Terminati i restauri per le statue dell'Arengario
Completati i restauri del gruppo di statue composte dall'Ercole e Caco, la copia del David ed i due Termini
E' terminato il restauro delle statue che decorano l'ingresso di Palazzo Vecchio in Piazza della Signoria a Firenze. L'operazione costata 80.000 euro, è stata promossa e sostenuta dalla Fondazione per i Beni Culturali restArte, che ne ha anche curato l'allestimento del cantiere, decorandolo con la riproduzione artistica. Questo restauro è stato realizzato grazie al contributo di SCHENKER (55%), BREMA (7%), MKA (2%), McDONALD'S (2%) ed alla Fondazione restArte (34%). Le operazioni di restauro sono state eseguite dalla Meridiana Restauri e dirette dall'Ufficio Belle Arti del Comune sotto l'alta sorveglianza del Polo Museale Fiorentino.
L'intero gruppo di statue era ricoperto da patine ed incrostazione dovuto alla
costante esposizione agli agenti atmosferici e segnate da numerose striature
tracciate dallo scorrimento dell'acqua piovana. L'intero gruppo di statue ha
subito una spolveratura generale delle superfici con piccole spazzole di setola
morbida, cui è seguito il trattamento biocida mediante applicazione a impacco di
un prodotto a base di sali di ammonio; solo successivamente sono stati asportati
i residui secchi con spazzole in setola sintetica. Si è proceduto mediante
tamponatura e all'asportazione dei residui di cera dovuti ai precedenti
trattamenti protettivi. Le superfici lapidee sono state quindi pulite tramite
impacchi e le eventuali fratture e lesioni sono state ricoperte con stucchi e
resine e ricoperte con polveri di marmo per omogeneizzarne l'aspetto. In fine
la protezione superficiale, da rinnovare possibilmente ogni cinque anni, è
stata realizzata con della cera microcristallina.
Per la statua di Ercole e Caco è stata ricoperta la clava posticcia di
alluminio con una patinatura in bronzo dorato che la riporta al suo aspetto
originale. L'anello infisso nel tronco d'albero della statua femminile dei
Termini è stato trattato con convertitore di ruggine previa spazzolatura
dell'ossidazione e, successivamente, con protettivo satinato color ferro.
Con una cerimonia d'inaugurazione pubblica, alla presenza dei visitatori di
Piazza della Signoria, alle ore 13.00 del 14 aprile, le statue vengono
restituite alla città, mediante scopertura dal classico telo bianco, con
l'intervento dell'Assessore alla Cultura del Comune di Firenze Eugenio Giani,
delle Soprintendenti Cristina Acidini e Paola Grifoni. Un gesto simbolico dice
Gregorio Salimbeni di Media Firenze, volto a chiudere un'operazione di
conservazione, che ha visto l'impiego delle forze dell'Ufficio Belle Arti,
dello staff di Media Firenze e della Fondazione per i Beni Culturali restArte Onlus
ma, soprattutto, realizzato grazie all'apporto economico degli sponsor che
hanno sostenuto l'intervento di restauro.
Firenze ritrova quindi la lucentezza del gruppo di statue più rappresentativo del
centro storico e rivolge, ancora una volta, un particolare ringraziamento alle
aziende sostenitrici.
ERCOLE E CACO, DAVID EI I TERMINI
RELAZIONE STORICO - TECNICA
OGGETTO: Firenze - Piazza della Signoria - statue raffiguranti la Copia del
David di Michelangelo, l' Ercole e Caco di Baccio Bandinelli e i due termini.
Il contesto - notizie storiche
Piazza della Signoria ha rappresentato fin dall'età comunale il centro del
potere politico e della vita civile della città, ben distinto da quello
religioso, che è invece rappresentato da Piazza del Duomo, cui è allacciata da
Via dei Calzaiuoli. La piazza è fin dalle sue origini strutturalmente connessa
al Palazzo dei Priori, oggi Palazzo Vecchio e la sua configurazione, formata da
due invasi ortogonali, è strettamente connessa alla costruzione di quest'ultimo
e alla demolizione progressiva degli edifici adiacenti. A seguito della
realizzazione degli Uffizi ( 1560 - 80), che determinò una nuova visuale dalla
via de' Cerchi, la Piazza assunse l'attuale aspetto scenico, con la
spettacolare rassegna delle sculture celebrative che la adornano e che di fatto
la rendono un museo a cielo aperto.
