – Ivan Leonidov
Cero9
Cristina Díaz Moreno (1971, Madrid, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Efrén García Grinda (1966, Madrid, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
David Chipperfield Architects
David Chipperfield (1953, Londra, Gran Bretagna). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Cibic & Partners
Aldo Cibic (1955, Schio, Italia). Vive e lavora a Vicenza e Milano, Italia
Claesson Koivisto Rune Arkitektkontor
Mårten Claesson (1970, Lidingö, Svezia). Vive e lavora a Stoccolma, Svezia
Eero Koivisto (1958, Karlstad, Svezia). Vive e lavora a Stoccolma, Svezia
Ola Rune (1963, Lycksele, Svezia). Vive e lavora a Stoccolma, Svezia
Claus en Kaan Architecten
Felix Claus (1956, Arnhem, Olanda). Vive e lavora ad Amsterdam, Olanda
Kees Kaan (1961, Breda, Olanda). Vive e lavora a Amsterdam, Olanda
Coop Himmelb(l)au
Wolf D. Prix (1942, Vienna, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Helmut Swiczinsky (1944, Poznan, Polonia). Vive e lavora a Vienna, Austria
dECOI
Mark Goulthorpe. Vive e lavora a Cambridge, Massachusset, Usa
Atelier Christian de Portzamparc
Christian de Portzamparc (1944, Casablanca, Marocco). Vive e lavora a Parigi, Francia
Julien De Smedt & Bjarke Ingels / PLOT
Julien De Smedt. Vive e lavora a Copenhagen, Danimarca
Bjarke Ingels. Vive e lavora a Copenhagen, Danimarca
De Zwarte Hond
Jurjen van der Meer (1957). Vive e lavora a Groningen, Olanda
Tjeerd Jellema. Vive e lavora a Groningen, Olanda
Eladio Dieste
(1917 – 2000, Uruguay)
Diller & Scofidio
Elisabeth Diller (1954, Lodz, Polonia). Vive e lavora a New York, Usa
Ricardo Scofidio (1935, New York, Usa). Vive e lavora a New York, Usa
EEA - Erick Van Egeraat Associated Architects
Erick van Egeraat (1956, Amsterdam, Olanda). Vive e lavora a tra Rotterdam, Londra e Praga
Eisenman Architects
Peter Eisenman (1932, Newark, USA). Vive e lavora a New York, Usa
EMBT Arquitectes Associats
Enric Miralles Moya (1955 - 2000 Spagna).
Benedetta Tagliabue (1963, Milano, Italia). Vive e lavora a Barcellona, Spagna
Shuhei Endo Architect Institut
Shuhei Endo (1960, Provincia di Shiga, Giappone). Vive e lavora a Osaka, Giappone
EOM Eric Owen Moss Architects
Eric Owen Moss (1943, Los Angeles, Usa). Vive e lavora a Los Angeles, Usa
Carlos Ferrater
(1944, Barcellona, Spagna). Vive e lavora a Barcellona, Spagna
F.O. Field Operations
James Corner (1960, Manchester, Gran Bretagna). Vive e lavora a New York, Usa
Foreign Office Architects Ltd
Alejandro Zaera-Polo (1963, Madrid, Spagna). Vive e lavoro a Londra, Gran Bretagna
Farshid Moussavi (1965, Tehran, Iran). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Foster & Partners Architects and Design
Sir Norman Foster (1935, Manchester, Gran Bretagna). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Massimiliano Fuksas Architetto
Massimiliano Fuksas (1944, Roma, Italia). Vive e lavora a Roma e Parigi
Doriana O. Mandrelli (Roma). Vive e lavora a Roma e Parigi
Ga.A Architects
Moongyu Choi (1961, Corea). Vive e lavora a Seul, Corea
Manuelle Gautrand Architecture
Manuelle Gautrand (1961, Francia). Vive e lavora a Parigi, Francia
Frank O. Gehry & Associates Inc.
Frank O. Gehry (1929, Toronto, Canada). Vive e lavora a Santa Monica, Usa
Volker Giencke
(1947, Carinzia, Austria). Vive e lavora a Graz, Austria.
