Inoltre una decina di installazioni, legate alle due mostre centrali, saranno allestite nelle aree espositive esterne e disseminate nella città.
Un progetto speciale, promosso dal Ministero per gli Affari Esteri e dalla Biennale, verrà allestito sulla riva antistante l'ingresso dei Giardini, che ospiterà una gigantesca opera di Fabrizio Plessi dal titolo "Mare verticale" (2000), un totem tecnologico di acciaio e alluminio, altro 44 metri, presentato all'Esposizione Internazionale di Hannover nel 2000. L'opera verrà successivamente allestita in Cina nel 2006 in occasione delle iniziative per l'anno dell'Italia in questo Paese.
Le Partecipazioni Nazionali registrano la presenza più numerosa nella storia della Biennale: settantatre Paesi, che allestiranno 31 mostre nei padiglioni dei Giardini della Biennale e 42 in molte sedi del centro storico coinvolgendo tutta la città. Un segnale positivo che conferma l'alto livello qualitativo e il carattere profondamente internazionale della rassegna veneziana, che viene percepita come crocevia e patrimonio del mondo intero. Molti i Paesi che per la prima volta partecipano alla Biennale di arti visive, tra i quali l'Afghanistan, l'Albania, il Marocco, la Repubblica di Belarus, il Kazakhstan, il Kyrgyzstan, l'Uzbekistan.
Gli eventi collaterali della 51. Esposizione, selezionati tra centinaia di proposte, sono ventitre tra mostre, performance, convegni, seminari ed eventi dall'arte visiva alla poesia contemporanea, che dilagano dalla sponda nord dell'Arsenale al centro di Venezia, dalle isole della laguna sino a Mestre e Marghera.
I quattro Premi principali della 51. Esposizione saranno assegnati da due Giurie, una per le mostre internazionali e una per le partecipazioni nazionali, coordinate dal Presidente Ida Gianelli. I Premi saranno: un Leone d'oro alla Carriera, un Leone d'oro per la migliore partecipazione nazionale, un Leone d'oro a un artista giovane (under 30) presente alle mostre internazionali, un Leone d'oro a un artista presente alle mostre internazionali. Nel corso della cerimonia di premiazione sarà assegnato anche il Premio per la giovane arte italiana 2004-2005 promosso dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali DARC - Direzione Generale per l'architettura e l'arte contemporanee.
Il catalogo, edito da Marsilio, sarà articolato in tre agili volumi dedicati rispettivamente alle due mostre centrali e alle partecipazioni nazionali insieme agli eventi collaterali.
Intervento del Presidente della Biennale di Venezia, Davide Croff
51. Esposizione Internazionale d'Arte
Nel 2005 ricorrono i 110 anni della Biennale di Venezia, da quando, nel 1895, il pubblico accorse già numeroso alla prima Esposizione Internazionale d'Arte. Questo traguardo comporta, per la nuova Fondazione che oggi ne raccoglie l'eredità, una rilettura del ruolo storico della Biennale. Essa ha più volte precorso i tempi, ha favorito l'incontro e lo scontro fra le tendenze, la sperimentazione e la ricerca, ma soprattutto, nei suoi momenti migliori, ha saputo rappresentare il presente nelle sue contraddizioni, nel suo orientamento profondo, espressione viva del suo tempo.
Per tener fede al senso di questa tradizione, abbiamo deciso di ripartire con un progetto teso a ribadire il ruolo centrale che la Biennale ha sempre avuto nel dibattito culturale e artistico internazionale. Un progetto triennale che vuole avviare una riflessione per capire dove e come è arrivata l'Arte Contemporanea oggi, ma pensando soprattutto a quale sarà il suo futuro. Così abbiamo affidato la direzione della 51. Esposizione Internazionale d'Arte a María de Corral e Rosa Martínez (per la prima volta due donne alla guida della Biennale), con un'impostazione nuova.
La rassegna è caratterizzata da due mostre, una curata da María de Corral ai Giardini della Biennale, che esplora le tendenze dell'arte dagli anni più recenti ad oggi, nello sviluppo dei vari linguaggi; l'altra allestita da Rosa Martínez all'Arsenale, che guarda al prossimo futuro, alle tendenze che stanno prefigurando i nuovi scenari. María de Corral e Rosa Martínez hanno accettato la sfida della 51. Esposizione con competenza ed entusiasmo, e hanno collaborato al nostro progetto ponendo le premesse perché questa edizione non sia solo una vasta rassegna informativa, ma un'occasione per riflettere sullo stato dell'arte a metà di un decennio che ha nell'incertezza la sua caratteristica, ma che proprio per questo ci spinge a cercare un orientamento.
Il progetto triennale proseguirà con il grande Simposio che Robert Storr, già nominato direttore per l'Esposizione del 2007, realizzerà a Venezia nel dicembre 2005. Il Simposio sarà un'occasione per riunire molti dei principali esperti intorno ad alcuni dei grandi temi che caratterizzano il dibattito sul sistema dell'arte contemporanea, dai nuovi valori alle influenze del mercato. Analizzando anche le ragioni, le identità e gli sviluppi delle molte Biennali che, sul modello di quella veneziana, contraddistinguono un'importante parte dell'attuale sistema espositivo internazionale.
La Biennale, in questo modo, vuole recuperare il suo antico ruolo di committente, un ruolo attivo, in grado di fornire delle indicazioni. Essa deve nuovamente essere capace di scegliere e di provocare. È un segnale che vogliamo dare con forza: si tratta di ricostruire un'identità delle arti visive, considerando che questa disciplina è in una fase di ripensamento a causa della globalizzazione, che significa esportazione simultanea di esperienze, con un effetto anche di spaesamento. Ma si tratta anche, per questa Fondazione, di ricostruire il ruolo istituzionale e storico della Biennale, riconfermandola come protagonista in grado di dare delle indicazioni, di compiere delle scelte.
