Quirino De Giorgio, un futurista protagonista del Novecento
Padova - Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani
Padova - Ex Cinema Altino, via Altinate
Dal 14 dicembre 2007 al 9 marzo 2008
Nel Centenario della nascita di Quirino De Giorgio, la Regione Veneto insieme
con il Comune di Padova organizza la mostra Quirino De Giorgio, un futurista
protagonista del novecento, presso i Musei Civici agli Eremitani e nell'ex
Cinema Altino, riaperto per la città in occasione dell'evento. Con questo omaggio
all'architetto la città si riappropria di un percorso legato al Futurismo
veneto e italiano nel cui ambito De Giorgio non era stato adeguatamente
conosciuto e valorizzato. Alla luce dei documenti e disegni ritrovati si è
riannodato un filo biografico e artistico, finora piuttosto lacunoso o errato,
di un autore prolifico con numerosissime opere costruite in tutta Italia. Il
fulcro di questo evento è ospitato dal Museo Civico agli Eremitani nelle sale
delle esposizioni temporanee, già allestite da Mario Botta per la celeberrima
mostra dedicata al Mantegna.
L'esposizione è qui divisa in sezioni e sottosezioni, necessarie a
rappresentare la complessità e le contraddizioni di una produzione estesa ed
eclettica.
La sezione dei documenti originali contribuisce a formulare un giudizio di
valore storico sulla produzione artistica e sulla figura dell'architetto e i
suoi assidui rapporti con Marinetti dal 1931 al 1944 e con Carlo Maria Dormal,
Gerardo Dottori, Depero e Bruno Sanzin che, con Tullio Crali, fu l'elemento di
raccordo con il gruppo futurista friulano. Ci sono poi rapporti con il gruppo Savarè.
Lo spazio dedicato all'architettura degli anni Trenta testimonia il legame tra
l'architettura degiorgiana e il regime, inteso come committenza: qui sono
rappresentate, infatti, le architetture tipologicamente legate al Fascismo. La
sezione dedicata all'architettura per la residenza, organizzata in senso
cronologico, affronta una produzione, anche qui, eterogenea. La rassegna inizia
con i disegni degli anni venti relativi allo studio di alcune ville, se
vogliamo tra lo scolastico e l'utopistico, prosegue raccontando le architetture
dei borghi rurali di Vigonza e di Candiana, fulgidi esempi della volontà
politica di abolire i casoni, e si conclude con la rappresentazione delle
architetture degli anni Sessanta Settanta ed Ottanta. La sottosezione
dell'architettura per lo spettacolo, anche questa ordinata cronologicamente,
dimostra come l'evoluzione poetica e stilistica di Quirino si sviluppi e come
sia sempre a lui contemporanea, quando addirittura tecnologicamente e tipologicamente
all'avanguardia. Questa inizia con i documenti riguardanti il periodo degli
anni Trenta: l'ormai demolito Teatro dei Diecimila, un teatro all'aperto di
proporzioni e stile monumentali, e il celeberrimo teatro del Borgo Rurale
Fratelli Grinzato di Vigonza. Tra gli oggetti più interessanti del periodo vi è
il Cinema San Marco a Mestre.
Nella categoria dell'Altro è presente una testimonianza della cultura
progettuale del Novecento, una sorta di carrellata di opere slegate ma che
trasversalmente delineano come Quirino sia sempre rimasto sull'onda della
contemporaneità. Questa è la categoria tipologicamente meno omogenea: sono
accostati dei disegni eseguiti negli anni Trenta per un ristorante della
Moretti ad Udine, opera che denota un netto distacco stilistico rispetto ad
antecedenti schizzi in cui evidente è il gusto Decò virando verso toni più
espressionisti, ai notevoli bozzetti per lo studio della pubblicità della ditta
Vov; si confrontano i temi dell'architettura commerciale, per esempio con il
complesso Mantegna a Camisano Vicentino, con i progetti per la Persia e per
l'Arabia Saudita.
