Arte

Arte povera alla GNAM

Roma - Galleria nazionale d'arte moderna
Dal 7 dicembre 2011 al 4 marzo 2012
A cura di Maria Vittoria Marini Clarelli e Massimo Mininni

La mostra Arte Povera alla Galleria nazionale d'arte moderna a cura di Maria Vittoria Marini Clarelli e Massimo Mininni si terrà alla Galleria nazionale d'arte moderna dal 7 dicembre 2011 al 4 marzo 2012. La mostra si inserisce nell'ambito del circuito di musei d'arte moderna e contemporanea italiana che da settembre 2011 partecipano alla mostra-evento Arte povera 2011 a cura di Germano Celant. In occasione del nuovo allestimento della Galleria nazionale d'arte moderna, che prevede una fase di radicale riordinamento delle collezioni visibili nuovamente al pubblico dal 7 dicembre 2011, una particolare attenzione sarà dedicata all'Arte Povera con opere di Alighiero Boetti Mimetico, 1966, (in prestito dal MAXXI), Luciano Fabro Buco, 1963-1966, Giulio Paolini Ennesima, 1975-1988, Giuseppe Penone Spoglia d'oro su spine d'acacia, 2002, Michelangelo Pistoletto I visitatori, 1968, Jannis Kounellis Z–44, 1960; Senza titolo 1966 e Gilberto Zorio Senza titolo, 1967. Sarà inoltre visibile al pubblico il nucleo monografico di Pino Pascali, attraverso l'esposizione di 20 delle 27 opere in collezione. Il tributo del museo all'Arte Povera si completa dunque riproponendo l'allestimento della sala che Palma Bucarelli, storica Soprintendente della Galleria nazionale d'arte moderna ed estimatrice di Pascali, dedicò all'artista nel 1972, subito dopo la donazione delle sue opere da parte della famiglia. Il corpus ricostituito per quest'occasione è estremamente significativo, sia per quantità sia per qualità e comprende, tra l'altro, lavori celebri come Botole ovvero lavori in corso 1967, Ricostruzione del dinosauro 1966, Cornice di fieno 1967, L' Arco di Ulisse 1968. L'intera vicenda dell'acquisizione del corpus di opere di Pino Pascali è stata trattata da Barbara Tomassi in un saggio del catalogo dell'esposizione “Le Storie dell'Arte” edito da Electa. La cura scientifica è di Maria Vittoria Marini Clarelli, autrice anche di un saggio in catalogo sulla musealizzazione dell'arte povera. L'allestimento è curato da Massimo Mininni.

