Ugo Riva. Un artista contemporaneo e la classicità
Bergamo - Palazzo della Provincia di Bergamo
Dal 12 aprile al 31 agosto 2008
L'antologica racconta il percorso creativo di uno degli artisti più
interessanti del panorama italiano attraverso quaranta lavori dal 1982 al 2007.
Una delle sezioni del percorso è dedicata al confronto tra alcune sue opere e
dipinti del XV e XVI secolo.
Dal 12 aprile al 31 agosto 2008, Bergamo è al centro di un importante
appuntamento d'arte promosso e prodotto dalla Provincia di Bergamo che
documenta il percorso creativo di Ugo Riva una delle voci più autorevoli della
scultura contemporanea, nato proprio nella città orobica 57 anni fa.
Curata da Fernando Noris e allestita nel cortile e negli spazi appena
recuperati all'ultimo piano dell'edificio che ospita la Provincia di Bergamo
(oltre due mila metri quadrati di superficie, 600 dei quali di area
espositiva), l'antologica di Riva è costruita attorno a 40 sculture storiche e
alcune inedite, con una suggestiva sezione dedicata al confronto con dipinti di
autori del XV e XVII secolo provenienti dalla Quadreria di Banca Etruria di
Arezzo.
I suoi temi negli anni passati erano prevalentemente legati a una scena
quotidiana, a un piccolo teatro degli affetti che si traduceva di volta in
volta in racconto simbolico o in dramma.
Sotto la maschera del mito, e talvolta dell'allegoria, comparivano sempre
argomenti e soggetti concreti: quegli episodi e soprattutto quelle tragedie
silenziose che si susseguono nel corso dell'esistenza.
Queste tematiche non sono scomparse, come dimostra l'opera dal titolo Le mie
radici, tra le cui quinte metafisiche si agita un dramma vissuto: una frattura
dolorosa, infatti, separa l'Io da colui o colei che l'ha generato. Si avverte
un sentimento di abbandono, un sentirsi gettato nel mondo, e anzi espulso
(dall'alveo materno, dalla natura, dal tempo).
Oggi però (ne sono un sintomo e un indizio i titoli delle opere) nel mondo
plastico di Riva si affacciano anche personaggi invisibili.
Non a caso le due figure senza nome, la coppia archetipica che è seduta sullo
sfondo della stele di Davanti al mistero sembra vegliare un'apertura negata,
una porta che non si apre, che non conduce in nessun luogo. Il sacro non è, per
Riva, un luogo conosciuto. È però un luogo presentito, di cui l'artista avverte
e cerca i confini e le tracce.
Questa lieve e lenta metamorfosi dei soggetti, cioè dei motivi d'ispirazione,
verso un orizzonte più trascendente, non cancella affatto il sentimento della
materia. Riva è uno scultore intensamente materico. Le sue opere perseguono la
compiutezza del disegno.
Anche la stele, che è un elemento centrale del lavoro dello scultore bergamasco,
non è intesa come una parete piana, che argina il dilagare della materia, ma al
contrario come una superficie viva, che secerne umori ed eccedenze: una
superficie suscettibile di accrescimenti, di gonfiori, che accoglie presenze
mobili e vibratili.
Questa matericità non si è cancellata, e non si è nemmeno disciplinata nelle
opere più recenti. Continua, anzi, sia nella terra che nel bronzo.
Allo stesso modo, la scultura di Ugo Riva è una ricerca drammatica. E proprio
in queste ultime opere, con la loro tematica sacrale, emerge con più forza una
dimensione dolorosamente grave.
La sostanza del lavoro di Riva è espressionista, quali che siano le suggestioni
e le reminiscenze classiche che dissemina nel suo lavoro. La ricerca
dell'armonia, e anche della bellezza, non cancella la presenza di una smorfia
dolorosa, di una deformazione, di un aspetto di informità e di infermità
dell'immagine.
