Matta. Roberto Sebastian Matta - Gordon Matta-Clark - Pablo Echaurren Matta
Venezia - Fondazione Querini Stampalia
Dal 28 maggio al 18 agosto 2013
In concomitanza con la 55. Biennale di Venezia, la mostra vuole indagare le idee e i pensieri che si sono tramandati - attraverso le generazioni, il tempo e la geografia - da Roberto Sebastian Matta ai suoi figli Gordon Matta-Clark e Pablo Echaurren Matta.
Tre nomi, tre storie, tre paesi e un unico comun denominatore: l'arte. In
concomitanza con la 55. Biennale di Arti Visive di Venezia e per la prima volta
insieme, la mostra organizzata e prodotta dalla Galleria d'Arte Maggiore -
G.A.M. di Bologna, riunisce negli spazi dell'area Scarpa della Fondazione
Querini Stampalia, tre grandi protagonisti dell'arte internazionale. Gordon Matta-Clark
e Pablo Echaurren Matta non hanno in comune solo il padre Roberto Sebastian Matta,
figura storica che con le sue tele e le sue sculture ha preso parte al
Surrealismo ed influenzato gli artisti americani dell'Espressionismo Astratto,
ma con due stili espressivi differenti sono entrambi due personaggi di rilievo
della scena artistica contemporanea.
La mostra, curata da Danilo Eccher, prende origine dall'opera di Roberto
Sebastian Matta ed attraverso le opere dei suoi protagonisti percorre mezzo
secolo di storia dell'arte, vissuta in tre paesi differenti: la Francia, gli
Stati Uniti e l'Italia. Lo spaccato che ne deriva non è delimitato dalla loro
storia familiare, per quanto eccezionale, ma amplia i propri confini
all'ambiente culturale e politico in cui questi artisti sono stati
profondamente coinvolti. Figli dello stesso padre, ma di madri differenti, sia
Gordon che Pablo hanno avuto un rapporto conflittuale con la figura paterna ed
attraverso l'arte entrambi hanno cercato un dialogo concettuale - impossibile
nella vita privata - con Matta attraverso le loro opere pur maturando entrambi,
ed ognuno a suo modo, linguaggi singolari e differenti. Se l'affinità con Matta-Clark
è riconducibile a un livello formale, estetico-architettonico, in Echaurren
l'affinità è da ricercarsi nel carattere più propriamente concettuale.
Il filo conduttore della loro opera a livello critico sarà svelato da Danilo
Eccher solo pochi giorni prima dell'apertura al pubblico, ma ad una prima
lettura emerge già come la socialità, la continua ricerca di un rapporto non
solo di partecipazione del fruitore, ma di un suo coinvolgimento diretto o
indiretto, fisico o mentale, culturale o sociale, interno o esterno all'opera
sia presente nell'opera dei tre. Non è un caso infatti se alcuni definiscono le
figure antropomorfe di Matta sia in pittura, sia in scultura, come morfologie
sociali, come una trasfromazione di passaggio tra i paesaggi interiori e il
mondo esterno. Per Gordon la socialità è un fattore ancora più evidente,
essendo la sua effimera arte basata sulla performance, sui building cuts, gli
edifici tagliati, trasformazioni sculturali di architetture preesistenti dove
lo spettatore è invitato ad entrare per muoversi fisicamente ed emozionalmente
in quegli spazi. Nella sua opera Matta-Clark crea un rapporto diretto con il
fruitore, spesso basato sulla fiducia che costui deve devolvere all'operato
dell'artista che come in Matta ha fondamenti architettonici. Mentre per quanto
riguarda Pablo tutta la sua vita artistica è immersa nella socialità, nella sua
esistenza quotidiana. E se è vero che le sue tele riportano al mondo dei
fumetti, della musica, della street art, alla cultura di massa, è attraversando
la sua iconografia Pop fatta di contiminazioni di generi che dialogano ora con
il Dadaismo, ora con lo stesso Surrealismo, che l'artista propone con ironia
attraverso l'apparizione di una natura familiare ed allo stesso tempo
inquietante una critica diretta alla società dei consumi. Proprio come sembrano
suggerire le figure antropomorfe e primitive presenti nei dipinti del padre.
Non a caso l'opera di Matta mira anche a una riflessione sull'impatto che la
tecnologia ha sull'esistenza umana.