Gigon/Guyer
Annette Gigon (1959, Herisau, Svizzera). Vive e lavora a Zurigo, Svizzera
Mike Guyer (1958, Columbus, Ohio, Usa). Vive e lavora a Zurigo, Svizzera
Nicholas Grimshaw and Partners
Nicholas Grimshaw (1939, Hove, Gran Bretagna). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Vicente Guallart Architecture
Vicente Guallart (1963, Valencia, Spagna). Vive e lavora a Barcellona, Spagna
Zaha Hadid Architects
Zaha Hadid (1950, Baghdad, Iraq). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Zvi Hecker
(1931, Cracovia, Polonia) Vive e lavora a Berlino, Germania
Heneghan.Peng.Architects
Roisin Heneghan. Vive e lavora a Dublino, Irlanda
Shih-Fu Peng. Vive e lavora a Dublino, Irlanda
HLT Henning Larsens Tegnestue A/S
Henning Larsens (1925, Danimarca). Vive e lavora a Copenhagen, Danimarca
Steven Holl Architects
Steven Holl (1947, Bremerton, Washington, USA). Vive e lavora a New York, Usa
Hopkins Architects
Vivono e lavorano a Londra, Gran Bretagna
Ingenhoven und Partner
Christoph Ingenhoven (1960, Düsseldorf, Germania). Vive e lavora a Düsseldorf, Germania
Arata Isozaki & Associates
Arata Isozaki (1931, Oita City, Giappone). Vive e lavora a Tokio, Giappone
Toyo Ito Associates, Architects
Toyo Ito (1941, Seul, Corea). Vive e lavora a Tokio, Giappone
Jakob+MacFarlane
Dominique Jakob (1966, Parigi, Francia). Vive e lavora a Parigi, Francia
Brendan MacFarlane (1961, Christchurch, Nuova Zelanda). Vive e lavora a Parigi, Francia
Klaus Kada
(1940, Leibnitz, Austria). Vive e lavora a Graz, Austria, e a Aachen, Germania
Tom Kovac
(1958, Celje, Slovenia). Vive e lavora a Melbourne, Australia
Kengo Kuma & Associates
Kengo Kuma (1954, Kanagawa, Giappone). Vive e lavora a Tokio, Giappone
KOL/MAC Studio
Sulan Kolatan (1958, Istanbul, Turchia). Vive e lavora a New York, Usa
William J. Mac Donald (1956, Milford, Massachusset, Usa). Vive e lavora a New York, Usa
Lab Architecture Studio
Donald Bates (1955, Hereford, Texas, Usa). Vive e lavora a Melbourne e a Londra
Peter Davidson ( 1955, Waratah, South Wales, Australia). Vive e lavora a Melbourne e Londra
Leeser Architecture
Thomas Leeser (1952, Francoforte, Germania). Vive e lavora a New York, Usa
Studio Daniel Libeskind
Daniel Libeskind (1946, Polonia). Vive e lavora a Berlino, Germania
Lundgaard & Tranberg Arkitektfirma A/S
Boje Lundgaard (1943, Danimarca). Vive e lavora a København K, Danimarca
Lene Tranberg (1956, Danimarca). Vive e lavora a København K, Danimarca
Greg Lynn FORM
Greg Lynn (1964, Vermilion, Ohio, Usa). Vive e lavora a Venice, California, Usa
Maki and Associates
Fumihiko Maki (1928, Tokio, Giappone). Vive e lavora a Tokio, Giappone
Mansilla + Tuñón Arquitectos
Luis M. Mansilla (1959, Madrid, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Emilio Tuñón (1958, Madrid, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Martinez Lapeña and Torres Arquitectos SL
José Antonio Martínez Lapeña (1941, Tarragona, Spagna). Vive e lavora a Barcellona, Spagna
Elías Torres Tur (1944, Ibiza, Spagna). Vive e lavora a Barcellona, Spagna
Mass Studies
Minsuk Cho (1966, Corea). Vive e lavora a Seul, Corea
Maxwan
Rients Dijkstra (1961, Den Haag, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Jürgen Mayer H.
(1965, Stoccarda, Germania). Vive e lavora a Berlino, Germania
Richard Meier & Partners Architects LLP
Richard Meier (1934, New Jersey, Usa). Vive e lavora a New York, Usa
Rafael Moneo
(1937, Navarra, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Morphosis
Thom Mayne (1944, Connecticut, Usa). Vive e lavora a Santa Monica, California, Usa
MVRDV
Winy Maas (1959, Scijndel, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Jacob van Rijs (1964, Amsterdam, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Nathalie de Vries (1965, Appingedam, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Navarro Baldeweg Asociados, S.L.