Lo si nota anche in opere soavi come Arca della speranza, dove l'incompiutezza
della forma, per esempio nello sfaldarsi della veste, allude a qualche
lacerazione segreta.
E proprio in questo stridore, in questa armonia malata consiste una delle cifre
più riconoscibili dell'artista.
Il suo mondo espressivo è messo a confronto, in una delle sezioni più
suggestive del percorso espositivo, con 10 opere (provenienti dalla collezione
della Banca Etruria) di autori tra XV e XVII secolo - Giorgio Vasari, Giovanni
Francesco Barbieri detto il Guercino, Giovan Battista Salvi detto il Sassoferrato,
Francesco di Gentile da Fabriano, Neri di Bicci, Massimo Stanzione, Maestro di Stratonice
-, che rappresentano due tematiche spesso praticate da Riva: la figura
femminile, Madonna e madre. Le opere di Ugo Riva e i dipinti sono pubblicati,
con un saggio di F. Noris, in un apposito numero dei Quaderni di Spazio Viterbi.
In occasione dell'antologica di Bergamo, viene pubblicato un volume di 200 pagine,
Silvana Editoriale, dal titolo RIVA, scultore, che documenta grazie a 150
fotografie tutta la sua vita artistica, e raccoglie i testi dei principali
storici e critici che si sono interessati al suo lavoro.
Anche Milano vedrà protagonista l'artista bergamasco con la mostra UGO RIVA.
Scultore in bronzo allestita alla Galleria Salamon & C. (Palazzo Cicogna -
Via San Damiano 2, tel. 76013142) dal 7 maggio al 13 giugno.
Presentata da Timothy Standring, direttore della Gates Foundation, Painting
& Sculture dipartimento al Denver Art Museum, l'esposizione raccoglie 15
sculture dove Riva affronta il discorso sulla figura umana, soprattutto figure
femminili in tutte la sue sfaccettature: madri, madonne, donne.
Cenni biografici
Ugo Riva nasce a Bergamo il 9 Agosto del 1951 e negli anni degli studi
superiori, comincia a sviluppare in lui uno spiccato interesse per le Arti
figurative.
Dopo una breve esperienza pittorica, dal 1977-78 matura la scelta di dedicarsi
esclusivamente alla scultura frequentando la bottega di Tarcisio Brugnetti, un
oltremodo eclettico (musicofilo e scultore) personaggio bergamasco.
La sua opera, in questo periodo giovanile, è vicina alle istanze
espressionistiche, delle quali in seguito, nel corso degli anni ‘80, si
allontanerà in favore di un approfondito studio e recupero della classicità
intesa non come maniera bensì come sorgente viva e vivificante da cui attingere
emozioni e sentimenti da rivivere, non da ripetere meccanicamente; periodo
culminato nelle esposizioni milanesi degli anni 1989 - 90. Nel corso degli anni
‘90 ha notevolmente diradato, nelle opere, i riferimenti alla mitologia e alla
letteratura del mondo classico, ma anche nel raccontare la contemporaneità la
sua attenzione è sempre rivolta ai sentimenti e alle pulsioni che disegnano il
contorno stesso di una vita umana pienamente vissuta: l'amore nelle sue
infinite dimensioni, la maternità, la sensualità, la solitudine angosciante del
singolo.
Ugo Riva ha tenuto, dal 1973 ad oggi, oltre trenta mostre personali in Italia e
all'Estero.
Informazioni
Ugo Riva. Un artista contemporaneo e la classicità
Luogo: Bergamo - Palazzo della Provincia di Bergamo
Via Torquato Tasso, 8 - Bergamo
Periodo: dal 12 aprile al 31 agosto 2008
Orari: da lunedì a sabato 15-19 (chiuso il giovedì); domenica e
festivi 10-12 e 15-19
Ingresso: libero
Catalogo: Quaderni di Spazio Viterbi
Info: tel. 035 387604 - 035 387397