Il Pintoricchio
Perugia - Galleria Nazionale dell'Umbria, Palazzo dei Priori
Spello (Pg) - Collegiata di S. Maria Maggiore
Dal 2 febbraio al 29 giugno 2008
La mostra dedicata a Bernardino di Betto, detto il Pintoricchio è il primo dei grandi eventi che saranno ospitati nella rinnovata Galleria Nazionale dell'Umbria, dopo i lavori di recupero ed ampliamento degli spazi espositivi da poco inaugurati. Ma è soprattutto un progetto di valorizzazione del territorio e del patrimonio umbro che sarà realizzato in occasione delle celebrazioni per il 550° anniversario della nascita di uno dei più interessanti protagonisti del Rinascimento italiano, simbolo della città di Perugia.
Galleria d'immagini:
Dopo il successo della mostra dedicata a Perugino nel 2004, la
nuova rassegna monografica prosegue l'opera di valorizzazione dei grandi
artisti umbri per rinnovare l'attenzione del pubblico e della critica nazionale
e internazionale sul patrimonio artistico e culturale della regione e sulla sua
straordinaria diffusione nel territorio.
La mostra, oltre all'allestimento perugino, sarà completata da una seconda
sezione a Spello, nella Collegiata di S. Maria Maggiore. Nella Cappella Baglioni,
più conosciuta come Cappella Bella, è infatti conservato il capolavoro dell'artista
e per l'occasione, per garantire la migliore fruizione del prestigioso ciclo di
affreschi, saranno inaugurati un allestimento temporaneo con un accurato
apparato didattico per la presentazione degli aspetti storico-artistici ed
iconografici e un nuovo apparato illuminotecnico permanente.
L'esposizione perugina sarà arricchita anche da percorsi e itinerari regionali
che consentiranno di scoprire nei luoghi d'origine le testimonianze che ancora
vi sono conservate dell'opera di Pintoricchio e della straordinaria stagione
rinascimentale.
Comitato Scientifico
La mostra si avvale di un qualificato comitato scientifico presieduto da
Vittoria Garibaldi e composto da Cristina Acidini Luchinat, Alessandro
Angelici, Tiziana Biganti, Francesco Buranelli, Keith Christiansen, Nicole Dacos,
Lucia Fornari scianchi, Vittoria Garibaldi, Roberto Guerrini, Tom Henry,
Francesco Federico Mancini, Paola Mercurelli Salari, Arnold Nesselrath, Antonio
Paolucci, Pietro Scarpellini, Rita Silvestrelli.
LA MOSTRA A PERUGIA
Galleria Nazionale dell'Umbria
Bernardino di Benedetto (detto Betto) di Biagio è nato a Perugia prima del
1460 ed ha più di 20 anni quando finalmente si iscrive all'Arte dei pittori.
Con malcelato disprezzo lo chiamano Pintoricchio, considerandolo piccolo e di
poco aspetto, ma soprattutto un numero due, un alter ego in tono minore al
cospetto del divin pittore, il grande Perugino. A lui Vasari riserva parole
impietose: ebbe nondimeno molto maggior nome che le sue opere non meritarono.
Nella rassegna monografica che si aprirà a Perugia saranno esposte quasi tutte
le opere mobili esistenti di Pintoricchio, alcune delle quali mai viste in
Italia, insieme ad una importante selezione di opere coeve. Sarà così
finalmente possibile comprendere la vera grandezza dell'artista umbro e
dimostrare come, pur muovendosi nella stessa koiné del Perugino, abbia avuto un
ruolo di primo piano nel panorama artistico del Rinascimento in Italia
centrale. Tutto parte da Perugia e dalla straordinaria stagione artistica che
ha conosciuto nel Quattrocento. La presenza in città dei più grandi artisti nel
corso di tutto il secolo - da Gentile da Fabriano a Beato Angelico, da Giovanni
Boccati a Domenico Veneziano - e il costante rapporto con Firenze, hanno
favorito la formazione di una cultura figurativa aggiornata e assolutamente di
primo piano. Da sempre il fascino che emanano le famose tavole con le storie di
san Bernardino del 1473, di cui ancora non è del tutto chiaro l'autore - o
meglio, gli autori - dimostra la raffinatezza della pittura perugina del
Quattrocento. Bartolomeo Caporali, Sante di Apollonio, Fiorenzo di Lorenzo, il
giovane Perugino e lo stesso Pintoricchio agli esordi si dividono la paternità
di una lunga serie di dipinti di qualità altissima, quasi tutti presenti in mostra.
