La biografia di Giorgio de Chirico
de Chirico
de Chirico
Padova - Palazzo Zabarella
Dal 20 gennaio al 27 maggio 2007
In arrivo un de Chirico mai visto e nemmeno immaginato
"Questa mostra vi guiderà passo per passo alla scoperta della più emozionante avventura intellettuale e poetica dell'arte del XX secolo: un de Chirico che non avete mai visto e nemmeno immaginato, il "vero" de Chirico che sta all'origine del surrealismo e di tutto ciò che di magico e inquietante vi è nell'arte del novecento". L'affermazione è di Paolo Baldacci che con Gerd Roos cura la grande mostra che Palazzo Zabarella ha in programma a partire dal prossimo 20 gennaio.
Sarà presentata una selezione di capolavori di altissima forza evocativa e poetica che non potrà non lasciare il segno tra i visitatori. E anche un'occasione unica per vedere, oltre alla più ampia selezione mai offerta nel nostro paese di opere metafisiche e dei primi anni '20, molti dipinti straordinari che non compaiono in mostre pubbliche o private da prima della seconda guerra mondiale.
I curatori si sono mossi fin dall'inizio nell'intento di rendere accessibile al pubblico la complessità di un artista che ha prodotto un corpus di opere vastissimo ma discontinuo e che ha avuto un'attività più che sessantennale segnata da frequenti inversioni di rotta e contraddizioni più apparenti che sostanziali. Le opere sono state scelte in base alla qualità e al loro significato per dare un'immagine completa ed equilibrata di ciò che rimane vivo del suo legato artistico, riannodando le fila di un percorso che ai suoi tempi fu segnato da inauditi entusiasmi e da feroci polemiche, e avventurandosi nelle pieghe di una personalità capace di caparbie affermazioni ma anche di tristi cedimenti.
Giorgio de Chirico
Le rêve transformé, 1913
Saint Louis, Saint Louis Art Museum
Nato a Volo, in Grecia, nel 1888 e morto a Roma nel 1978, Giorgio de Chirico, inventore della pittura metafisica, è stato l'artista italiano che ha avuto più influenza sull'arte moderna.
Giorgio de Chirico
L'énigme d'une journée (II), 1914
San Paolo, Museo d'arte contemporanea dell'Università di San Paolo
Egli chiamò Metafisica l'arte che rivela i misteri e gli enigmi della realtà che ci circonda. Osservare il mondo come un enorme museo di stranezze e guardare tutto come chi "vede" per la prima volta, sono le regole che governano la sua pittura e con le quali egli muove alla scoperta di ciò che sta oltre la materia visibile.
Giorgio de Chirico |
Giorgio de Chirico |
de Chirico si pose infatti come obiettivo di "dipingere ciò che non si può vedere", e ottenne il suo scopo accostando le immagini in modo da creare sensazioni insolite e profonde emozioni poetiche, capaci di indurre nello spettatore l'intuizione di quell'inafferrabile non senso che governa il mondo: non un mistero divino situato nell'alto dei cieli, ma un "mistero laico" annunciato dalle cose comuni di tutti i giorni, osservate con spirito nuovo.
Giorgio de Chirico
Le revenant (Le cerveau de l'enfant), 1914
Stoccolma, Moderna Museet
Dai primi quadri simbolisti (1909) ai grandi capolavori del periodo metafisico (1910-1919), dalla fase classica (1920-1922) al nuovo romanticismo delle "ville romane" (1923-1924), dai miti moderni degli "anni ruggenti" (1925-1929) ai "bagni misteriosi" e alla metafisica dell'America (1934-1937), per chiudere con la celebrazione di sé come pittore "in costume" al di là del tempo (1939-1954) e con la parodia ironica dei suoi antichi misteri (1968-1974): un percorso visivo di altissima qualità articolato in 100 capolavori che vi faranno capire perché de Chirico è una delle personalità che più hanno rivoluzionato l'arte moderna e l'intero mondo della comunicazione visiva.
de Chirico con la sua pittura "metafisica", sviluppatasi tra la fine del 1909 e la fine del 1918, anticipò molti aspetti di movimenti come il Dadaismo, il Surrealismo e il cosiddetto Realismo Magico, e fu un punto di riferimento stilistico fondamentale per il "Novecento" pittorico e architettonico e per le correnti artistiche europee ad esso affini. Ma la sua opera non cessò di esercitare un largo fascino anche nel secondo dopoguerra influenzando in modo determinante la Pop Art con la concezione metafisica dell'irrazionalità dei linguaggi e stimolando il ritorno della "memoria" e delle pratiche della citazione nell'estetica post moderna.
La portata rivoluzionaria dell'arte di de Chirico degli anni '10 si manifesta proprio nell'ampiezza dell'influsso esercitato su tendenze di segno addirittura opposto tra loro. Nonostante questo, la pittura metafisica ha una sua specificità concettuale che la rende un fatto a sé stante, non assimilabile nel profondo a nessuno dei movimenti che ad essa si richiamano. Questa caratteristica, che sorge da un particolarissimo amalgama di pensiero classico e di nostalgia romantica, si perpetua in differenti gradazioni anche negli altri "stili" praticati dall'artista dopo il 1918 e costituisce come il filo conduttore di tutta la sua opera.