Juan Navarro Baldeweg (1939, Santander, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Neutelings Riedijk Architecten BV
Willem Jan Neutelings (1959, Bergen op Zoom, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Michiel Riedijk (1964, Geldrop, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Knud Fladeland Nielsen
(1953, Nykøbing M, Danimarca). Vive e a lavora a Copenhagen, Danimarca
NL Architects
Pieter Bannenberg (1959).Vive e lavora a Amsterdam, Olanda
Walter van Dijk. (1962). Vive e lavora a Amsterdam, Olanda
Kamiel Klaasse (1967). Vive e lavora a Amsterdam, Olanda
Mark Linnemann (1962). Vive e lavora a Amsterdam, Olanda
Ateliers Jean Nouvel
Jean Nouvel (1945, Fumel Lot-et-Garonne, Francia). Vive e lavora a Parigi, Francia
Marcos Novak
(1957, Caracas, Venezuela).Vive e lavora a Venice, California, Usa
NOX
Lars Spuybroek (1959, Rotterdam, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Ocean D
Robert Elfer (1964, Montreal, Canada) e Kevin Cespedes (1970, Miami, Usa). Vivono e lavorano a Boston, Usa
Wade Stevens (1971, Louisville, KY, Usa). Vive e lavora a New York, Usa
Tom Verebes (1965, Montreal, Canada). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Ocean North
Michael Hensel, Tuuli Sotamaa, Kivi Sotamaa, Birger Sevaldson, Achim Menges.
Vivono e lavorano a Londra, Gran Bretagna
ODBC Odile Decq - Benoît Cornette Architectes
Odile Decq (1955, Laval, Francia). Vive e lavora a Parigi, Francia
Benoît Cornette (1953-1998, Francia).
Ofis. Architekti
Roc Oman (1970). Vive e lavora a Lubiana, Slovenia
Špela Videcnik (1971). Vive e lavora a Lubiana, Slovenia
ONL [Oosterhuis_Lénárd]
Kas Oosterhuis (1951, Amersfoort, Olanda). Vive e lavora a Rotterdam, Olanda
Patterns
Marcelo Spina (1970, Rosario, Argentina). Vive e lavora a Los Angeles, Usa
Georgina Huljich (1974, Rosario, Argentina). Vive e lavora a Los Angeles, Usa
Penezic & Rogina
Vinko Penezic (1959, Zagabria, Croazia). Vive e lavora a Zagabria, Croazia
Krešimir Rogina (1959, Rijeka, Croazia). Vive e lavora a Zagabria, Croazia
Dominique Perrault
(1953 Cler Monte- Ferrand, Francia). Vive e lavora a Parigi, Francia
Renzo Piano Building Workshop s.r.l.
Renzo Piano, 1937, Genova, Italia). Vive e lavora a Genova, Italia
Boris Podrecca
(1940, Belgrado, Repubblica Federale di Jugoslavia). Vive e lavora a Vienna, Austria
PTW Architects
John Bilmon, Chris Bosse, Mark Butler, Kurt Wagner. Vivono e lavorano a Sidney, Australia
Querkraft
Jakob Dunkl (1963, Francoforte, Germania). Vive e lavora a Vienna, Austria
Gerd Erhartt (1964, Vienna, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Peter Sapp (1961, Linz, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Michael Zinner (1965, St.Lorenzen/Mürztal, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
R&Sie Architects
Francois Roche (1961, Parigi, Francia). Vive e lavora a Parigi, Francia
Stephanie Lavaux (1966, Isola di Reunion). Vive e lavora a Parigi, Francia
Jean Navarro (1971, Neuilly, Francia). Vive e lavora a Parigi, Francia
Dagmar Richter
(1955). Vive e lavora a Santa Monica, California, Usa
Richard Rogers Partnership
Richard Rogers (1933, Firenze, Italia). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
RoTo Architects
Michael Rotondi (1949). Vive e lavora a Los Angeles, Usa
Clark Stevens. Vive e lavora a Los Angeles, Usa
RUR Architecture PC
Jesse Reiser (1958, Manhattan, New York, Usa). Vive e lavora a New York, Usa
Nanako Umemoto (Kyoto, Giappone). Vive e lavora a New York, Usa
S&Aa
Dolores Palacios (1961, Madrid Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Federico Soriano Pelaez (1961, Madrid, Spagna). Vive e lavora a Madrid, Spagna
Sadar Vuga Architecti D.O.O.
