Arte

Come va l'industria editoriale: tutti giù per terra

Il mercato dei libri d'arte nel primo semestre 2009: cali di fatturato quasi ovunque e passaggi di proprietà

"Il Giornale dell'Arte" ha ricostruito, sulla base di dati pubblici di alcune delle maggiori case editrici italiane e straniere (quelle parti di gruppi quotati in borsa), un quadro dell'andamento dell'editoria d'arte e di libri illustrati nel 2008 e nella prima metà del 2009. Si fa riferimento (quando non specificato diversamente) a dati dei bilanci 2008, a comunicati stampa sui primi sei mesi 2009 e a dati di Nielsen Bookscan per il mercato librario arte e illustrati (dati che escludono le librerie specialistiche e i canali non strettamente librari, come le librerie museali).

Fatturati: -10/15%
Il quadro generale del settore editoria d'arte e illustrati mostra un netto rallentamento su tutti i canali. Quello monitorato da dati ufficiali (Nielsen o, per la Germania, Gfk), cioè quello librario (che vale in Italia circa 80 milioni di euro), ha avuto un calo dell'8% nel 2008, intensificatosi nella prima metà del 2009. I fatturati delle case editrici mostrano cali intorno al 10-15%, con punte superiori al 20% sul mercato anglosassone.
Questa situazione ha mietuto le prime vittime: White Star, editore di libri illustrati che ha fatturato nel 2008 circa 27 milioni di euro, è finito in amministrazione controllata, e al momento di andare in stampa avrebbe raggiunto, secondo voci del settore, un accordo con De Agostini che ne garantirebbe la sopravvivenza. Skira ha registrato una considerevole perdita, Prestel è stata rilevata nel 2008 per una cifra simbolica dal gruppo Bertelsmann sull'orlo del fallimento (il secondo passaggio di proprietà in meno di due anni, dopo la vendita al management nel 2007 da parte del gruppo Faz); Phaidon e Dorling Kindersley (gruppo Penguin/Pearson) hanno registrato cali di fatturato superiori al 20%, che hanno avuto pesanti ripercussioni sui livelli occupazionali. Sul mercato tedesco sono ufficialmente in vendita le case editrici Knesebeck (gruppo La Martinière), Hirmer, Birkhäuser (parte del gruppo Springer, editoria accademica). Infine la casa editrice Motta è stata rilevata al 100% dal Gruppo Sole 24 Ore e De Agostini ha ridotto del 50% i livelli occupazionali nel settore libri.

Crollano i libri, tengono i musei
In Italia il principale editore di libri d'arte e illustrati, Mondadori Electa, ha chiuso il 2008 con un fatturato di 48 milioni di euro (-12% sul 2007) e un utile pretasse di quasi 2 milioni. Le attività della casa editrice si dividono tra editoria e gestione di servizi nei musei e organizzazione di mostre all'interno delle concessioni museali. Il calo maggiore si è avuto proprio nel settore dei libri, colpiti dal calo di editoria su committenza, vendite di diritti all'estero e un vero e proprio crollo delle vendite abbinate alla stampa periodica, settore nel quale l'azienda è leader in Italia. Bene invece l'altro settore di attività, quello delle concessioni museali, che tiene grazie ai buoni dati di visitatori del Colosseo e di Roma in genere. I dati Nielsen mostrano nel 2009 una tenuta delle quote di mercato in libreria (circa 16% nell'arte, dietro a Taschen che è prima con il 20%, e il 20% negli illustrati, prima posizione), ma appunto su mercati in forte contrazione. Il secondo nome per fatturato, Skira (gruppo Rizzoli), ha visto il fatturato salire del 14% a 22 milioni di euro grazie a nuove acquisizioni (bookshop Triennale, Scala) e a un fortunato titolo (la storia dell'Inter, con 50mila copie vendute), ma ha registrato una perdita prima delle imposte di 2 milioni di euro. Le principali cause di questa perdita sono state proprio le nuove acquisizioni, Triennale e Scala, che hanno comportato canoni troppo onerosi rispetto ai livelli di fatturato raggiunti (per Triennale si parla di costi di gestione non lontani dal fatturato, quasi dimezzato rispetto alla precedente gestione). Una perdita consistente è stata inoltre causata dalla coproduzione a Palazzo Reale a Milano della mostra di Bacon, che ha avuto un discreto numero di visitatori ma nessuno sponsor. Note dolenti anche sul fronte delle vendite collaterali e dell'espansione all'estero (nuove controllate Skira-Flammarion in Francia e Skira-Rizzoli negli Stati Uniti), che nell'anno ha prodotto costi e nessun fatturato. In libreria Skira si attesta al terzo posto al 4,3% di quota nel settore arte. Nell'anno Skira ha acquisito la concessione di Brera e Cenacolo, con un'offerta in linea con la politica di forte espansione, ma che fonti del settore dicono potrebbe produrre una perdita nell'ordine di 500-600mila euro (aggiudicazione tuttora sospesa per ricorso al Tar e al Consiglio di Stato dei due gruppi secondo e terzo classificati). Alle spalle dei primi due gruppi si piazzano nellordine Giu'nti Editore, Silvana Editoriale, Motta Sole 24 Ore e Allemandi e Marsilio. Silvana, attiva principalmente nel settore dei cataloghi di mostra, continua a crescere come numero di titoli (350 nel 2008, 500 acquisiti nel 2009, di cui 200 all'estero), con un fatturato che si attesta intorno ai 14 milioni di euro, grazie a una politica commerciale molto aggressiva (Silvana è controllata dal gruppo grafico Pizzi). Dati "proforma" per Motta-Alinari, parte della business unit Cultura del Sole 24 Ore (compresi all'interno dei numeri del gruppo 24 Ore), per il 2008 registrano un fatturato di circa 8,5 milioni di euro, con un risultato in sostanziale pareggio. L'anno ha beneficiato del buon risultato registrato dalla mostra di Canova a Palazzo Reale. Nel 2009 il fatturato è stabile sul 2008, mentre la marginalità dovrebbe migliorare, grazie al successo della mostra di Monet, sempre a Palazzo Reale, e ad alcuni fortunati libri strenna Alinari.

