Arte

La nazione dipinta. Storia di una famiglia tra Mazzini e Garibaldi

Mantova - Fruttiere di Palazzo Te
Dal 14 ottobre 2007 al 13 gennaio 2008

Galleria d'immagini:

La Meditazione, 1851

Triste presentimento, 1862

La partenza del coscritto, 1862

Accampamento alle porte di Milano, 1859


Ritratto di giovane volontario, 1848

Giuseppe Mazzini, 1880 circa

Garibaldi, 1882 circa

Fanciulla in biblioteca (Donna che pulisce un quadro di Garibaldi)

La mostra autunnale di Palazzo Te, La Nazione dipinta. Storia di una famiglia tra Mazzini e Garibaldi, allestita dal 14 ottobre 2007 al 13 gennaio 2008, documenta i passaggi chiave nella costruzione della Nazione italiana attraverso pregevoli opere degli artisti più rappresentativi dell'Ottocento - tra gli altri Francesco Hayez, Domenico e Gerolamo Induno, Stefano Ussi, Eleuterio Pagliano, Sebastiano De Albertis, Odoardo Borrani, Adriano Cecioni, Silvestro Lega e Telemaco Signorini -, svelando in filigrana la storia della famiglia di Achille e Elena Sacchi, figure emblematiche dell'ambiente risorgimentale lombardo.

Galleria d'immagini:

Il 26 aprile 1859 in Firenze, 1861

La lezione della nonna, 1880-1881

Piccoli patrioti, 1859 circa

Achille Sacchi


Elena Casati Sacchi

Emigranti

Il sequestro o nudo patriottismo

Le Impressioni di un quadro, 1863

La mostra nasce da un'idea di Maurizio Bertolotti, presidente dell'Istituto mantovano di storia contemporanea, nel contesto di un progetto che prevede la riunificazione virtuale e il riordino degli archivi della famiglia Sacchi, composti da circa quindicimila lettere.
Daniela Sogliani, storica dell'arte del Centro Internazionale d'Arte e Cultura di Palazzo Te, ha affiancato Bertolotti nella progettazione dell'esposizione, che si avvale dei contributi di Giancorrado Barozzi dell'Istituto mantovano di storia contemporanea, Liviana Gazzetta dell'Università di Venezia e Maria Teresa Sega dell'Istituto veneziano per la Storia della Resistenza e della società contemporanea.
Oltre cento opere fra dipinti, sculture, fotografie, documenti e libri - provenienti da musei, gallerie e collezioni private italiane - sono distribuite nelle otto sezioni del percorso e concorrono a illustrare i grandi temi della formazione della nazione: l'intreccio tra amor di patria e amore romantico, le passioni del Quarantotto, le cospirazioni mazziniane, la partecipazione delle donne tra patriottismo ed emancipazionismo, l'epopea garibaldina, la scienza positivista e la scoperta, dopo l'unità politica, di un'Italia reale di contadini poveri, di matti, di bambini analfabeti.
La mostra si apre con la sconfitta della rivoluzione di metà secolo: la caduta delle speranze italiane è rappresentata dal capolavoro di Francesco Hayez La Meditazione.

Amore e politica
Un grande amore è quello che nasce a Genova nel 1857 tra Achille Sacchi e Elena Casati.
La coppia, seguace delle idee mazziniane, educherà la numerosa prole ai valori patriottici e risorgimentali. Il tema dell'intreccio tra amor romantico e amor di patria è illustrato in questa sezione dal Bacio di Francesco Hayez, presentato in una inedita versione del 1861, e da una serie di opere variamente legate a questo capolavoro come Triste presentimento di Gerolamo Induno, Il richiamo di Garibaldi di Domenico Induno, Accampamento alle porte di Milano, 1859 di Sebastiano De Albertis, Una triste novella di Giuseppe Reina.

Come si diventa patrioti: la rivoluzione del 1848
Sono soprattutto i giovani i protagonisti delle opere di questa sezione, prima negli scontri di strada e sulle barricate nelle città, poi come volontari nella guerra d'indipendenza. Nei moti del 1848, a Milano come a Venezia, sono partecipi e attive anche le donne.
Oltre alle opere degli Induno - i più famosi tra gli artisti-soldati - testimoniano queste vicende un taccuino di Stefano Ussi con vari schizzi di giovani volontari e un ritratto di Volontario toscano di Antonio Puccinelli.