De Corral e Martínez provengono da un Paese, la Spagna, sempre più protagonista nel mondo dell'arte contemporanea, legato alla Biennale da un lungo e felice rapporto nell'ambito della vocazione internazionale di questa istituzione. La Biennale di Venezia è patrimonio del mondo, e proprio per questo il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che oggi ci ospita in questa sala e che ringraziamo, nonché il Ministero degli Affari Esteri, stanno progettando insieme alla Biennale attività in ambito nazionale e internazionale - come in Cina nel 2006 per l'anno dell'Italia in quel Paese - per diffondere ovunque la voce della nostra cultura. D'altra parte è anche grazie a una iniziativa della Darc, Direzione generale per l'architettura e l'arte contemporanee del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, che anche quest'anno l'arte italiana avrà una partecipazione speciale alla Biennale, accanto alle altre Partecipazioni nazionali, con la mostra al Padiglione Venezia dei vincitori del concorso riservato ai giovani del nostro Paese.
Proprio il valore intrinseco di simili iniziative, che sottolineano l'apertura e la capacità di dialogo internazionale della Biennale, e l'entusiasmo con cui i Paesi stranieri hanno ancora una volta aderito alla nostra Esposizione, accorrendo con un numero record di partecipazioni (73) e con diversi esordi, ci conforta nel proseguire nel nostro progetto e ci convince della giustezza della strada intrapresa. Per questo serbiamo il convincimento che si possa arrivare alla fine di questo ciclo liberi da ogni tradizione frenante, non venendo meno all'ambizione di ogni Biennale, che è quella di superare il passato per spingersi con sicurezza verso il futuro.
L'esperienza dell'arte
María de Corral
L'esposizione che avrà luogo nel Padiglione Italia non vuol essere letta come un discorso fine a se stesso sull'arte dei nostri giorni, bensì come un campo aperto a pratiche distinte entro cui si possa realizzare il desiderio di scambiare esperienze, idee, riflessioni, e anche di provocarle. Mi piacerebbe che il labirintico percorso dell'arte fosse vissuto non come una storia compiuta ma come un processo definito in termini di relazione tra soggetti, forme, idee, spazi diversi, assomigliando esso più a un centro di sperimentazione che a un cumulo di certezze.
In tal senso, vorrei che l'esposizione parlasse di intensità, non di categorie. Mi piacerebbe, inoltre, che non fosse storicistica né lineare, ma che mostrasse la relazione esistente fra artisti di generazioni distinte che discutono e lavorano a idee specifiche dell'arte e della vita attuale, stringendo così un legame fra atteggiamenti simili per intensità e qualità ossessiva. Mi propongo, insomma, un'esposizione che non miri solo al concetto o a una visualizzazione gratificante, ma che sia ricca di riflessione e piacere. Cerco di esporre quei temi che inquietano e preoccupano la società attuale e che gli artisti esprimono in modo così reale, poetico e, in molti casi, visionario.
Mi interessano le idee che appaiono come un ammasso di resti, frammenti, sbozzi e tentativi; le opere che permettono allo spettatore di ricreare la propria esperienza estetica; gli artisti capaci di rinnovare la nostra facoltà d'immaginare diversi modi di abitare il mondo e di creare emozioni.
Al contrario, non cerco un'esposizione che, in termini di quote di partecipazione da tutti i paesi e i continenti, proponga un modello falso di universalità, poiché ho deciso di lavorare con alcuni autori, i quali, nella mia lunga traiettoria artistica, sono stati compagni di viaggio. E sommare a questa lista molti altri nomi; giovani che mi accompagneranno in una simile esperienza.
Gli artisti di oggi non condividono uno stile, bensì un tentativo di costruire mondi estetici personali, di stabilire necessità formali proprie, di fabbricarsi una nuova realtà; accettando così la sfida di produrre un'arte che abbia senso nel nuovo contesto che si è delineato a seguito degli avvenimenti degli ultimi quattro anni.
Nell'arte degli ultimi dieci anni è estremamente difficile rintracciare una dottrina artistica o uno stile formale dominante, in palese contrasto con l'apprensione costante per gli effetti della globalizzazione o del multiculturalismo. Gli artisti stabiliscono il senso e l'utilità della propria ragion d'essere e la sopravvivenza del gesto artistico in un mondo dominato dai media, nel quale la realtà pare non manifestarsi fuori dalla rappresentazione.
Intitolando la presente esposizione L'Esperienza dell'Arte, volevo rendere partecipi i visitatori di alcuni temi che gli artisti affrontano ogni giorno nelle proprie opere:
- la nostalgia come sentimento di perdita di un passato irrecuperabile, espressa tramite un linguaggio metaforico;
- il corpo e la sua ridefinizione, l'introduzione della frammentazione, della dissoluzione e anche della morte;
- il potere, la dominazione e la violenza nella quotidianità di ciascun individuo;
- la critica sociopolitica d'attualità attraverso l'ironia;
- l'utilizzo delle immagini, dei film e delle narrazioni passate come un archivio immenso grazie a cui realizzare operazioni multiple di ridefinizione e appropriazione.
Affrontando tutte queste tematiche implicate nel gesto creativo e che fuoriescono dall'ambito strettamente artistico, intendo segnalare la presenza del consueto nella diversità, affinchè lo spettatore ammetta le qualità di ciò che è inaspettato e insolito e abbandoni la propria riluttanza all'idea di Piacere nell'arte contemporanea.
