Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a
Bernardino Luini
Rancate (Mendrisio), Canton Ticino - Pinacoteca cantonale Giovanni Züst
Dal 10 ottobre 2010 al 9 gennaio 2011
Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini, curata
da Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa e Marco Tanzi, si propone come un «reportage
critico», affascinante e del tutto originale.
Per la prima volta viene, infatti, percorsa la rilevante produzione artistica
rinascimentale del Canton Ticino: un capitolo ineludibile dell'arte lombarda e
europea di quel periodo. Qualunque trattazione del Cinquecento settentrionale
deve fare i conti con la grande parete affrescata da Bernardino Luini in Santa Maria
degli Angeli a Lugano. Eppure le ricchezze di questo territorio non si limitano
a questa emergenza clamorosa, già meta dei pellegrinaggi artistici e mondani
dei conoscitori ottocenteschi.
Il territorio dell'antica Diocesi di Como e delle Tre Valli Ambrosiane (Leventina,
Blenio, Riviera), dal San Gottardo al San Bernardino, tra laghi (Ceresio, Verbano,
Como) e fiumi (il Ticino, su tutti), catalizza, tra gli anni Settanta del
Quattrocento e la metà del secolo successivo, una produzione artistica di
assoluto rilievo.
Sono decenni che vedono Bramantino dipingere la Fuga in Egitto nel santuario
della Madonna del Sasso all'Orselina sopra Locarno, Bernardino Luini, il
polittico di San Sisinio a Mendrisio e il tramezzo di Santa Maria degli Angeli
a Lugano: due vertici che cadono però in un terreno già fertile e lo vivificano
ulteriormente. Valgano le Scene della Genesi a Campione d'Italia, l'Ultima cena
di Ponte Capriasca, il Giampietrino, oltre ad artisti locali di talento, come
Bartolomeo da Ponte Tresa, Giovanni Antonio da Montonate, Domenico Pezzi della Valsolda
e Giovanni Antonio de Lagaia.
Le pale d'altare, le oreficerie e i ricami, le sculture in legno e in pietra,
le vetrate esposte nella mostra allestita alla Pinacoteca Züst di Rancate sono
il nucleo di partenza per itinerari che portano ad ammirare affreschi e altri
capolavori conservati nei luoghi originari, in contesti di grande bellezza
naturalistica.
Nel corso della preparazione di questa mostra sono state ricostruite vicende di
dipinti che hanno lasciato le terre ticinesi per finire dispersi ai quattro angoli
del mondo. La fortuna di Bernardino Luini nell'Ottocento ha favorito la
diaspora delle sue opere: eccezionalmente ritorna, grazie alla generosità del Philadelphia
Museum of Art, uno scomparto del polittico, commissionato dalla famiglia Torriani
per San Sisinio a Mendrisio e che ha lasciato la chiesa alla fine del
Settecento. Ma è stato possibile appurare anche che cosa si trovava sull'altar
maggiore di Santa Maria degli Angeli a Lugano, a pochi metri dal tramezzo
affrescato da Bernardino Luini: un polittico del lodigiano Calisto Piazza,
realizzato per volontà di un membro di casa Rusca. Anche in questo caso l'opera
ha lasciato Lugano nel Settecento e l'elemento centrale, per secoli in
Inghilterra e poi negli Stati Uniti, ritorna per l'occasione in Svizzera: e
sarebbe bello ci potesse restare.
Non sono mancate scoperte sul fronte dell'identificazione di autori e date di
esecuzione: per esempio il Giulio Cesare riceve la testa di Pompeo, un
capolavoro dell'arazzeria milanese rinascimentale, destinato a un altro
esponente della famiglia Rusca, è oggi diventato - grazie alla lettura
dell'iscrizione - l'unico pezzo firmato di Antonio Maria da Bozzolo, il
principale tessitore di arazzi nella Milano rinascimentale, realizzato nel
1509; il suo cartone spetta, per ragioni di stile, a Bernardo Zenale. Anche
questo preziosissimo manufatto, conservato nel Musée des Arts Décoratifs di
Parigi, sarà esposto a Rancate.
L'enigmatico Bramantino ha dovuto cedere qualcosa di fronte a una pattuglia di
suoi innamorati, vecchi e nuovi: finalmente della Fuga in Egitto di Orselina è
possibile proporre una decifrazione della misteriosa iconografia, alla luce dei
Vangeli apocrifi.