Il dominio (e i cali) di Taschen
Fuori dall'Italia Taschen domina il settore. Di questa casa editrice poco si sa (fatturato intorno ai 60 milioni di euro, 70 dipendenti a Colonia) tranne che ha trovato un equilibrio tra politica di prezzi e commerciale (vendite in conto assoluto a una ventina di distributori locali) che ha permesso in poco più di 10 anni di conquistare circa un quinto del settore illustrati a livello internazionale.
Seguono Thames&Hudson (circa 26 milioni di sterline di fatturato, stabile sul 2007, di cui 8 da distribuzione di editori terzi) e Phaidon (22 milioni, stabile su un 2007 che aveva visto però un calo del 10%, e con un utile prima delle imposte di circa 600mila sterline). La prima ha dichiarato che il 2008 è stato il peggiore anno della propria storia, ma grazie alla diversificazione internazionale e alla tenuta di alcuni mercati (Europa Occidentale, Francia in particolare, e Asia) è riuscita a seguire una politica anticiclica e non ha dovuto finora ridurre i programmi editoriali o effettuare tagli di personale. Phaidon ha visto i cali di fatturato accentuarsi nel 2009, con un calo del 21% nel primo trimestre (sempre secondo dati Nielsen) con, conseguentemente, un taglio del 20% dei dipendenti della sede di Londra e la chiusura degli uffici di Berlino e di New York.
Dorling Kindersley, che pubblica libri illustrati e guide per il gruppo Penguin/Pearson, ha visto la performance negativa del 2008 peggiorare nella prima metà del 2009, con un calo a valore del 18,5% delle vendite (che arriva al 25% per le Rough Guides). A luglio il gruppo Penguin ha annunciato tagli di 100 persone, circa il 25% dei lavoratori della sede di Londra.
Dati Gfk (Gesellschaft für Konsum und Güter Forschung) indicano per il mercato tedesco un vero e proprio crollo per Taschen nel 2009 (-35%) e una sostanziale tenuta per gli altri editori, Prestel (stabile intorno ai 10m di fatturato, con un calo del 15% sul mercato americano), Hatje Cantz (9m di fatturato) e DuMont.  Mentre tiene nel 2009 il fatturato nelle librerie museali e delle mostre, si è fermato un settore che per anni era stato in forte espansione per l'arte, quello delle biblioteche internazionali (pubbliche e private, per i cali dei finanziamenti alle prime e per quelli degli endowments per le seconde, le americane specialmente).
"I problemi del nostro settore tuttavia" ha dichiarato Jamie Camplin, amministratore delegato di T&H "sono più strutturali che ciclici. A parte il tema complesso dell'editoria digitale, che a mio parere ha avuto un impatto limitato su questo settore per ovvii motivi, i cambiamenti del retail, cioè delle politiche commerciali delle grandi catene, stanno creando grossi problemi. Catene come Borders (oggetto di nel Regno Unito di un management buy out) e Waterstones hanno ridotto il magazzino, ordinano ed espongono meno libri d'arte e illustrati perché hanno una rotazione più lenta. È evidente che i libri illustrati e d'arte si comprano se si possono vedere, prendere in mano. E poi c'è Amazon, che è il canale in più forte crescita, ma grazie a una politica di sconti che sta mettendo in seria difficoltà tutti gli altri librai, quelli indipendenti in particolare". Lo stesso vale per alcune grandi catene degli altri paesi, come Thalia e Hugendubel in Germania, Feltrinelli in Italia o Fnac in Francia, che hanno fortemente ridotto la presenza di questo settore all'interno dei propri spazi.

M.z.S.
2009-10-07
A cura di www.ilgiornaledellarte.com