Indice degli articoli di arte


Luciano Ragozzino. Questioni di dettaglio

Saggio critico di Mimmo Grasso

Luciano Ragozzino ci intriga sempre con la sua "agudeza" che semplifica, complicandoli, dati culturali storici, riscontrabili nei minimalia di una cattedrale gotica o in un exultet. Questioni di dettaglio. Dettagli che entrano nei dettagli; microchirurgia della visione. Il lettore va informato sul fatto che Ragozzino insegna tecniche dell’incisione all’Università di Milano e che ha un curriculum di biologo e di studioso di quell’universo invisibile che introduce ai nanobatteri. "Agudeza" dunque del bisturi, dell’ago, del punteruolo. Sangue & inchiostro. "Agudeza" e bruciori per punture degli insetti che Luciano osserva al microscopio e al cui carapace e macchinario spesso rinvia.

"Semplificare complicando" significa che i dati vengono presentati come ovvi, naturali, in struttura organizzativa, dunque immediatamente intuibili e, grazie proprio a questo procedimento, il loro senso si complica in quanto gli elementi che concorrono a formare il senso evidenziano le loro contraddizioni, anch’esse intuibili. Come in natura, ciò che appare familiare è sempre molto sconosciuto. Si pensi al moscone che, dice una nota incisione di Oxford, per come è strutturato e per il rapporto massa/volume non "deve" volare (il dato è scientifico).Questa complessa semplicità viene trasferita all’apparato della logica, alle situazioni.. Qualche incisione di Ragozzino mantiene la cura dei particolari come le belle illustrazioni dei libri di scienza antichi, una specie di Naturalis Historia del fantastico. C’è, ovviamente (ma è un ovvio come quello della natura) un continuum e un confine tra le immagini di Ragozzino e la loro storia.. Le une vanno verso l’ altra in un gioco a incastro che moltiplica i fattori di senso. Ragozzino le sottolinea col bulino. Un esempio potrebbero essere l’incisione raffigurante un bambino-seme (o seme di bambino) e la mater matuta. Nella loro relazione si creano cerchi concentrici come in uno stagno di inchiostro mormorato sulle sponde da lenti calami e sognato da Cimmerii. Si tratta di una mela (frutto archetipico) e della "generatrice" primordiale, colei che dovrebbe portare nel suo grembo quel seme. C’è dunque, nel modo di percepire di Ragozzino, un processo di trasformazione che utilizza come catalizzatore l’ironia che a sua volta poggia sui contrasti dei punti di vista e su sedimenti storico culturali iconograficamente individuabili. Ad esempio:




e ancora:

Siamo in presenza di un quiz logico. La situazione, ciò che solo dà senso, è prelevata dal nostro discorrere ordinario ed evidenzia l’ironia di una contraddizione sia formale sia d’esperienza.

Nell’esempio scelto si tratta del modo di dire metaforico e ordinario del "trattare gli altri col bastone e la carota". Così viene gestito dal padrone un asino testardo stanco e immotivato a trasportare il carico.Il sillogismo comportamentale e per certi aspetti beauvaristico , se è vera la premessa ( che cioè per far muovere l’asino occorrono bastone e carota) è trasferibile ad altre situazioni in cui compaiono, mutatis mutandis, gli stessi elementi (un animale,un uomo, un bastone, un’esca)? Andrebbe bene (funzionerebbe) per far muovere un pesce? Se il pesce non si muove (ma sappiamo che è un animale estremamente mobile) è possibile, come per l’asino, usare il bastone e, come esca, un insetto.La motivazione in entrambi i casi è il cibo, la sopravvivenza. Il bisogno di sopravvivenza viene manipolato e utilizzato da chi comanda il popolo-bue. Divertiamoci, volendo, a immaginare un politico alopecico (ma anche un burocrate) sulla spina dorsale del pesce. Fin qui tutto dovrebbe funzionare. Ma che ci fa il conducente sulla schiena del pesce? A quale mondo appartiene (il padrone, non il pesce)? Forse è uno dei tanti convinti che le persone vadano trattate col bastone e la carota ,ciò che, in termini familiari ai managers situazionali, è detta "Teoria X" e che sviluppa meccanicisticamente postulati tipo "tutti gli uomini sono figli di puttana"; forse è una delle tante marionette che obbediscono alla propria segatura e nelle quali i managers in questione vedono la possibilità di farli diventare persone meravigliose. Chi è questo costui anemico, in giacca e cravatta, pensoso (pensa?), da tanto tempo immobile da aver perduto nel durante tutti i capelli (e dunque anche stupido: dopo decenni non si è ancora accorto (convinto?) che quella situazione non funziona) ? Chi c’è sopra di lui, chi ne muove i fili come fa lui con la lenza? Semplice: un altro uomo calvo, in giacca a cravatta, un po’ più grande del Nostro, seduto su un pesce un po’ più grande, che regge una lenza. Sopra quest’altro, evidentemente, ce n’è un altro identico, ma un po’ più grande, eccetera eccetera fino alla causa prima, motore di motore. Ma, perercole, il vero motore è quest’omino su questo pesciolino: gli altri vanno a rimorchio.

