La visione dell'architettura attraverso la pittura nell'opera di Egle Trincanato
di Emiliano Balistreri
La pubblicazione del giornale monografico dedicato dallo IUAV ad Egle Trincanato consente una serie di riflessioni sulla personalità e l'opera di questa studiosa analizzandone aspetti finora poco noti, permettendo innanzitutto di non ridurre la percezione dell'intera attività della stessa al volume sull'edilizia minima, Venezia minore, pubblicazione con cui spesso semplificando si identifica l'intero suo campo d'azione; in effetti dall'elaborazione di questo studio deriva tutto il suo lavoro di ricerca che però non fu limitato all'unico tema della casa d'architettura spontanea, ma incluse l'intera evoluzione urbanistica della città di Venezia analizzata insula per insula, edificio per edificio; ciò constatato e chiarito, ripensando all'intera biografia di Trincanato, tra gli elementi poco conosciuti del suo lavoro appare strettamente connessa all'ideazione del libro la produzione pittorica dell'autrice di cui si intende riferire in questo articolo; anche in questo caso quindi non si può prescindere dal partire dal suo libro per eccellenza.
Scrive Elena Bassi nel 1949: “Il volume Venezia minore non colma una
lacuna. Non colma una lacuna perché nessuno ha mai studiato l'argomento, e il
libro è l'inizio di una serie di ricerche... la suggestione data da Venezia
sarebbe assai diminuita se alle dimore signorili non fossero intercalate le
umili, ma belle case di quegli artigiani, commercianti, paroni de barca,
marinai, che hanno fatto grande la città. Il geniale volume della Trincanato ce
la fa conoscere bene, negli alzati e nelle piante; ricerche e studi pazienti,
costanti, appassionati, hanno fruttato un'opera importante, che rimarrà
fondamentale nella bibliografia veneta.”.
Segue nel 1950 Carlo Ludovico Ragghianti che dichiara: “Questo lavoro della
Trincanato, frutto di molti anni di ricerche e di rilievi diretti, offre un
materiale prezioso di studi comparati originali sulle espressioni
architettoniche in Venezia dal secolo XI al secolo XVIII... Il pregio singolare
di questa trattazione - che si vorrebbe veder moltiplicata, per metodo e per
risultati, a vantaggio di tutte le città italiane, come ricerca basilare
esercitata in ogni scuola di architettura - sta nell'esattezza come nella
sensibilità analitica... ”
Sono solo due esempi di come la critica specializzata accolse e recensì il
libro edito nel 1948 per i tipi del Milione di Milano.
Si tratta di un volume che verte sull'edilizia minima di due sestieri di
Venezia, Castello e Dorsoduro, presentando gli edifici in pianta ed alzato e
talora in prospettiva dando contestualmente essenziali notizie storiche in
schede che si distinguono per la sinteticità, per la chiarezza e la semplicità
di esposizione, infatti già durante il periodo di preparazione della ricerca e
di indagine sul campo e poi di redazione delle bozze Trincanato svolge
l'attività di docente e quindi impronta il proprio linguaggio e la propria
metodologia all'idea della necessità che l'opera sia facilmente fruibile dagli
studenti d'architettura oltre che dai colleghi architetti e docenti, in
sostanza si prefigge l'intento di elaborare un saggio divulgativo.
Purtroppo l'esame sistematico degli edifici minori dell'edilizia storica
veneziana si è fermato a due sestieri su sei in quanto il progetto di editare
altri due volumi dedicati a Cannaregio, San Marco, San Polo e Santa Croce è
rimasto tale, forse sia per i molti impegni professionali ed istituzionali che
la occuparono a partire degli anni 50' sia perché l'attenzione di Trincananto
fu prima attratta dalla pubblicazione di saggi su Palazzo Ducale e l'area
marciana, poi dall'edizione di una storia urbanistica di Venezia dalle origini
all'età contemporanea (il libro Venise au fil du temps, edito in Francia
nel 1971), per concentrarsi infine nell'elaborazione di un ulteriore volume
sulla città di Venezia scritto a quattro mani con Giuseppe Samonà e rimasto
allo stato di bozza; quindi l'interesse predominante negli studi di Trincanato
negli ultimi trent'anni della sua attività è stato quello dell'analisi delle
insule veneziane: il loro formarsi, le connessioni tra esse esistenti, il
motivo della loro conformazione, il rapporto tra edifici religiosi e pubblici,
tra l'edilizia patrizia e quella borghese e popolare, i nessi sociali
riscontrabili nella storia della città, l'evoluzione della forma urbis
dell'insieme delle isole lagunari; dunque la ricerca intrapresa sotto un
profilo prettamente architettonico si sviluppò in definitiva in senso
decisamente urbanistico.
