Arte

Sequenze 1
Pittura e Scultura nella Collezione François Pinault a Palazzo Grassi

di Ellen Cancian

Sequenze 1 è la prima di una serie si esposizioni dedicate alla collezione di arte contemporanea di François Pinault.
Per questa prima mostra sono state selezionate dalla collezione, opere di sedici artisti che provengono da vari paesi e che appartengono a vari generi.
Sono opere di pittura e scultura, generi "tradizionali", ma proposti da ogni artista in modo personale, creando delle espressioni artistiche differenziate.
La mostra a cura di Alison M. Gingeras crea delle affinità artistiche e concettuali tra i vari artisti. L'allestimento cattura l'occhio del visitatore, creando insolite prospettive, in un susseguirsi di riferimenti tra i vari artisti.

Office Theme / Addiction / Mhh Camera, 2006

Urs Fischer
Office Theme / Addiction / Mhh Camera, 2006

Jet Set Lady 2000-2005 è una scultura monumentale di Urs Fischer che domina l'atrio di Palazzo Grassi. Una struttura simile ad un albero con molti rami, che sostengono oltre duemila disegni, stampe e dipinti che simboleggiano il percorso artistico e spirituale dell'artista svizzero.

Jet Set Lady, 2000-2005

Urs Fischer
Jet Set Lady, 2000-2005

Ispirato dal suo studio traboccante di opere, i disegni rappresentano i temi preferiti dall'artista, come gli oggetti d'uso quotidiano, sedie antropomorfe, nudi di donna e l'immancabile gatto. La grande scultura alta undici metri accompagna il visitatore durante tutta la mostra, dato che grazie alla sua altezza si può osservare dai vari piani.
All'esterno su una piattaforma lungo il Canal Grande di fronte a Palazzo Grassi, l'artista indiano Subodh Gupta è presente con una scultura creata con oggetti quotidiani. L'opera Very Hungry God (Dio molto affamato) del 2006 rappresenta un grande teschio umano costituito dall'assemblaggio di pentole e utensili da cucina in acciaio. Nelle sue opere gli oggetti umili della vita quotidiana simboleggiano la povertà delle classi più basse, mentre l'accumulo degli oggetti è la metafora dell'accelerazione dell'economia nel suo paese di origine, evocando come in altre sue opere lo scontro fra tradizione e modernizzazione.

Sempre all'esterno ma nella piazza davanti a Palazzo Grassi c'è Untitled (Kiosk), un lavoro collaborativo del 2006 di Rudolf Stingel e Franz West, preparato appositamente per la mostra. L'opera è composta da una struttura simile ad un padiglione rialzato, rivestito all'interno da pannelli colore argento, esposti nella mostra Where are you going? nel 2006 di Palazzo Grassi, in cui è installato un lampadario di Stingel. All'esterno è sormontato da Lemure (testa di fantasma) una scultura di West del 1992.



In alcuni ambienti del palazzo West ha allestito un dipinto murale intitolato Oasis che fodera lo spazio bianco delle sale, per creare un effetto più caratterizzato, adatto alla contemplazione e all'ozio, uno sfondo ideale per i suoi mobili di forme diverse, costituiti da una struttura metallica sovrastata da materassini gonfiabili in cui il visitatore si può sedere, sdraiare e come afferma lo stesso artista può "integrarsi in un'opera d'arte".


Mike Kelley ricerca l'opera d'arte totale, fonde nelle sue opere pittura e scultura con la performance, il video, la musica e la scrittura.
In Sequenze è presente con Extracurricular Activity Project Recostruction 1 (Domestic Scene) la prima di un progetto di 365 parti, che vuole ricostruire scene utilizzando foto prese dagli annuari di licei americani allo scopo di recuperare la memoria collettiva. Questa prima grande scenografia riproduce un appartamento arredato in modo misero e disposto in modo privo di senso, in un monitor vicino viene proiettato un video in bianco e nero girato nella stessa scenografia.


David Hammons espone una Scultura senza titolo con la forma di un canestro da basket, il cui pannello di fondo è ricavato dal parabrezza di un auto e un'asta ricoperta da stagnola. L'artista americano ha fatto spesso uso di materiali ready-made, giochi di parole e temi della cultura della strada e afroamericana.

La pittura viene rappresentata anche dall'eclettica pittrice americana Laura Owens, i suoi dipinti sono realizzati tra il 1998 e il 2006 e testimoniano le varie ed eterogenee fonti di ispirazione dell'artista. Anche le tecniche formali sono molto differenziate, dall'uso di densi impasti di colore a tenui effetti acquerellati, per approfondire in modo in cui i dipinti agiscono visivamente e i possibili effetti di un'opera.

