Iso Rivolta: un marchio che rinasce grazie alla Mako-Shark
di Davide Panarella
Il marchio ISO RIVOLTA è un marchio che è entrato di diritto sia nella storia
del design mondiale che in quello motoristico. Nato nel 1953 come”ISO
MOTOVEICOLI s.p.a.”, si impegna nella realizzazione di motocicli caratterizzati
da un design, che pur riassumendo le forme stilistiche della Vespa e della
Lambretta, rimane molto originale. Il prodotto di maggior successo di quegli
anni rimane però l' ISETTA. Il veicolo è a metà strada tra lo scooter e
l'automobile ed è pensato per motorizzare, con bassi costi, l'Italia della
ricostruzione. In Italia la vetturetta non incontra un particolare successo
tanto che nel 1956 viene interrotta la produzione ed il brevetto ceduto alla
BMW che ne fa la sua fortuna; infatti, la piccola vetturetta sarà prodotta in circa
162.000 esemplari.
Nel 1957 l'azienda assume il nome di ISO RIVOLTA e si dedica alle auto gran
turismo su meccanica Chevrolet. Nascono automobili leggendarie, disegnate dai
massimi stilisti dell'automobile. Ogni modello è un caso a sé in fatto di innovazione
e design. Purtroppo, l'azienda vive negativamente la crisi petrolifera dei
primi anni '70 del s.s. ed è costretta a chiudere l'attività il 31 dicembre
1974.
Dalla chiusura degli impianti ad oggi si sono susseguiti vari tentativi di far
rinascere il marchio attraverso la realizzazione di una nuova autovettura ma la
maggior parte delle iniziative si sono sempre arenate.
Unica eccezione è stata la GRIFO '90.
Le auto Iso Rivolta sono nate per la volontà e testardaggine di Renzo Rivolta e
solo la testardaggine di altri imprenditori poteva permettere la nascita di
una nuova ISO GRIFO, la “Grifo 90”.
Era verso la fine degli anni ‘80 quando Marcello Gandini disegnò l'ultima
vettura per la Iso Rivolta denominata Grifo90 per volontà della stessa famiglia
Rivolta che pensava ad un ritorno nel mondo delle automobili. Da quei disegni furono
realizzati dei modelli in legno dei quali non si seppe più niente, avendo la famiglia
Rivolta rinunciato all'iniziativa. Il marchio stava ritornando nell'oblio.
In epoca recente, i modelli furono recuperati da Claudio e Federico Bonomelli,
(appassionati del marchio e testardi imprenditori) titolari della Mako-Shark,
azienda che realizza manufatti in fibra di carbonio per i settori auto,
nautica, aerospazio e militare.
Aver recuperato i modelli non riuscì ad attenuare il loro amore per le
Iso-Rivolta, anzi, il loro interesse aumentò grazie anche alle sollecitazioni
degli amici che lodavano la bellezza della linea di quei modelli in legno. A
quel punto scatta la decisione di produrre, da quei modelli, un prototipo
marciante e, perché no, omologabile, pensando anche ad una produzione in serie
limitata.
Ricevuta l'approvazione da parte di Piero Rivolta per la realizzazione di 12 esemplari,
la famiglia Bonomelli, con l'aiuto delle maestranze della loro azienda Mako-Shark,
si mette al lavoro ed in circa 2 anni realizza il prototipo che vi presentiamo;
lo stesso, tra lo stupore degli appassionati, è stato visto al concorso
d'eleganza Villa d'Este sul lago di Como.
Due gli esemplari finora venduti: uno ad un collezionista americano, che già
possiede una Grifo A3/C, un altro allo stesso Piero Rivolta; il prezzo finale
si aggirerà intorno ai 200.000 euro.
Per l'occasione, la famiglia Bonomelli ci ha messo a disposizione la vettura e
con estrema gentilezza ha colmato tutte le nostre curiosità, raccontandoci
anche delle difficoltà e delle soddisfazioni incontrate nello sviluppo di
questo ambizioso progetto.
Il modello è stato sviluppato su pianale Corvette*, con la completa costruzione
della carrozzeria in carbonio polimerizzato in autoclave su telaio a longheroni
d'acciaio. Le dimensioni sono relativamente compatte: lunghezza di 4.550 X 2.100
mm e un'altezza di soli 1,210 mm. Il passo è di 2.650 mm.
