Arte

Quirino De Giorgio, un futurista protagonista del Novecento

Padova - Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani
Padova - Ex Cinema Altino, via Altinate
Dal 14 dicembre 2007 al 9 marzo 2008

Quirino De Giorgio - Schizzo prospettico per un'architettura - Matita su carta, 1928

Nel Centenario della nascita di Quirino De Giorgio, la Regione Veneto insieme con il Comune di Padova organizza la mostra Quirino De Giorgio, un futurista protagonista del novecento, presso i Musei Civici agli Eremitani e nell'ex Cinema Altino, riaperto per la città in occasione dell'evento. Con questo omaggio all'architetto la città si riappropria di un percorso legato al Futurismo veneto e italiano nel cui ambito De Giorgio non era stato adeguatamente conosciuto e valorizzato. Alla luce dei documenti e disegni ritrovati si è riannodato un filo biografico e artistico, finora piuttosto lacunoso o errato, di un autore prolifico con numerosissime opere costruite in tutta Italia. Il fulcro di questo evento è ospitato dal Museo Civico agli Eremitani nelle sale delle esposizioni temporanee, già allestite da Mario Botta per la celeberrima mostra dedicata al Mantegna.
L'esposizione è qui divisa in sezioni e sottosezioni, necessarie a rappresentare la complessità e le contraddizioni di una produzione estesa ed eclettica.
La sezione dei documenti originali contribuisce a formulare un giudizio di valore storico sulla produzione artistica e sulla figura dell'architetto e i suoi assidui rapporti con Marinetti dal 1931 al 1944 e con Carlo Maria Dormal, Gerardo Dottori, Depero e Bruno Sanzin che, con Tullio Crali, fu l'elemento di raccordo con il gruppo futurista friulano. Ci sono poi rapporti con il gruppo Savarè.
Lo spazio dedicato all'architettura degli anni Trenta testimonia il legame tra l'architettura degiorgiana e il regime, inteso come committenza: qui sono rappresentate, infatti, le architetture tipologicamente legate al Fascismo. La sezione dedicata all'architettura per la residenza, organizzata in senso cronologico, affronta una produzione, anche qui, eterogenea. La rassegna inizia con i disegni degli anni venti relativi allo studio di alcune ville, se vogliamo tra lo scolastico e l'utopistico, prosegue raccontando le architetture dei borghi rurali di Vigonza e di Candiana, fulgidi esempi della volontà politica di abolire i casoni, e si conclude con la rappresentazione delle architetture degli anni Sessanta Settanta ed Ottanta. La sottosezione dell'architettura per lo spettacolo, anche questa ordinata cronologicamente, dimostra come l'evoluzione poetica e stilistica di Quirino si sviluppi e come sia sempre a lui contemporanea, quando addirittura tecnologicamente e tipologicamente all'avanguardia. Questa inizia con i documenti riguardanti il periodo degli anni Trenta: l'ormai demolito Teatro dei Diecimila, un teatro all'aperto di proporzioni e stile monumentali, e il celeberrimo teatro del Borgo Rurale Fratelli Grinzato di Vigonza. Tra gli oggetti più interessanti del periodo vi è il Cinema San Marco a Mestre.
Nella categoria dell'Altro è presente una testimonianza della cultura progettuale del Novecento, una sorta di carrellata di opere slegate ma che trasversalmente delineano come Quirino sia sempre rimasto sull'onda della contemporaneità. Questa è la categoria tipologicamente meno omogenea: sono accostati dei disegni eseguiti negli anni Trenta per un ristorante della Moretti ad Udine, opera che denota un netto distacco stilistico rispetto ad antecedenti schizzi in cui evidente è il gusto Decò virando verso toni più espressionisti, ai notevoli bozzetti per lo studio della pubblicità della ditta Vov; si confrontano i temi dell'architettura commerciale, per esempio con il complesso Mantegna a Camisano Vicentino, con i progetti per la Persia e per l'Arabia Saudita.
