Rosso. Opere scelte
Milano - Amedeo Porro arte moderna e contemporanea
Dal 5 maggio al 29 luglio 2011
Per la prima volta è esposta al pubblico una selezione di sculture in cera,
bronzo e gesso, fino ad oggi visibili solo sul Catalogo ragionato, cui si
affiancano fotografie, lettere e disegni inediti di Medardo Rosso.
Personalità tra le più significative e originali del panorama internazionale
della scultura del secolo scorso, Rosso è il protagonista della mostra “Rosso.
Opere scelte” alla Amedeo Porro arte moderna e contemporanea di Milano dal 5
maggio al 29 luglio 2011 a cura di Paola Mola.
La curatrice, a seguito di numerose ricerche e pubblicazioni, propone una
nuova lettura di Rosso mettendo in risalto la sua figura di artista
sperimentale.
La mostra è l’occasione per ammirare un nucleo di straordinarie opere dello
scultore: alcune da poco ritrovate, altre provenienti da importanti collezioni
private italiane, che coprono un arco temporale che va dal 1887 al 1927.
Si tratta, inoltre, della prima personale di Rosso in una galleria privata
italiana dopo quella organizzata nel 1946 alla Galleria Santo Spirito di
Milano.
Fulcro dell’esposizione è la bellissima Femme à la voilette (1895), capolavoro
di Rosso, già nella collezione Luigi Bergamo. La rarissima opera modellata in
cera - ne esistono solo sei esemplari, tre dei quali esposti nei Musei italiani
di Brera a Milano, Cà Pesaro a Venezia, Galleria Nazionale a Roma - è uno dei
due lavori ancora in collezione privata. La scultura ritrae la fuggevole
immagine di una donna velata nell’atto di scendere la scalinata di una chiesa
di sera, a Parigi, sotto la pioggia.
Di grandissimo valore anche il ritrovamento dell’unico esemplare conosciuto in
bronzo della Petite Rieuse. La scultura, esposta una sola volta nel 1902 al
Museum der Bildenden Kϋnste di Lipsia, si riteneva perduta: dopo la
mostra, l’opera non tornò a Parigi nello studio dello scultore e se ne persero
le tracce. In via del tutto eccezionale la Petite Rieuse è oggi presentata per
la prima volta - dopo oltre un secolo - nello spazio di Amedeo Porro che
ricompone così un importante tassello del percorso espressivo dell’artista.
Straordinario è Il Sagrestano (conosciuto anche come Lo Scaccino o Se la fuss
grapa), databile intorno 1887, della collezione Ajna. In gesso cavo, dipinto
di nero, si presenta come un capolavoro di tecnica, poesia e leggerezza: “una
forma senza paragoni - commenta la curatrice - comprensibile forse solo oggi
attraverso Giacometti e le terrecotte di Fontana”.
Degno di un’esposizione museale, il nucleo dei tre gessi provenienti dalla
celebre collezione di Mario Vianello-Chiodo, amico veneziano di Rosso dal tempo
del suo rientro in Italia, nel 1920. Nell’autunno del 1927 (poco prima della
morte dell’artista avvenuta nel marzo 1928), lo scultore donò all’amico alcune
casse contenenti un gruppo di 7 opere in gesso: i tre gessi esposti fanno parte
di quel nucleo. L’Enfant à la Bouchée de pain, eseguito nel 1897, è un’opera in
gesso patinato, probabilmente il primo, pieno di inclusioni e tormentate
aggiunte. La Portinaia, è uno strano caso di un gesso che nasce come opera
finita e patinata e diventa poi un modello per le fusioni con l’aggiunta del
piano di portata. Il terzo gesso presentato è Il Sagrestano, esempio di un
modello, un gesso-strumento di lavoro.
Completa l’esposizione delle sculture, un bronzo della Ruffiana, fuso da un gesso
originale firmato.
Accanto alle opere plastiche si ammirano tre straordinari disegni inediti su
carta, provenienti dalla collezione di Angelo Sommaruga, grande editore
milanese della fine dell’Ottocento, vissuto poi a Parigi e divenuto uno dei
maggiori collezionisti dell’opera grafica di Rosso.
