Tesori e gioielli del Petit Palais di Parigi
Valenza (Al) - Villa Scalcabarozzi
Dal 2 ottobre al 28 novembre 2010
Valenza, capitale dell'oreficeria italiana, ospita dal 2 ottobre al 28 novembre 2010, una mostra che ripercorre la storia dell'arte orafa francese dal XVII secolo al Novecento, con 50 oggetti di alta gioielleria, tra collane, anelli, braccialetti, spille e una serie di disegni preparatori, importanti per capire la genesi di questi capolavori, realizzati dai più importanti artigiani orafi francesi, provenienti dalla collezione del Petit Palais di Parigi.
Villa Scalcabarozzi, futura sede del Museo del Gioiello di Valenza,
recentemente restaurata per conto della Fondazione Cassa di Risparmio di
Alessandria, aprirà le proprie sale alle più preziose creazioni di artisti
quali L'Egaré, Pouget, Fontenay, Fouquet, Lalique, Boucheron, Cartier e altri.
L'iniziativa, dal titolo Tesori e gioielli del Petit Palais di Parigi,
organizzata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria e dal Petit
Palais Museo delle Belle Arti della Città di Parigi, con il patrocinio della
Regione Piemonte, della Provincia di Alessandria, del Comune di Valenza, della
Camera di Commercio e della Cassa di Risparmio di Alessandria, in
collaborazione con Palazzo del Governatore, Centro Italiano per le Arti e la
Cultura, Associazione Orafa Valenzana, Expo-events e Civita, curata da Martine
Chazal, ricercatrice al dipartimento di gioielleria al Musée du Petit Palais
sarà l'occasione per rivivere l'evoluzione dell'arte gioielliera, seguendo il
mutare degli stili, del gusto e della raffinatezza delle corti francesi, che si
modificavano parallelamente al corso del periodo storico in cui erano stati
progettati.
Il percorso espositivo prenderà in analisi le varie epoche in cui quest'arte si
è affermata, a partire dalla metà del 1600 con le acqueforti di Gilles L'Egaré
per passare, nel secolo successivo, alle creazioni di Jean-Henry Pouget, i cui
gioielli abbellivano i décolleté delle dame della corte di Luigi XV.
Particolarmente interessante sarà la sezione che ripercorre l'età napoleonica
quando, dopo la Rivoluzione, la corte francese riscoprì una nuova forma di
eleganza. Dopo la vittoria di Marengo, infatti, attorno all'imperatore si formò
una nuova élite, da lui trattata con generosità, che cercava di abbagliare, di
affascinare, e che si sentisse all'altezza dei nuovi titoli nobiliari da poco
acquisiti. L'estetica dei gioielli traeva ispirazione dal lontano passato
culturale, stimolata dalla campagna napoleonica in Egitto e dagli scavi
etruschi e romani.
L'Imperatore e la società desideravano una rottura netta con lo stile
dell'Ancien régime; le parure adottarono quindi come punto di riferimento il
gusto antico. Napoleone prediligeva, in modo particolare, i cammei, ammirati e
invidiati anche da una società femminile che potesse trarre vantaggio dal nuovo
ordine sociale, e per i quali gli smaltatori offrirono copie di alta qualità,
come testimonia la collana neoclassica, esposta a Valenza.
Con la Restaurazione e con l'affacciarsi nella società di una borghesia molto
attiva, l'aristocrazia del XIX secolo, in evidenti difficoltà finanziarie, si
accontentava di esibire parure che cercavano di resuscitare il prestigio
passato. Inoltre, l'indipendenza del Brasile del 1822 che generò uno scambio
commerciale più intenso, portò in Francia pietre semi-preziose, economicamente
più accessibili dei diamanti. Ametiste, topazi, acquemarine ornavano i diademi,
componevano i collari e le spille, e decoravano gli orecchini.
Con il regno di Carlo X tornò lo sfarzo a corte. Ma anche se le parure
comparirono nuovamente numerose, queste conservavano il carattere di produrre
il massimo effetto con l'impiego di una minima quantità di materia preziosa,
com'è esemplificato dalla parure romantica del 1830, in cui l'oro si associa
all'ottone e all'argento dorato.
È in questo àmbito che rifulge la figura di Simon Petiteau (1782-1860),
gioielliere francese, che ha contraddistinto con la sua creatività la metà del
XIX secolo, di cui viene presentato uno splendido bracciale, in oro, diamanti e
turchesi. Le sue opere che sposano il gusto del periodo, ravvivate dai colori
dello smalto e da piccole gemme, sono costellate di perle, l'uso delle quali
rappresenta la sua caratteristica principale.
La mostra di Valenza, inoltre, focalizzerà la sua attenzione sul periodo
caratterizzato dalla nascita e dalla crescita dell'art nouveau. Compaiono, alla
fine dell'Ottocento, una serie di personalità che hanno deciso la storia del
gioiello negli anni futuri, tra i quali Frédéric Boucheron, che fu un grande
innovatore pur preservando lo sguardo e la sensibilità gemmologica della grande
gioielleria, René Lalique, che rivoluzionò l'arte del gioiello e che fu
consacrato come Maestro nell'Esposizione universale del 1900, Georges Fouquet,
le cui creazioni, in collaborazione con Alphonse Mucha, crearono un grande
stupore tra gli appassionati.
Informazioni:
Tesori e gioielli del Petit Palais di Parigi
Luogo: Valenza (Al) - Villa Scalcabarozzi
Via Mazzini - Valenza (Al)
Periodo: dal 2 ottobre al 28 novembre 2010
Orari: dal martedì al venerdì: 15.30 / 19; sabato, domenica e festivi: 10/13 – 15/19; lunedì chiuso
Ingresso: 5,00 Euro intero - 3,00 Euro ridotto - 1,50 Euro ridotto speciale
scuole
Catalogo: 25,00 Euro
Per informazioni e prenotazioni: tel. 0131 264306