Trincanato, dagli anni della direzione di Palazzo Ducale in poi, nota per la
fama del suo libro, fu peraltro relegata in ambito accademico, a causa di una
distorta visione di collegi egopatici, al ruolo marginale di semplice
insegnante ed assistente di Samonà, eppure Trincanato si dimostra oggi, dopo
l'attenta disamina del suo archivio personale effettuata dall'Archivio
Progetti, una storica dell'architettura e dell'urbanistica non inferiore ad
altri architetti coevi maggiormente celebrati e si rivela anche la più lucida
conoscitrice dell'architettura veneziana insieme all'amica Elena Bassi.
Sempre relativamente alla lettura di Venezia minore, probabilmente in
polemica con quella classe di docenti autoreferenziali cui ho accennato,
scrisse Aldo Camerino già nel 1949 nelle colonne de Il gazzettino di Venezia:
“Forse in virtù delle eccellenti conoscenze tecniche, le quali le permettono
una visione raffinata quanto si vuole, personale al giusto, e non mai sfuocata
come quella di certi strambi e presuntuosi, e certo per un caro equilibrio che
la guida nella scelta e nella scrittura, facendole raggiungere una ponderazione
che s'esprime con rapida scioltezza, Egle Renata Trincanato, architetta, ci dà,
in questa sua Venezia minore, un libro tutto da godere. Opera utilissima al
tecnico e allo studioso.”.
Comunque, come precedentemente asserito, oltre al saggio per cui è
prevalentemente ricordata, risulta significativo un elemento singolare della
sua attività, ovvero la visione ed interpretazione dell'architettura tramite la
pittura, infatti, nella prima fase di ricerca, nel volgere degli anni 30' e
40', dagli elaborati sulla casa veneziana fino al libro Venezia minore,
Trincanato allo studio d'archivio ed in loco affiancò la realizzazione di
disegni e di dipinti, certo non concepiti in senso artistico, quale
rappresentazione estetica, ma in funzione della restituzione grafica dei volumi
e della cromia dell'elemento architettonico inserito nel contesto cui lo stesso
appartiene; in quegli anni non era sufficiente per Trincanato riprodurre un
edificio disegnandolo o fotografandolo, lo voleva restituire pittoricamente per
fermarlo meglio nella mente, per scandagliarlo con l'occhio dell'architetto; da
questo tipo peculiare di approccio è scaturito un corpus di circa cento vedute
di Venezia di piccolo formato eseguite en plain air (parallelamente agli
schizzi rapidi e precisi di edifici eseguiti a matita e poi in gran parte
confluiti nelle illustrazioni di Venezia minore); sono vedute di una
città minima, prevalentemente circoscritte ad una visuale con un campo visivo
molto ristretto (con edifici resi nella loro essenza prettamente geometrica),
solo raramente rappresentanti ampi spazi con punti di vista remoti, perché
appunto l'intento non è la celebrazione della città, come era stato per i
vedutisti settecenteschi e per i loro epigoni ottocenteschi, ma la ricerca di
un'immagine più quotidiana e reale di una città divenuta monumento
architettonico d'insieme ma che allora versava in uno stato precario di
conservazione; ne deriva un documento insolito di lettura visiva
dell'architettura, probabilmente unico nel suo genere, quantomeno relativamente
a Venezia.
E forse la poeticità di questa visione fu colta da Diego Valeri, autore della
guida sentimentale di Venezia, il quale, in riferimento al Venezia minore,
rivolse queste parole ad Egle Trincanato:
“Sono commosso dalla magnificenza del suo tomo... un libro come questo suo
può dare un po di felicità ad un uomo come me.”.
Non rimane solo la magnificenza del tomo però a memoria dell'opera di
Trincanato, ci sono in primo luogo i progetti, i saggi, i libri editi ed
inediti e le ricerche raccolti nel Fondo Trincanato, ma ci sono anche decine di
piccoli preziose vedute pittoriche delle quali se ne riproducono alcune a
titolo d'esempio.