Il primo intitolato Uomo allo specchio è una grafite su carta dal tratto rapido
e scarno, fa parte di una serie che riprende un uomo davanti a uno specchio, in
un camera d’albergo, che si pettina, apre un cassetto, s’affaccenda in un
baule: come nella sequenza di un film preso di spalle.
Gli altri due disegni, Figure su una strada e Donna di spalle, possono essere
considerati come una coppia delle stesse dimensioni, sulla stessa carta, fatti
uno dopo l’altro con la stessa matita litografica, simmetrici persino nella
sigla. Li unisce, inoltre, il tratto pesante, materico: ritraggono con grande
potenza espressiva due figure in un esterno, il primo e una donna in un
interno, il secondo, a confermare che Rosso lavorava su un’impressione
conservata nella mente.
Sin dall’inizio della sua attività Rosso si è dedicato alla fotografia con
esiti sorprendenti. Faceva innumerevoli scatti alle sue sculture - bronzo,
cera - per poi ritagliare e rielaborare in fase di stampa e rifotografare
ancora il lavoro così ottenuto alla ricerca di nuovi effetti formali e
cromatici. Ad illustrare questo aspetto poco noto ma molto significativo del
suo lavoro, la mostra presenta due fotografie ed un assemblaggio fotografico
esposto una sola volta nel 2007 alla mostra “Rosso. La forma instabile” curata
da Paola Mola al Guggenheim di Venezia.
L’idea su cui si costruisce l’evento espositivo nasce dal Catalogo ragionato
dell’opera dell’artista, realizzato da Paola Mola nel 2009 con la collaborazione
di Fabio Vittucci. Dopo la pubblicazione, la studiosa ha compiuto altre
significative scoperte che hanno riportato all’attenzione del mondo dell’arte
alcuni lavori di Rosso, ritenuti sino ad oggi scomparsi e di attribuzione
incerta. La mostra, quindi, si presenta agli appassionati come un importante
aggiornamento ed un completamento del Catalogo ragionato.
La mostra porta all’attenzione del pubblico la straordinaria arte di Rosso che
asseriva “nulla è materiale nello spazio”. Rosso si allontana dalla scultura
tradizionale che rappresenta le cose come oggetti ed esprimendosi attraverso la
tecnica del ‘non finito’, cerca di far dimenticare la materia, così che la
scultura diventa un’immagine fluida e imprendibile. Le sue opere sono forme
incerte che vivono grazie a un gioco di ombre e luci e si modificano cambiando
il punto di vista. Le superfici non sono levigate ma sembrano flussi di materia
viva, nel quale è impresso il gesto dell’artista.
Una particolare nota va al catalogo della mostra, edito da Skira con testo di
Paola Mola: oltre ad alcune revisioni critiche e aggiornamenti storici, il
volume riesamina la profonda amicizia con Mario Vianello Chiodo testimoniata da
cinque lettere inedite, quattro di Rosso ed una di suo figlio, presenti in
mostra. Arricchisce il catalogo una sezione dedicata ai restauri delle opere
con analisi chimiche e indagini tomografiche che costituiscono un importante
contributo agli studi storici su Rosso.
Informazioni
Rosso. Opere scelte
Luogo: Milano - Amedeo Porro arte moderna e contemporanea
Corso Monforte 23, Milano 20122
Periodo: dal 5 maggio al 29 luglio 2011
Orari: da lunedì a venerdì 9.30/13.30 e 15.30/19.30. Sabato solo su appuntamento. Chiuso domenica
Curatore: Paola Mola
Ingresso: libero
Catalogo: edito da Skira, Milano, in italiano ed inglese, con testi di Paola Mola, schede scientifiche e immagini dei restauri, pagg. 150 a colori, € 30
Informazioni al pubblico: Amedeo Porro arte moderna e contemporanea
tel. 02 76398583 fax 02 87388552