E’ per questo che sei triste, manichino?

E se l’immagine fosse un’esca per il lettore? Se fosse un sogno? Se, dio santo, il costui stesse sognando me nel momento in cui lo guardo? Ma poi che rappresenta questo pesce che non ha niente di delfineo o squaloso o scorfanesco come quelli del seicento scolpiti a rilievo nel bugnato? E’ una specie di carpa, una tinca; vive nelle acque dei ruscelletti dove, come si sa, se c’è trasparenza è perché l’acqua è poco profonda e ,se non c’è, è perché è torbido.

E’ il pesce –sillogismo? E’ lui a dover essere catturato, incitato a muoversi verso qualche verità? Ma il suo unico obiettivo è ingoiare l’insetto appeso al filo. Dove vuole andare l’homino? Sarà bene adesso stare zitti. Acqua in bocca, signori, o ne escono cose più pericolose di questa.

Il mondo spesso ci appare come il bastone che,immerso nell’acqua, è spezzato.Che non sia spezzato e che sia un’illusione e, dopo secoli di storia, che sia "un’illusione ottica" lo diciamo dopo averlo tirato fuori dall’acqua, averlo controllato, avere il corredo linguistico e scientifico per poterlo dire.. E’ questo il lavoro di Ragozzino: mettere il bastone nell’acqua, farci incuriosire e (che esca!) indurci a pensare.

Ma adesso ho voglia di indugiare, con gli occhi accesi dalle morsure, sulla cura che impegna Luciano, il paziente bulino e l’assertivo punteruolo. "Cura" che trasforma col calore la logica in simbolo. Torno a guardare la mater matuta.: è una donna-pietra con l’utero di tufo, sterile. Si presenta all’osservatore con evidenza ma in modo tale da sostare in sua distanza, assenza. E’ il ciclo figurale della donna ,sia che si cominci la lettura con la "mela" che con la "Mater matuta", un’analogia, se non proprio identità, tra le carezze e le unghiate di Ragozzino. Ci si aggira qui tra ex-libris di taciuto: la mela, la sposa, la mater,la creatura-farfalla trafitta (un androgino da collezione), le femmine-insetto dell’acchiappafarfalle,sessualmente un po’ sadico, infilzate in bacheca…è come se la donna fosse messa sotto formaldeide, in una persefonia di silenzi, in una compositio grafica dove il bianco degli spazi predomina e comunica come lo sfondo del mare o dei campi arati e seminati da sillabe.

La matuta , secondo un’iconologia documentata, regge bambini che negli "originali" (p.es. le statue del museo campano di Capua) sono simili alle spighe. Qui sono bambini-giocattolo. Dunque, una matuta infante? Essa è presentata in trono come le deità agricole poi trasformate in madonne ed ha lo sguardo di un golem-robot, una macchina che autogenera altre se stesse. Mi chiedo chi potrebbe essere il padre dei bambolotti sorretti dalla mater. Noto, con timore, che anch’essa è senza capelli ed ha occhi spalancati su un’allucinazione d’assenza.Mi chiedo se non possa essere lei Psiche che regge i propri sogni generati da un Eros che scompare sempre appena cerchi di trovarti con lui "faccia a faccia", che al buio è presente, corporeo, e alla luce , che l’ha generato e che cerca d’ illuminarlo perché sia ri-conosciuto, scompare come l’Ombra. Sono certo che quei cuccioli sono allattati da un’ombra. Si può dimostrare che l’ombra si riproduce per riempire la sua assenza moltiplicandosi.


Articolo pubblicato il 26 aprile 2005