Antonio Ligabue. La follia del genio
Parma - Mamiano di Traversetolo - Fondazione Magnani Rocca
Dal 12 marzo al 26 giugno 2011
Giusto 50 anni fa, Antonio Ligabue (Zurigo, 1899 - Gualtieri, Reggio Emilia, 1965) viveva la sua consacrazione d'artista con una mostra a Roma alla galleria La Barcaccia, presentata da Giancarlo Vigorelli e alla quale Ligabue partecipò a patto che il governo gli desse una medaglia d'oro. Singhiozzava quando se la trovò tra le mani.
Poco dopo, ad ascoltare “Dam un bes” (“Dammi un bacio”), la celebre canzone di
Augusto Daolio dei Nomadi, lo si ritrova a chiedere un “bacio per favore” alla
Cesarina, la solare ostessa del paese. Era l'espressione di “un bisogno d'amore
che spacca il cuore”.
Un sogno di normalità, dunque, che si concretizza nell'acquisto della Gilera.
Ma El matt è ormai un artista se non consacrato almeno considerato.
Dopo la moto, ecco la macchina, altro inarrivabile sogno di una vita, con tanto
di autista che si levasse il cappello aprendogli la portiera: una rivalsa su
una esistenza terribile, fatta di rifiuto e marginalità, di abbandoni e di
malattia. Presto arriva una paresi e, nel 1965, la morte.
Nel 1966 la Quadriennale di Roma ospita le sue opere e lo sdogana
definitivamente al mondo dell'arte, mentre la grande antologica di Palazzo
Reale a Milano e la più recente mostra alla Galleria d'arte moderna di Palazzo
Pitti a Firenze lo hanno posto tra i grandi artisti del Novecento.
Curata da Augusto Agosta Tota, per iniziativa della Fondazione Magnani Rocca
presieduta da Manfredo Manfredi, in collaborazione con Comune di Parma, Comune
di Traversetolo e Centro Studi & Archivio Antonio Ligabue, presieduto dallo
stesso Augusto Agosta Tota, presentata da Marzio Dall'Acqua e Vittorio Sgarbi,
col coordinamento di Stefano Roffi, una grande antologica celebra colui che
semplicisticamente a lungo è stato definito “il buon selvaggio” della pittura
italiana. La mostra, dal titolo “Antonio Ligabue. La follia del genio”, è
visitabile dal 12 marzo al 26 giugno proprio nella Villa dei Capolavori, la
raffinata dimora che fu di Luigi Magnani. Vengono presentate circa
centocinquanta opere, un esemplare excursus su tutte le diverse anime
d'artista: una ampia selezione dei suoi celebri oli, un nucleo di disegni e di
incisioni e alcune delle sue intense sculture realizzate dall'originale in argilla
del suo amato Po che l'artista masticava a lungo per renderla duttile.
Ligabue è certamente uno dei protagonisti dell'arte del XX secolo, un grande
espressionista, al pari di Van Gogh e Munch. Il talento e le tensioni, infatti,
sono quelli di un maestro sicuro e ben si colgono dalla potenza visionaria,
dalla stesura pittorica e dai rimandi continui - come contrappunti - nello
sviluppo della sua opera. Dal primitivismo incerto della prima fase, più
ingenua e conclusasi con gli anni Trenta, all'esplosione espressionista dal
colore violento e dalla pennellata convulsa. Una vita vissuta come conflitto
che non lascia tregua, un'esistenza trascorsa fuori e dentro il manicomio, dove
l'arte era puro e semplice mestiere di vivere e andava a coincidere con la vita
stessa, in un mondo a lui sempre ostile. Una vita passata a contatto con
l'universo animale che amava tanto, che ritraeva con studio anatomico rigoroso,
imitando i versi delle bestie mentre le dipingeva con colori frenetici, in una
visionaria ricerca identitaria. Dagli animali domestici del primo periodo, alle
tigri dalle fauci spalancate, i leoni mostruosi, i serpenti, i rapaci che
ghermiscono la preda o lottano per la sopravvivenza: una vera e propria giungla
che l'artista immagina con allucinata fantasia fra i boschi del Po.
E' particolarmente negli autoritratti che Ligabue dipinge il proprio dolore
esistenziale, gridandolo con l'urgenza di una sensibilità intensa e ferina; è
il tormento di un'anima che grazie alla pittura trova la propria voce e il
proprio riscatto.
Informazioni
Antonio Ligabue. La follia del genio
Luogo: Parma - Mamiano di Traversetolo - Fondazione Magnani Rocca
Via Fondazione Magnani Rocca, 4 - Parma - Mamiano di Traversetolo
Periodo: dal 12 marzo al 26 giugno 2011
Orari: dal martedì al venerdì orario continuato 10-18 (la biglietteria chiude
alle 17) - sabato, domenica e festivi orario continuato 10-19 (la biglietteria chiude alle
18). Lunedì chiuso
Ingresso: € 9,00 valido anche per le raccolte permanenti - € 5,00 per le
scuole. Il martedì pomeriggio ore 15.30 viene organizzata una visita alla
mostra con guida specializzata; non occorre prenotare, basta presentarsi alla
biglietteria, il costo è di € 12,00 (ingresso e guida).
Mostra a cura di: Augusto Agosta Tota
Mostra e catalogo a cura di: Augusto Agosta Tota con testi in catalogo di Pascal
Bonafoux, Marzio Dall'Acqua e Vittorio Sgarbi
Info e prenotazioni gruppi: tel. 0521 848327 / 848148 - fax 0521 848337