Monet al Musée Marmottan e nelle collezioni svizzere
Martigny (Svizzera) - Fondation Pierre Gianadda
Dal 17 giugno al 20 novembre 2011
DALL'IRONIA ALLA CONSACRAZIONE: NASCITA DEL NEOLOGISMO « IMPRESSIONISTA »
La vita e l'opera di Claude Monet appaiono come un simbolo indiscutibile
del movimento impressionista.Nel 1874 la Société anonyme de peintres,
sculpteurs et graveurs organizza nell'atelier del fotografo Nadar una mostra
che raggruppa artisti desiderosi di allontanarsi dai Salon ufficiali. I
visitatori scoprono un genere di pittura nuova: una composizione inusuale, un
colore chiaro, applicato in maniera generosa e spontanea e soggetti che
appartengono al mondo del quotidiano. Un giornalista del Charivari, Louis
Leroy, ispirato dal dipinto di Monet «Impression, soleil levant», inventa il
neologismo « impressionista», che gli sembrò caratterizzare molto bene
l'atmosfera dell'esposizione. Questa parola entra poco a poco nel vocabolario
della critica d'arte, il termine è incisivo e il pubblico lo adotta per
rimpiazzare quello di «intransigenti» dato a questi pittori in precedenza.
Nato per deridere, il termine impressionismo diventa una bandiera: Monet, senza
volerlo, aveva dato lo spunto per il nome di uno dei movimenti più celebri
della storia dell'arte.
IL MUSÉE MARMOTTAN: LA PIÙ GRANDE COLLEZIONE AL MONDO DI OPERE DI MONET
La Fondation Gianadda presenta una importante selezione di opere prestate
dal Musée Marmottan assieme a dipinti provenienti da musei e collezioni private
svizzere. Situato nel bel quartire della Muette, il Musée Marmottan è
conosciuto per le sue celebri tele impressioniste. Antico padiglione di caccia
del Duca di Valmy, il museo è stato acquistato nel 1882 da Jules Marmottan. Suo
figlio Paul ne ha fatto la propria dimora e lo ha ulteriormente ampliato con un
padiglione destinato ad accogliere oggetti d'arte. Alla sua morte nel 1932,
lascia all'Académie des Beaux-Arts, l'insieme delle sue collezioni come pure
gli edifici che le contengono. Il Musée Marmottan nasce nel 1934 in questo
particolare complesso del XIX secolo con un insieme eccezionale di capolavori
che partono dal Primo Impero, cioè dagli inizi dell'Ottocento. Nel 1957 il
museo beneficia di una donazione della collezione di Victorine Donop de Monchy,
ereditata dal padre, il dottor Georges de Bellio, medico di Monet, uno dei
primi appassionati della pittura impressionista. Nel 1966, Michel Monet, figlio
del pittore, lascia i dipinti ricevuti dal padre al Musée Marmottan che diventa
così il museo che ha la più importante raccolta al mondo di opere di Claude
Monet.
MONET (1840-1926): UNA LUNGA VITA DEDICATA ALLA PITTURA A CAVALLO TRA 2
SECOLI
Nato a Parigi, Monet passa la sua giovinezza a Le Havre dove la famiglia si
trasferisce cinque anni più tardi. La Senna si getta nel mare proprio lì e ciò
spiega la passione di Monet per questo fiume così presente nella sua opera.
Molto giovane, il futuro pittore esegue caricature dei suoi concittadini e
raccoglie così i suoi primi denari. Il pittore Eugène Boudin, che lavora a Le
Havre, porta Monet con sè a dipingere in campagna. Una vera rivelazione per il
futuro impressionista che più tardi dichiara : «fu come una vela che si
libera; avevo assaggiato ciò che poteva darmi la pittura; grazie al solo
esempio di questo artista appassionato della sua arte e della libertà, si
apriva il mio destino di pittore». A Parigi nel 1859 lavora all'Accademia
svizzera e vi incontra Pissarro. Dopo il servizio militare in Algeria dove
raccoglie «impressioni di luci e di colori che contenevano il seme delle
ricerche future», rientra a Le Havre, vi ritrova Boudin e l'olandese Johan
Barthold Jongking, lui pure appassionato del paesaggio en plein air e
soprattutto delle trasparenze atmosferiche. Di ritorno a Parigi nel 1862,
frequenta l'atelier di Charles Gleyre e fa amicizia con Renoir, Sisley,
Bazille, con i quali condivide le tendenze naturaliste e antiaccademiche.