La carriera artistica di de Chirico è segnata da frequenti e improvvise inversioni di rotta: il passaggio dal simbolismo romantico alla pittura metafisica tra il 1909 e il 1910; l'abbandono della metafisica e il ritorno a una figurazione classica nel 1919; la riedizione in forme nuove dello stile metafisico tra il 1925 e il 1926; la svolta verso il naturalismo nel 1930, interrotta tuttavia da intermezzi di pittura d'invenzione; la svolta barocca tra il 1938 e il 1940 e, infine, il ritorno senile alla neometafisica nel 1966-68. Questa libertà d'espressione che si concreta nella pratica, talvolta anche contemporanea, di stili diversi, è stata da molti biasimata come la deplorevole inclinazione al voltafaccia di un artista che aveva perso la sua ispirazione. La morte artistica di de Chirico è stata infatti proclamata più volte, senza però mai trovare un accordo sulla data: chi la poneva nel 1919, chi nel 1929, chi nel '35, e così via.
Questa mostra, dando un particolare rilievo alle opere storiche degli inizi, della metafisica e degli anni '20, si propone, attraverso un percorso visivo di alta qualità corredato di spiegazioni e commenti, di condurre il pubblico, da un lato, alla scoperta della rivoluzione operata da de Chirico nel campo delle arti visive ed enunciata nella famosa formula: "bisogna dipingere ciò che non si vede", dall'altro alla comprensione di quel filo conduttore di tutta la sua opera di cui abbiamo parlato all'inizio, concentrandosi, anche attraverso i saggi in catalogo, proprio sulle tante svolte della sua carriera.
Il percorso si articolerà dunque in diverse sezioni corrispondenti ai vari "momenti" artistici di de Chirico.
Dalle prime opere simboliste influenzate da Böcklin e da Klinger, via via fino alla scoperta della muta poesia delle piazze e delle torri, architetture dell'invisibile e dell'infinito, tra il 1909 e il 1913, per approdare nel 1914 a quella che l'artista chiamava "la solitudine dei segni" e che rivela il "non senso" insito in ogni forma di comunicazione. E poi, dal 1914 al 1918, il teatro esaltante e fantastico di una lucida follia che sconfina nella chiaroveggenza e in una forma superiore di conoscenza poetica.
Alla svolta del primo dopoguerra, nel 1919, forse esacerbato dallo scarso riconoscimento critico riservatogli in Italia, e mentre a Parigi e in tutta Europa si guardava alla sua pittura metafisica come a un punto di riferimento essenziale, de Chirico sorprende tutti tornando a forme di rivisitazione classica permeate di romanticismo. E' l'epoca dei grandi quadri allegorici conosciuti col nome di "Ville Romane", delle sontuose nature morte e degli autoritratti densi di metafore e di simboli.
Di questo periodo, che dura fino alla metà del 1925, la mostra offrirà la più ampia selezione finora vista.
Il rientro a Parigi, alla fine del ‘25, comporta un ritorno a forme stilistiche più affini all'antica metafisica, tanto che quei suoi anni sono stati talvolta erroneamente definiti come "surrealisti". In realtà de Chirico rimane legato a una sua disincantata visione del mondo permeata di nostalgia del classico, ma lontana da qualsiasi forma di accademismo e anzi densa di sensibilità filosofica attuale e concepita in pieno spirito di modernità. A questo periodo, che dura fino alla fine del 1929 e che è tra i suoi più noti, sarà riservata una rigorosa selezione di capolavori illustranti i principali soggetti da lui allora trattati: mobili nella valle, interni, manichini archeologi, cavalli, gladiatori, trofei, ecc.
Gli anni '30 segnano una crisi e vedono il Maestro in bilico tra una strana forma di naturalismo, forse praticato anche per compiacere i gusti del pubblico italiano, e altissime punte di fantasia metafisica, come nella serie dei "Bagni misteriosi" e nelle composizioni ispirate ai "Calligrammes" di Apollinaire. Pochi esempi di alto livello mostreranno soprattutto questo secondo aspetto della sua arte, che troverà sbocco in quegli anni anche in una rilevante attività di illustratore e scenografo.
La svolta verso un ridondante gusto "Barocco", che si manifesta nella pittura di de Chirico a partire dal suo rientro dal lungo viaggio in America (agosto 1936 - gennaio 1938) sarà rappresentata, per decisione dei curatori, solo da un'ampia selezione di autoritratti.
E' infatti attraverso gli intenti auto-apologetici e auto-mitografici sottesi alla pratica del ritrarre se stesso per centinaia di volte, e nella loro motivazione psichica remota, che si dipana al meglio la delirante fantasmagoria tecnica e pittorica dell' artista, incamminato ormai verso uno scontro frontale con l'arte moderna.
La mostra si concluderà con una scelta di opere neo-metafisiche, nelle quali il vecchio pittore, dopo la metà degli anni '60, rivisita con spirito vivo e ironico figure e temi del suo passato in una nuova giovinezza creativa ravvivata da un ancor fresco anche se nostalgico soffio poetico.
Informazioni
de Chirico
Luogo: Padova - Palazzo Zabarella
Via degli Zabarella, 14 - Padova
Periodo: dal 20 gennaio al 27 maggio 2007
Orario: tutti i giorni: 9,30 - 19,30
Ingresso: intero 10,00 Euro; ridotto speciale 8,00 Euro, ridotto di legge 5,00 Euro
A cura di: Paolo Baldacci e Gerd Roos, promossa da Fondazione Bano, Comune e Provincia di Padova in collaborazione con la Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Roma e con il sostegno di Fondazione Banca Antonveneta e Corriere della Sera
Catalogo: Marsilio
Informazioni e prenotazioni: tel. 049 8753100