Gerhard Richter e la dissolvenza dell'immagine nell'arte contemporanea
Firenze - CCCS - Centro di Cultura Contemporanea Strozzina - Palazzo
Strozzi
Dal 20 febbraio al 25 aprile 2010
Alla Strozzina, 11 opere di uno dei più importanti artisti del secondo Novecento, dialogheranno con quelle di 7 artisti contemporanei, legati a Richter da una profonda sfiducia nei confronti dell'immagine come veicolo di verità.
Dal 20 febbraio al 25 aprile 2010, al CCCS (Centro di Cultura Contemporanea Strozzina), Palazzo Strozzi di Firenze si terrà la mostra Gerhard Richter e la dissolvenza dell'immagine nell'arte contemporanea, ideata da Franziska Nori, project director CCCS, e da Hubertus Gassner, direttore della Kunsthalle di Amburgo.
Organizzata in collaborazione con la Kunsthalle di Amburgo, l'esposizione
presenterà 11 opere di Gerhard Richter (Germania, 1932), uno dei più importanti
artisti della seconda metà del Novecento, che dialogheranno con quelle di sette
artisti contemporanei (Lorenzo Banci, Marc Breslin, Antony Gormley, Roger
Hiorns, Scott Short, Wolfgang Tillmans, Xie Nanxing) legati allo stesso Richter
da una profonda sfiducia nei confronti dell'immagine come veicolo di verità.
Il tema dell'esposizione è la dissoluzione dell'immagine, e si pone come ideale
continuazione della mostra attualmente in corso al CCCS, dal titolo Realtà
Manipolate (fino al 17 gennaio 2010), che esplora la relazione esistente tra la
realtà e la sua rappresentazione mediante la fotografia e il video. Gerhard
Richter, uno dei più conosciuti e richiesti artisti viventi, ha fatto di questo
concetto uno dei paradigmi del suo lavoro e ha posto le fondamenta per quello
degli artisti della nuova generazione.
Richter, uno dei pionieri nel portare all'estremo la dissoluzione sia della
figura che della tecnica pittorica stessa, dipinge sopra fotografie originali o
usa una particolare tecnica di pittura sfocata. Come punto di partenza, Richter
seleziona deliberatamente soggetti comuni o casuali. Ben consapevole del potere
delle immagini, egli si sforza di rompere o piuttosto di mettere in dubbio la
loro chiarezza, facendo emergere o scomparire le immagini stesse. Gioca con la
realtà e la sua apparenza e converte le immagini figurative in astratte,
focalizzando la sua attenzione, per esempio, su dettagli minori. Ha posto come
base del suo lavoro l'uso di immagini esistenti, sia per poter trasferire le
caratteristiche da un medium a un altro, sia per utilizzare differenti generi
su uno stesso piano. Richter indirizza la differenza che esiste tra la
percezione soggettiva e l'esperienza oggettiva della realtà, nel luogo in cui
solo la pratica artistica può offrire possibili approcci, all'interno cioè
della difficile relazione esistente tra l'oggetto e la sua rappresentazione.
Il CCCS ha invitato a entrare in dialogo con il lavoro di Richter sette artisti
contemporanei che nella loro carriera si sono concentrati sul tema della
dissoluzione dell'immagine. Il lavoro di ciascuno verrà presentato in uno
spazio proprio, permettendo così, pur all'interno del contesto unitario della
mostra, di mantenere le specificità delle rispettive ricerche. Oltre ai due
artisti inglesi Antony Gormley e Roger Hiorns - quest'ultimo scelto nella rosa
dei candidati per il Turner Prize 2009 - saranno presenti gli statunitensi Marc
Breslin e Scott Short, il cinese Xie Nanxing, l'italiano Lorenzo Banci e il
tedesco Wolfgang Tillmans.
Xie Nanxing (Repubblica Popolare Cinese, 1970) unisce insieme video, fotografia
e pittura per creare immagini che riflettono sulla condizione umana del nostro
presente, così dominato dall'estetica dei media. Lorenzo Banci (Italia, 1974)
studia i confini tra la rappresentazione e l'astrazione, dipingendo forme in
dissolvenza tratte da fotografie che hanno per soggetto luoghi apparentemente
marginali in cui la luce diviene la principale protagonista. Il lavoro
concettuale di Scott Short (USA, 1964) si basa sul fotocopiare centinaia di
volte lo stesso foglio bianco, fino a quando si generano, in maniera casuale,
dei segni che creano un'immagine accidentale poi tradotta in un dipinto. Roger
Hiorns (Gran Bretagna, 1975) crea installazioni di carattere scultoreo in cui
componenti chimici innescano processi di trasformazione che generano nuove
forme evanescenti, sorprendenti e autonome dall'intervento diretto
dell'artista. Marc Breslin (USA, 1983) usa la superficie pittorica come un
palinsesto, in cui segni, graffi e tracce su diversi strati di pittura creano
una metafora della mente umana e della sovrapposizione o annullamento di
ricordi ed eventi. Il lavoro di Antony Gormley (Gran Bretagna, 1950) si pone
come un'arte sociale che si muove tra figurazione e astrazione, creando
installazioni che evocano il tratto del disegno astratto ma che sono il
risultato di un processo di dissolvenza della figura umana. Wolfgang Tillmans (Germania,
1968) sperimenta le possibilità e i limiti della fotografia, lavorando su vari
generi e spingendosi fino all'astrazione con immagini create direttamente sul
negativo senza l'ausilio della macchina fotografica o della camera oscura.
Mentre Richter rimane fedele al medium della pittura, portando all'estremo le
sue possibilità e arrivando quasi a metterle in dubbio, gli artisti
contemporanei in dialogo con le sue opere assumono come loro cifra espressiva
l'assenza (e a volte, l'impossibilità) di arrivare, oggi, a una chiara
definizione del mondo attraverso l'immagine.
Accompagna la mostra un catalogo edizioni Mandragora.
Informazioni
Gerhard Richter e la dissolvenza dell'immagine nell'arte contemporanea
Luogo: Firenze - CCCS - Centro di Cultura Contemporanea Strozzina - Palazzo Strozzi
Periodo: dal 20 febbraio al 25 aprile 2010
Orari: tutti i giorni 10.00 - 20.00, giovedì 10.00 - 23.00. Lunedì chiuso
Ingresso: valido per un mese: 5,00 Euro intero; 4,00 Euro ridotto (studenti
universitari e convenzioni); 3,00 Euro ridotto scuole. Giovedì ingresso gratuito dalle 18.00 alle 23.00
Catalogo: Edizioni Mandragora
Info: tel. +39 055 2645155