Sempre un po' più lontano
Rosa Martínez
Il titolo dell'esposizione all'Arsenale di Venezia è ispirato a uno dei libri di Corto Maltese, personaggio di avventure e finzione ideato dallo scrittore veneziano e disegnatore di fumetti, Hugo Pratt. Corto impersona il mito del viaggiatore romantico, indipendente, sempre propenso al caso e al rischio, che attraversa ogni sorta di frontiera per costruire il proprio destino.
Considerare un personaggio di finzione come fonte d'ispirazione, è un modo per affermare che l'arte è una costruzione dell'immaginario e che le fantasie ci aiutano a capire meglio la realtà. Nella barocca condizione odierna viviamo un dramma e un paradosso: crediamo ancora nella necessità della ragione, dell'illustrazione e dell'utopia, ma siamo stati trasformati nei suoi più feroci critici dalle nuove posizioni post-coloniali di razza e di genere. Passione e malinconia, fiducia e disperazione, piacere e colpa procedono mano nella mano nell'avvicinamento critico al mondo in cui viviamo.
L'arte è una lotta nell'ordine simbolico e i creatori più considerevoli sono coloro che aprono nuove prospettive per la trasformazione linguistica, sociale e ideologica. Oggi, interrogarsi sull'autonomia dell'arte e portare l'estetica nella vita quotidiana è parte di un'ininterrotta dilatazione di confini, di un ampliamento di orizzonti che conduce oltre i modelli stabiliti. Il protagonista di avventure, il filosofo, lo scienziato, l'artista o l'organizzatore di esposizioni, cercano costantemente di scoprire nuovi territori e di creare nuove possibilità di pensiero. Questo esercizio è arduo in un mondo dove le idee, le persone e i prodotti circolano con grande velocità, dove gli artisti si mimetizzano senza fermarsi, e dove le istituzioni lavorano la cultura come un'industria di franchising, e dove il marketing è la principale metodologia di azione. Perciò, nel traffico incessante di messaggi, una delle funzioni fondamentali del curatore è diminuire il frastuono, assegnare valore e organizzare sintassi e discorsi che ne delineino il significato.
Il concetto di traffico è essenziale per lo sviluppo sociale: significa movimento e scambio nell'economia sociale e politica come in quella libidinale o espositiva. La traduzione e la interpretazione sono essenziali nei passaggi interculturali e in modo particolare nelle esposizioni globali come le biennali. Attraverso la sua lunga storia, la Biennale di Venezia si è trasformata nell'epicentro, nel contesto privilegiato per la confluenza di artisti provenienti da diversi contesti geopolitici e culturali.
Offrendosi come possibilità di analisi del concetto d'internazionalità e disegnando le topografie contemporanee dell'alterità, la Biennale è un'occasione unica per inventare nuove forme di vicinanza tra artisti, discipline e pubblico.
In questo contesto, l'esposizione Sempre un po' più lontano è una verifica per presentare artisti e tendenze estetiche di rilievo all'inizio del terzo millennio. La visita all'Arsenale si propone come un viaggio frammentario, come una drammaturgia soggettiva e appassionata per scoprire le zone di luce e oscurità del nostro convulso mondo. Questo cammino vuole aiutare a disegnare le linee più significative presenti nella produzione artistica contemporanea e dimostrare che l'arte, può essere ancora una promessa per coloro che vogliono imbarcarsi in quel tipo di viaggio per il quale Deleuze adottò il lemma proustiano: il vero sognatore è quello che esce con l'intenzione di verificare qualcosa.
Origini storia
Le origini
La Biennale di Venezia nacque con una delibera dell'Amministrazione comunale del 19 aprile 1893, in cui si propose di "istituire una Esposizione biennale artistica nazionale" nell'anno successivo, per celebrare le nozze d'argento del re Umberto e Margherita di Savoia.
L'effettiva inaugurazione della manifestazione si ebbe due anni dopo, il 30 aprile del 1895. In questo periodo tra l'idea e la realizzazione, si rivelò vincente l'impegno dell'allora Sindaco di Venezia Riccardo Selvatico, che volle fortemente trasformare gli incontri serali degli artisti nelle salette del caffè Florian in una prestigiosa esposizione internazionale.
L'organizzazione dell'evento partì con lo studio dello Statuto da parte di un'apposita commissione, che prese spunti dalla Secession di Monaco di Baviera. Fu previsto non solo di invitare i maggiori artisti italiani e stranieri, ma anche di lasciare spazio alle opere di pittori e scultori italiani non invitati. Ogni artista non poteva partecipare con più di due opere, e nessuna già esposta in Italia. Furono formati 3 Comitati: uno di artisti veneziani per sviluppare il programma della mostra, un altro per la propaganda, e un altro ancora per la stampa. Antonio Fradeletto venne nominato Segretario generale e diventò la personalità più importante del periodo, grazie alla sua abilità diplomatica che gli avrebbe permesso di intervenire nella selezione degli artisti, negli allestimenti, e in seguito di far realizzare i Padiglioni stranieri.
Il Palazzo della prima Esposizione fu costruito febbrilmente ai Giardini pubblici di Castello, appena in tempo per la cerimonia d'inaugurazione che vide la presenza di Re Umberto e di Margherita di Savoia, con la partecipazione entusiasta dei veneziani. A questa prima Esposizione Internazionale d'Arte della città di Venezia (in seguito chiamata La Biennale dalla cadenza della manifestazione) i visitatori furono più di 200 mila. Contribuirono al successo i biglietti speciali ferroviari di andata e ritorno, che includevano l'ingresso all'Esposizione.