La sezione degli esordi raccoglie una serie di disegni realizzati tra la fine
degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta, posizionata di fronte alle teche
che contengono i documenti originali, è significativa dell'intera traiettoria
poetica dell'artista. Vi si leggono chiaramente riferimenti e analogie con il
Sant'Elia, con Mendelsohn, con il futurista Diulgerhoff, con il primo Terragni
e con Pagano e Levi Montalcini. L'elaborazione di questa ricerca diverrà la
base di un linguaggio originale e coerentemente eclettico. Nella sottosezione
fotografica dedicata al racconto con gli occhi d'oggi dell'architettura di De
Giorgio sono presenti i contributi di due fotografi padovani: Moreno Segafredo
e Prosdocimo Terrassan, che meglio di tutti hanno saputo interpretare ed
esprimere l'immagine dell'architettura di Quirino. L'ultima sottosezione è
costituita da un cortometraggio, un breve filmato proiettato a ciclo continuo
della durata di circa un quarto d'ora.
Questa vuole essere la sintesi della mostra, comunicando attraverso un linguaggio
forse meno tecnico, forse più alla portata dello spettatore medio che comunque
è avvezzo al linguaggio tele-cine visivo. Il corto esordisce con le immagini
tratte da un filmato del 1938 che narrano l'inaugurazione del Buonservizi, del Cappellozza
e del borgo Rurale di Candiana alla presenza del Duce in visita nel Veneto. A
questa progressione veloce segue e si contrappone una repentina regressione,
tornando agli schizzi degli esordi, che si tramutano nelle immagini delle opere
degli anni Trenta, le quali terminano indugiando nell'avviso del 1946 in cui
Quirino è accusato, non erroneamente, di essere stato architetto di regime. Il
Cinema Altino, oltre a essere l'altra sede della mostra, e quindi parte
integrante della stessa, è esso stesso esposizione; l'uso di quest'opera per la
rassegna è stato voluto per far si che la città possa riappropriarsi
culturalmente di un manufatto che per lungo tempo ha significato molto nei
termini del veicolare cultura.
La mostra è stata possibile grazie allo stimolo e alla generosità della Signora
Gina Tromben, compagna di una vita, con cui hanno lavorato sin dal 2005 i
curatori, Alessandra Possamai Vita che ha ricostruito la biografia, scavando i
rapporti con il Futurismo italiano e catalogando i documenti inediti e disponibili;
Luca Bezzetto che ha curato la parte propriamente architettonica del lavoro
dell'autore e anche l'allestimento, avvalendosi della collaborazione di
Maurizio Baccan; Vittorio Dal Piaz ed Enrico Pietrogrande che già avevano
lavorato su Quirino De Giorgio e gli anni '30 e hanno qui approfondito il
loro lavoro; Elio Armano che ha curato i rapporti con la Regione e analizzato
lo sfondo storico-politico dell'attività di De Giorgio. Un particolare
ringraziamento va al Sovraintendente Guglielmo Monti da sempre estimatore di
Quirino che ha analizzato la demolizione del cinema Giorgione a Casale di Scodosia.
In occasione dell'innaugurazione sarà disponibile il catalogo, della casa
editrice DBS, riccamente illustrato che documenta in modo esteso le novità emerse
nelle ultime fortunate ricerche.
Informazioni
Quirino De Giorgio, un futurista protagonista del Novecento
Luogo: Padova - Musei Civici agli Eremitani, piazza Eremitani
Padova - Ex Cinema Altino, via Altinate
Periodo: dal 14 dicembre 2007 al 9 marzo 2008
Orari: 9.00 - 19.00. Chiusura: i lunedì non festivi
Ingresso: intero 8,00 Euro, ridotto 5,00 Euro (mostra e musei); cumulativo
mostra, musei e Cappella degli Scrovegni 12,00 Euro, ridotto 8,00 Euro, ridotto
speciale 5,00 Euro, gratuito bambini fino ai 6 anni, disabili, Padovacard,
possessori di carta d'argento emessa dal Comune di Padova
Info: Settore Attività Culturali - Servizio Mostre tel. 049 8204529