Insieme vanno a dipingere dal vero nella foresta di Fontainebleau. Monet e i
suoi amici espongono al Salon del 1868 e non sono ben accetti dalla critica
ufficiale e dal pubblico. Nel 1870 scoppia la guerra franco-prussiana. Dopo la
disfatta di Sedan Monet e Pissarro si rifugiano a Londra. Le opere di Turner e
di Constable segnano i due esuli. Monet rientra a Parigi nel 1871 passando
dall'Olanda. I riflessi dei fiumi di questo Paese come quelli del Tamigi, resi
iridescenti da una luce radente, affascinano il futuro pittore delle ninfee.
Nello stesso anno si sistema ad Argenteuil, un villaggio sulle rive della Senna
non lontano da Parigi conosciuto per le sue regate. E' l'inizio di un decennio
produttivo e di una nuova tecnica. Egli scarta i colori locali per i
complementari e le ombre diventano colore animato dalla luce. La superficie
pittorica di queste tele raggiunge un dinamismo gioioso grazie a piccoli tocchi
frammentati disposti a virgola, attaccati gli uni agli altri. Questa
disposizione dei colori definisce le forme e lo spazio e si presta bene a
descrivere gli aspetti dinamici della natura, gli scintillii dell'acqua dei
fiumi, il vibrare delle foglie nel sole. Fissa il carattere effimero della
natura senza bloccarli, ma attribuendo ad essi una realtà poetica.
Nel 1874 si ha il battesimo del movimento impressionista, la cui seconda esposizione
si terrà nel 1879 da Durand-Ruel. A partire dal 1878 Monet si stabilisce a
Vétheuil, dove l'anno successivo, a soli 32 anni, si spegne sua moglie Camille
Doncieux. Da questa unione erano nati due figli, Jean e Michel. Questo luogo
gli ispira numerosi dipinti nei quali egli coglie le varizioni del tempo: la
nebbia del mattino, i paesaggi invernali nei quali egli descrive il lutto della
natura, nel tentativo di superare il dolore per la morte della sua Camille.
Raggiunto da Alice Hoschedé, moglie del suo primo mecenate andato in rovina,
Monet con i suoi figli e i sei bambini della sua compagna, abitano due anni a
Poissy dal 1881 al 1883. Partecipa alla settima mostra degli impresisonisti
nel 1882 e nel 1883 da Durand-Ruel viene presentata una retrospettiva con 56
dipinti.
Nello stesso anno scopre Giverny, villaggio situato tra l'Ile-de-France e la
Normandia, dove si installa con la sua famiglia e dove vivrà fino alla morte.
All'inizio viaggia moltissimo: con Renoir in Costa Azzurra e in Italia, in Olanda
e a Londra. Espone a Bruxelles nel 1886 e quindi a New York, grazie a
Durand-Ruel. Nel 1889 la galleria Georges Petit riunisce Monet-Rodin, in un
evento che lascia il segno nella storia dell'arte. Alcuni soggiorni in
Norvegia, a Venezia e nella Creuse segnano ancora la vita di questo artista
errante.
Dall'autunno del 1890, il pittore trasforma la sua proprietà e compra alcuni
terreni attigui. L'orto diventa una valle di peonie, di gigli, di iris, gestita
da cinque giardinieri. Egli si appassiona per questo luogo, realizza un «
giardino d'acqua » arricchito da un ponte, probabilmente ispirato dalla sua
importante collezione di stampe giapponesi, comprendente opere di Hokusai e
Hiroshige, una cinquantina delle quali sarà presentata nella mostra.
Per il suo stagno, devia il corso dell'Epte e qui le ninfee invadono la
superficie dell'acqua. Dopo il 1895 il suo giardino diventa la sua grande
sorgente di ispirazione «di colpo ho avuto la rivelazione dell'incanto del mio
giardino. Ho preso la tavolozza … e da allora non ho più guardato ad altri
luoghi». A partire dal 1906 il tema delle ninfee è pressoché esclusivo. I
colori si fondono e si confondono in una armonia sottile. I toni sono che una
iridescenza, con la sensazione di una variazione continua. Da queste visioni
vegetali, dove l'acqua affiora, il pittore spinge l'impressionismo a
un'espressione quasi astratta.