La sezione degli esordi raccoglie una serie di disegni realizzati tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta, posizionata di fronte alle teche che contengono i documenti originali, è significativa dell'intera traiettoria poetica dell'artista. Vi si leggono chiaramente riferimenti e analogie con il Sant'Elia, con Mendelsohn, con il futurista Diulgerhoff, con il primo Terragni e con Pagano e Levi Montalcini. L'elaborazione di questa ricerca diverrà la base di un linguaggio originale e coerentemente eclettico. Nella sottosezione fotografica dedicata al racconto con gli occhi d'oggi dell'architettura di De Giorgio sono presenti i contributi di due fotografi padovani: Moreno Segafredo e Prosdocimo Terrassan, che meglio di tutti hanno saputo interpretare ed esprimere l'immagine dell'architettura di Quirino. L'ultima sottosezione è costituita da un cortometraggio, un breve filmato proiettato a ciclo continuo della durata di circa un quarto d'ora.
Questa vuole essere la sintesi della mostra, comunicando attraverso un linguaggio forse meno tecnico, forse più alla portata dello spettatore medio che comunque è avvezzo al linguaggio tele-cine visivo. Il corto esordisce con le immagini tratte da un filmato del 1938 che narrano l'inaugurazione del Buonservizi, del Cappellozza e del borgo Rurale di Candiana alla presenza del Duce in visita nel Veneto. A questa progressione veloce segue e si contrappone una repentina regressione, tornando agli schizzi degli esordi, che si tramutano nelle immagini delle opere degli anni Trenta, le quali terminano indugiando nell'avviso del 1946 in cui Quirino è accusato, non erroneamente, di essere stato architetto di regime. Il Cinema Altino, oltre a essere l'altra sede della mostra, e quindi parte integrante della stessa, è esso stesso esposizione; l'uso di quest'opera per la rassegna è stato voluto per far si che la città possa riappropriarsi culturalmente di un manufatto che per lungo tempo ha significato molto nei termini del veicolare cultura.
La mostra è stata possibile grazie allo stimolo e alla generosità della Signora Gina Tromben, compagna di una vita, con cui hanno lavorato sin dal 2005 i curatori, Alessandra Possamai Vita che ha ricostruito la biografia, scavando i rapporti con il Futurismo italiano e catalogando i documenti inediti e disponibili; Luca Bezzetto che ha curato la parte propriamente architettonica del lavoro dell'autore e anche l'allestimento, avvalendosi della collaborazione di Maurizio Baccan; Vittorio Dal Piaz ed Enrico Pietrogrande che già avevano lavorato su Quirino De Giorgio e gli anni '30 e hanno qui approfondito il loro lavoro; Elio Armano che ha curato i rapporti con la Regione e analizzato lo sfondo storico-politico dell'attività di De Giorgio. Un particolare ringraziamento va al Sovraintendente Guglielmo Monti da sempre estimatore di Quirino che ha analizzato la demolizione del cinema Giorgione a Casale di Scodosia. In occasione dell'innaugurazione sarà disponibile il catalogo, della casa editrice DBS, riccamente illustrato che documenta in modo esteso le novità emerse nelle ultime fortunate ricerche.

Informazioni

Quirino De Giorgio, un futurista protagonista del Novecento


Luogo: Padova - Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani
Padova - Ex Cinema Altino, via Altinate

Periodo: dal 14 dicembre 2007 al 9 marzo 2008

Orari: 9.00 - 19.00. Chiusura: i lunedì non festivi

Ingresso: intero 8,00 Euro, ridotto 5,00 Euro (mostra e musei); cumulativo mostra, musei e Cappella degli Scrovegni 12,00 Euro, ridotto 8,00 Euro, ridotto speciale 5,00 Euro, gratuito bambini fino ai 6 anni, disabili, Padovacard, possessori di carta d'argento emessa dal Comune di Padova

Info: Settore Attività Culturali - Servizio Mostre tel. 049 8204529