Nella mostra si vedranno anche opere pressoché prive di storia che emergono
oggi alla ribalta, come uno splendido stendardo processionale proveniente dal
Duomo di Como, appositamente restaurato per l'occasione da Gianmaria Casella.
Dalla grande cattedrale sul lago, per la straordinaria disponibilità della
Curia locale, provengono anche due monumentali tele di Bernardino Luini, un San
Sebastiano e un San Cristoforo, restate ingiustamente ai margini del suo
catalogo per l'intero Novecento.
Tra le scene madri con cui la mostra si conclude, dopo avere cavalcato più di
mezzo secolo di storia, c'è il confronto, sempre emozionante, tra Gaudenzio Ferrari
e Giovanni Angelo Del Maino: due opere del grande pittore valsesiano, molto
attivo per l'antica diocesi di Como e non senza effetti sulla produzione
artistica ticinese, saranno esposte reduci da restauri (uno generosamente
offerto da Novaria Restauri, l'altro sostenuto dal Credito Valtellinese e
realizzato da Barbara Ferriani) di fronte alla intensa Madonna svenuta dello
scultore pavese, anch'essa da poco recuperata (grazie a Luciano ed Eugenio Gritti)
e praticamente sconosciuta al pubblico.
La tradizionale gravitazione di Varese e del suo territorio verso la Svizzera e
la collaborazione in atto tra il Comune di Varese e la Pinacoteca Züst hanno
dato vita a una sorta di vetrina della mostra nella Sala Veratti. Nel refettorio
settecentesco dell'ex convento di Sant'Antonino saranno esposte, a partire dal
16 ottobre 2010, due tavole del più importante pittore varesino del
Rinascimento: Francesco De Tatti. Ritorna per la prima volta in Italia,
generosamente prestata dal Museo di Nancy dove si trova dal 1907, la Madonna
con il Bambino e angeli firmata e datata 1512, commissionata da Gian Guido Orrigoni
e destinata probabilmente alla chiesa di San Martino a Varese. Dalla
parrocchiale di Craveggia, in Val Vigezzo, giunge un Cristo in pietà che poteva
costituire l'elemento superiore del polittico da cui proviene la tavola di Nancy.
A rinforzare idealmente il senso di questo gemellaggio è giunta la recente
scoperta documentaria che Francesco De Tatti ha realizzato nel 1526 un polittico,
oggi perduto, per la comunità di Rancate. Il Comune di Varese e l'Università
degli Studi di Milano hanno inoltre sostenuto la messa a punto di un regesto
completo dell'attività di questo pittore.
Informazioni:
Il Rinascimento nelle terre ticinesi. Da Bramantino a Bernardino Luini
Sede: Pinacoteca cantonale Giovanni Züst, Rancate (Mendrisio), Canton Ticino,
Svizzera
Periodo: 10 ottobre 2010 - 9 gennaio 2011
A cura di: Giovanni Agosti, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi
Coordinamento scientifico e organizzativo: Mariangela Agliati Ruggia e
Alessandra Brambilla
Gruppo di lavoro: Giovanni Agosti, Maria Teresa Binaghi Olivari, Alessandra Brambilla,
Carlo Cairati, Andrea Canova, Lara Calderari, Giuseppe Chiesi, Louise Dalmas,
Laura Damiani Cabrini, Simone Facchinetti, Davide Mirabile, Paolo Ostinelli,
Giovanni Romano, Massimo Romeri, Nicola Soldini, Jacopo Stoppa, Marco Tanzi,
Silvia Valle Parri.
Allestimento: Claudio Cavadini
Catalogo: Officina Libraria
Orario: da martedì a venerdì: 9-12 / 14-18; sabato, domenica e festivi 10-12 /
14-18; chiuso lunedì (tranne i festivi); 24-25-31/12; 1/01
Ingresso: Intero: Fr. 8.-/ € 6,50; Ridotto (pensionati, studenti, comitive): Fr.6.-/
€ 5. Gratuito per le scuole ticinesi
Visite guidate su prenotazione, anche fuori orario
Tel: 0041 (0)91 8164791 - Fax 0041 (0)91 8164799