Pregio e bellezza. Cammei e intagli dei Medici
Firenze - Museo degli Argenti - Palazzo Pitti
Dal 25 marzo al 27 giugno 2010
Il collezionismo di gemme costituì uno degli aspetti più affascinanti del processo di riscoperta dell'antico che caratterizzò il Rinascimento. A partire dalla prima metà del XV secolo cammei e intagli furono ricercati con fervore da papi, principi e cardinali, scatenando in alcuni casi aspri conflitti tra estimatori, pronti a spendere cifre molto elevate pur di aggiudicarsi il pezzo desiderato.
Le ragioni di questo successo furono molteplici. Innanzitutto l'arte di
incidere le gemme richiedeva l'impiego di materiali rari e molto costosi, nonché
l'apporto di maestri dotati di straordinarie capacità tecniche, dato che anche
il più piccolo errore, di fatto irreversibile, poteva vanificare mesi, se non
addirittura anni, di duro lavoro. In secondo luogo ai cammei e agli intagli si
attribuivano particolari virtù magiche e misteriose, dipendenti dal tipo di
materia utilizzata e dal soggetto della raffigurazione. Inoltre le loro ridotte
dimensioni e la facilità di trasporto, ne facevano un regalo ideale per
illustri personaggi e un'ottima forma di investimento, un capitale al quale
attingere nei momenti di maggiore difficoltà.
Tutti questi fattori ben spiegano la speciale predilezione che i Medici
svilupparono, fin dal Quattrocento, per le incisioni su pietre dure e preziose,
da loro alacremente raccolte in una delle più rilevanti collezioni della
storia, fonte di grande prestigio per tutta la famiglia, che, nel corso dei
secoli, continuò a incrementarla con nuove acquisizioni.
Attraverso un selezionato numero di pezzi di eccezionale qualità provenienti
dai più importanti musei italiani e stranieri, la mostra illustrerà la
complessa storia di questo tesoro, a partire dalla sua costituzione ad opera di
Cosimo, Piero e soprattutto Lorenzo de' Medici, che ai cammei e agli intagli
riservò un posto di rilievo all'interno delle sue collezioni d'arte e al quale
si deve l'acquisto di esemplari prestigiosi come il cosiddetto Sigillo di
Nerone, la splendida corniola con Apollo e Marsia celebrata e ammirata da un
folta schiera di letterati e artisti.
Lorenzo Ghiberti, Donatello e Sandro Botticelli sono solo alcuni degli autori
che nelle diafane raffigurazioni delle gemme medicee trovarono importanti
spunti creativi. Tale aspetto sarà documentato da un'ampia varietà di opere,
codici miniati, medaglie, disegni, dipinti e sculture atti a dimostrare la
grande fortuna degli esemplari posseduti dai Medici. In molti casi si tratta di
fedeli traduzioni dei modelli iconografici prescelti, ma non mancano esempi più
originali, in cui gli elementi desunti dalle pietre incise si arricchiscono di aspetti
del tutto nuovi, come si può riscontrare in alcuni disegni di Leonardo da Vinci
e Michelangelo Buonarroti, che nelle gemme medicee non trovarono solo un
eterogeneo repertorio di forme, bensì un efficace strumento per il recupero del
senso di equilibrio e di misura delle proporzioni caratteristico dell'arte
classica.
Informazioni
Ideazione e progetto della mostra: Ornella Casazza, Maria Sframeli, Riccardo Gennaioli
Direzione della mostra: Ornella Casazza
Cura della mostra: Ornella Casazza e Riccardo Gennaioli
Cura del catalogo: Riccardo Gennaioli
Catalogo: Sillabe
Produzione e gestione della mostra: Opera Laboratori Fiorentini S.p.a