Roberto Sebastian Echaurren Matta (Santiago, Cile, 1911 - Civitavecchia,
Italia, 2002)
Nato a Santiago del Cile, dopo gli studi in architettura Roberto Sebastian Matta
si dedica alla pittura a partire dal 1934 quando si trasferisce a Parigi. Gli
incontri di questi anni sono stimolanti e fondamentali: nella capitale francese
lavora per Le Corbusier, a Madrid entra in contatto con intellettuali del
calibro di Federico Garcia Lorca e a Londra frequenta Walter Gropius. Ma è a
Parigi che conosce André Breton e Salvador Dalì, aderendo e dando impulso alla
nascita del Surrealismo. Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale accetta
l'invito dell'amico Marcel Duchamp e si trasferisce a New York dove si
inserisce nell'ambiente cosmopolita, rivestendo un ruolo di primo piano per la
generazione di artisti successiva che avrebbero poi dato origine
all'Espressionismo Astratto americano. I rapporti con questi artisti, e con i
surrealisti rimasti a Parigi, sono però destinati a incrinarsi quando Matta è
accusato di aver provocato il suicidio di Gorky per avere avuto una relazione
con sua moglie. Alla fine degli anni Cinquanta, Matta è già un artista di fama
internazionale, mentre nel 1971 la rivista francese Connaissance des Arts, lo
colloca nella top ten dei dieci migliori pittori contemporanei del mondo e nel
1985 il Centre Georges Pompidou gli consacra una grande retrospettiva. Nel 1990
torna a Parigi passando dei periodi in Italia a Tarquinia, dove installa uno
studio, una scuola di ceramica e una sala di esposizioni. Si spegne a
Civitavecchia nel 2002.
Le sue opere sono conservate in alcuni dei più importanti musei del mondo, solo
per citarne alcuni: il Museum of Modern Art di New York, il Centre Pompidou a
Parigi, il Fine Art Museum di San Francisco e la Galleria d'Arte Nazionale di
Roma.
Gordon Matta -Clark (New York, USA, 1943 - 1978)
Gordon Matta-Clark è un artista americano attivo durante gli anni Settanta e meglio
conosciuto per i suoi building cuts, edifici tagliati: trasformazioni
sculturali di edifici abbandonati realizzati attraverso tagli e smantellamenti
di siti architettonici strutturati. Figura catalica del decennio per la storia
e lo sviluppo di SoHo a New York, la sua arte mette in discussione lo stesso
statuto di opera d'arte. Utilizzando la performance come metodo espressivo
preferenziale, la gran parte del suo lavoro si basa su frammenti
architettonici, oggetti decomposti, ma anche esperimenti culinari giunti oggi a
noi attraverso una serie documentazione fatta di video, foto e films. Operativo
sia negli Stati Uniti che in Europa, la prematura scomparsa a soli trentacinque
anni non gli ha impedito di diventare una superstar sulla scena internazionale
dell'arte contemporanea. Le opere di Matta-Clark sono infatti presenti in
grandi collezioni pubbliche: il Metropolitan Museum of Art e il MoMA di New
York, il Museum of Contemporary Art di Chicago, il MoCA di Los Angeles, il
Museum van Hedendaagse Kunst Antwerpen ad Antwerp, il San Francisco Museum of
Art, lo Smithsonian American Art Museum a Washington DC, il Solomon R.
Guggenheim Museum di New York, lo Stedelijk Museum di Amsterdam e il Whitney
Museum of American Art di New York.
Pablo Echaurren Matta (Roma, Italia, 1951)
Pablo Echaurren ha iniziato a dipingere a diciotto anni ed è stato presto
scoperto da Arturo Schwarz. Sul background della pop art, dell'arte povera, del
minimalismo e dell'arte concettuale, ha incominciato a sviluppare il suo
universo lessicale agli inizi degli anni Settanta quando si dedica a vari temi:
dal mondo delle miniature ai segni del mastro giapponese Hokusai, dalle
citazioni dal mondo del fumetto di Roy Lichtenstein alle immagini dei libri
scientifici sulla storia naturale, la zoologia e la botanica. In un secondo
tempo il confronto con l'eredità iconografica della storia dell'arte si espande
in un dialogo costante con le avanguardie: il Futurismo, il Dadaismo, il
Cubismo, lo stesso Surrealismo che rivista con l'occhio di un abitante del
villaggio globale, nutrito di messaggi delle telecomunicazioni e dei mass
media. L'arte di Pablo Echaurren si muove in molte direzioni, in salti
costanti, dai dipinti ai collage, dalle copertine dei libri e dei fumetti alle
ceramiche, ai video, ai testi. Si impone così l'idea dell'artista-artigiano in
tutti i campi, indipendentemente dalle barriere e dalle gerarchie che di solito
confinano l'attività creativa. La relazione tra Pablo e i giovani è sempre
molto stretta e lo stesso si dica per i movimenti sociali. Autore di saggi,
romanzi e brevi racconti, Pablo ha anche publicato una serie di biografie
illustrate, dedicate a Filippo Tommaso Marinetti, Picasso, Ezra Pound ed altri.