I premi, equamente attribuiti a Giovanni Segantini per il Ritorno al paese natío, e a Francesco Paolo Michetti per La figlia di Jorio, furono il frutto di un giudizio salomonico: riconosciute due tendenze artistiche, ne vennero premiate le personalità più rappresentative. La grande tempera di Michetti era stata eseguita a Francavilla a Mare, proprio nel convento dove Gabriele D'Annunzio, amico del pittore, scrisse più tardi una tragedia sullo stesso soggetto. Ma l'opera che suscitò il maggior clamore, per l'argomento ritenuto scabroso (un uomo morente circondato da nudi femminili) fu invece il Supremo convegno di Giacomo Grosso, che vinse il premio assegnato da un referendum popolare, istituito a fine rassegna.
Nel 1897 il nuovo sindaco Filippo Grimani sostituì Selvatico alla Presidenza della Biennale. Per la seconda Esposizione di quell'anno, in concomitanza con la fondazione della Galleria d'Arte Moderna di Venezia, la giuria optò per la conversione dei premi in acquisti, a beneficio delle pinacoteche nazionali e locali. La stessa giuria, con l'intento di migliorare la promozione della manifestazione, istituì un Premio della critica, che da una parte stimolò la produzione di articoli e recensioni, migliorandone il livello, dall'altra segnò una tappa nella storia della critica d'arte contemporanea. La giuria, sostenendo la linea di una critica colta e moderata, assegnò il premio a Primo Levi, mentre le tendenze della critica militante ottennero un secondo posto ex aequo con i premi a Ugo Ojetti e Vittorio Pica (che poi sarebbe diventato Segretario Generale della Biennale).
Nelle prime biennali di Venezia venne abbastanza trascurata l'arte francese, mentre i rapporti privilegiati con la Secession misero in risalto quella tedesca. Già nel 1899, infatti, venne presentata la Giuditta II di Klimt. Intanto un gruppo di artisti italiani diede vita a una corporazione, che proponeva le proprie collettive alle esposizioni pubbliche, vietando ai propri membri di prendere parte singolarmente alle rassegne. Considerata questa linea di dissenso, la Biennale concesse ai corporati di esporre in sale proprie, destinando ai più noti come Michetti e Sartorio una mostra distinta, inaugurando così la nuova formula della personale, applicata dalla III Biennale.
La storia 1900-1940
Inizio Novecento
Una Mostra dei paesaggisti francesi degli anni '30 diede finalmente spazio, nella quarta Biennale del 1901, all'arte francese, piuttosto ignorata nelle prime esposizioni. Fu in quest'ambito che approdarono a Venezia opere di Corot e Millet, mentre notevole successo riscossero le venti sculture della personale di Rodin. La quinta Biennale (1903) registrò due novità: una fu l'apertura alle arti decorative, attraverso l'allestimento di sale comprendenti arredi; l'altra fu il Salon des refusées, concessa dopo una plateale protesta derivata dal verdetto di selezione, che escludeva 823 opere su 963.
L'Impressionismo francese, tendenza ormai stabilizzata a livello europeo, in questo periodo non venne considerato. Ci fu invece un'apertura verso l'arte americana, con la medaglia a Sargent nel 1907, e la personale di Barlett nel 1909. Nel 1907, grazie alla mediazione di Diaghilev, la Biennale ospitò il tolstoiano testimone delle tradizioni russe Repin, nonché Bakst, celebre costumista e decoratore di balletti russi. Bisognerà tuttavia attendere il 1910 perché le presenze internazionali alla Biennale siano di assoluto rilievo: una splendida sala di Klimt contrapposta a una personale di Renoir; ma anche le retrospettive di Courbet e di Monticelli. L'apertura all'Espressionismo, sorto a Dresda nel 1903, avvenne nel 1914 con una personale dedicata a Ensor.
Curioso fu il rapporto della Biennale con un altro celebre artista: Picasso. Nel 1905 il Segretario Generale Fradeletto fece togliere una sua opera dal padiglione spagnolo, perché avrebbe potuto scandalizzare il pubblico con il suo linguaggio artistico troppo innovativo. Le opere di Picasso saranno esposte esposte alla Biennale solo nel 1948, grazie alla grande retrospettiva curata da Guttuso.
Per quanto riguarda l'arte italiana, a predominare fu l'Ottocento sia nell'ordinamento regionale delle sale (1901), sia nelle retrospettive dedicate a Fontanesi, Fattori, Signorini, Cremona. A questa tendenza si affiancò il perdurante stile simbolista. Significativa in questo senso fu la mostra L'arte del sogno del 1907, aperta anche ai simbolisti stranieri. E' contro questo predominio, ormai considerato accademico, che si sviluppò, già a partire dal 1908, la reazione dei giovani di Cà Pesaro, organizzati dal critico Nino Barbantini. Solo nel 1914 Medardo Rosso avrà spazio alla Biennale, con una personale.
A partire dal 1907, Fradeletto promosse l'organizzazione dei Padiglioni stranieri (saranno 7 già attivi prima del conflitto mondiale). La nona Biennale fu anticipata al 1910 affinché non coincidesse con la grande Esposizione d'Arte che si doveva tenere a Roma, per la celebrazione del cinquantesimo anniversario del Regno d'Italia. L'Esposizione veneziana ebbe luogo con cadenza biennale fino all'interruzione, dal 1914 al 1920, dovuta alla Grande Guerra.
