Il MIC inaugura un secolo d'arte e design: apre la Sezione del Novecento
Faenza - MIC Museo Internazionale delle Ceramiche
Viale Baccarini, 19 - Faenza
Orario: 9.30 - 19.00. Chiuso il lunedì
Curatore: Franco Bertoni
Dopo la collocazione nell'ambiente del bookshop dei pannelli di Pietro Melandri e quella del grande pannello Nero e Oro di Alberto Burri che accoglie all'entrata del museo il pubblico, il MIC presenta al pubblico appassionato di ceramica e non il contributo più importante nei confronti della ceramica moderna e contemporanea.
Picasso
Sono aperte le tre sezioni permanenti che ripercorrono un secolo d'arte
ceramica del XX Secolo. Le sezioni, curate da Franco Bertoni che ha
recentemente traguardato la più ampia ed esaustiva pubblicazione in merito
avvalendosi proprio delle raccolte del Museo, sono dedicate rispettivamente
alla ceramica a Faenza, in Italia e in Europa. Le tre sezioni, già previste nel
progetto originario di ordinamento del Museo, trovano collocazione, pur con
qualche modifica, negli spazi indicati a suo tempo, destinati ad ospitare le
opere del Premio Faenza - assorbite nel nuovo percorso - e le ceramiche
europee. Il MIC offre così ai visitatori una visione più completa di quanto
l'arte della ceramica ha espresso nel corso di un secolo incredibilmente
propositivo sia da un punto di vista artistico che sotto un profilo più
propriamente tecnico.
Il Novecento ceramico ha utilizzato terre antiche e le ha formate e rivestite
con smalti tradizionali o innovativi oppure le ha ostentate in nome della
verità delle materie originarie; ha dialogato con l'Astrazione, con la
Figurazione, con la Storia, con le tradizioni regionali e con le tendenze
artistiche più diverse; ha utilizzato modelli e strumenti tradizionali come le
più moderne tecniche; è stato pittura, oggetto decorativo e scultura; ha
aspirato alla dimensione dell'architettura; è stato espressione di un moderno
disagio come felice perpetuarsi di sapienze senza tempo; è rimasto
orgogliosamente ancorato ad antiche conoscenze oppure le ha sprezzate con
innovativo ardimento.
L'antica, armonica, unità di funzione, tecnica e racconto ancora contenuta nel
simbolico “vaso” si è, nel Novecento, spezzata e infinite, preziosissime
schegge sono andate a costituire un firmamento di proposte che non ha
equivalenti nella Storia.
In questo cosmo, ancora in gran parte sconosciuto, gravitano con maggiore
evidenza le opere di protagonisti e di manifatture già ampiamente riconosciute
ma non mancano le sorprese dovute a inaspettate “scoperte”.
In fondo - sia per la vastità dei contributi, sia per una vicinanza che non ha
ancora permesso adeguate storicizzazioni - è proprio il secolo appena trascorso
a mancare, più di altri, di indagini e di efficaci messe a fuoco in una
incredibile messe di esperienze artistiche. Si pensi solo che il MIC può
vantare una raccolta di oltre diecimila opere del Novecento in gran parte
pervenute al Museo o tramite donazioni o a seguito del Concorso Internazionale
della Ceramica d'Arte Contemporanea “Premio Faenza”.
Da questo straordinario deposito, scientificamente ordinato e a disposizione
degli studiosi, verranno estratte alcune centinaia delle opere più
significative in modo da dare conto al pubblico e agli addetti ai lavori di
quanto un secolo, pur travagliato, ha espresso in termini di ricerca e di
ineguagliabile bellezza.
Sezione Faenza Novecento
In questa sezione verranno esposte opere a partire dai primissimi anni di
un secolo che ha visto una città di antica tradizione ceramica come Faenza
relazionarsi con le esperienze più avanzate dei vari periodi ed emergere sia
nel panorama nazionale che internazionale grazie a decisive figure quali
Domenico Baccarini, Piero Melandri, Francesco Nonni, Anselmo Bucci, Angelo Biancini,
Carlo Zauli, Alfonso Leoni, Ivo Sassi.
Grande spazio verrà dato a manifatture quali la Fabbrica Fratelli Minardi e la
Fabbriche Riunite di Ceramica che hanno aperto alla modernità in un momento
decisivo quale l'inizio del secolo. Circa 160 opere esposte.
Sezione Italia Novecento
La ceramica italiana del XX Secolo è stata, senza dubbio, la più ricca e la
più alta del contesto mondiale coevo. Ciò che è avvenuto in campo ceramico in
Italia è avvenuto solo in minima parte altrove, dove la pur alta qualità è
legata essenzialmente al nome di una manifattura, a un geniale artista o ad
aree circoscritte.
In Italia si è assistito, al contrario, a un proliferare di artisti, di
manifatture, di botteghe, di centri ceramici di antica e nuova tradizione e di
fornaci dalla più o meno breve vita che hanno disseminato il territorio
nazionale con una immensa produzione che attende ancora adeguati
riconoscimenti. Da Galileo Chini a Ettore Sottsass, da Duilio Cambellotti a
Salvatore Fancello, da Tullio d'Albissola a Lucio Fontana, da Golia a Fausto Melotti,
solo per citare alcuni nomi di protagonisti cui andrebbero aggiunti quelli di
Nanni Valentini, Tono Zancanaro, Aligi Sassu e di tanti altri, in Italia si è
assistito a esperienze sempre in sintonia, quando non in anticipo, nei
confronti delle tendenze artistiche emergenti. I centri ceramici di antica
tradizione hanno offerto prove singolari di rinnovamento a Vietri sul Mare, Albissola,
Nove, Deruta, Montelupo, Pesaro e Sesto Fiorentino, mentre manifatture come Richard
Ginori, Società Ceramica Italiana, Gregorj, Galvani, MGA, Franco Pozzi,
Laboratorio Pesaro, Lenci, Bitossi, Mancioli e Rometti hanno declinato le
istanze dell'arte in inediti oggetti decorativi o d'uso. Si tratta di un
capitolo tra i più densi e complessi dell'arte della ceramica mondiale. Circa
180 opere esposte.
Sezione Europa Novecento
In questa sezione viene raccolta la quasi totalità (120 esemplari esposti)
delle opere conservate al MIC del periodo dell'Art Nouveau che comprende
capolavori di Clément Massier, Auguste Delaherche, Edmond Lachenal, Jutta Sika,
Josef Hoffmann e di manifatture quali Ernst Wahliss, Manifattura Reale di
Porcellane di Copenhagen, Herman Mutz, Meissen, Villeroy e Boch, Rozenburg, Distel,
Brouwer.
Una selezione di opere dell'Art Déco e i “Premi Faenza” europei completano la
sala in cui sono conservate anche le opere donate al Museo di Faenza da Picasso
nel secondo dopoguerra assieme a quelle di altri grandi esponenti dell'arte del
XX Secolo quali Henry Matisse, Fernad Leger, Roualt e Marc Chagall. Circa 180
opere esposte.