Il Teatro antico e le maschere
Napoli - Museo Archeologico Nazionale
Dal 26 giugno al 31 agosto 2009
Non senti in teatro l'eco degli applausi quando risuonano quelle frasi che
tutti riconosciamo, che all'unanimità proclamiamo vere?
(Seneca, Epistole a Lucilio)
Quasi ad ideale continuazione del Napoli Teatro Festival Italia, la
Soprintendenza speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei e la Regione
Campania Assessorato al Turismo e ai Beni Culturali, nell'ambito del progetto 6
viaggi in Campania 2009, presentano al grande pubblico, presso gli spazi
espositivi del Museo Archeologico Nazionale di Napoli, la Mostra Il Teatro
Antico e le Maschere.
Proprio in occasione della conclusione della rassegna teatrale napoletana,
giunta alla sua seconda edizione, i curatori della Mostra ripercorrono la
storia delle origini del teatro, nella consapevolezza di come il teatro greco
prima, quello romano poi siano all'origine del teatro occidentale.
Il teatro romano, diretta evoluzione del teatro greco, porta a compimento e
consolida tutti gli aspetti delle tecniche teatrali create dai Greci -
l'architettura dell'edificio, la drammaturgia, le pratiche dell'attore,
l'allestimento scenico - perfezionandole e diffondendole in tutto il mondo
allora conosciuto.
Gli apporti greci al teatro romano avvengono attraverso la Magna Grecia, la
ricchezza delle sue città e l'intensa vita culturale che le anima. La vivacità
delle farse fliàciche nei provvisori teatri di legno, le prime traduzioni di
tragedie e commedie dal greco al latino, l'arrivo delle prime compagnie di attori
professionisti dalla Grecia con le loro maschere ed i loro copioni tratti dai
classici antichi segnano gli inizi del teatro a Roma.
Ma non bisogna dimenticare i contributi altrettanto essenziali degli Etruschi e
dei popoli autoctoni dell'Italia. Lo storico Tito Livio fa risalire agli
Etruschi l'ingresso dei primi attori a Roma e dagli Etruschi i Romani accettano
termini fondamentali del lessico teatrale come hystrio (attore) e persona
(maschera). E infine, dai popoli italici della Campania e del Lazio, i Romani
carpiscono quella vena farsesca e satirica che distingue i loro primi
esperimenti di un'autonoma drammaturgia.
La costruzione dei grandi teatri di pietra con le loro monumentali scenografie
fisse caratterizza Roma e tutte le città romanizzate d'epoca imperiale. Ogni
città che emerge per le sue ricchezze costruisce al centro del proprio spazio
urbano, accanto ai templi e al foro, un edificio pubblico per gli spettacoli -
teatro, anfiteatro, circo, stadio, odeon - e talvolta più d'uno. Attorno al
solo bacino del Mediterraneo si conservano più di un migliaio di questi
edifici.
Vitruvio nel suo De Architectura (I sec. a.C.) descrive i primi teatri di
pietra romani di età augustea. A differenza di quelli greci, i teatri romani si
presentano come edifici a pianta semicircolare, costruiti su terreno
pianeggiante - cioè non appoggiati ad una collina come quelli greci, chiusi da
mura perimetrali che collegano le gradinate per gli spettatori (cavea) con la
scena monumentale (scaenae frons) e il palcoscenico (pulpitum). Questa
soluzione permette di erigere i teatri in qualsiasi luogo e dunque anche nel
centro delle città, facendoli diventare uno degli edifici pubblici principali
della collettività. La «forma chiusa» del teatro romano, che rende possibile la
copertura dell'intero edificio con tendoni (velarium) per riparare dal sole gli
spettatori, si prefigura così come il prototipo dell'edificio teatrale moderno.
Quello del teatro è, infine, un mondo multiforme, fatto di danza, recitazione,
canto, mimica, dotta cultura ma anche di sensualità, grasse risate e
divertimento di massa.
Da una parte, le compagnie degli attori con le loro tecniche mimiche, i
variopinti costumi, le grandi maschere, gli strumenti musicali e i testi
drammatici, spesso rielaborati a partire dai modelli ‘alti'.
Dall'altra il pubblico, migliaia di spettatori, i più variegati, che
considerano il teatro e gli spettacoli che vi si svolgono come il loro
passatempo preferito.
