La lettera dei 35 e gli interventi dei nostri Lettori
35 Professori in difesa dell’Architettura in Italia. E tu che ne pensi?
ARCHITETTI in RIVOLTA: liberiamo il paese dai colleghi stranieri [Carmela Riccardi, Nicola Desiderio]
Più etica e meno … ipocrisia [Marcello Silvestro]
Le risposte alla lettera dei 35
Le risposte di Ugo Rosa, Marco Gennari, Michele Sabatino, Stefania Poles, Angelo Luigi Tartaglia, Giorgio Nocerino
Risposta ai 35 di B+ C Architects: Opera senza passaporto
Ultime risposte all’appello dei 35
Risposta ai 35 di B+ C Architects: Opera senza passaporto
Gent. Marcello*,
che dire dell'ormai "famosa" lettera dei 35?
C'è qualcosa di tragico in questa nostalgia per un mondo passato che non può più tornare.
Mi vengono in mente i numerosi condoni edilizi attuati da tutte le
amministrazioni (a proposito, tra i numerosi contributi della tradizione architettonica italiana non sarebbe stato il caso di citare anche l'abusivismo?) e passati sotto silenzio.
E poi, come non ricordarsi degli anni ‘80 o dei progetti per esempio di Italia ’90?
Per non parlare poi delle giurie dei concorsi di quegli anni (potrei citarti innumerevoli esempi, ma la situazione sta poi veramente cambiando?) o della "monnezza" che ci veniva propinata in quegli anni all'università.
Quanto a me, ti invio delle foto e un breve testo dell'ultima realizzazione del nostro studio dove almeno non ci sono "tradizioni da difendere" o "passaporti da mostrare".
Saluti
Giovanni Bellaviti**
*Marcello Silvestro, direttore di archimagazine
**Giovanni Bellaviti, architetto napoletano, si trasferisce in Francia e fonda nel 1999 con Dino Constantin Coursaris lo studio B+C architectes.
B+C architectes partecipa a numerosi concorsi di architettura e urbanistica, realizza opere significative di architettura e oggi rappresenta una voce viva e presente nel dibattito architettonico contemporaneo.
Gli articoli sui progetti di B+C architectes:
Il progetto di B+C Architectes per il porto di Le Havre
Estensione del complesso sportivo J. Guimier
Costruzione del palazzetto dello sport e degli uffici dei servizi sportivi municipali
Tremblay-En-France (93)- Francia
Committente: Comune di Tremblay-En-France
SAGE Société d’amenagement et gestion d’equipements
Progettisti: B+C ARCHITECTES Giovanni Bellaviti & Dino Coursaris architetti associati
Assistente: Emilio De Sanctis
Ingegneri fluidi e struttura: Bet Berim
Economista della costruzione: Fabrice Bougon
Costo: 5 200 000 euros H.T.
Superfice: 4940 mq
Concorso: gennaio 2003
Inizio lavori: febbraio 2004
Realizzazione: aprile 2005
Impresa: EGCM
Facciata Est
Facciata Ovest
Facciata Nord
Facciata Sud
Testo di presentazione
L’idea del progetto si fonda sulla tensione fra tre “orizzonti” distinti:
- un piano orizzontale basso, il livello “sportivo” comprendente le aree di gioco
- un piano orizzontale intermedio: il livello “pubblico” concepito come il naturale prolungamento del parvis d’ingresso e del parcheggio, una specie di “piazza coperta”
- un piano orizzontale alto, completamente sospeso, quasi in lievitazione: il tetto concepito come una placca piegata di netto e traforata che “galleggia” completamente sull’edificio.
Una trasparenza visuale in direzione est-ovest dall’ingresso e il piazzale antistante verso la «città» é in questo modo creato.
Faglia
Gli utilizzatori, siano essi il pubblico o gli sportivi sono spinti a “scoprire” una sequenza di spazi di taglia e scala differenti, che si
“dilatano” e si “comprimono”, guidati dal profilo variabile del tetto.
Questi principi ci hanno indotto fin dall’inizio ad operare alcune scelte:
- posizionamento della piccola sala di sport in continuità con la grande sala
- rigida separazione delle circolazioni riservate agli sportivi ed al pubblico, semi-interrando i terreni di gioco e gli spogliatoi
- concentrazione sui lati lunghi nord e sud degli spazi «serventi»
(circolazioni, servizi e tribune fisse) e posizionamento al centro degli spazi «serviti» (le sale sportive polifunzionali).
La capienza totale della sala munita di tribune fisse e tribune retrattabili é di circa 1000 spettatori.
Nel foyer-hall una serie di “oggetti”» di taglia, colore e materiali differenti accolgono il visitatore:
- il blocco sospeso degli uffici dei servizi sportivi municipali
- la sala di convivialità, blocco translucido in policarbonato, divisibile in due parti e destinata ad accogliere fino a 100 persone per ricevimenti, conferenze stampa e riunioni.
- il blocco opaco comprendente la biglietteria, le toilettes pubbliche e il locale del custode.
Una volta attraversato questo spazio, il visitatore “scopre” una seconda sequenza: la piegatura del tetto annuncia l’arrivo verso la grande sala di sport e le circolazioni che permettono l’accesso alle tribune.
Nel rispetto delle esigenze imposte dal programma, l’idea é stata anche quella di “comporre” un sistema che non sia introverso e ripiegato su se stesso ma che si imponga come un elemento “federatore” , un punto di articolazione tra i differenti elementi che compongono il “Parc des sports” nel quale l’edificio si situa.
Interno Palazzetto |
Sala convivialità |
A questa esigenza corrispondono le due «faglie», situate in corrispondenza delle piegature del tetto e che, completamente traversanti, assicurano la trasparenza in direzione nord-sud.
Il loro ruolo é:
- di ordine urbano, permettendo una comunicazione visuale tra l’interno e l’esterno dell’edificio, un dialogo tra l’edificio, il parco e i terreni di gioco all’aperto che circondano l’edificio.
- d’ordine architettonico, permettendo di «tagliare» l’edificio in tre parti distinte (che corrispondono a tre diverse entità funzionali) e di conseguenza di ridurne la scala e l’impatto
- d’ordine funzionale, permettendo eventualmente d’accedere separatamente ad una delle tre parti (e noi immaginiamo soprattutto alla piccola sala sportiva e a l’insieme foyer-sala di convivialità-uffici dei servizi sportivi municipali)
Il Palazzetto visto dal Parco
Articolo inserito il 21 settembre 2005