Gianquinto. Opere rare
Rimini - Castel Sismondo
Dal 23 ottobre all'8 dicembre 2010
L'intento di questa preziosa antologica che raccoglie una ventina di opere rare di Alberto Gianquinto (Venezia 1929-2003), molte delle quali provenienti dalla collezione di famiglia, è quello di dare, se possibile, il senso più completo di questo grande artista, pittore elegante, solitario e coerente, testimone di una profonda conoscenza del colore, del segno, della forma.
Gianquinto è un artista complesso, sfaccettato, intellettuale. La sua è una pittura meditata, studiata: indagine e riflessione, composizione e ricerca, avvicinarsi progressivo a quella essenzialità e a quel rigore che paiono spesso segni d'ascetismo, di sobrietà di forme e colori.
Ma accanto a questa marcata componente intellettuale, Gianquinto è anche un poeta indagatore di emozioni e di sentimenti, colmo di passioni forti e solide, un poeta generoso e rigoroso fino alla durezza e all'inflessibilità, ma la cui vena lirica ed elegiaca non rinuncia a prendere il suo spazio, le sue epifanie.
La sua ricerca si è svolta lungo tutto il corso del Novecento senza però mai
poter essere incasellata in alcuna specifica corrente artistica. Gianquinto ha
dipinto sin dall'inizio il reale così come veniva riducendosi nella sua essenza
poetica, nella sua posizione di segno; vedeva le cose disfarsi, sciogliersi
sotto l'emozione del guardare e scopriva la loro capacità plastica di
deformarsi, subendo l'impronta dell'occhio emozionato. Dalle prime nature
morte, attraverso i grandi quadri “storici”, i paesaggi meridionali, i paesaggi
veneti, i giardini di Asolo, i frumenti, i quadri dentro il quadro, quello di
Gianquinto è stato un percorso che ha sempre costeggiato la realtà,
dipingendone le impronte, le ombre, i fantasmi e le essenze. In questo senso ha
reinventato la realtà per mezzo dei suoi elementi, ne ha saputo dare
un'immagine semplice e ambigua, ridotta in superfici e risonante in profondità,
ricca di pensieri e di suggerimenti. La sua pittura sa sciogliere nel ricordo e
nella memoria il senso stesso della realtà; è l'attesa di un annuncio di
liberazione, la chiamata a un impegno che è soprattutto la pittura, la
devozione all'arte come vocazione; una devozione che si traduce nella
grammatica sobria dei colori, la geometria sublime di una pittura di solide
sorprese, di riflessioni poetiche essenziali, fatta di un colore che definisce
e costruisce, che impagina e si fa architettura di quella realtà fantastica e
visionaria.
Caratteristiche della sua pittura rimangono la forza della sua ricerca, la
coerenza, l'originalità, la serietà, la trama di indagini sommesse e non
esibite, lo spessore culturale. Una pittura che non “rappresenta” ma
restituisce il massimo degli elementi dell'esperienza visiva; se infatti la si
percorre con lo sguardo, essa rivela uno straordinario equilibrio compositivo,
una geometria costruttiva, strutturale, che è tutta raccolta nella lucidità
architettonica del suo lavoro.
La sostanza ultima della pittura di Gianquinto è dunque un imperativo razionale
e poetico; l'intelaiatura dello spazio, l'equilibrio del colore, il taglio
sempre sapiente, la nitidezza delle forme evocate e proposte; ed è al contempo
anche una lezione di metodo per cui il suo percorso è la testimonianza di uno
stile di vita e di un impegno culturale e artistico totale.