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Il Pritzker Prize 2000 a Rem Koolhaas "Polemista movimentista", Koolhaas riprende i temi, un tempo fervidi, del rapporto tra architettura e società. Prioritaria è la riflessione sulla dinamica della città moderna e dell'architettura ed il bisogno di rimuoverne gli acquisiti convincimenti e farne evolvere le concezioni (vedi Delirius New York). Senza più farle derivare dalle dinamiche sociali ed economiche, le trasformazioni delle immagini architettoniche si pongono autonomamente, conservando le coerenze moderniste e concettuali. E queste vengono esaltate in atti di grande flessibile autonomia. Famosa è la sua villa per un disabile a Bordeaux che ha come fulcro un grandissimo ascensore (biblioteca) che, muovendosi nei tre piani, muta qualità di rapporto e di spazialità. Il centro significativo dell'abitazione è dinamico, si muove nello spazio e muta, così come nella città il centro non è la piazza tipica della cultura urbanistica europea dalla concezione ippodamea in poi, bensì il centro è la strada come è nelle metropoli americane che si percorre in auto più e prima che a piedi. Si può intuire quali fervide conseguenze di idee possano conseguire da tutto ciò, quali possibilità nuove di interpretazione ne derivino. Come si vede, il premio prestigioso dato da una giuria, presieduta dal Presidente americano Clinton, muta prospettiva e si dinamizza anch'esso, si orienta ed orienta diversamente rispetto ai precedenti premi ai grandissimi consolidati ed, in un certo senso, più rassicuranti Johnson, Pei, Venturi, Meier, Hollein, Gehry, Rossi, Ando, Moneo, Piano, Foster (nel 1999). |