Warhol - Beuys. Omaggio a Lucio Amelio
Milano - Fondazione Antonio Mazzotta,
Dal 16 novembre 2007 al 30 marzo 2008
Partendo da una data, il 1980, e dall'incontro a Napoli delle due "Grandi Anime" dell'arte contemporanea, il tedesco Joseph Beuys e l'americano Andy Warhol, il curatore Michele Bonuomo ha ideato una mostra che rappresenta un omaggio al fautore di questo incontro storico, il gallerista Lucio Amelio.
Nei suoi circa trent'anni di attività (1965-1994), Amelio fece della propria galleria napoletana un punto di riferimento imprescindibile per tutti i protagonisti del panorama artistico internazionale, una fucina-laboratorio dalla quale sono scaturiti alcuni degli esperimenti e delle ricerche più significativi nel panorama dell'arte contemporanea degli ultimi decenni del XX secolo. Il lavoro "italiano" di Warhol e Beuys - oltre a una serie di fotografie, documenti e opere di altri grandi nomi della contemporaneità che hanno fatto parte della storia della galleria napoletana di Amelio - sarà i protagonisti di questa mostra che si prospetta come il grande avvenimento artistico dell'inverno milanese.
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Contenuti
Joseph Beuys aveva conosciuto Lucio Amelio nel 1971, in occasione di un convegno a Heidelberg che aveva per oggetto la funzione del mercato d'arte. Dopo di allora era andato più volte a Napoli dando avvio al programma Ciclo sull'opera di Joseph Beuys, che per molti anni avrebbe impegnato Amelio in una presentazione metodica del lavoro dell'artista tedesco (tra i progetti, la prima mostra in Italia dal titolo La rivoluzione siamo Noi del 1971 e, nel giugno dell'anno seguente, Arena-Dove sarei arrivato se fossi stato).
Il primo incontro tra Beuys e Warhol avvenne invece il 18 maggio 1979 a Düsseldorf, dove l'artista tedesco viveva. Dopo cinque mesi, il 5 novembre, Beuys sbarcò a New York per "occupare" con una gigantesca restrospettiva l'intero Guggenheim Museum e in quest'occasione incontrò Warhol alla Factory.
Qualche mese dopo a Napoli (1 aprile 1980), vengono presentati nella galleria di Lucio Amelio in anteprima mondiale i ritratti che Warhol aveva fatto di Beuys.
Artefice di questo incontro storico fu Lucio Amelio, classe 1931, il gallerista che dal 1965 - in maniera avventurosa e unica - aveva lanciato Napoli nel "gran gioco" dell'arte contemporanea internazionale. Di quell'incontro restano una serie straordinaria di ritratti - forse gli ultimi davvero potenti di Warhol - le immagini di una giornata interminabile e irripetibile, nonchè il resoconto che Warhol ne fa nei suoi diari.
Il 23 novembre 1980, poi, si verificò qualcosa che stravolse profondamente la coscienza e le cose: una devastante scossa di terremoto si abbattè su Napoli e sui territori dell'Iripinia e della Basilicata. Quella notte cambiò malignamente il destino di genti e di luoghi, e anche la storia di Lucio Amelio si incanalò lungo un percorso che avrebbe portato al Progetto Terrae Motus.
A soli tre mesi di distanza dalla catastrofe, nel febbraio del 1981, fu quindi Joseph Beuys con Terremoto in Palazzo - una mostra e una serie di performance ormai storiche - a tracciare l'impianto "teorico" di quella che da rassegna presto si sarebbe trasformata in collezione permanente e sarebbe diventata il cuore della futura Fondazione Lucio Amelio.
L'altra risposta di forte impatto formale ed emozionale fu quella data da Warhol, nel dicembre del 1982: tre grandi tele, con la riproduzione serigrafica della prima pagina del Mattino del 26 novembre 1980, amplificarono all'infinito il titolo-urlo del giornale (Fate presto). Warhol, nel mettere a punto questo trittico, non ebbe alcun dubbio nel "ritornare" ai moduli espressivi e fortemente drammatici che avevano caratterizzato la serie dei disaster degli anni Sessanta. Nell'artista americano, la fascinazione per la catastrofe raggiunse l'apice alcuni anni dopo, in occasione di una grande mostra presso la Reggia di Capodimonte, per la quale realizzò la serie Vesuvius by Warhol (1985): una serie di tele e di lavori grafici nelle quali l'immagine ottocentesca del vulcano in eruzione viene riproposta ossessivamente.
Sono dunque Beuys e Warhol a tracciare gli estremi del discorso creativo che diede identità inequivocabile al progetto per la collezione Terrae Motus, divenuta con il passare del tempo una magnifica ossessione per Lucio Amelio. Fu un'avventura che vide l'adesione di Mimmo Paladino, Ernesto Tatafiore, Cy Twombly per primi, cui si aggiunsero poco dopo Barcelò, Alighiero Boetti, Boltanski, Cragg, Cucchi, Di Bello, Haring, Fabro, Gilardi, Gilbert & George, Haring, Kiefer, Kounellis, Mapplethorpe, Merz, Ontani, Paolini, Pistoletto, Rauschenberg, Richter, Schifano, Schnabel, Vedova e moltissimi altri.