Il David - Notizie storiche
La statua che si trova in Piazza della Signoria è una copia in marmo
dell'originale scolpito da Michelangelo fra il 1501 e il 1504. Il personaggio
del David è una delle figure bibliche più di frequente raffigurate durante il
rinascimento fiorentino perché impersona l'astuzia intelligente che vince la
forza bruta e pertanto, fin dall'epoca dei primi Medici, fu prescelta come emblema
della città. Fu stabilito da un'apposita commissione di porre il David di
fronte al Palazzo pubblico ( poi Vecchio), quale sentinella delle libertà
civili e politiche di Firenze, da poco riconquistate con la seppur temporanea
cacciata dei Medici e il ristabilimento della Repubblica. Nel Luglio del 1871
il David di Michelangelo venne trasferito nell'arengario dell'Accademia di
Belle Arti dove, su progetto di Emilio De Fabris, venne eretta appositamente la
tribuna che ancora oggi lo accoglie. Nel 1910 fu collocata, nell'identica posizione
occupata dall'originale, la copia in marmo realizzata da Luigi Arighetti.
Il David - Stato di conservazione
La statua, alta circa 5 metri, presenta la superficie offuscata da uno
strato di sporco dovuto sia a depositi di particellato atmosferico sia a
formazioni di natura biologica (fungine, licheniche ecc.) che rende la visione
d'insieme disomogenea e grigiastra. L'origine dei depositi superficiali dovrà
essere accertata prima dell'inizio dei lavori da una serie di indagini
diagnostiche; è comunque provato che su altre statue presenti in Piazza
Signoria, come ad esempio sul Ratto delle Sabine posto sotto la Loggia dei
Lanzi, restaurate nel 2000 vi siano già delle formazioni fungine in atto. Il
David di Piazza Signoria, durante il restauro fu protetto con uno strato di
cera che a distanza di anni ha perso l'efficienza iniziale. Le zone della
superficie del David dove lo strato di sporco appare più marcato sono quelle relative
ai riccioli della capigliatura, al braccio sinistro, all'interno delle cosce e,
nella parte posteriore, sulle zone riparate dalla pioggia diretta. Sulla
superficie si notano delle striature più scure rispetto al colore di fondo il
cui andamento è genericamente verticale, dovute allo scorrimento dell'acqua
piovana.
In alcuni casi, oltre a veicolare e depositare lo sporco, lungo vie
preferenziali di scorrimento, l'acqua ha causato l'erosione della superficie
marmorea favorendo quindi l'adesione di sporco e la proliferazione biologica.
Le striature relative alle vie preferenziali di scorrimento hanno inizio dove
la superficie più riparata non è esposta alla pioggia diretta; anche il
modellato influisce in maniera determinante sullo scorrimento dell'acqua come
ad esempio si può osservare sotto al braccio sinistro piegato, in cui il
gomito, al centro di una “ragnatela” di linee di scorrimento, svolge la
funzione di un vero e proprio gocciolatoio.
Sul polpaccio sinistro sono presenti delle striature inclinate, in rilievo
rispetto alla superficie contigua, dovute alla diversa compattezza intrinseca
del marmo; queste segnalano l'usura subita dalla superficie della statua dal
momento del suo posizionamento davanti a Palazzo Vecchio avvenuto nel 1910.
Il piedistallo in marmo bianco composto da cimasa, dado e basamento è in buone
condizioni di conservazione anche se sulle modanature riparate dalla pioggia
sono comunque presenti delle maculature dovute alle formazioni biologiche.
Le specchiature in pietra (marne rosse del sugame) delle quattro facce pur
avendo perso la levigatezza superficiale si possono considerare in discreto
stato di conservazione.
Il David - Intervento di restauro
Il restauro della copia del David e del relativo basamento sarà eseguito
secondo le fasi operative di seguito descritte:
spolveratura generale delle superfici con spazzoline di setola morbida,
trattamento biocida per la rimozione delle formazioni biologiche mediante
applicazione a impacco di prodotto a base di sali di ammonio quaternario; successiva
asportazione dei residui secchi con spazzole in setola sintetica. Asportazione
dei residui di cera, relativi ai precedenti trattamenti protettivi, mediante
tamponatura con ovatta imbevuta di essenza di trementina. Pulitura localizzata
della superficie lapidea, mediante rimozione dello strato di sporco
atmosferico, con impacchi di resina a scambio anionico e successivo risciacquo
con acqua demineralizzata. Consolidamento della materia degradata con prodotto acrilsiliconico
applicato a tampone con compresse di ovatta e/o a pennello. Stuccatura delle
commettiture aperte con stucco cellulosico polyfilla addizionato con polvere di
marmo e pigmenti minerali. Protezione idrorepellente della superficie con cera
microcristallina o altro prodotto da concordare con gli organi preposti alla
tutela.
Ercole e Caco - Notizie storiche
Il gruppo scultoreo di Ercole e Caco fu realizzato da Baccio Bandinelli, su
commissione di Clemente VII e Alessandro dei Medici, e venne posto nel Luglio
del 1534 davanti alla porta di Palazzo Vecchio di fianco alla statua del David,
dal lato di San Pier Scheraggio, come già previsto nel progetto al quale era
stato interessato Michelangelo nel 1508.