La storia 1940-1969
Il dopoguerra: la Biennale del 1948 e gli anni Cinquanta
Dopo la Seconda Guerra Mondiale la Biennale riprese il discorso da dove l'aveva lasciato: l'Impressionismo francese, proposto da Roberto Longhi in una memorabile rassegna. A rendere straordinaria la XXIV Biennale del 1948 fu anche la rivisitazione delle avanguardie, che fu resa possibile grazie anche all'impegno dei Padiglioni stranieri. Sensibile interprete di queste esigenze fu il Segretario Generale Rodolfo Pallucchini, che organizzò le prime cinque Biennali del dopoguerra (dal 1948 al 1956). Fu un periodo di tempo che gli permise di ricostruire un quadro abbastanza completo delle avanguardie europee, dal quale però rimase ancora escluso il Dadaismo. Ma soprattutto gli permise di creare anche in Italia un ponte tra pubblico e arte contemporanea.
I due eventi di maggior richiamo nel 1948 furono la retrospettiva di Pablo Picasso (prima apparizione alla Biennale all'età di 67 anni) presentata da Guttuso, e l'esposizione della collezione Peggy Guggenheim (136 opere di 73 artisti), presentata da Giulio Carlo Argan. Negli anni successivi continuarono le retrospettive dedicate alle avanguardie, la cui importanza era ormai riconosciuta, e fu via via sottolineata dai premi a Braque (1948), Matisse (1950), Dufy (1952), Ernst e Arp (1954). Anche quella del 1950 fu una grande edizione, con quattro mostre di particolare importanza sui Fauves, su Cubismo e Futurismo, e sul movimento del Cavaliere azzurro. Una rivelazione a sé fu la sorprendente violenza pittorica del Padiglione messicano, con i "quattro grandi": Jose Clemente Orozco, Diego Rivera, David Alfaro Siqueiros e Rufino Tamayo.
Pallucchini propose nel 1952 un confronto tra Divisionismo italiano (Previati, Pellizza da Volpedo, Segantini) e Pointillisme francese (Pissarro, Signac e Seraut). Nella Sala Napoleonica venne allestita una grande mostra di stampe di Toulouse-Lautrec.
Ma intanto irrompeva il nuovo. Il Padiglione americano presentò l'Action Painting di Jackson Pollock. Premi speciali per la scultura furono assegnati a Calder nel 1952 e a Chadwick nel 1956, evidenziando l'affermazione di un nuovo contesto artistico a cui far riferimento.
La Biennale del 1954 fu all'insegna del Surrealismo. Nei rispettivi padiglioni nazionali vennero esposte opere di Courbet, Munch, Klee e Magritte. Il lavoro svolto da Gian Alberto Dell'Acqua a partire dal 1958 proseguì in questa direttiva, confermando la Biennale come un grande osservatorio sulle arti contemporanee.
La storia 1970-2003
Gli anni Settanta
La Biennale ebbe luogo anche nel 1970, nonostante la crisi istituzionale e d'identità maturata nei tumultuosi anni '60. La contestazione del '68 aveva però lasciato alcuni segni evidenti: furono aboliti i Gran premi (ripristinati nel 1986 con i Leoni d'oro) e fu eliminato l'ufficio vendite, considerato strumento della mercificazione dell'arte. Si rinunciò per un periodo alle mostre monografiche e celebrative, proponendo invece rassegne tematiche quali Ricerca e progettazione o Arte e società. Il Segretario Generale Umbro Apollonio e Dietrich Mahlow curarono la mostra speciale Proposta per una esposizione sperimentale, aperta con un mese di ritardo. La mostra si proponeva di "presentare concretamente alcuni problemi dell'arte", e allineava opere di Malevich, Duchamp, Man Ray e Albers.
Nel 1971 il socialista Mario Penelope fu nominato Commissario straordinario per le Arti figurative e organizzò subito la mostra Aspetti della grafica europea a Cà Pesaro. Penelope diede vita a una apprezzata Biennale nel 1972, articolata in una serie di mostre, e propose per la prima volta un tema, Opera e comportamento. Nel corso di questa Biennale, diecimila farfalle furono liberate da una grande cassa di legno in piazza San Marco, mentre Gino De Dominicis, allora venticinquenne, "espose" un ragazzo affetto da sindrome di Down, al collo del quale appese un cartello con la scritta "Seconda soluzione di immortalità: l'universo è immobile". Fu un vero scandalo, e le proteste per "tanto cinismo" provocarono interrogazioni parlamentari.
Lo Statuto dell'Ente autonomo restava un nodo da sciogliere: da più parti proveniva la richiesta di adeguare ai tempi nuovi la Biennale. Il nuovo Statuto della Biennale venne dunque approvato dal Parlamento italiano il 26 luglio del 1973, ma bisognò aspettare il 20 marzo del 1974 perché i 18 membri del consiglio direttivo venissero nominati da tutte le parti politiche. Carlo Ripa di Meana fu eletto Presidente, mentre il democristiano Floris Ammannati, ex soprintendente de La Fenice, fu nominato Segretario Generale. Vittorio Gregotti assunse la direzione dei settori Arti visive e Architettura. Con questa riforma iniziò un tentativo di programmazione mirata alla decentralizzazione, all'interdisciplinarità e al superamento della cadenza stagionale. Alla tradizionale sede dei Giardini si affiancarono nuove sedi espositive alla Giudecca (ex cantieri), a Dorsoduro (Magazzini del sale), e altri spazi della città dove si tennero happenings, dibattiti, spettacoli.
Con una clamorosa decisione, Ripa di Meana dedicò l'intera edizione del 1974 al Cile, con mostre di manifesti, spettacoli teatrali e concerti. Il nuovo Statuto prevedeva anche le Attività permanenti: nel corso del 1975 furono quindi promosse diverse manifestazioni in varie sedi, mostre e spettacoli teatrali. Nel 1976 la Biennale tornò ai Giardini ed ebbe un tema: Ambiente arte. In quei mesi il Conservatore Wladimiro Dorigo inaugurò la nuova sede dell'Asac (Archivio Storico delle Arti contemporanee), l'archivio della Biennale, nel restaurato palazzo di Cà Corner della Regina sul Canal Grande, dove l'anno seguente si tenne la mostra Ottant'anni di allestimenti alla Biennale.