IL MUSEO
La Galleria nazionale d'arte moderna e contemporanea è oggi un museo con due anime. Da un lato ha un legame con il passato dovuto al suo stretto rapporto con la storia culturale dello Stato unitario italiano, del quale riflette le vicende compresa la fase preparatoria che corrisponde alla prima metà dell'Ottocento. Dall'altro ha sempre guardato al presente, fin da quando è stata istituita, nel 1883, con la missione di occuparsi dell'arte “vivente”. In quanto organismo statutario, la nascita della Galleria risale al 1883; il museo appartiene dunque al significativo momento storico in cui il nuovo Stato unitario pone mano alle fondamenta istituzionali del Paese, manifestando un'attenzione adeguata e tempestiva anche per lo sviluppo di un'arte ‘nazionale'. La sede attuale - dopo il primo trentennio presso il Palazzo delle Esposizioni costruito da Pio Piacentini proprio nel 1883 - è, dal 1915, il monumentale ma arioso edificio di Cesare Bazzani realizzato per l'esposizione che celebrava il cinquantenario dell'Unità d'Italia (1911), nell'area allora suburbana fuori Porta del Popolo, oggi denominata Valle Giulia. La collezione viene allora sistemata seguendo un criterio di presentazione per scuole regionali, ammettendo tuttavia anche opere di artisti stranieri presentate in esposizioni italiane. Le opere infatti vengono acquistate alle grandi esposizioni nazionali e alla Biennale internazionale di Venezia e rappresentano il meglio delle tendenze allora ammesse all'ufficialità: molto Verismo, Simbolismo, Decadentismo Neorinascimentale, con qualche accenno al clima delle Secessioni. Si aggiungono alcuni importanti doni o lasciti di protagonisti dell'Ottocento, prevalentemente esponenti di scuole meridionali, come Morelli, Palizzi, Celentano. Negli anni che vanno dalla fine della prima alla fine della seconda guerra mondiale, il panorama delle collezioni contemporanee accentua la fisionomia nazionale e regionale. Le acquisizioni per l'Ottocento si dirigono su quelle scuole e quegli artisti ‘nazionali' prediletti dalla critica del momento, orientata verso l'intimismo romantico: macchiaioli, divisionisti, Medardo Rosso. L'edificio viene ampliato dallo stesso Bazzani nel 1933-34, ma i nuovi spazi ospitano, fino al 1945, soltanto i cimeli della mostra del Decennale del Fascismo. La grande stagione della Galleria, che presto acquisirà lo status autonomo di Soprintendenza, si apre con la direzione di Palma Bucarelli (durata oltre trent'anni, dagli anni di guerra al 1975). In stretto collegamento con la scuola universitaria romana, prima di Lionello Venturi, poi di Giulio Carlo Argan, la Galleria va acquistando prestigio internazionale grazie ad una museografia di grande respiro che si esprime con esposizioni di straordinario rilievo e attualità (Picasso, Mondrian, Pollock, per ricordarne solo alcune), acquisti di opere di maestri internazionali del ventesimo secolo (Mondrian, Modigliani, Moore, Pollock, per esempio) e di artisti italiani di punta (Burri, Colla, Capogrossi, Fontana, Manzoni, i cinetici). Degli anni Sessanta è il riordinamento delle collezioni che colpisce per l'abbondanza e per lo sforzo di completezza di documentazione dell'arte del ventesimo secolo; una sfida, quella delle lacune per le avanguardie italiane e straniere, che molti all'epoca avrebbero giudicato non superabile. Negli anni Settanta-Ottanta, la politica di acquisizioni è volta a recuperare le maggiori lacune nel settore dell'Ottocento preunitario (la pittura storica romantica e purista con esempi di Palagi, Koch, Gastaldi, Ciseri, Franchi) e a ricevere tempestivamente in dono serie di opere dei maestri italiani del ventesimo secolo (Balla, De Chirico e Guttuso tra gli altri); hanno inoltre luogo le acquisizioni di nuovi musei: case-museo di collezionisti del XIX e XX secolo (musei Praz e Boncompagni) e atelier di artisti del XX secolo (musei Manzù e Andersen). Un primo segno di rinnovata attenzione al contemporaneo veniva espresso nel 1995 dal Ministro Paolucci con l'acquisto di un gruppo di opere degli anni Ottanta di esponenti della Transavanguardia e, nei confronti della generazione degli anni Novanta, dalla Soprintendente Sandra Pinto, con l'iniziativa promozionale denominata “Partito preso”, che aggiorna formule di incoraggiamento a giovani artisti in uso all'epoca della gestione Bucarelli. Dal 2004 la Galleria nazionale è diretta dalla Soprintendente Maria Vittoria Marini Clarelli. Le mostre svolte nel corso degli ultimi anni hanno riscosso notevole interesse da parte del pubblico; dalla mostra del 2007 sul Simbolismo da Moreau a Gauguin a Klimt, sino a quella più recente del 2011 sui Preraffaelliti e il Mito dell'Italia nell'Inghilterra Vittoriana, nella quale è stata esposta una delle opere più famose di Dante Gabriel Rossetti, la Venus Verticordia divenuta l'opera-icona della mostra. Nel corso del 2011, l'attuale Soprintendente ha avviato un nuovo allestimento della Galleria che prevede una fase di radicale riordinamento delle collezioni visibili nuovamente al pubblico dal 7 dicembre. Una particolare attenzione sarà dedicata all'Arte Povera con opere di Boetti, Fabro, Paolini, Penone, Pistoletto, Kounellis e Zorio. Nel 2012 sono in programmazione alcune mostre di rilievo internazionale, tra le quali una su Andy Warhol e i media e una su Paul Klee e l'Italia.

Informazioni

Arte povera alla GNAM


Luogo: Roma - Galleria nazionale d'arte moderna
Viale delle Belle Arti 131, Roma

Periodo: dal 7 dicembre 2011 al 4 marzo 2012

Orari: da martedì a domenica 8.30 - 19.30; (la biglietteria chiude alle 18.45); chiuso il lunedì

Ingresso: intero 10,00 Euro; ridotto 8,00 Euro. Ingresso per disabili: via Gramsci 73

Info: tel. 06 32298221