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Presentazione del restauro Giovanni Caracca (Haarlem, doc. a Torino 1568 - 1607) Torino - Accademia delle Scienze, Sala dei Mappamondi Presentazione di Gesù al tempio Interverranno: Il dipinto comparve sul mercato fiorentino negli anni Settanta e fu segnalato dalla Soprintendenza di Torino come opera proveniente dal complesso conventuale di San Domenico, dal quale risultava essere stato asportato all’inizio del Novecento. La tavola è ricomparsa recentemente sul mercato antiquario ed è stata recuperata al patrimonio della città con l’acquisto nel 2002 da parte del Museo Civico d’Arte Antica. Il delicato intervento di restauro è stato realizzato grazie al sostegno del Lions Club Torino Regio, che già nel 2002 si era adoperato per il restauro di un’importante opera della chiesa di San Domenico, la Madonna del Rosario del Guercino. Significativa testimonianza artistica della cultura figurativa a Torino durante la seconda metà del Cinquecento, la Presentazione al tempio contribuisce all’assestamento critico della figura di Giovanni Caracca, che fu pittore di corte al servizio di Emanuele Filiberto e di Carlo Emanuele I dal 1568 fino all’anno della morte nel 1607, finora più noto come ritrattista grazie ai dipinti conservati a Torino, a Saluzzo, Chambèry, Ginevra e Madrid, e come paesista e topografo impegnato nei maggiori cantieri di committenza ducale. In particolare, la Presentazione al tempio si può confrontare con la Sacra Famiglia con san Giovannino della chiesa di Saint-Maurice ad Annecy, firmata e datata 1578, punto fermo per la ricostruzione della produzione religiosa dell’artista. Notevoli affinità stilistiche avvicinano l’opera anche alla giovanile Sacra Famiglia e ai Tre armati in preghiera davanti alla Vergine col Bambino della Galleria Sabauda, quest’ultimo menzionato nell’inventario delle collezioni ducali del 1635. Il restauro della Presentazione al tempio si è rivelato piuttosto complesso a causa delle cattive condizioni di conservazione in cui si trovava l’opera, purtroppo dovute in gran parte alle conseguenze dei restauri precedenti. L’applicazione di una fitta parchettatura rigida aveva infatti compromesso l’elasticità della struttura dell’opera e causato vasti distacchi della pellicola pittorica in seguito pesantemente ridipinti. Rimossa la parchettatura e sostituita con nuove traverse leggere in grado di assecondare i movimenti naturali del legno attraverso un innovativo sistema di viti a molla, si è cercato di riportare l’opera al suo aspetto originale, per quanto impoverito dalla perdita di gran parte delle velature, eliminando le vecchie stuccature e le ridipinture ormai alterate. Caracca sarà presto protagonista anche di una mostra dal titolo "Il nostro pittore fiamengo". Caracca alla corte dei Savoia (1568 - 1607), in programma presso la Galleria Sabauda di Torino dal 20 giugno al 23 ottobre 2005, frutto della collaborazione tra la Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico del Piemonte e la Fondazione Torino Musei - Museo Civico d’Arte Antica e Palazzo Madama. L’esposizione si aprirà con i dipinti di soggetto sacro dell’artista, affiancati da altre testimonianze della cultura tardomanierista piemontese, di mano del pittore e scultore di corte Alessandro Ardente, di Giorgio Soleri, di Giacomo Rosignolo. Seguiranno i ritratti di vari personaggi della famiglia ducale dipinti dal Caracca durante la sua lunga attività di ritrattista di corte, in particolare di Carlo Emanuele I, alla guida del ducato dal 1580, della sua sposa Caterina d’Austria e dei figli, oggi conservati a Chambéry, Ginevra, Saluzzo, Racconigi. Saranno in mostra anche i due ritratti dei principini Margherita di Savoia e Tommaso di Savoia Carignano da poco acquistati per la Galleria Sabauda. Alle tele saranno abbinati disegni, incisioni e oggetti preziosi come il piccolo ritratto di Carlo Emanuele oggi al Bargello di Firenze, il ritratto del duca miniato da Giovanna Garzoni (Palazzo Reale di Torino), la lastra di ardesia incisa con il ritratto del duca e una lunga iscrizione allegorica entro la croce dei santi Maurizio e Lazzaro (Museo Civico di Torino), e le due gemme incise con i ritratti di Margherita di Valois e Carlo Emanuele I, dalle collezioni sabaude, recentemente acquistate dal Museo Civico. Articolo pubblicato il 20 maggio 2005 |