“Caco, l'essere del male, guarda il David michelangiolesco, quasi ne fosse il
Golia, Ercole ne sostiene la testa per i capelli e guarda verso Giuditta, quasi
in attesa del colpo finale che, prima di lui, l'eroina donatelliana, mortifera
vincitrice del male, sta per vibrare “ ( Claudio Pizzorusso ). Il gruppo
marmoreo di Ercole e Caco, fu posto di fronte al David a significare la
vittoria sui nemici interni dei Medici, come il primo su quelli esterni; è un
altro simbolo caro ai fiorentini, che consideravano il semidio fondatore della
città; l'opera è stata oggetto di critiche e lodi fino dal tempo della sua
collocazione.
Ercole e Caco - Stato di conservazione
Il gruppo scultoreo che è completamente esposto all'azione degli agenti
atmosferici presenta la superficie grigiastra per la presenza di
stratificazioni dovute allo sporco atmosferico e a formazioni di natura
biologica.
Come per la vicina statua del David anche i depositi presenti sull'Ercole e
Caco saranno oggetto di indagini scientifiche per accertarne la natura.
L'aspetto generale reso dalla visione dell'insieme appare di tonalità più scura
rispetto al David per cause probabilmente dovute al protettivo, la cera
microcristallina, forse applicata in quantità eccessiva durante l'ultimo
restauro del 1994; è comunque da rilevare la necessità che sulla superficie
lapidea del gruppo scultoreo si dovesse realizzare un sistema altamente protettivo
verso l'azione chimico-fisica della pioggia. Alcune immagini precedenti
all'ultimo restauro mostrano come le stratificazioni nerastre del tipo
comunemente denominato “crosta nera” si siano formate solo in limitate zone del
modellato che rimangono in sottosquadro, come ad esempio sulla gola di Ercole e
nella parte inguinale di Caco, a dimostrazione di quanto la pioggia raggiunga la
quasi totalità della superficie.
Poiché la collocazione del gruppo bandinelliano è simile a quella del David
anche gli effetti dei fenomeni di degrado risultano essere pressoché gli
stessi.
Su di esso si ritrovano quindi le striature, generalmente ad andamento
verticale, anche qui dovute allo scorrimento dell'acqua piovana. Ad una osservazione
più puntuale, sembra che le linee lungo le quali sia stata incisa la superficie
siano più numerose di quelle presenti sul David, a testimonianza del maggior
tempo di esposizione all'aperto dell'Ercole e Caco che fu posto davanti a
Palazzo Vecchio nel 1534, rispetto alla copia del David collocata nel 1910.
Nella zona inferiore della scultura scolpita ad imitazione di terreno roccioso
è più estesa la patina biologica che trova nella lavorazione meno levigata del
marmo una situazione ambientale favorevole alla nascita e allo sviluppo di microvegetazione.
Su ogni faccia del basamento, a pianta rettangolare, è scolpito a bassorilievo
un fauno in marmo; ai lati dei fauni si trovano due specchiature in pietra
rossa - marne del sugame - che pur avendo perso la levigatezza superficiale si
possono considerare in discrete condizioni di conservazione.
Come in altre opere del Bandinelli si ritrovano anche qui numerosi inserti (
venti ) in marmo, che l'artista utilizzava nella propria tecnica operativa.
Particolare significato assume la clava stretta da Ercole che risulta essere
stata realizzata , in alluminio ricoperto con stucco ad imitazione del marmo,
nel corso del restauro del 1948. Il rivestimento a stucco fu tolto durante
l'ultimo restauro risalente al 1994 per rimarcare la convinzione che la clava originale
fosse stata realizzata in bronzo, forse dorata, come afferma l'Architetto Carlo
Francini nel volume pubblicitario da Alinea nel 1999.
Il Francini auspica, nel paragrafo relativo al restauro del gruppo, che la
clava in alluminio possa essere sostituita con altra in bronzo, ricavata da un
nuovo modello, eseguito esaminando quella originale visibile nelle immagini
fotografiche risalenti agli anni trenta del novecento.
L'intervento di restauro di seguito descritto contempla tale possibilità.
Ercole e Caco - Intervento di restauro
Il restauro dell' Ercole e Caco e del relativo basamento sarà eseguito
secondo le fasi operative di seguito descritte:
spolveratura generale delle superfici con spazzoline di setola morbida,
trattamento biocida per la rimozione delle formazioni biologiche mediante
applicazione a impacco di prodotto a base di sali di ammonio quaternario; successiva
asportazione dei residui secchi con spazzole in setola sintetica. Asportazione
dei residui di cera, relativi ai precedenti trattamenti protettivi, mediante
tamponatura con ovatta imbevuta di essenza di trementina. Pulitura localizzata
della superficie lapidea, mediante rimozione dello strato di sporco
atmosferico, con impacchi di resina a scambio anionico e successivo risciacquo
con acqua demineralizzata. Consolidamento della materia degradata con prodotto acrilsiliconico
applicato a tampone con compresse di ovatta e/o a pennello. Stuccatura delle
commettiture aperte con stucco cellulosico polyfilla addizionato con polvere di
marmo e pigmenti minerali. Protezione idrorepellente della superficie con cera
microcristallina o altro prodotto da concordare con gli organi preposti alla
tutela.