Le opere
La mostra rende omaggio a Lucio Amelio (Napoli, 1931-1994) attraverso 92 opere, di cui 30 di Warhol, 42 di Beuys e 20 di altri artisti, esemplificando per difetto tutti quei protagonisti dell'arte internazionale che avevano scelto la sua galleria napoletana quale luogo d'eccellenza per scambi di idee e di sperimentazioni.
Si parte da una data, il 1980, segnata dall'incontro storico tra Warhol (Pittsburgh, 1928 - New York, 1987) e Beuys (Krefeld, 1921 - Düsseldorf, 1986), e dal successivo avvio del processo creativo di Terrae Motus.
In questo contesto nascono alcune tra le principali opere dei due artisti, molte delle quali presenti alla mostra, come le grandi tele eseguite da Warhol con i ritratti di Beuys, di Amelio e di altri personaggi napoletani, la serie dei Vesuvi dell'artista americano, e diverse azioni, partiture, sculture e installazioni di Beuys, a partire da La rivoluzione siamo Noi del 1971, Vitex agnus castus del 1972, Il thè di Bruno Corà per la lotta continua vera del 1975, Diagramma Terremoto del 1981, Capri – batterie e il Progetto per Palazzo Regale, entrambi del 1985.
Alla Fondazione Antonio Mazzotta saranno inoltre esposte alcune opere fondamentali della collezione Terrae Motus, ora custodita alla Reggia di Caserta, quali il trittico Fate presto (1982) di Warhol, ispirato alla pagina del quotidiano "Il Mattino" all'indomani della tragedia, e l'installazione di Beuys Terremoto in palazzo (1981).
L'installazione di Beuys verrà esposta a Milano insieme ad alcuni dei progetti e delle partiture con cui Beuys la presentò nel febbraio del 1981.
La presenza di questi pezzi provenienti da Caserta costituisce un evento di per sé unico, reso possibile dalla collaborazione della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Provincia di Caserta. La collezione venne infatti esposta nella sua completezza solo una volta, nel 1987, al Grand Palais di Parigi, con ottanta opere di sessantacinque artisti, mentre successivamente a questa data fecero la loro comparsa soltanto alcune opere singole in sporadiche occasioni. In particolare Terremoto in Palazzo viene prestato per la prima volta in Italia dopo la mostra parigina.
Dalla collezione Terrae Motus verranno anche prestate i significativi contributi di Anselm Kiefer, Robert Mapplethorpe, Gerhard Richter, a cui si aggiungeranno lavori di grande impatto realizzati per Lucio Amelio da Miquel Barcelò, Mario Ceroli, Bruno Di Bello, Nino Longobardi, Otto Muehl, Michelangelo Pistoletto, Robert Rauschenberg, Mario Schifano, Ernesto Tatafiore.
La selezione delle opere è completata dall'inserimento di alcuni oggetti feticcio, quali un paio di stivali rossi di Warhol, un prototipo di macchina fotografica Polaroid regalato da Warhol a Jodice e un tovagliolo con un disegno di Rauschenberg.
Una sezione fotografica documenterà l'incontro dei due artisti e altri avvenimenti salienti della galleria di Amelio in quegli anni, attraverso gli scatti di Ferdinando Scianna, Mimmo Jodice, Peppe Avallone, Bruno del Monaco e Fabio Donato.
La poliedricità del personaggio Amelio verrà inoltre messa in luce da una selezione di film originali cui il gallerista prese parte come attore, oltre due documentari/intervista di Mario Franco (Ma l'amore no. Ricordando Lucio Amelio, 2004) e di Mario Martone (Terrae Motus, 1993) realizzato negli ultimi mesi antecedenti alla scomparsa del gallerista (1994).
Le opere provengono da collezioni pubbliche (Reggia di Caserta; Museo MADRE, Napoli; Intesa Sanpaolo ecc.) Il catalogo edito da Mazzotta, oltre a illustrare a colori tutte le opere in mostra, raccoglie testi del curatore Michele Bonuomo, di Achille Bonito Oliva, di Francesco Durante, di Roberto Ciuni e un intervento di Bruno Corà. Immagini, documenti e un ricco apparato bio-bibliografico a cura di Paola Santamaria completeranno il volume.
Informazioni
Warhol - Beuys. Omaggio a Lucio Amelio
Luogo: Milano - Fondazione Antonio Mazzotta
Periodo: dal 16 novembre 2007 al 30 marzo 2008
Orari: 10-19,30; martedì e giovedì 10-22.30
Ingresso: intero 8,00 Euro; ridotti 6,00 Euro / 4,50 Euro
Catalogo: Edizioni Gabriele Mazzotta
Info: tel. 02 878197 - fax 02 8693046
Sezione didattica: tel. 02 86912297 (prenotazioni gruppi/scuole, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 15)