Toulouse-Lautrec e la Parigi della Belle Époque
Mamiano di Traversetolo (Parma) - Fondazione Magnani Rocca
Dal 10 settembre all'11 dicembre 2011
Una mostra su Henri de Toulouse-Lautrec in Italia mancava da parecchi anni.
Il vuoto viene colmato dalla Fondazione Magnani Rocca che, dal 10 settembre
all'11 dicembre 2011 nella sua sede di Mamiano di Traversetolo, presso Parma,
propone una originale riflessione sul celebre artista francese.
La mostra, che inaugura la presidenza di Giancarlo Forestieri, è curata da
Stefano Roffi - con saggi in catalogo di Arturo Carlo Quintavalle, Ada Masoero,
Mauro Carrera e del curatore - ed è frutto della collaborazione della Magnani
Rocca col Museum of Fine Arts di Boston, col Musée d'Ixelles-Bruxelles, con la
Fondazione E. G. Bührle di Zurigo, col MIBAC - Soprintendenza BSAE per le
province di Venezia Belluno, Padova e Treviso, con la Galleria d'Arte Moderna
di Milano e con altri musei e collezioni italiani ed esteri.
Fondazione Cariparma e Cariparma Crédit Agricole sono i mecenati
dell'iniziativa.
È noto come una parte della produzione dell'aristocratico Toulouse-Lautrec
(Albi 1864 - Malromé 1901), si sviluppi sulla scia del “japonisme”, ovvero
l'ispirazione all'arte giapponese; egli traspone tecniche e inquadrature di
quel mondo affascinante e misterioso al contesto occidentale dei locali
notturni e delle maisons closes, ovvero le case chiuse che frequenta non solo
come artista. È nell'ambito delle sue celeberrime affiches, presenti in mostra
nell'intero corpus, che la rielaborazione dei temi e del linearismo grafico
giapponese si esprime più evidentemente: dai profili degli uomini in cilindro,
alle ombre nere alle spalle del soggetto, alla silhouette “senza testa” della
cantante Yvette Guilbert nel notissimo Divan Japonais.
I suoi manifesti sono capolavori d'arte e documenti di un'epoca: conquistarono
il pubblico d'allora che li amò e li collezionò, in un periodo in cui altri
grandi maestri si cimentavano in questo genere in forte ascesa. Ma sono tutti i
suoi personaggi, colti nei caffè-concerto di Montmartre, nelle sale da ballo,
nei postriboli, nel celebre Moulin Rouge, nei circhi, nei teatri, raccontati
con caustica e rutilante malinconia, che rivivono nella mostra
“Toulouse-Lautrec e la Parigi della Belle Époque”. Da notare come nei musei
italiani siano rarissime le opere di Lautrec; si tratta quindi di un'occasione
imperdibile per vedere suoi lavori senza dover raggiungere grandi musei
internazionali.
L'artista mostra un occhio spietato e caricaturale per le caratteristiche e la
gestualità dei soggetti che rappresenta (che includono le vedettes sue amiche,
le cantanti e ballerine May Milton, Jane Avril e La Goulue - come Andy Warhol
farà coi personaggi della sua Factory newyorkese) unito all'uso innovativo di
ampie stesure di colori piatti, marcate silhouettes e punti di vista
inconsueti, in un'elaborazione di inesauste folgorazioni emotive.
Accanto al corpus delle affiches, la mostra propone una serie di confronti di
particolare suggestione: sono accostati i dipinti di figura di Lautrec a quelli
di paesaggio degli impressionisti Monet e Renoir, oltre a Cézanne; viene
evidenziato il debito nella grafica all'arte giapponese offrendo un confronto
speculare fra i manifesti del francese e stampe giapponesi fra Settecento e
Ottocento di Utamaro, Hiroshige e Hokusai; viene ricreato il clima di frizzante
competizione che Lautrec ingaggia coi vari Chéret, Mucha, Steinlen, Bonnard
nell'accaparrarsi le commesse pubblicitarie nella Parigi della Belle Époque;
infine viene mostrata l'influenza che Picasso riceve da lui in occasione dei
primi soggiorni parigini.