Esecuzione di modello al vero della clava brandita da "Ercole" in
plastilina sulla base della documentazione fotografica di archivio. Successiva
realizzazione del calco in gomma siliconica e relativa controforma. Esecuzione
del modello in cera e della successiva fusione in bronzo. Smontaggio della
clava attualmente in opera e posizionamento di quella di nuova fattura.
Eventuale doratura della superficie, previa esecuzione di prove da sottoporre
all'esame degli organi di tutela.
I Termini - Notizie storiche
Ai lati dell'ingresso principale, dietro le sculture di cui sopra, si
trovano a ridosso della facciata, due statue marmoree denominate Termini (
secolo XVI ? ), utilizzate fino a poco tempo fa come sostegno della catena
posta a sbarramento dell'ingresso. I due Termini rappresentano una figura
maschile ed una femminile, la prima è attribuita a Vincenzo De'Rossi, la
seconda a Baccio Bandinelli. Si precisa che le scarse notizie storiche al
riguardo né rendono incerta l'attribuzione e l'epoca di realizzazione.
I Termini - Stato di conservazione
Le statue, alte rispettivamente m 2,65 quella maschile e m 2,75 quella
femminile, sono entrambe composte da due elementi in marmo uniti
orizzontalmente nella zona inferiore. Le due sculture poggiano su dei
piedistalli in marmo bianco, identici per forma e dimensioni.
La statua maschile è posta sul lato sinistro mentre quella femminile su lato
destro dell'ingresso principale, entrambe sono collocate alla stessa distanza
dal paramento di facciata. Le statue presentano la superficie degradata a causa
dei fenomeni di deterioramento provocati dalle escursioni termiche e dallo
scorrimento dell'acqua piovana, essendo completamente esposte come le vicine
statue del David e di Ercole e Caco. Anche su queste sculture sono presenti le
linee preferenziali di scorrimento dell'acqua come ben evidenziato da quelle
che scendono dal mento fino al ventre.
La divinità femminile presenta, infissa in un nodo del tronco d'albero da cui
si genera, un anello in ferro, bloccato con piombo ribattuto al quale veniva appesa,
in particolari occasioni cerimoniali, una catena a chiusura dell'accesso al
Palazzo. L'altra estremità della catena veniva appesa ad un anello, ora mancante,
infisso in un nodo del tronco d'albero da cui si genera la divinità maschile.
Sulla statua femminile in corrispondenza dell'anello in ferro, il marmo risulta
ricomposto in seguito ad un distacco probabilmente provocato dall'ossidazione
del ferro. Nella zona inferiore della statua sull'angolo sinistro sono presenti
alcune fratture e delle macchie di ruggine (percolata dal soprastante anello ).
Le due sculture presentano le stesse problematiche sopra esposte.
I Termini - Intervento di restauro
Il restauro dei Termini sarà eseguito secondo le stesse fasi operative già
descritte per il David e per l'Ercole e Caco. Il Restauro comprenderà il
consolidamento statico delle fratture presenti sulla figura femminile mediante
iniezioni di resina epossidica e successiva stuccatura delle fessure con
impasto a base di stucco cellulosico, polvere di marmo e pigmenti minerali.
L'anello infisso nel tronco d'albero della statua femminile sarà trattato con
convertitore di ruggine previa spazzolatura dell'ossidazione e, successivamente,
con protettivo poliuretanico satinato color ferro.
L'architetto Carlo Francini suggerisce che la catena di sbarramento prima
esistente possa essere ripristinata ed esposta in particolari occasioni
cerimoniali: se tale proposta dovesse essere approvata dagli organi preposti
alla tutela si dovrà provvedere, oltre che alla fornitura di una catena di
forgia consona all'importanza del contesto, anche all'inserimento, nell'alloggiamento
presente sul tronco d'albero della statua maschile, di un nuovo anello di
fattura e dimensioni simili a quello esistente sulla scultura femminile. Il
nuovo anello sarà bloccato con resina epossidica addittivata con silice
micronizzata e ne sarà chiuso il contorno con malta a base di stucco
cellulosico, polvere di marmo e pigmenti minerali.
Meridiana Restauri:
Architetto: Stefano Mannucci
Il Restauratore: Alberto Casciani