Quella del 1977 passò alla storia come la Biennale del dissenso, tema molto discusso in quel periodo in Europa. Presentò infatti una mostra intitolata La nuova arte sovietica: una prospettiva non ufficiale. Nel frattempo il mandato del direttivo era scaduto e Ripa di Meana mise fine alla discussione sulle nuove nomine annunciando l'esposizione del 1978 e affidando il settore arti visive a Luigi Scarpa. Dalla natura all'arte, dall'arte alla natura fu il tema della 38. Biennale, che precorreva le tematiche ambientaliste e prendeva spunto da una citazione di Kandinkij: "grande astrazione, grande realismo". La mostra del padiglione centrale fu curata da Achille Bonito Oliva e presentò sei "stazioni" con dipinti di Kandinskij, Mondrian, de Chirico, Boccioni, Rauschenberg, Braque, Duchamp, Picasso.
Le edizioni 2001-2003
La 49. Esposizione Internazionale d'Arte si è svolta dal 10 giugno al 4 novembre 2001 con il titolo Platea dell'Umanità. Fu diretta, come l'edizione '99, dal critico svizzero Harald Szeemann richiamando oltre 243.000 visitatori. Szeemann ebbe a dichiarare: "Nessun tema determina la scelta degli artisti; anzi, sono questi con le loro opere a rappresentare la dimensione dell'evento. La Biennale come piattaforma che offre una vista sull'umanità".
"Nel lavoro degli artisti di oggi - continuava Szemann - non c'è più un'affermazione spasmodica della propria identità, ma si fa appello a ciò che di eterno c'è nell'uomo - appello che è valido soltanto se si riferisce a ciò che è locale e "radicato"".
Venne esposta anche un'opera fondamentale di Joseph Beuys, La fine del XX secolo. Secondo Szemann, "Fu Beuys soprattutto a verbalizzare senza posa il concetto di libertà". E accanto a lui, vennero esposti vari altri artisti: "Cy Twombly, che riattualizza i miti con gesti generosi; Richard Serra, il creatore di un nuovo concetto di monumentalità; Niele Toroni, il fautore della pittura come traccia; e diversi altri artisti contemporanei che si dedicano alla figura umana, come Ron Mueck".
La 50. edizione dell'Esposizione Internazionale d'Arte ha avuto luogo dal 15 giugno al 2 novembre 2003, diretta da Francesco Bonami, col titolo Sogni e Conflitti - La dittatura dello spettatore. Bonami ha dichiarato che l'esposizione, capace di richiamare oltre 260.000 visitatori, è stata concepita "come una mostra polifonica dove un gruppo di voci e pensieri parlano nello stesso contesto attraverso la propria identità". Bonami ha infatti curato tre mostre nell'ambito del progetto complessivo: Ritardi e Rivoluzioni (con Daniel Birnbaum), Clandestini, e Pittura/Painting, una retrospettiva sulla pittura alla Biennale dal 1964 a oggi, allestita al Museo Correr.
Le altre mostre che facevano parte della 50. edizione erano La Zona, curata da Massimiliano Gioni, Smottamenti, curata da Gilane Tawadros, Sistemi Individuali, curata da Igor Zabel,, Zona d'Urgenza, curata da Hou Hanru, La Struttura della Crisi, curata da Carlos Basualdo, Rappresentazioni Arabe Contemporanee, curata da Catherine David, Il Quotidiano Alterato, curata da Gabriel Orozco, e Stazione Utopia, curata da Molly Nesbit, Hans Ulrich Obrist e Rirkrit Tiravanija.
Per Bonami, la 50. Esposizione Internazionale d'Arte ha voluto essere "un'opportunità per ridare allo spettatore il controllo del proprio sguardo e della propria immaginazione, e farlo diventare il dittatore della propria esperienza di mostra, offrendogli chiavi di lettura e di accesso alle opere degli artisti che gli consentano un percorso individuale. Il pubblico potrà fare le proprie scelte, creare un itinerario individuale e guardare al mondo e alla contemporaneità da una prospettiva nuova e attraverso un'esperienza del tutto nuova."