Di Richard Prince sono i quattro monumentali dipinti del 1991, dove l'artista ha sovrapposto a strati frammenti di immagini di pugili e testi di varie barzellette, usando stampe serigrafiche, un processo molto lungo documentato da un video proiettato da un monitor vicino ai dipinti.

In Gelijkenis I and II (Somiglianza I e II) Marlene Dumas dipinge in due tele strette orizzontali disposte una sopra l'altra due figure pallide e scheletriche per imitare corpi in un obitorio. Per Marlene Dumas l'arte è una preparazione alla morte, dipingere è "una lotta per l'immortalità". Caratteristica della sua arte è la fusione di fonti storico-artistiche e linguaggio della cultura pop.

Gelijkenis I and II (Somiglianza I e II), 2002

Marlene Dumas
Gelijkenis I and II (Somiglianza I e II), 2002

Roberto Cuoghi crea una serie intitolata The Axis of Evil appositamente per questa mostra. Sono nove carte geografiche dei paesi accusati da George W. Bush di fomentare il terrorismo internazionale. La cartografia qui rappresentata non rispecchia la verità geografica ma finzioni politiche e culturali. I disegni-dipinti sono eseguiti su carta velina a strati con tecniche miste utilizzando materiali originali che creano uno strano effetto che può ricordare la materialità di un dagherrotipo.

Le fotografie di Louise Lawler, che accompagnano il percorso allestitivo, sono poste in angoli imprevedibili che stupiscono l'osservatore e riportano alla memoria del visitatore attento, la mostra "Where are you going?" del 2006 a Palazzo Grassi, le fotografie riguardano l'allestimento delle opere, per documentare il dietro le quinte dell'esposizone in modo ironico e provocatorio, come per esempio la fotografia "Adolf, Install 8 inches above the floor, 2006", dove ritrae l'opera di Maurizio Cattelan, la statua di cera di Hitler in ginocchio ancora nella sua cassa di esposizione.

Il richiamo alla mostra dello scorso anno è evidente. E' questa la direzione nella quale stiamo andando? Forse non può esserci una sola risposta, ma una serie di risposte, che in questa prima mostra vengono proposte con differenti espressioni artistiche.
C'è la volontà da parte degli artisti di creare "una esperienza sensoriale coinvolgente" come per Kristin Baker, nell'opera Flying Curve, Differenzial Manifold, eseguita in occasione dell'esposizione, forme astratte di colore acrilico su pannelli di plexiglas trasparenti sostenuti da una lunga struttura metallica, l'artista americana spiega di volere "far galleggiare la pittura", creando un effetto di velocità che si duplica nel riflesso del pavimento.

Flying Curve, Differential Manifold, 2007

Kristin Baker
Flying Curve, Differential Manifold, 2007

Alcune opere avvolgono lo spettatore e l'architettura di Palazzo Grassi come New Yellow di Anselm Reyle costituita da un pannello dipinto con una pittura giallo fosforescente, che crea una luce simile a quella che può emanare uno schermo video, una luce neon. Reyle usa il vero neon come se fosse "un disegno astratto fluttuante nel vuoto" nell'installazione Untitled (2006), posto vicino ad una selezione di opere giovanili dell'artista francese Martial Raysse degli anni Sessanta per creare un legame tra le varie generazioni.

Untitled, 2006

Anselm Reyle
Untitled, 2006

Untitled, 2006

Anselm Reyle
Untitled, 2006

Nu jaune et calme, 1963

Martial Raysse
Nu jaune et calme, 1963

Untitled, 1991

Robert Gober
Untitled, 1991

Nell'installazione di Robert Gober Door with Lightbulb (Porta con lampadina) "si varca uno spazio", percorrendo il corridoio vuoto il visitatore nota la lampadina rossa che evoca pericolo ma è anche attirato dalla luce che filtra da sotto la porta e incuriosito dalle pile di giornali accatastate, nella scena c'è un senso di straniamento, che si ritrova subito dopo in Untitled (1991) una gamba di un uomo realizzata in modo realistico, con pantalone calzino e scarpa e con una candela che spunta dal ginocchio.

Queste installazioni generano delle situazioni che sfiorano altri generi, come la performance, creando un forte legame con lo spazio, con lo spettatore e con l'architettura.