L'esposizione Illustri persuasioni. La Belle Epoque inaugura il nuovo Museo Nazionale Collezione Salce, arricchendo Treviso di una collezione di oltre 25000 affiches, seconda per ampiezza solo al Musée d'Arts décoratifs di Parigi.
Nando Salce, collezionista trevigiano (1877-1962) conservò la collezione, dalla prima acquisizione nel 1895 fino al 1962 anno della sua morte, lasciandola allo stato per sua volontà testamentaria perché serva da studio e conoscenza degli studenti, praticanti e amatori delle arti grafiche.
Il museo non ha una configurazione permanente, anche per ragioni conservative, proprio perché le opere cartacee sono particolarmente delicate e i materiali saranno esposti a rotazione attraverso delle mostre temporanee
Gli eventi in calendario hanno carattere cronologico, la prima mostra inaugurale espone opere datate tra la fine dell'800 alla prima guerra mondiale,seguiranno nell'arco dell'anno altri eventiTra le due guerre e Dal secondo dopoguerra al 1962.
Il museo appena restaurato è dislocato su quattro piani e si affaccia sul sagrato della chiesa di San Gaetano, edificio dei cavalieri templari ricco di opere d'arte, interessante da visitare con l'occasione.
L'allestimento costituito da pareti di listelli di legno chiaro è essenziale, neutro, adatto per mettere in evidenza i colori brillanti delle affiche. Nella prima grande sala, caratterizzata da capriate del sotto tetto, la parete di sinistra e alcuni framezzi trasversali sono costituitidalla gabbia di legno mentre la parte destra lascia intravedere l'intonaco affrescato, dove un telaio bianco sostiene le tele che sono da supporto ai manifesti.
Alcune bacheche basse sono state utilizzate per contenere le opere più piccole e più fragili.
La prima sala al quarto piano, è il fulcro della mostra in cui opere di Giovanni Maria Mataloni, Adolfo Hohenstein, Leopoldo Metlicovitz e Marcello Dudovich aprono una vera e propria via italiana alla cartellonistica, che vede fondersi stilemi classici con arabeschi e linearismi modernisti, a colpo di frusta. E' il critico d'arte Vittorio Pica che si occupò delle caratteristiche stilistiche e qualitative dell'arte grafica italiana, i cui preziosi estratti del taccuino dell'amatore di stampe (1900) sono di volta in volta citati nelle didascalie delle varie sale.
Infatti la Belle Epoque fu l'age d'or del cartellonismo, le immagini colorate delle grandi affiche che coloravano il tessuto urbano, furono subito popolari e amatissime. I temi sono quelli delle Esposizioni universali, la bicicletta e l'automobile, la luce elettrica, la moda per tutti, i cabaret, l'assenzio e lo champagne.E'esposta qui la prima acquisizione del giovane Nando Salce, Il brevetto Auer di Mataloni, che si propone per la prima volta in duplice copia, con la versione con sfondo rosso di poco posteriore.
Una sezione della prima sala è dedicata alla cartellonistica di impronta secessionista, dall'orientalismo lineare di Alfons Mucha alle geometrie secessioniste con pezzi di Moser, Adler , Roller e Kurzweil.
Scendendo si incontrano le altre due sale che corrispondonoalla sezione dedicata alla Nuova pubblicità, ad una stagione comunicativa tesa più all'essenzialità compositiva e cromatica. Le sale sono caratterizzata, a sinistra dalla parete di listelli di legno e a destra da una parete nera che fa risaltare le cromie accese dei manifesti.
Interprete di questa nuova idea dell'affiche è Leonetto Cappiello con il suo Chocolat Klaus, qui i contrasti cromatici sono netti, il fondo nero fa risaltare l'immagine , che diviene essenziale.
È l'idea e l'emozione, la trovata che rende memorabile il manifesto. I cartellonisti più dotati cercano la sintesi, con l'aggiunta dello slogan trasformano il manifesto da mera illustrazione del prodotto a trovata sorprendente.
Nella sala sono esposte una carellata di pubblicità, dalla scimmia di Dentol di Terzi, la pubblicità di Cinzano, Mele e S. Siro di Mazza, i bar, la moda , le corse ai cavalli di Hohenstein.
Tutt'ora come fruitori siamo attirati da queste immagini magnetiche e dal colore brillante che accende la nostra curiosità e attenzione.
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