Mario Toffetti, l'artista dei Papi
Cremona - Sale nobili di Palazzo Stanga
Dal 21 dicembre 2008 all'1 febbraio 2009
L'arte di Mario Toffetti esprime una sensibilità e una spiritualità
profondissime, ha la capacità straordinaria di rendere il mistero intoccabile e
inafferrabile, lontanissimo e vicinissimo, della Fede e dell'Uomo. Di fronte
alle sue opere è davvero impossibile rimanere indifferenti: non solo impongono
di essere contemplate con gli occhi ma ti interrogano, ti chiedono di essere
interpretate e decifrate, in maniera sempre profonda e impegnativa. In questo
viaggio ci accompagna - con naturale leggerezza - l'autore perché per lui
l'arte e la vita corrono su due binari paralleli. “Mia madre, quando ero
bambino, si lamentava perché le scaglie dello scolpire finivano nel piatto” ci
ha detto quando abbiamo visitato il suo studio. Ecco perché le opere di Toffetti
sono anche pagine autobiografiche che tendono ad indagare una dimensione
spirituale, e che si svolgono secondo i ritmi di un monologo interiore, analogo,
nel suo strutturarsi a ciò che, in letteratura, viene chiamato flusso di
coscienza. Ma lo straordinario artista di Mozzanica ci invita ad andare oltre,
ci sprona a riflettere sul legame stretto, quasi inscindibile tra arte e fede
perché, sembra suggerire, entrambe agiscono nella trama della simbolizzazione
del mondo. Condividere queste osservazioni è necessario per comprendere la sua
poetica, per afferrare tutta la fatica e la difficoltà del rapporto tra
bellezza e salvezza, tra forma e luce, tra arte e verità. La resa plastica è
coerente con questi presupposti, ha la fluidità dell'acqua, con le sue volute a
spirale, che rendono leggera ogni opera, anche le porte, come quella di Santa Maria
Maggiore, alta quasi cinque metri, che ha l'immaterialità e la decisione del
vento che cambia rapido direzione fino a sorprenderti, con quei “guizzi” forti
che - nello stesso capolavoro - increspano la superficie liscia. E poi ci sono
i giochi di luce, inafferrabili come le emozioni, che elevano ciò che è
raffigurato da semplice narrazione a luogo dell'anima, impossibile da
raccontare ma anche da dimenticare, dove si è catturati da ogni particolare,
dalla filigrana degli spessori minimi, sensibilissimi alla luce, quasi rapiti
dalle figure innervate di vita pulsante, di cui si coglie la grandezza e il
carattere, la gioia e la sofferenza. E con cui non si può che creare un legame,
in alcuni casi addirittura immedesimarsi. C'è, in questi capolavori, l'essenza
dell'uomo e dell'arte moderna.
Osserva acutamente uno dei maggiori critici italiani, Flavio Caroli, nel suo
volume dedicato al “volto di Gesù”, riferendosi alla situazione attuale: “La
religione cristiana, per l'arte, torna a essere un colossale problema privato”.
Ci vuole suggerire, Caroli, che mentre nel Rinascimento l'uomo d'Occidente
collocava se stesso al centro dello spazio, ora la situazione è radicalmente
mutata e l'uomo contemporaneo è purtroppo quello della solitudine e nella
solitudine trova «una speranza di salvezza», o almeno di poesia.
La stessa tensione, l'abbiamo ritrovata nelle opere di Mario Toffetti, dove
ognuna ripropone i quesiti primari dell'esistenza umana che nessuna filosofia,
ma solo l'arte e la fede hanno saputo risolvere.
Di averci donato - in questo periodo di festività legate al Santo Natale -
questa bella e importante mostra lo ringraziamo sinceramente. Così come esprimiamo
sincera gratitudine a tutta la sua famiglia: i figli Fidia e Michelangelo e la
moglie Caterina, che tanta importanza - come ha ribadito anche in una recente
intervista rilasciata a Famiglia Cristiana - hanno nel gesto creaturale di Toffetti.
Nel trentesimo anniversario della morte si è riscoperta la figura di Paolo VI.
Di Lui abbiamo ritrovato un passo che ci pare la migliore spiegazione della
poetica e dell'importanza di questo grande artista, e che è risposta alla
domanda, posta da Dostoevskij in un suo romanzo, ma che ha attraversato tutto
l'Ottocento e il Novecento: “può la bellezza salvare il mondo?”. Scrive, nel
'64, il Santo Padre “... questo mondo, nel quale viviamo, ha bisogno di
bellezza per non affondare nella disperazione. La bellezza. Come la verità, è
ciò che mette gioia nel cuore, è quel frutto prezioso che resiste all'usura del
tempo, che unisce le generazioni e le congiunge nell'ammirazione...”
On. Giuseppe Torchio
Presidente della Provincia di Cremona
Denis Spingardi
Assessore provinciale alla Cultura e alla Promozione del territorio
In diocesi di Bergamo, a pochi chilometri dal Santuario della Madonna di Caravaggio,
vive e lavora lo scultore Mario Toffetti, nativo di Mozzanica (al confine con
il comune cremonese di Castel Gabbiano), “artista del sacro” e “scultore dei
Papi” come lo ha definito la critica per le tante e pregevoli sculture a
soggetto religioso, per i portali in bronzo realizzati per le grandi basiliche,
per le medaglie pontificie coniate in tanti anni di intensa attività.
Solo per citarne alcune, si possono notare opere di Toffetti (fregi, sculture,
vetrate e arredi) nella cappella del Centro di spiritualità del Santuario di Caravaggio,
che fu inaugurata da Papa Giovanni Paolo II durante il soggiorno del giugno
1992; così come al suo genio sono da ascrivere il nuovo immenso portale bronzeo
(5 metri di altezza per 2,30 di larghezza, 15 tonnellate di peso) di Santa Maria
Maggiore, una delle cinque grandi basiliche patriarcali di Roma, il fonte
battesimale nella Cappella Sistina e, a Crema, l'altare del Duomo e il portale
della basilica di Santa Maria della Croce.
Senza dimenticare il portale d'ingresso in bronzo del quattrocentesco Santuario
della Beata Vergine di San Lorenzo a Guanzate in provincia di Como e la
monumentale Via Crucis nella Chiesa Parrocchiale di Rocca Massima (Latina),
opera marmorea di grande ispirazione; o il nuovo arredo della chiesa del
Policlinico Gemelli di Roma: altare, ambone, sedute in marmo e un imponente
crocifisso bronzeo che risorge, attraendo a sé, in un grande movimento a
spirale, tutta la famiglia umana. Per non parlare, fra tante altre, della
medaglia coniata nel 1995 in occasione del XV anno di pontificato di Giovanni
Paolo II e l'uscita del Nuovo catechismo.
Dove Toffetti si procuri certi marmi dalle venature che sembrano acqua, o dove
trovi certe qualità e sfumature, come il rosa di Portogallo per il gruppo
dell'apparizione della Vergine di Caravaggio che si trova a Tabaka, in Kenia,
fa parte di quei segreti che ogni vero artista non rivelerà mai.
Informazioni
Mario Toffetti, l'artista dei Papi
Luogo: Cremona - Sale nobili di Palazzo Stanga
Via Palestro, 36 - Cremona
Periodo: dal 21 dicembre 2008 all'1 febbraio 2009
Orari: dal lunedì al sabato, ore 9-13; 15-19. Domenica e festivi, ore 10-13; 15-19
Ingresso: libero
Mostra promossa dalla Provincia di Cremona, con il contributo di Arvedi