Virtù d'amore. Pittura nuziale nel Quattrocento fiorentino
Firenze - Galleria dell'Accademia
Dall'8 giugno all'1 novembre 2010
La camera è il fulcro della casa nel Rinascimento: è il luogo più intimo e
protetto, dove si consuma il matrimonio, si partorisce, si muore.
Sono soprattutto le spalliere, come il cosiddetto Cassone Adimari della
Galleria dell'Accademia - da cui prende avvio la mostra - e i fronti istoriati
dei cassoni a offrire straordinarie testimonianze sulla casa fiorentina
rinascimentale, sulla moda preziosa, sulla celebrazione delle feste, sulla
ritualità che accompagnava il matrimonio, dal fidanzamento all'ingresso della
sposa nella casa del marito.
Oltre a ciò la “pittura da camera” ha la fondamentale funzione di trasmettere,
attraverso le storie rappresentate, messaggi di monito e incitamento verso una
condotta ritenuta esemplare per la coppia; tale aspetto ci aiuta oggi a mettere
a fuoco un punto cardine della civiltà fiorentina nel Quattrocento: il ruolo
della famiglia e quello dei singoli sposi al suo interno. Attingendo alla
mitologia classica, alla Bibbia, a episodi storici e alla letteratura del
tempo, vengono raffigurate tutte le sfaccettature dell'amore, nonché i doveri
che ne conseguono: dall'amore che trionfa su contingenze avverse (Nozze di Teti
e Peleo), alle virtù di obbedienza e abnegazione che la donna deve perseguire
(Leggenda di Griselda dal Decameron di Boccaccio), al coraggio delle eroine
Lucrezia e Virginia romana, che scelgono la morte come fonte di riscatto. Una
sezione a sé illustra le deleterie conseguenze dell'amore come magia sessuale,
capace di soggiogare completamente la volontà dell'uomo.
Non dobbiamo dimenticare, tuttavia, che il matrimonio significava soprattutto
dare vita a una nuova progenie e perpetuare la famiglia. A questo fine, l'ultima
sezione della mostra è dedicata all'orgoglio della casata, che si afferma
attraverso storie che raccontano la fondazione di stirpi celebri come quella di
Enea e di David o, seguendo i testi del Petrarca, celebrano i Trionfi di Fama,
Tempo ed Eternità. Tali immagini potevano anche essere dipinte sui deschi da
parto, tavole di forma circolare benaugurali o celebrative del lieto evento,
che venivano recate in dono alla puerpera; particolarmente famoso, quello
realizzato in occasione della nascita di Lorenzo il Magnifico (Trionfo della
Fama, New York, Metropolitan Museum).
Infine, le opere esposte, fra le quali si segnalano esemplari eseguiti da
illustri pittori come Botticelli (Storia di Virginia Romana, Bergamo, Accademia
Carrara), Filippino Lippi (Storia di Lucrezia Firenze, Galleria Palatina), Pesellino
(Storie di Susanna, Avignon, Musée du Petit Palais), aprono uno straordinario
scorcio sulle botteghe fiorentine impegnate nella produzione di questi oggetti,
che proprio nel Quattrocento conobbe la maggiore fortuna.
La mostra è organizzata in collaborazione con il Museo Horne di Firenze, che
presenterà un percorso di valorizzazione del consistente nucleo di cassoni
dipinti presenti nella raccolta e afferenti all'insieme originario appartenuto
a Herbert Percy Horne, arricchito per l'occasione da alcune opere
eccezionalmente concesse da collezionisti privati.
Informazioni
Soprintendente: Cristina Acidini
Direzione della mostra: Franca Falletti
Cura della mostra: Franca Falletti, Daniela Parenti, Elisabetta Nardinocchi, Claudio
Paolini, Ludovica Sebregondi
Cura del catalogo: Daniela Parenti, Claudio Paolini, Ludovica Sebregondi
Catalogo: Giunti Editore
Produzione e gestione della mostra: Opera Laboratori Fiorentini S.p.a