Jurij Sadar (1963, Celje, Slovenia). Vive e lavora a Lubiana, Slovenia
Bostjan Vuga (1966, Nuova Goriza, Slovenia). Vive e lavora a Lubiana, Slovenia
Michele Saee
(1956, Tehran, Iran). Vive e lavora a Los Angeles, Usa
Sanaksenaho Architects
Matti Sanaksenaho (1966, Helsinki, Finlandia). Vive e lavora a Helsinki, Finlandia
Pirjo Sanaksenaho (1966, Turku, Finlandia). Vive e lavora a Helsinki, Finlandia
SARC Architects Ltd
Parlotta Narjus (1966, Turku, Finlandia). Vive e lavora a Helsinki, Finlandia
Antti-Matti Siikala (1964, Turku, Finlandia). Vive e lavora a Helsinki, Finlandia
Sauerbruch Hutton Architekten
Matthias Sauerbruch (1955, Costanza, Germania). Vive e lavora a Berlino, Germania
Louisa Hutton (1957, Norwich, Gran Bretagna). Vive e lavora a Berlino, Germania
Schmidt Hammer & Lassen
Morten Schmidt (1956). Vive e lavora a Århus, Danimarca
Bjarne Hammer (1955). Vive e lavora a Århus, Danimarca
John F. Lassen (1953). Vive e lavora a Århus, Danimarca
Kim Holst Jensen (1964). Vive e lavora a Århus, Danimarca
Massimo Scolari
(1943, Novi Ligure, Alessandria, Italia). Vive e lavora a Venezia, Italia
Preston Scott Cohen
(1961, Asheville, North Carolina, Usa). Vive e lavora a Boston, Usa
Makoto Sei Watanabe Architects' Office
Makoto Sei Watanabe (1952, Yokohama, Giappone). Vive e lavora a Tokio, Giappone
Kazuyo Sejima + Ryue Nishizawa/SANAA
Kazuyo Sejima (1956, Provincia di Ibaraki, Giappone). Vive e lavora a Tokyo, Giappone
Ryue Nishizawa (1966, Tokyo, Giappone). Vive e lavora a Tokyo, Giappone
Servo
David Erdman, Marcelyn Gow, Ulrika Karlsson, Chris Perry.
Vivono e lavorano tra Los Angeles, Zurigo, New York e Stoccolma
SHoP/Sharples Holden Pasquarelli
William Sharples, Coren Sharples, Christopher Sharples, Gregg Pasquarelli, Kimberly J. Holden. Vivono e lavorano a New York, Usa.
Álvaro Siza Vieira
(1933, Matosinhos, Portogallo). Vive e lavora a Porto, Portogallo
SLA Stig L. Anderson Landskabsarkitekter
Stig L. Anderson. Vive e lavora a Copenhagen, Danimarca
Slade Architecture
James Slade (1966, Usa). Vive e lavora a New York, Usa
Smith-Miller + Hawkinson Architects
Henry Smith-Miller (1942). Vive e lavora a New York, Usa
Laurie Hawkinson (1953). Vive e lavora a New York, Usa
Snøhetta
Ole Gustavsen. Vive e lavora a Oslo, Norvegia
SOM - Skidmore, Owings & Merrill LLP
Duffy Roger. Vive e lavora a New York, Usa
Lee Brian. Vive e lavora a San Francisco, Usa
Michael Sorkin Studio
Michael Sorkin (1956, Washington, DC, Usa). Vive e lavora a New York, Usa
Souto Moura Architectos Lda
Eduardo Souto de Moura (1952, Porto, Portogallo). Vive e lavora a Porto, Portogallo
Takaharu+Yui Tezuka/Tezuka Architects, Masahiro Ikeda/MIAS
Takaharu Tezuka (1964, Tokio, Giappone). Vive e lavora a Tokio, Giappone
Yui Tezuka (1969, Kanagawa, Giappone). Vive e lavora a Tokio, Giappone
Masahiro Ikeda. Vive e lavora a Tokio, Giappone
TEN Arquitectos
Taller de Enrique Norten (1954, Città del Messico). Vive e lavora a Città del Messico e a New York
the next ENTERprise
Ernst J. Fuchs (1963, Anras, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Marie Therese Harnoncourt (1967, Graz, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Wolfgang Tschapeller
(1956, Dölsach, Austria). Vive e lavora a Vienna, Austria
Bernard Tschumi Architects
Bernard Tschumi (1944, Losanna, Svizzera). Vive e lavora a New York, Usa
UN Studio
Ben van Berkel (1957, Utrecht, Olanda). Vive e lavora a Amsterdam, Olanda
Caroline Bos. Vive e lavora a Amsterdam, Olanda
Urban Future Organization
Andrew Wai Tat-Yau, Arjan Scheer, Claudio Lucchesi, Denis Balent, Jonas Lundberg, Kia, Larsdotter, Peco Mulet Velasco, Steve Hardy, Theodoros Kannelloupolos.