L'esperienza dell'arte
Artisti / Padiglione Italia
Eija-Liisa Ahtila
Nata a Hameenlinna, Finlandia, 1959
Vive e lavora a Helsinki, Finlandia
Vasco Araújo
Nato a Lisbona, Portogallo, 1975
Vive e lavora a Lisbona, Portogallo
Francis Bacon
Dublino, Irlanda, 1909 - Madrid, Spagna, 1962
Miroslaw Balka
Nato a Varsavia, Polonia, 1958
Vive e lavora a Varsavia, Polonia
Andrea Blum
Nata a New York City, NY, Usa, 1950
Vive e lavora a New York City, NY, Usa
Monica Bonvicini
Nata a Venezia, Italia, 1965
Vive e lavora a Berlino, Germania, e a Los Angeles, Usa
Candice Breitz
Nata a Johannesburg, Sud Africa, 1972
Vive e lavora a Berlino, Germania
Tania Bruguera
Nata a L'Avana, Cuba, 1968
Vive e lavora a L'Avana e Chicago, IL, Usa
Chen Chieh-jen
Nato a Taipei, Taiwan, 1960
Vive e lavora a Taipei, Taiwan
José Damasceno
Nato a Rio de Janeiro, Brasile, 1968
Vive e lavora a Rio de Janeiro, Brasile
Tacita Dean
Nata a Canterbury, Gran Bretagna, 1965
Vive e lavora a Londra e a Berlino
Willie Doherty
Nato a Derry, Irlanda del Nord, 1959
Vive e lavora a Derry, Irlanda del Nord
Stan Douglas
Nato a Vancouver, B.C., Canada, 1960
Vive e lavora Vancouver, B.C., Canada
Marlene Dumas
Nata a Città del Capo, Sud Africa, 1953
Vive e lavora ad Amsterdam, Olanda
Leandro Erlich
Nato a Buenos Aires, Argentina, 1973
Vive e lavora a Parigi, Francia, e Buenos Aires, Argentina
Bernard Frize
Nato a Saint Mande, Francia, 1954
Vive e lavora a Parigi, Francia
Dan Graham
Nato a Urbana, IL, Usa, 1942
Vive e lavora a New York, NY, Usa
Philip Guston
Montreal, Canada 1913 - Woodstock NY, Usa, 1980
Jenny Holzer
Nata a Gallipolis, OH, Usa, 1950
Vive e lavora a New York, NY, Usa
Donald Judd
Excelsior Springs, Missouri, Usa, 1928 - New York City, NY, Usa, 1994
William Kentridge
Nato a Johannesburg, Sud Africa, 1955
Vive e lavora a Johannesburg, Sud Africa
Barbara Kruger
Nata a Newark, NJ, Usa, 1945. Vive e lavora a Los Angeles e New York, NY, Usa
Maider López
Nata a San Sebastian, Spagna, 1975
Vive e lavora a San Sebastian, Spagna
João Louro
Nato a Lisbona, Portogallo, 1963
Vive e lavora a Lisbona, Portogallo
Jorge Macchi
Nato a Buenos Aires, Argentina, 1963
Vive e lavora a Buenos Aires, Argentina
Agnes Martin
Macklin, Saskatchewan, Canada,
1912 - Taos, NM, Usa, 2004
Cildo Meireles
Nato a Rio de Janeiro, Brasile, 1948
Vive e lavora a Rio de Janeiro, Brasile
Zwelethu Mthethwa
Nato a Durban, Kwa-Zulu Natal, Sud Africa, 1960
Vive e lavora a Città del Capo, Sud Africa
Juan Muñoz
Madrid, Spagna, 1953 - Ibiza, Spagna, 2001
Bruce Nauman
Nato a Fort Wayne, IN, Usa, 1941
Vive e lavora a Galisteo, NM, Usa
Gabriel Orozco
Nato a Jalapa, Veracruz, Messico, 1962
Vive e lavora a Città del Messico, Messico, New York, NY, Usa, e Parigi, Francia
Perejaume
Nato a Sant Pol de Mar, Barcellona, Spagna, 1957
Vive e lavora a Sant Pol de Mar, Barcellona
Rhode Robin
Nato a Città del Capo, Sud Africa, 1976
Vive e lavora a Berlino, Germania
Thomas Ruff
Nato a Zell am Harmersbach, Germania, 1958
Vive e lavora a Düsseldorf, Germania
Thomas Schütte
Nato a Oldenburg, Germania, 1954
Vive e lavora a Düsseldorf, Germania
Antoni Tàpies
Nato a Barcellona, Spagna, 1923
Vive e lavora a Barcellona, Spagna
Juan Uslé
Nato a Santander, Spagna, 1954
Vive e lavora a Santander, Spagna e New York City, NY, Usa
Francesco Vezzoli
Nato a Brescia, Italia, 1971
Vive e lavora a Milano, Italia
Mark Wallinger
Nato a Chigwell, Gran Bretagna, 1959
Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Matthias Weischer
Nato a Elte, Germania, 1973.
Vive e lavora a Lipsia, Germania
Rachel Whiteread
Nata a Londra, Gran Bretagna, 1963
Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Jun Yang
Nato a Tientsin, Cina, 1975
Vive e lavora a Vienna, Austria e in Cina
Sempre un po' più lontano
Artisti / Arsenale
Pilar Albarracín
Nata a Siviglia, Spagna, 1968
Vive e lavora a Madrid, Spagna
Jennifer Allora & Guillermo Calzadilla
Jennifer Allora, nata a Philadelphia, USA, 1974
Guillermo Calzadilla, nato a L'Avana, Cuba, 1972
Vivono e lavorano a Porto Rico
Ghada Amer
Nata a Il Cairo, Egitto. 1963
Vive e lavora tra Parigi, Francia e New York, NY, USA
Micol Assael
Nata a Roma, Italia, 1979
Vive e lavora a Roma
Samuel Beckett
Foxrock, Dublin, Irlanda, 1906 - Parigi, Francia, 1989
Laura Belém
Nata a Belo Horizonte, Brasile, 1974
Vive e lavora a Belo Horizonte
Semiha Berksoy
Cengelkoy, Turchia, 1910 - 2004 Istanbul, Turchia
Blue Noses
Viacheslav Mizin
Nato a Novosibirsk, Russia, 1962
Vive e lavora a Mosca e Novosibirsk, Russia
Alexander Shaburov
Nato a Sverdlovsk, Russia, 1965
Vive e lavora a Mosca e Yekaterinburg, Russia