Nel 1911 muore Alice Hoschedé, sua seconda compagna dal 1892. Monet le
sopravviverà ancora 15 anni. E' il 5 dicembre 1926, infatti, quando il patriarca
di Giverny, a 86 anni, lascia questo mondo di cui ha tentato, sensa sosta, di
trascrivere mediante colori abbaglianti, i sentimenti che la natura gli
ispirava.
ALCUNI TEMI E ALCUNI DIPINTI.
Monet dipinge per più di sessant'anni e alla fine della sua vita dà un
giudizio sul suo lavoro e dichiara : «… la mia sola virtù è di aver dipinto
direttamente dalla natura, tentando di trascrivere le impressioni che
producevano in me i cambiamenti più fugaci». Visse sempre non lontano dalla
Senna e lungo il suo percorso ha trovato la maggior parte dei suoi soggetti :
il dipinto «La Seine à Argenteuil, 1874» (Kunstmuseum Berna) ne è
testimonianza. Il suo interesse per i paesaggi e l'acqua è costante, anche
lontano dal suo paese, a Londra. «Le parlement. Reflets sur la Tamise,
1899-1901» (Musée Marmottan Monet, Parigi) sono ancora i riflessi sull'acqua
del fiume londinese che egli traccia e che colora di armonie delicate dalle
molteplici sensazioni. Lo studio delle iridescenze dell'acqua e dei suoi multipli
luccichii trova la sua apoteosi nelle «Nymphéas, 1903 » (Musée Marmottan
Monet, Parigi) e in « Le Pont japonais, 1918» (Musée Marmottan Monet, Parigi).
A parte l'acqua e il suo spettacolo sempre rinnovato, Monet è un uomo del suo
tempo, egli rende omaggio con otto vedute della gare Saint-Lazare, anticamera
di tutte le partenze verso i luoghi alla moda, verso la sua cara Normandia,
verso Londra… «Le pont de l'Europe Gare Saint-Lazare, 1877» (Musée Marmottan
Monet, Parigi) rende chiaramente e poeticamente la vita moderna. Nella
descrizione rapida del fumo si ritrona la tecnica immediata del pittore
impressionista. I giochi di vapore sottolineano le strutture metalliche del
ponte.
La mostra Claude Monet della Fondation Gianadda, grazie a prestiti prestigiosi,
offre al pubblico un viaggio dove la realtà è ricomposta a partire dalla luce a
cui l'artista fa subire infinite variazioni. Un invito allo studio della
natura, dei paesaggi, dell'urbanismo con la preoccupazione di captare il reale
nelle apparenze più sfuggenti. Un vero inno alla luce e al colore.
La mostra è curata da Daniel Marchesseau, Conservateur général du patrimoine di
Francia. Il catalogo riproduce a colori tutte le opere esposte.
Informazioni
Monet al Musée Marmottan e nelle collezioni svizzere
Luogo: Martigny (Svizzera) - Fondation Pierre Gianadda
Rue du Forum 59 - 1920, Martigny (Svizzera)
Periodo: dal 17 giugno al 20 novembre 2011
Orari: tutti i giorni ore 9.00-19.00
Ingresso: Euro 14; terza età: Euro 12,50; famiglie: Euro 29; bambini oltre 10 anni e studenti: Euro 8,50; gruppi: Euro 12,50. Consente di visitare anche la Collezione Franck, il Parco delle sculture, il Museo dell'automobile, il Museo gallo-romano. Per chi giunge a Martigny in auto dall'Italia attraverso il tunnel del Gran San Bernardo il pedaggio di ritorno
in Italia, dietro presentazione della ricevuta di andata e di un biglietto di ingresso alla Fondation Gianadda, è gratuito. Offerta speciale Ferrovie Svizzere RailAway: 20% di sconto sul viaggio in treno, il trasferimento e l'ingresso alla Fondation Pierre Gianadda (prenotazioni biglietti in Italia: telefono 02 67479578)
Catalogo: Fr. 45 (circa Euro 35,00)