Vivono e lavorano a Londra, Gran Bretagna
René van Zuuk Architekten bv
René van Zuuk (1962). Vive e lavora a Almere, Olanda
Rafael Viñoly Architects PC
Rafael Viñoly (1944, Montevideo, Uruguay). Vive e lavora a New York, Usa
West 8 urban design & landscape architecture
Adriaan Geuze, Edzo Bindels, Martin Biewenga, Jerry van Eyck, Theo Reesink. Vivono e lavorano a Rotterdam, Olanda
Wilhelmson Arkitekter AB
Anders Wilhelmson (1955, Bofors, Svezia). Vive e lavora a Stoccolma, Svezia
Wilkinson Eyre Architects
Chris Wilkinson (1945, Amersham, Gran Bretagna). Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
James Eyre. Vive e lavora a Londra
Wingårdhs Arkitektkontor AB
Gert Wingårdh (1951, Skövde, Svezia). Vive e lavora a Stoccolma, Svezia
Xefirotarch
Hernan Diaz-Alonso (1969, Buenos Aires, Argentina). Vive e lavora a Los Angeles, Usa
Morphing Lights, Floating Shadows
A cura di Nanni Baltzer
In occasione della 9. Mostra Internazionale di Architettura, la Biennale di Venezia presenta per la prima volta un'ampia sezione fotografica.
Nanni Baltzer ha curato il progetto che si sviluppa in tre temi principali che saranno dislocati nei diversi spazi della mostra:
In Praise of Shadows (Padiglione Italia - Atmosphere)
The Nature of Artifice (Corderie - Topography)
The Harrowing of the City (Corderie - Hyper-Projects)
Le immagini in mostra, realizzate da circa sessanta fotografi di tutto il mondo, documentano diversi fenomeni legati all'architettura che possono essere percepiti e affrontati solo attraverso la fotografia. La sezione fotografica è, dal punto di vista tematico, inscindibilmente legata ai progetti architettonici esposti accanto.
La sezione In Praise of Shadows, esposta al Padiglione Italia, è incentrata sulla memoria visiva collettiva. Le immagini risvegliano il ricordo di una determinata atmosfera. L'atmosfera - lo strato gassoso che avvolge la terra - è per natura effimera e proprio l'inafferrabilità di questo involucro conferisce alle fotografie fascino e originalità, trasformandole in immagini chiave. È chiaro che a queste immagini-detonatore non fanno riferimento solo architetti, ma anche fotografi. I lavori nebulosi o lattiginosi di Luisa Lambri e Frank van der Salm, gli scatti soffusi o sfocati di Hiroshi Sugimoto, le fotografie che giocano con riflessi creando immagini raddoppiate di Guido Guidi o Kay Fingerle, come le rappresentazioni di edifici luminosi immersi nell'oscurità della notte di René Burri e Hélène Binet, illustrano l'importanza della fotografia atmosferica per l'architettura di oggi.