Il trionfo di questa straordinaria e irripetibile stagione culturale è
rappresentato dalla decorazione delle pareti della Cappella Sistina, un
cantiere dove umbri e toscani si fronteggiano, gareggiando, per costruire il
programma iconografico voluto dal papa, Sisto IV della Rovere. Qui sono
presenti Botticelli e Ghirlandaio, Cosimo Rosselli e Biagio d'Antonio e
soprattutto Perugino a cui si affiancano Luca Signorelli, Piermatteo d'Amelia e
il giovane Pintoricchio, cui si devono le zone dove la rappresentazione dei
paesaggi e della natura diventa più ricca e brulicante di particolari, dipinte
grazie alla formazione da miniatore. Proprio l'attenzione alla natura e alle
vedute, la sensibilità straordinaria per i giochi della luce significante che illumina
ogni oggetto, e che a tratti evoca la pittura nordica, diventano il suo tratto
più caratteristico, il suo modo personale di interpretare, da protagonista, il
Rinascimento. Perugino andrà a Firenze, Pintoricchio resta a Roma e il panorama
artistico nella capitale sarà un grande e costante omaggio alla sua pittura.
Oltre alla nutrita schiera di collaboratori della sua bottega, saranno
Baldassarre Peruzzi, Piermatteo d'Amelia e ancora, dopo il cambio del secolo,
Jacopo Ripanda a continuare nella proposta di modelli desunti dagli affreschi
del pittore umbro, primi fra tutti quelli, bellissimi, che ancora decorano la
cappella Bufalini in Santa Maria in Aracoeli. Tutto ciò è dimostrato nel
percorso dell'esposizione con una sezione di dipinti e disegni eccezionali e
importantissimi, anche per il prestigio dei prestiti ottenuti. Gli anni a
cavallo tra i due secoli sono caratterizzati da una serie continua di
capolavori, dalla pala di Santa Maria dei Fossi della Galleria Nazionale
dell'Umbria, acuto di eccelsa levatura, alla Cappella Bella dipinta per i Baglioni
a Spello, a cui è dedicata una sezione apposita della mostra, con l'occasione
unica di poter entrare nello spazio dipinto, in cui le partiture
architettoniche dialogano con quelle dipinte in maniera perfetta. Ed è qui la
grandezza di Pintoricchio. Persino Raffaello non avrebbe forse potuto concepire
la decorazione delle stanze vaticane se non avesse lavorato con Bernardino,
reduce dalla fatica di Spello e dalla decorazione della Libreria Piccolomini di
Siena. E le stesse considerazioni si possono estendere, a maggior ragione, ad
una lunga serie di pittori e artisti. Di straordinario fascino sarà infatti la
sezione della mostra dedicata al rapporto tra Bernardino di Betto e Raffaello
Sanzio, ben più stretto di quanto normalmente si ritenga. In un'altra sezione
sarà dettagliatamente raccontata la fortuna di Pintoricchio sui contemporanei,
rendendo così giustizia della reale importanza del pittore nel panorama umbro.
Una presenza, la sua, che servì da guida per un'intera generazione di artisti,
allo stesso modo in cui riuscì l'eterea bellezza del Perugino.
Palazzo dei Priori
Affacciato sulla piazza IV novembre, dominata dalla
monumentale fontana dei Pisano, è il Palazzo dei Priori, uno dei simboli della
città e una delle architetture civili più interessanti del medioevo. Costruito
a partire dalla fine del XIII secolo e ampliato nel corso del Quattrocento, con
la cappella dei Priori affrescata da Benedetto Bonfigli, e del Cinquecento,
oggi è la prestigiosa sede della Galleria Nazionale dell'Umbria. Le origini del
museo si riallacciano alla storia dell'Accademia del Disegno di Perugia fondata
nel 1573. Gran parte delle opere ora presenti nella raccolta, infatti, costituivano
il ricco patrimonio artistico ad uso didattico dell'istituzione accademica. Il
numero delle opere della raccolta subisce un notevole incremento con l'iglobamento
delle opere degli enti ecclesiastici soppressi in seguito alle leggi postunitarie
del 1863. La collezione diventa così una delle più importanti d'Italia per
numero e per qualità, una serie impressionante di capolavori dal XII al XVIII
secolo. Qualche anno più tardi, l'insufficienza degli spazi disponibili
determina lo scorporamento della Pinacoteca dall'Accademia ed il suo
trasferimento al piano superiore di Palazzo dei Priori dove viene ufficialmente
inaugurata nel 1907. Ceduta allo Stato nel 1918, assume il nome di Regia
Galleria Vannucci, poi Galleria Nazionale dell'Umbria, che alla fine del 2006 è
stata riallestita permettendo così l'esposizione di gran parte delle opere
d'arte finora conservate nei depositi.