Fondazione Querini Stampalia - Area Scarpa
Nel 1949 il Consiglio di Presidenza della Fondazione Querini Stampalia decise
di dare inizio al restauro di alcune parti di Palazzo Querini. Manlio Dazzi,
direttore della fondazione, affidò a Carlo Scarpa il compito di risistemare il
piano terra ed il giardino sul retro del palazzo che si trovava in uno stato di
estremo abbandono e degrado. Il progetto fu realizzato solo più di dieci anni
dopo, sotto la direzione di Giuseppe Mazzariol, amico e sostenitore del maestro
veneziano.
Il progetto di restauro di Scarpa parte dall'eliminazione dell'apparato decorativo
ottocentesco, dal risanamento statico e conservativo delle murature,
dall'accurata pulitura degli elementi architettonici esistenti per articolarsi
attraverso quattro temi fondamentali: il nuovo ponte di accesso, l'ingresso, il
portego ed il giardino, quattro luoghi uniti da un percorso, le cui tappe sono
anticipate visualmente sin dal campiello antistante il canale, dal quale è
possibile intravedere scorci dell'interno.
Il piano terra del palazzo è infatti permeabile, trasparente, ed il giardino assume
il ruolo di naturale prolungamento del portego.
L'acqua è assunta come un diaframma orizzontale che gradua le altezze
obiettivamente mutate degli spazi. È in relazione a questi effetti che
l'andamento di tutti i percorsi è stato orientato e svolto orizzontalmente dal
canale al giardino, dalla fronte prospiciente il cancello al retro del palazzo,
come un'unitaria transenna su cui la luce gioca, smaterializzando i residui
plastici di ogni zona per assumerne soltanto il significato cromatico
Giuseppe Mazzariol,
Un'opera di Carlo Scarpa: il riordino di un antico palazzo veneziano,
in Zodiac, n. 13, 1964, p. 40.
Galleria d'Arte Maggiore - G.A.M.
La Galleria d'Arte Maggiore G.A.M. è stata fondata nel 1978 da Franco e Roberta
Calarota che hanno costruito il prestigio internazionale della galleria grazie
a una collezione di opere di grande qualità del XX secolo. La fliglia Alessia
si è unita alla galleria diventando direttrice nel 2011 con l'obiettivo di
unire la tradizione ad una nuova prospettiva. Con un approccio innovativo, le
mostre presentate nella sede principale a Bologna mirano a illustrare come
l'arte contemporanea scaturisca da un dialogo con l'arte moderna o già
storicizzata.
Da sempre la galleria si occupa di due aspetti fondamentali del mondo
dell'arte: il mercato - partecipando ad alcune delle più importanti fiere
internazionali - e la promozione culturale. Da questa prospettiva si originano
le collaborazioni con importanti musei ed istituzioni in Italia e all'estero
(Metropolitan Museum di New York, Musée d'Art Moderne de la Ville de Paris,
etc.), testimonianza tangibile dell'alta qualità delle opere proposte. Punto di
riferimento per l'arte italiana del Novecento, la Galleria d'Arte Maggiore ha
recentemente collaborato con il museo Estorick Collection of Modern Italian Art
di Londra per la mostra Giorgio Morandi. Lines of Poetry, l'esposizione più
completa realizzata fino ad oggi, fuori dai confini italiani, sull'arte grafica
del maestro. E, solo per citare alcuni esempi, tra le varie esposizioni curate
da Franco Calarota vanno ricordate la mostra Silenzi dedicata all'opera di
Giorgio Morandi dal Museo di Palazzo Fortuny a Venezia, e Giorgio de Chirico.
Myth and Archaeology la mostra appena inaugurata con successo alla Phillips
Collection di Washington DC, all'interno dell'anno della cultura italiana negli
Stati Uniti, che presenta al pubblico una preziosa selezione di sculture e lavori su carta.