John Bock
Nato a Itzehoe, Gribbohm, Germania, 1965
Vive e lavora a Berlino, Germania
Louise Bourgeois
Nata a Parigi, Francia, 1911
Vive e lavora a New York, NY, USA
Leigh Bowery
Sunshine, Australia, 1961 - 1994, Londra, Gran Bretagna
Christoph Büchel e Gianni Motti
Christoph Büchel
Nato a Basilea, Svizzera, 1966
Vive e lavora a Basilea
Gianni Motti
Nato a Sondrio, Italia, 1958
Vive e lavora a Berlino, Germania e Ginevra, Svizzera
Donna Conlon
Nata ad Atlanta, GA, USA, 1966
Vive e lavora a Città di Panama, Panama
Stephen Dean
Nato a Parigi, Francia, 1968
Vive e lavora a New York, NY, USA e Parigi, Francia
Jimmie Durham
Nato a Washington, USA, 1949
Vive e lavora a Berlino, Germania
Olafur Eliasson
Nato in Copenhagen, Danimarca, 1967
Vive e lavora a Berlino, Germania
Bruna Esposito
Nata a Roma, Italia, 1960
Vive e lavora a Roma, Italia e New York, NY USA
Regina José Galindo
Nata a Città del Guatemala, Guatemala, 1974
Vive e lavora a Città del Guatemala
Carlos Garaicoa
Nato a L'Avana, Cuba, 1967
Vive e lavora a L'Avana
Cristina García Rodero
Nata a Puertollano, Spagna, 1949
Vive e lavora a Madrid, Spagna
Subodh Gupta
Nato a Khagoul, Bihar, India, 1964
Vive e lavora a Nuova Delhi, India
Mona Hatoum
Nata a Beirut, Libano, 1952
Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Diango Hernandez
Nato a L'Avana, Cuba, 1970
Vive e lavora a Trento, Italia, e a L'Avana
María Teresa Hincapié de Zuluaga
Nata a Armenia, Colombia, 1954
Vive e lavora a Bogotá, Colombia
Runa Islam
Nata a Dhaka, Bangladesh, 1970
Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Emily Jacir
Nata a Betlemme, Palestina, 1970
Vive e lavora a Ramallah, Palestina e New York, NY, USA
Guerrilla Girls
Fondato a New York, NY, USA, 1985
Kimsooja
Nata a Taegu, Korea, 1957
Vive e lavora a New York, NY, USA
Rem Koolhaas
Nato a Rotterdam, Olanda, 1944
Vive e lavora a Rotterdam
Oleg Kulik
Nato a Kiev, Russia, 1961
Vive e lavora a Mosca, Russia
MoAA
Museum of American Art
Fondato a Berlino, Germania, 2004
Mariko Mori
Nata a Tokyo, Giappone, 1967
Vive e lavora a New York, NY, USA e Tokyo
Nikos Navridis
Nato ad Atene, Grecia, 1958
Vive e lavora ad Atene
Rivane Neuenschwander
Nata a Belo Horizonte, Brasile, 1967
Vive e lavora a San Paolo, Brasile
Jun Nguyen-Hatsushiba
Nato a Tokyo, Giappone, 1968
Vive e lavora a Ho Chi Minh City, Vietnam
Olaf Nicolai
Nato a Halle/Saale, Germania, 1962
Vive e lavora a Berlino, Germania
Adrian Paci
Nato a Shkoder , Albania, 1969
Vive e lavora a Milano, Italia
Bülent Sangar
Nato a Eskisehir, Turchia, 1965
Vive e lavora a Istanbul, Turchia
Gregor Schneider
Nato a Rheydt, Germania, 1969
Vive e lavora a Rheydt
Berni Searle
Nata a Cape Town, Sud Africa, 1964
Vive e lavora a Cape Town
Santiago Sierra
Nato a Madrid, Spagna, 1966
Vive e lavora a Città del Messico, Messico
Shazia Sikander
Nata a Lahore, Pakistan, 1969
Vive e lavora a New York, NY, USA
Valeska Soares
Nata a Belo Horizonte, Brasile, 1957
Vive e lavora a Brooklyn, New York, NY, USA
Kidlat Tahimik
Nato a Baguio, Filippine, 1942
Vive e lavora a Itogon, Benguet, Filippine
Pascale Marthine Tayou
Nato a Yaounde, Camerun, 1967
Vive e lavora a Yaounde e Bruxelles, Belgio
The Centre of Attention
Pierre Coinde
Nato a Saint-Etienne, Francia,1972
Vive e lavora a Londra, Gran Bretagna
Gary O'Dwyer
Nato a Londra, Gran Bretagna, 1973
Vive e lavora a Londra
Paloma Varga Weisz
Nata a Neustadt an der Weinstraße, Germania, 1966
Vive e lavora a Düsseldorf, Germania
Joana Vasconcelos
Nata a Parigi, Francia, 1971
Vive e lavora a Lisbona, Portogallo
Sergio Vega
Nato a Buenos Aires, Argentina, 1959
Vive e lavora a Gainesville, FL, USA
Sedi Espositive
Arsenale
La Biennale di Venezia dal 1999 sta portando avanti un grande intervento di recupero per consentire l'utilizzo ad uso espositivo di importanti edifici nella parte monumentale dell'Arsenale di Venezia, il complesso di cantieri, officine e depositi da cui uscivano le flotte della Serenissima. Mostre ed eventi oggi trovano accoglienza, oltre che alle Corderie, negli spazi delle Artiglierie, Gaggiandre, Isolotto, Tese cinquecentesche e Tese delle Vergini.
Giardini
Sede tradizionale delle Esposizioni d'arte della Biennale fin dalla prima edizione del 1895, i Giardini sorgono verso il margine orientale di Venezia. Accanto all'originario Palazzo dell'Esposizione (oggi Padiglione Italia, 3.000 mq.), costruito nel 1895 e da allora più volte ampliato e ristrutturato, sono stati edificati nell'ampio parco 29 padiglioni.
Articolo pubblicato il 15 giugno 2005
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