"In tutto il mondo si conoscono le fotografie di quest'ometto deforme.
Soltanto la testa e il tronco erano di proporzioni normali. La testa sembrava
avvitata sopra le spalle molto cascanti. La barba lunga e nera faceva l'effetto
d'uno strano ornamento. Gambe e braccia erano quelle di un bambino di sei anni.
Ma in questo corpo deforme c'era una forza vitale enorme, quasi superata dallo
spirito di Lautrec. Le sue risposte pronte - simili a quelle di un clown
maligno - erano sconcertanti. La bocca di una animalesca sensualità, il modo di
esprimersi ora incontrollato, ora estremamente arguto, ora del tutto
anticonvenzionale...". (Henry van de Velde).
L'arte di Lautrec nella Parigi di fine Ottocento non si allinea con quella
degli impressionisti che di pochi anni lo avevano preceduto e ancora stavano
lavorando in Francia; la sua pittura infatti non rivela interesse per il
paesaggio e per la luce, mentre esprime un fascino fortissimo per la figura
umana. Lautrec ha chiaro fin da bambino che avrebbe fatto il pittore; la sua
statura molto ridotta - dovuta a una duplice frattura alle gambe contratta tra
il '78 ed il '79 – non gli consente, d'altra parte, di pensare a un lavoro
fisicamente impegnativo. Lasciata la monotonia della vita in famiglia nel sud
della Francia, si trasferisce a Parigi, metropoli che, nell'ultimo ventennio
del XIX secolo, vive l'atmosfera gioiosa, entusiasmante ed eccessiva della
Belle Époque. Montmartre, quartiere degli artisti per eccellenza, vede la
nascita e la diffusione di trasgressivi locali notturni, cafès, cabarets,
rivelando il lato nascosto e torbido della rigida morale borghese dominante.
Circondato di amici - pittori, poeti e artisti della notte - Lautrec si dà alla
bella vita e frequenta i celebri Moulin Rouge, Divan Japonais, Folies Bergère.
All'inizio è quasi intimorito dalla cattiva reputazione di quell'ambiente, ma
poi, grazie all'amicizia con lo showman Aristide Bruant, fondatore del
Mirliton, proprio a Montmartre trova ispirazione preziosa per le sue ricerche
d'artista. Evidenzia così nuove connessioni fra l'arte e la vita quotidiana
affermandosi come una figura centrale nella società decadente che raffigura. La
sua attenzione è rivolta ai personaggi: mette a fuoco e analizza da vicino i
“tipi” umani che incontra (per usare un'espressione flaubertiana),
presentandoli sotto una luce distorta, ironica, tramite nuove inquadrature,
nuovi tagli delle scene, nuovi colori e giustapposizioni di colore. La
tipologia dei soggetti rappresentati è la più varia: ballerine, habituès dei
cafès, borghesi goderecci, il popolo notturno, ma anche prostitute e le masse
di derelitti che vivono ai margini della società, un'umanità che anche Picasso,
nel suo soggiorno parigino, rappresenterà proprio nel momento del commiato di
Lautrec - morto trentasettenne come Raffaello, Parmigianino, Watteau, Van Gogh - da quel mondo e dalla vita.
Informazioni
Toulouse-Lautrec e la Parigi della Belle Époque
Luogo: Mamiano di Traversetolo (Parma) - Fondazione Magnani Rocca
Via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma)
Periodo: dal 10 settembre all'11 dicembre 2011
Orari: dal martedì al venerdì continuato 10-18 (la biglietteria chiude alle 17); sabato, domenica e festivi continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle 18). Lunedì chiuso. Aperto anche tutti i festivi
Ingresso: € 9,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le scuole. Il martedì ore 15.30 viene organizzata una visita alla mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla biglietteria. Costo € 12,00 (ingresso e guida)
Mostra e Catalogo a cura di: Stefano Roffi
Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta con saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Ada Masoero, Mauro Carrera, Stefano Roffi
Info e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337