L'Italia s'è desta: 1945-1953. Arte italiana del secondo dopoguerra, da De Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri
Ravenna - MAR Museo d'Arte della città di Ravenna
Dal 13 febbraio al 26 giugno 2011
Arte italiana tra il '45 e il '53, ovvero gli otto anni in cui davvero l'Italia
s'è desta, il tempo più vivace, magmatico, contrastato di tutto il nostro
Novecento.
Il progetto di mostra curato da Claudio Spadoni, promosso dall'Assessorato alla
Cultura del Comune di Ravenna e dal Museo d'Arte della città, con il sostegno
della Fondazione Cassa di Risparmio di Ravenna, in programma nelle sale del Mar
dal 13 febbraio al 26 giugno 2011, ha l'ambizione di ricostruire tutte le
diverse fasi delle vicende artistiche dalla fine del secondo conflitto mondiale
alla grande mostra di Picasso in Italia del 1953, a Roma e poi a Milano, che,
per molti aspetti, segna uno spartiacque fra il dopoguerra del rinnovamento,
dei dibattiti culturali, delle costituzione di gruppi e movimenti, e la seconda
parte degli anni Cinquanta.
Per la prima volta verrà offerto un quadro complessivo di quelle stagioni
cruciali della storia artistica italiana. Un fermo immagine che registra non
solo il nuovo che ribolle, ma anche la vitalità di ciò che il montare di
quest'ansia di modernità europea andava relegando ad una ingiustificata
considerazione marginale, ovvero le opere ultime, eppure spesso
sorprendentemente felici, dei grandi protagonisti della prima metà del secolo:
da Morandi a De Pisis, da Balla a Carrà, da Casorati a De Chirico, da Martini a
Marini e Manzù. Maestri, non ancora scomparsi, dei quali viene documentato il
lavoro di quegli anni, fra storia e attualità.
Ma L'Italia s'è desta: 1945-1953. Arte italiana nel secondo dopoguerra è in
primo luogo il racconto del voltar pagina, un mutar paradigma di una
generazione alla ricerca, affannosa e creativa, di nuove possibilità
espressive.
Milano, Torino, luoghi di resistenza degli ultimi anni della guerra, furono
insieme a Roma e Venezia le principali città nelle quali la vita artistica
italiana riprese impulso.
Erano gli anni in cui gli artisti italiani più impegnati identificavano in
Pablo Picasso l'imprescindibile alternativa europea alla chiusura
provincialista. Le sue opere rappresentavano un modello fondamentale della
modernità, per linguaggio e contenuti ideologici. L'infatuazione Neocubista,
secondo il modello di Guernica, trova riscontro in gran parte degli artisti,
con figure di primissimo piano come Guttuso, Leoncillo, Morlotti, Pizzinato,
mentre il bisogno di un legame tra arte e oggettività si esprime nelle diverse
forme di Realismo di un Peverelli, di un Testori, di un Sassu, di uno Zigaina.
Quasi contemporaneamente l'esigenza di coalizzarsi in gruppi veniva espressa
dal Fronte Nuovo delle Arti che accomunava presenze eterogenee (Birolli,
Guttuso, Leoncillo, Morlotti, Pizzinato oltre a Levi, Santomaso, Vedova, Viani)
ed ebbe la consacrazione alla Biennale del '48, pur nella difficile convivenza
di figure e istanze incompatibili.
In ambito romano nel '47 nasceva Forma 1, ovvero il gruppo astratto votato a
Balla, a Kandinskij, a Matisse, con artisti come Accardi, Attardi, Consagra,
Dorazio, Guerrini, Perilli, Sanfilippo, Turcato. Il frenetico bisogno di
cambiamento che caratterizzava le vicende della ricerca non figurativa, trovava
riscontro ancora a Roma intorno alla Fondazione Origine (1949) con Ballocco
Burri, Capogrossi, e a Firenze con il Gruppo dell'Astrattismo Classico (1950)
capeggiato da Berti e Nativi.
Intanto Fontana, rientrato a Milano dall'Argentina, nel 1947 diede vita allo
Spazialismo insieme a Crippa e Dova; pochi anni dopo, nel '51, sempre nel
contesto milanese ricco di fermenti, nasceva il MAC Movimento Arte Concreta,
composto fra gli altri da Dorfles, Munari, Radice, Reggiani, Sottsass.
Ne '52 Baj, Colombo, Dangelo sottoscrivevano il Manifesto della pittura
Nucleare, nello stesso anno Lionello Venturi presentava il Gruppo degli Otto,
(con Afro, Birolli, Corpora, Moreni, Morlotti, Santomaso, Turcato e Vedova) con
la formula dell'Astratto Concreto.
Dopo diverse rassegne che hanno preso in considerazione solo singolarmente ogni
movimento o gruppo, senza possibilità di confronti contestuali diretti, la
mostra del Mar, attraverso le 160 opere fondamentali degli artisti del tempo,
ripercorre tutte le complesse vicende del periodo.
Un particolare risalto viene dedicato anche a coloro che portarono avanti
ricerche personalissime come Alberto Burri, Carol Rama, Luigi Spazzapan, Antonio
Zoran Music, Tancredi, e alcuni giovani bolognesi come Romiti, Bendini, Vacchi
figure sostanzialmente isolate rispetto ai gruppi ufficiali.
Pur concentrata sull'arte, la rivisitazione degli otto anni che traghettarono
l'Italia alla contemporaneità trovano in mostra, esempi di intersezioni con le
altre arti, dal cinema del Neorealismo, all'architettura. In un proteiforme
mosaico che nella diversità e dissonanza delle sue tessere compone l'immagine
estremamente composita di una Italia nuova.
Documenta l'esposizione un importante catalogo edito dalla casa editrice
Allemandi, a cura di Claudio Spadoni, con saggi di Marco Antonio Bazzocchi,
Luciano Caramel, Claudia Casali, Alberto Giorgio Cassani, Francesco Poli, Luisa
Somaini e Claudio Spadoni, mentre gli apparati bibliografici sono di Irene
Biolchini.
Informazioni
L'Italia s'è desta: 1945-1953. Arte italiana del secondo dopoguerra, da de Chirico a Guttuso, da Fontana a Burri
Luogo: Ravenna - MAR Museo d'Arte della città di Ravenna
Periodo: dal 13 febbraio al 26 giugno 2011
Curatori: Claudio Spadoni
Info: tel. +39 0544 482017 / 482775 - fax +39 0544 212092