The Nature of Artifice (Corderie) rappresenta un contributo al dibattito sull'architettura del paesaggio. In sintonia con il tema della Biennale di architettura, METAMORPH, la mostra esplora la sottile trasformazione del paesaggio naturale in un paesaggio modificato dall'uomo. Per quanto minimali, le tracce dell'intervento umano sulla natura modificano l'ambiente. Le fotografie presentate documentano quella "Natura dell'Artificio" che generalmente non si riesce più a percepire. Il percorso espositivo si apre con delle nuvole di Andreas Gursky, che nella loro romantica spensieratezza rimanda agli Equivalents pittorici di Alfred Stieglitz, mentre nel cielo di Nobuyoshi Araki la tecnologia irrompe nell'immagine. Alcuni scatti sembrano quasi un "enigma" visivo: il panorama di montagne innevate di Nanna Hänninen è reale? I prati di Cat Tuong Nguyen fioriscono davvero? Al contrario, fotografie fantastiche come quelle della Grande muraglia cinese di Daniel Schwartz registrano la metamorfosi nel tempo: il risultato finale del processo non è più riconoscibile come un intervento umano. Chiude l'esposizione un panorama di Marte diffuso dalla NASA, con le prime impronte lasciate sul pianeta rosso da un veicolo costruito dall'uomo.
The Harrowing of the City, sempre alle Corderie dell'Arsenale, propone una visione fotografica dell'architettura e dell'urbanistica finora pressoché inesplorata e quindi inconsueta. Se negli ultimi anni si era soliti registrare la città con immagini simmetriche, corrette dal punto di vista prospettico e realizzate con luce diffusa, il nuovo sguardo sulle realtà urbane è caratterizzato da fotografie scattate casualmente, che spesso appaiono distorte, sfocate, in bianco e nero o con colori sbagliati o sovraccarichi. L'aspetto trash delle immagini è legato a pixel, sfocature, macchine usa e getta e materiale scadente (uno specialista assoluto di questo genere di fotografia è Bernard Voïta). Flâneurs cosmopoliti, questi fotografi attirano l'osservatore in un vortice di movimento (Aglaia Konrad) e in una spirale ipnotica di colori (Annelies Štrba, Naoya Hatakeyama). Armati di macchina fotografica, setacciano la città e le periferie, documentando talvolta queste scorribande anche con una videocamera che ci permettono di presentare in mostra alcuni film (Ai Weiwei, Claudio Moser, Eric Hattan).
Il Bundesamt für Kultur di Berna e la Fondation Nestlé pour l’Art, con il loro generoso contributo, hanno sostenuto i fotografi svizzeri presentati nella sezione fotografica della 9. Mostra Internazionale di Architettura. La Mondriaan Foundation, Amsterdam, ha offerto un contributo finanziario per la partecipazione dei fotografi olandesi.
Informazioni
Direttore: Kurt W. Forster
Sedi espositive: Arsenale (Corderie e Artiglierie)
Giardini della Biennale
Vernice: 10 e 11 settembre (ore 10.00 - 22.00)
Inaugurazione e Premiazione: 10 settembre 2004
Interviene Peter Greenaway
Apertura al pubblico: 12 settembre - 7 novembre 2004
ore 10.00 - 18.00 (tutti i giorni)
Biglietti: Intero: 12 €. Ridotto: 10 €. Under 26 e studenti: 7 €. Gruppi (min. 10 persone): 10 € (prenotazione obbligatoria). Gruppi studenti (min. 10 persone): 6 € (prenotazione obbligatoria). Formula "family" (2 adulti e 2 ragazzi under 14): 30 €. Ingresso fino ai 6 anni: gratuito
Prenotazioni dall'estero: ART CITIES IN EUROPE
tel. +49 7531 90730 - fax +49 7531 90735
Come raggiungere la mostra: Linee ACTV 1/51/61/82/41 da Piazzale Roma e Ferrovia
Fermate: Arsenale; Giardini
Servizi per il pubblico:
Bookshop
Arsenale, Porta Duca d'Aosta
Giardini, Padiglione del libro Stirling
Ristorante e Caffetterie
Arsenale e Giardini
saranno presenti punti di ristoro
Guardaroba
Arsenale e Giardini
Catalogo: ediz. italiana: Marsilio (3 volumi) 50 €
ediz. inglese: Rizzoli New York (3 volumi) 75 $
Articolo inserito il 5 settembre 2004