Arte

Klimt nel segno di Hoffmann e della Secessione

Venezia - Museo Correr
Dal 24 marzo all'8 luglio 2012

Di Ellen Cancian

Klimt, Giuditta, Belvedere, con cornice

Con questa esposizione si vogliono celebrare i 150 anni della nascita di Klimt, ospitando al museo Correr di Venezia opere che non erano mai state esposte in Italia e creando una collezione, se pur temporanea, pari solo a quella del Belvedere di Vienna.
Fervido è il legame con la città lagunare meta del suo primo viaggio all'estero nel 1899, ospite nella villa dell'amica Alma Schindler (Alma Mahler). Dai mosaici della Basilica di San Marco da cui è così colpito, trarrà ispirazione per il suo “periodo doro”, qui in mostra esemplificato da Giuditta I e Salomé, esposte per la prima volta insieme. Nel 1910 la conturbante Salomé fu esposta alla Biennale di Venezia e subito acquistata dalla città.

La prima sezione è dedicata a opere giovanili e  i dipinti del fratello minore Ernst e dell'amico Franz Matsch, con i quali fonda la “Künstler- Compagnie”  impresa nata per le decorazioni di soggetto storico per teatri, musei e palazzi della Ringstraße. Sono per lo più sono esposti studi e  opere accademiche della scuola di arte applicate.

Nel 1898 inizia il rinnovamento artistico della Secessione Viennese, fondata da Klimt, Josef Hoffmann, Koloman Moser e Carl Moll. Questi artisti erano insoddisfatti del carattere ancora accademico delle esposizioni del Künstlerhaus e da subito furono influenzati dalle nuove idee internazionali delle avanguardie che venivano propagate dalla rivista della Secessione “Ver Sacrum”,  per l'occasione si possono vedere alcune delle più importanti copertine della rivista.
In queste prime sezioni dedicate al paesaggio e alla figura,  si da grande rilievo all'influenza del simbolista belga Khnopff presentando dei dipinti che richiamano le atmosfere simboliste. La mostra confronta l'opera di Klimt con i paesaggi dei viennesi Rudolf Jettemar e Viktor Muller ma anche con i paesaggi impressionisti di Carl Moll.

Modello della mostra Beethoveniana e Diesen Kuss der ganzen Welt dal Fregio di Beethoven di Klimt, 1902

Ritratto di Hermine Gallia di Klimt e boudoir di Hermine Gallia di Hoffmann

Disegno preparatorio per il fragio Stoclet, Klimt

Allestimento - Fuochi fatui di Klimt, fanciullo ingnocchiato di George Minne e Modello di Superficie di Josef Hoffmann


Espositori per le spille di Josef Hoffmann

Spilla su disegno di Hoffmann, eseuita da Klimt

Allestimento - Fatalisme di Jan Toorop su parete nera con cornice a scacchiera

Modello di Palazzo Stoclet di Josef Hoffmann

Uno dei temi principali è il rapporto tra Klimt e l'architetto Hoffmann che fu coinvolto sempre nell'organizzazione spaziale delle sue mostre e soprattutto nella direzione del quattordicesima mostra della Secessione nel 1902 dedicata a Beethoven.
Nella realizzazione Hoffmann crea uno spazio sacrale a tre navate, al centro del quale venne collocata la scultura dedicata a Beethoven di Max Klinger.
Dal modellino del palazzo della mostra beethoveniana si comprende come  il percorso allestivo fosse circolare, dall'atrio il visitatore non raggiungeva come di consueto la sala principale, ma tramite uno stretto corridoio, la sala di sinistra rialzata. Nella prima sala l'opera principale era il Fregio di Beethoven di Klimt che qui diventa il fulcro dell'esposizione.
Nella Beethoven-Ausstellung e in Palais Stoclet, a cui è dedicata un'altra sezione, architettura, pittura e arti applicate si fondono insieme.

Hoffmann disegnava  anche le cornici dei quadri di klimt  e sono qui esposte anche  le spille e i relativi disegni dell'architetto poi realizzati da Klimt per la sua compagna, la stilista Emilie Flöge.
L'arte per entrambi gli artisti doveva penetrare in tutti gli spazi e dovevano essere utilizzati i materiali più diversi per simboleggiare l'unità delle arti, una tensione verso la Gesamtkunstwerk, l'opera d' arte totale già cara a  Richard Wagner. 

Le opere in mostra ci riportano all'atmosfere di Vienna della belle epoque, dalle commissioni private alle mostre ufficiali della Secessione, tramite dipinti, rari e preziosi disegni  preparatori ma anche modellini e documenti storici, mobili e gioielli correlati tra loro.
Nel Catalogo della Mostra pubblicato da 24 Ore Cultura in collaborazione con il Belvedere di Vienna sono stati approfonditi i temi delle diverse sezioni della mostra. I saggi ben curati anche attraverso gli apparati visivi, documentano soprattutto la genesi e l'evoluzione delle opere di Klimt, gli incarichi condivisi con Hoffmann e il rapporto con gli altri artisti della Secessione.
Il percorso espositivo è contrassegnato dal bianco, dal nero e dall'oro, che si ritrova anche nella  cornice a scacchiera che delinea le pareti, leitmotiv dell'architettura di Hoffmann.

La Secessione viennese è più di un movimento è soprattutto uno stile, anche le didascalie e le sale con gli apparati e le biografie degli artisti hanno una grafica in stile secessionista.
Conclude la mostra la foglia d'alloro posata da un anonimo sulla tomba di Klimt, e come si legge dalla dedica è stato il vento a portarla fino al sepolcro, incorniciata come un omaggio all'artista evoca la cupola di alloro di Palazzo Stoclet. Anche la casualità di un gesto anonimo diventa parte della mostra e dell'arte totale tanto propugnata da Klimt e dai secessionisti.