(* La scelta del pianale non è stata casuale ma la Iso Rivolta già utilizzava
per i modelli GT300/GT 340 del 1962 tale meccanica.)
La vettura, realizzata principalmente a mano, ha una cura nei dettagli tipica
delle vetture di lusso, numerosi i particolari in carbonio lasciati in vista,
come le griglie delle prese d'aria.
Nella realizzazione della “numero 1” si è rispettato fedelmente il modello di
Marcello Gandini, ad eccezione dell'alettone posizionato sul cofano anteriore
che, annullando la spigolatura cofano-parabrezza, migliora l'equilibrio stilistico.
E' importante ricordare che la carrozzeria è stata pensata circa 20 anni fa e
secondo le idee del tempo va analizzata.
La ricerca e la cura dei particolari è dimostrata dagli specchi retrovisori,
veri ornamenti scultorei.
I fari anteriori a scomparsa verso il basso nascondono due semplici luci, un
anabbagliante e un abbagliante di forma circolare che sembrano diamanti
incastonati nel carbonio; anche qui eccezionali le finiture e bellissimo il
disegno del carbonio. Quando l'auto veniva pensata non esistevano e non erano
neanche utilizzabili, in quanto non omologabili, i fari in policarbonato, che
oggi si integrano con grande libertà formale alle linee delle auto.
Il bagagliaio della vettura è molto capiente e comunicando direttamente con
l'abitacolo rende lo stesso più arioso e spazioso
Il cofano anteriore racchiude il poderoso motore GM LS6 di 5,7 litri di 430 CV
a 6.500 giri/min e la Iso Grifo 90 dovrebbe essere in grado di superare i 300
km/h e di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 3,6 secondi. Il coperchio delle
punterie è realizzato totalmente in carbonio e porta incastonato, al suo
centro, il leggendario Grifone
Nel complesso, la vettura è ben equilibrata: larghissime le portiere ma anche
leggerissime grazie ai materiali compositi di cui sono realizzate, molto
sportiva l'entrata. La vettura anche se, come già detto, ha un design nato
oltre vent'anni fa, si presenta ancora attuale, questo grazie alla capacità di Gandini
di creare linee non ossidabili dal tempo.
Come accennato, la vettura risulta molto slanciata e perfettamente equilibrata
nelle forme e nelle proporzioni, numerosi i richiami allo stile di Gandini. La
fanaleria posteriore verticale è ben visibile ma, di sicuro, problemi di costo
hanno portato all'utilizzazione di elementi tratti dalla componentistica di
grande serie. Ciò avveniva quasi sempre nelle fuoriserie del passato quando si
vedeva la fanaleria delle Alfa Romeo utilizzate sulle Maserati o sulle Lamborghini
e le fanalerie Fiat 850 utilizzate sulle Ferrari.
Particolare l'illuminazione della targa completamente invisibile a luci spente.
I quattro scarichi sono ravvicinati verso il centro del posteriore, dando
spazio alle estremità di alcune bombature del paraurti.
Lo sfogo laterale posizionato a pochi centimetri dietro la ruota anteriore
lascia un profondo solco che arriva sino al passaruota posteriore,che tagliando
il prospetto laterale in due parti conferisce slancio verso l'alto e verso il
posteriore. Si ha la sensazione che l'auto sia sempre pronta allo scatto. La
linea rimane sempre pulitissima e leggera.
Gli interni, molto ben curati e se pur determinati dalle caratteristiche
sportive della vettura, risultano molto comodi ed ergonomici; la pelle di
qualità domina la scena. Bellissime le sedute caratterizzate dal carattere
sportivo e tecnologicamente avanzato (non per niente la Mako-Shark produce le
parti delle sedute per la Ferrari e altre aziende); sul poggiatesta, il
grifone, ricamato a mano, è una leziosità che non poteva mancare.
L'ingresso dell'abitacolo è molto basso ma è uno sforzo dovuto e ben accettato dagli
amanti di un'auto sportiva. All'apertura della porta è impossibile non leggere la
scritta –ISO GRIFO 90-. Ottima anche la diffusione acustica dell'impianto
stereo, realizzato con la collaborazione della migliore componentistica del
settore.
Il tachimetro segna i 200mph ossia i 321,8km|h; al centro presenta il Grifone bene
illuminato e danno un senso di sportività e velocità. Ottima la visibilità notturna.
Articolo di Davide Panarella
Cenni storici Umberto Panarella
Si ringrazia Luigi Santibacci per la collaborazione