La vela trapezoidale, che oggi ci evoca la marineria dell’alto Adriatico, ha portato per mare, per secoli e ancora oggi, su imbarcazioni di piccolo cabotaggio, navigatori, mercanti, e pescatori.
Giuseppe Garibaldi si mise in salvo dal porto di Cesenatico, dove si era rifugiato con Anita morente, grazie ad una piccola flottiglia di barche di pescatori che lo condusse fino alle valli del ravennate.
Ancor oggi rimane, nelle raffigurazioni popolari della trafila garibaldina, la suggestiva immagine dell’Eroe dei due Mondi, della sua amata moglie e dei suoi fedelissimi salvati dalle dorate vele d’altura.
La vela al terzo ha i colori del sole: giallo, ocra, arancione, rosso ; questi colori, che suscitano meraviglia, le hanno sempre rese ben visibili, nell’azzurro del mare.
La preparazione della vela al terzo, nella tradizione marinara, coinvolgeva tutta la famiglia: i bambini aiutavano a preparare le terre per stendere il colore, il capofamiglia tagliava, colorava e ingrassava la vela, la madre, le figlie e sorelle la cucivano.
Berico prosegue questa tradizione, che ha appreso dalla sua famiglia, trasformando la vela con l’arte e l’estro del pittore.
Nelle campiture di colori caldi che crea, ocra, terra bruciata, rosso mattone, Berico mette in luce le nuances che le terre creano a contatto con la tela e gli elementi, l’acqua salata, l’aria; evidenzia le sfumature, o i particolari, come i laccioli nelle toppe quadrate, le cuciture.
In seguito, le sue vele mutano: non sono più tele montate su cartoncino in cui sono ben visibili le ombreggiature della luce, ma divengono opere patchworck, fluidi stendardi.
Comunque, la sua ispirazione torna sempre alla vela al terzo: le toppe e le cuciture di vele usurate dal sole e dal salmastro, strappate dai venti, gli suggeriscono i patchwork.
I patchwork, montati spesso come stendardi, sorprendono per gli arditi accostamenti: gialli e verdi squillanti, azzurri e gialli, toni aranciati e verdi smeraldo.
Negli stendardi di Berico, gli elementi decorativi che contrassegnano le vele d’altura nella tradizione marinara, come simboli di riconoscimento della famiglia a cui appartiene l’imbarcazione, divengono frammenti evocativi ;emergono da un colore o da una cucitura, regesti di una memoria perduta.
Le cuciture, acquistano un’evidenza sorprendente, poiché conducono da un quadro all’altro, dal colore al segno, da un motivo decorativo ad un volo cromatico imprevisto.
Dalla vela che ha condotto i nostri antenati per mari e per terre alla scoperta di nuovi orizzonti, Berico ci conduce, con le sue vele e i suoi stendardi meravigliosi nell’inatteso viaggio della fantasia della forma e del colore.
Lia Briganti
LE TENDE AL MARE DI BERICO
PADIGLIONE DI EOLO .
Dal 12 al 20 Novembre, presso la Galleria Comunale di Cesenatico " Leonardo Da Vinci ", saranno esposte le variopinte tende realizzate dal pittore Berico per l’ottava rassegna di " Le Tende al Mare", ideata da Dario Fò nel ’98.
"Tende al mare", realizzata dal Comune di Cesenatico in Collaborazione con la Cooperativa Bagnini prevede che nella spiaggia libera antistante il Piazzale Andrea Costa siano collocate da Luglio a Settembre, tende da spiaggia, che ogni anno sono realizzate da un artista o da studenti dell’Accademia di Belle Arti con riferimento tematico all’opera di un artista .
Le tende al mare, una originale galleria d’arte all’aria aperta, possono essere ammirate tutti i giorni da Luglio all’inizio di Settembre e inoltre sono fruibili liberamente per il loro uso consueto di arredo da spiaggia.
Berico (Enrico Bartolini), artista cesenaticense, ha trasposto nelle tende le sue "vele", originali e fantasiose interpretazioni della vela al terzo dell’alto Adriatico, tipica delle imbarcazioni da pesca e da trasporto che dalla Laguna Veneta si sono diffuse lungo le coste dell’Adriatico.
Le tende di Berico si richiamano alla tradizione cromatica e decorativa delle antiche vele, in una giocosa commistione di motivi araldici e di arditi accostamenti cromatici che le trasforma in porte segrete dell’incoscio.
Ogni vela, trasforma gli elementi decorativi in suggestioni visive; quasi misteriosi refusi di sogni, hanno sventolato al sole e alle brezze marine, ai venti, gagliardi stendardi della fantasia.
Scrive Dario Fo nella sua prefazione al catalogo curato da Claudio Ceredi e Orlando Pirraccini:
…" Il sole, specie al tramonto, giocherà a meraviglia indorando quelle stoffe e produrrà ombre lunghe stese sulla sabbia. Io già le immagino quelle vele, in fila come tutti gli anni, che vibrano garrendo per il garbino leggero"…
Lia Briganti
Articolo pubblicato il 15 novembre 2005
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