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Articolata in quattro sezioni, la mostra vuole guidare il visitatore
alla conoscenza del teatro antico, grazie soprattutto alla presentazione dei
numerosi materiali - soprattutto di età romana - presenti nelle collezioni del
Museo Archeologico Nazionale di Napoli
1. Alle origini del teatro
Dioniso, con i Satiri, personaggi del suo corteggio, sono all'origine del
più antico teatro: alcuni esemplari della ceramografia greca a figure nere (VI
secolo a.C.) e qualche rappresentazione più tarda di Dioniso alludono a questo
momento più antico. Alcune, rare, testimonianze, eco delle opere dei grandi
tragici greci - fu soprattutto Euripide a godere di grande favore nelle regioni
meridionali - sono rappresentate da esemplari della ceramografia greca e
italiota a figure rosse del V e IV secolo a.C., recanti scene con i personaggi
delle più note tragedie, come, in particolare, nei vasi della collezione
storica del Museo, relativi all'Ifigenia in Tauride e ad altri noti episodi
della tragedia euripidea, ma anche da una urna fittile etrusca, mai esposta al
pubblico, con la lotta tra Eteocle e Polinice.
Dell'altro genere prediletto nell'Italia meridionale in età ellenistica, il
teatro fliacico, vengono presentati alcuni vasi dipinti - unica testimonianza
superstite di questo genere comico - con gustose scene di grande realismo
attinte dalla vita quotidiana, impersonate da attori (i fliaci), caratterizzati
da un particolare costume.
2. Il teatro romano e i suoi generi: la tragedia, la commedia
Il mondo romano si appropria di entrambi i generi - tragedia e commedia -
del teatro greco, con una produzione che ci è ben nota dalla tradizione
letteraria, ma della quale le uniche testimonianze pervenute fino ai nostri
giorni - oltre, naturalmente, gli stessi edifici teatrali - sono rappresentate
essenzialmente da alcuni mosaici e affreschi, ma soprattutto da un
considerevole numero di riproduzioni di maschere, restituite dagli scavi delle
antiche città sepolte dall'eruzione vesuviana del 79 d.C. e destinate
all'ornamento di giardini o alla decorazione architettonica.
Sono presentate in questa sezione maschere di marmo e terracotta relative ai
singoli tipi rappresentativi dei personaggi del teatro tragico e della
commedia; ad esse sono affiancate le testimonianze restituite, a Pompei ed
Ercolano, dalla pittura parietale di IV.
3. Il teatro popolare in Campania: l'Atellana e la Fabula Togata
Viene presentato al pubblico, per la prima volta nella sua integrità, un
interessante rinvenimento risalente alla prima fase degli scavi di Pompei: un
gruppo di 15 maschere in gesso, a grandezza naturale, che verosimilmente
costituiscono i modelli di cui un artigiano si serviva per la realizzazione di
esemplari destinati alla scena. Nell'ambito della varietà di tipi appartenenti
per lo più a personaggi della commedia, è significativa la presenza di una
maschera maschile del personaggio comico della farsa atellana, Buccus, come si
deduce dal nome che resta inciso nel gesso. A queste maschere, si
affiancheranno alcuni esemplari in terracotta, da Pompei, che trovano significativo
riscontro in alcuni dei modelli in gesso, come il personaggio dal grosso naso
adunco, per il quale il più immediato richiamo è costituito dalla più recente
maschera di Pulcinella.
4. I luoghi: Teatri romani in Campania
L'ultima sezione è dedicata agli edifici teatrali antichi della Campania.
In essa il visitatore troverà la documentazione e tutte le notizie storiche
utili, che potranno indurlo a visitare alcuni di essi attualmente accessibili,
come il teatro di Neapolis - di recentissima scoperta -, quello di Pompei, con
il piccolo Odeon e, nell'area flegrea, i resti del teatro di Miseno e il
piccolo edificio noto come “sepolcro di Agrippina” a Bacoli.
Informazioni
Il Teatro antico e le maschere
Luogo: Napoli - Museo Archeologico Nazionale
Periodo: dal 26 giugno al 31 agosto 2009
Orari: dalle 9 alle 19.30. Chiuso martedì
Ingresso: 10 Euro intero; 6,75 Euro ridotto. La Mostra è inserita nel circuito
Campania Artecard. Prenotazione obbligatoria per gruppi, scuole e visite
didattiche
A cura di: Pietro Giovanni Guzzo, Maria Rosaria Borriello, Valeria Sampaolo
Info: tel. 848800288 - +39 081 4422149