Federico Pfister / De Pistoris (1898-1975). Futurista e intellettuale tra Svizzera e Italia
Ligornetto (Svizzera) - Museo Vincenzo Vela
Dal 3 ottobre al 12 dicembre 2010
Il principale appuntamento dell'anno in corso con il Museo Vincenzo Vela ha per protagonista l'artista e intellettuale svizzero Federico Pfister, cittadino di Sciaffusa, figura singolare in ambito culturale sia italiano che svizzero, il quale viene per la prima volta studiato attraverso un'articolata mostra e una pubblicazione monografica. La rassegna si inserisce nel filone di iniziative dedicate dal museo a personalità complesse, dall'ampio spessore culturale, impegnate su più fronti, che in passato ha interessato personaggi quali lo scrittore Thomas Mann, l'archeologo Johann Joachim Winckelmann, padre della storia dell'arte, il linguista ed etnofotografo Paul Scheuermeier, gli scultori Henry de Triqueti e Augustus St. Gaudens. Che Federico Pfister fosse di nazionalità svizzera e che abbia operato in Italia, non solo come artista, ma come uomo di cultura a tutto tondo, in momenti difficili, contribuendo alla crescita di quel paese in ambito scientifico, e che la sua nazionalità lo abbia a momenti favorito, in altri penalizzato, lo rende inoltre per certi versi affine allo scultore Vincenzo Vela, e pertanto una figura ideale per un approfondimento da parte dell'omonimo museo, un'istituzione federale, geograficamente rivolta all'Italia.
Nato nel 1898 a Napoli, in un milieu cosmopolita e agiato, rimasto orfano in
tenera età, Federico Pfister studiò storia dell'arte con Heinrich Wölfflin a
Monaco di Baviera, e in seguito si laureò in archeologia a Firenze. Negli anni
'30 lavorò come architetto a Roma, mentre nei decenni successivi tradusse e
commentò importanti testi di storia dell'arte (nel 1942 Il Bello nell'arte di
Winckelmann, nel 1952 Il Cicerone di Burckhardt). Laureatosi in archeologia a
Firenze (1941), Pfister fu attivo come archeologo – in collaborazione con
l'illustre collega Paolino Mingazzini già a partire dagli anni '30, in scavi
nella zona di Sorrento e in Campania; insieme i due pubblicarono studi sugli
scavi delle ville romane di Sorrento (1946). Pfister manifestò inoltre una
particolare propensione per lo studio della filosofia, che diventò suo
principale campo di ricerca, al quale contribuì con i testi.
Il metodo della scienza (1948) e I fondamenti del divenire (1973). Tale fu il
suo riconoscimento in questo settore, che Giovanni Gentile gli offrì la
cattedra di Filosofia all'Università di Napoli, a cui dovette rinunciare in
quanto cittadino straniero. Grazie alla sua rete di conoscenze, al suo spessore
culturale, e forse anche alla sua cittadinanza elvetica, dunque neutrale nel
conflitto, il suo apporto alla patria di adozione fu particolarmente efficace
nella ricostruzione post-bellica, cui contribuì sia in qualità di commissario
della Biblioteca Archeologica “ex Germanica” di Roma (per conto dell'Unione
Internazionale degli Istituti di Archeologia Storia e Storia dell'arte in Roma)
sia come segretario generale dell'AIAC (Associazione Internazionale di
Archeologia Classica), ruoli nei quali si adoperò con successo al recupero di
un prezioso patrimonio librario trafugato dalla capitale durante il conflitto.
Abile e instancabile disegnatore, Federico Pfister fu anche pittore, un aspetto
della sua attività di cui si occupa principalmente la mostra del Museo Vincenzo
Vela. Avvicinatosi all'arte futurista già nel 1917, a partire dai primi anni
'20, con lo pseudonimo De Pistoris, divenne uno degli esponenti dell'arte futurista
meccanica insieme a Prampolini, Pannaggi, Depero e Paladini. La presenza di sue
opere sui primi due numeri della seconda serie della rivista Noi del 1923-1925,
e di suoi lavori alla Biennale Romana del 1925 sono indice della considerazione
in cui era tenuto. Fu particolarmente vicino ad Enrico Prampolini, cui lo
legavano sentimenti di amicizia e di stima. Dopo un prolungato intervallo,
dedicato alla filosofia e all'archeologia, Pfister riprese a dipingere negli
anni precedenti la sua morte, sopraggiunta a Roma nel 1975. Come artista egli
rifuggì l'assoggettamento a un unico indirizzo espressivo, alternando fasi più
naturalistiche a periodi in cui privilegiò la scomposizione della forma umana e
del paesaggio a favore dell'astrazione. Nel 2009, ricorrenza del centenario
della nascita del Movimento futurista, è stato scelto un suo dipinto, che sarà
presente a Ligornetto, per un francobollo delle Poste Italiane.
La mostra al Museo Vincenzo Vela presenta per la prima volta il percorso
pittorico dell'artista attraverso oltre centoventi tra disegni, taccuini,
acquerelli, dipinti a olio e tele preparatorie per un ciclo di affreschi mai
realizzato. Il comitato scientifico della mostra annovera specialisti dei
principali settori di attività del Nostro, tra i quali Enrico Crispolti
(massimo esperto di Futurismo), e Massimo Prampolini (docente di semiotica e
filosofo), Andrea U. Pfister (figlio dell'artista e curatore del suo lascito
artistico e documentario), Luigi Cavadini (critico d'arte e storico
dell'architettura) e Gianna A Mina (curatrice del catalogo e
dell'allestimento). La monografia, che segnerà un primo importante tassello
nella scoperta e nello studio di una grande personalità svizzera dimenticata,
si avvale inoltre di contributi di Giuseppe Dierna (De Pistoris e Prampolini a
Praga), Paul Müller (futurismo in Svizzera), Anna Maria Rossetti (Pfister
archeologo e commissario di biblioteca), Hans-Peter Wittwer (Heinrich Wölfflin
a Monaco), e Martin Kuder (Svizzeri a Napoli).
Informazioni:
Federico Pfister / De Pistoris (1898-1975). Futurista e intellettuale tra Svizzera e
Italia
Ligornetto (Svizzera) - Museo Vincenzo Vela
Dal 3 ottobre al 12 dicembre 2010
Orari di apertura: feriali 10-17 domenica 10-18 chiuso lunedì (escluso 1
novembre)
Tel. +41 91 640 70 40
Inaugurazione: domenica 3 ottobre ore 11