Gli anni della cospirazione
La difesa di Roma nel 1849 costituisce per molti di questi giovani, compreso Achille Sacchi, la prova attraverso cui, di fronte alla sconfitta della guerra regia, prende corpo la prospettiva della guerra di popolo e della repubblica. Nonostante il disastro finale, che trova la sua rappresentazione in alcune tele, come La veduta di Porta San Pancrazio a Roma di Gerolamo Induno, dall'esperienza romana si dipana il filo delle iniziative insurrezionali mazziniane i cui principali protagonisti evocati nella mostra sono Felice Orsini, Pier Fortunato Calvi e, tra i mantovani, oltre a Sacchi, Giovanni Acerbi e Giovanni Chiassi.

Le donne mazziniane
Gli ideali mazziniani vengono condivisi e sostenuti da molte donne che si impegnano nelle attività cospirative e insurrezionali: un passaggio cruciale del processo di emancipazione femminile in Italia. La donna viene sempre più raffigurata in interni borghesi intenta alla scrittura e alla lettura, contesti entro cui si inseriscono anche le esperienze più radicali di impegno politico. Le opere in mostra, dipinti come La lettera o Pittrice nell'atelier di Domenico Induno o ancora il Ritratto di Clara Maffei di Francesco Hayez, documentano questo processo di cambiamento culturale auspicato dallo stesso Mazzini nelle sue pagine.

Camicie rosse, camicie azzurre
Il fallimento delle insurrezioni mazziniane degli anni Cinquanta avvicina una parte dei patrioti dello schieramento democratico al progetto di Cavour, che nel 1859 ha il suo sbocco nella guerra del Piemonte e della Francia contro l'Austria. Molti veterani del '48 riprendono le armi, insieme a una nuova leva di giovani patrioti, nell'esercito piemontese, mentre altri si arruolano nei Cacciatori delle Alpi di Garibaldi. Tra questi i mantovani Sacchi, Chiassi e Ippolito Nievo, la cui partecipazione alla campagna del 1859 è immortalata nel grande dipinto Sbarco dei garibaldini a Sesto Calende 23 maggio 1859 di Eleuterio Pagliano. L'epopea garibaldina è documentata da altre opere di Domenico e Gerolamo Induno e di Angelo Trezzini. In rilievo di nuovo le donne come nel dipinto Il 26 aprile 1859 in Firenze di Odoardo Borrani: la patriota qui ritratta mentre cuce una bandiera tricolore rispecchia di qual natura fu allora la partecipazione femminile, sebbene non poche donne avrebbero aspirato a combattere e qualcuna riuscì nell'intento.

Democrazia, positivismo, questione sociale
La guerra del 1859, l'incontro di Teano e, dieci anni più tardi, l'ingresso dei bersaglieri a Roma decretano la sconfitta dei repubblicani, la cui opposizione al nuovo stato si manifesta in forme più o meno radicali. Mantova è nei decenni dopo l'unità uno dei centri del movimento democratico e repubblicano. Questo anche grazie all'opera di Sacchi: all'azione politica il patriota mantovano affianca ora, nella sua veste di medico e scienziato positivista, un'intensa attività a favore del progresso delle classi popolari.
I quadri di questa sezione - ad esempio Galileo e Viviani di Tito Lessi - rispecchiano da un lato i valori della cultura positivistica dominante in Italia; dall'altro illustrano alcuni aspetti rilevanti della questione sociale: la sanità, l'istruzione, l'emigrazione, il problema dei manicomi, in un'Italia contadina poverissima, dove occorreva portare a un livello minimo il livello di vita della maggioranza della popolazione. Una risaia di Luigi Steffani, La raccolta dei bozzoli di Giovanni Segantini, Studio per il quadro con la Sala delle agitate di Telemaco Signorini, La vaccinazione di Demetrio Cosola, sono tra le opere che meglio illustrano la situazione del nostro Paese nel decennio dopo l'unità.

Patria, scienza, educazione
In questa sezione lettere, libri, documenti testimoniano la vicenda umana di Achille e Elena Sacchi, che ritengono la diffusione della scienza e della cultura una delle chiavi del progresso e si dedicano all'educazione dei figli secondo questi principi, impegnandosi per la diffusione dell'istruzione pubblica.
La straordinaria tela di Giuseppe De Nigris, Impressioni di un quadro, testimonia, insieme a La lezione della nonna di Silvestro Lega e ad altre opere di Angelo Trezzini e Gioacchino Toma, il ruolo di primo piano che, accanto alla scienza, assume, nell'ideale educativo di genitori come i Sacchi, il sentimento patriottico.

Emancipazionismo
Altro valore imprescindibile è per i Sacchi l'uguaglianza tra i sessi: ciò porterà alla appassionata adesione delle figlie Beatrice e Ada al movimento emancipazionista femminile, documentato nella sezione finale della mostra. Parificazione politica, ma anche promozione economica e sociale delle donne. Valori, testimoniati in mostra da un bozzetto del capolavoro di Pellizza da Volpedo Il Quarto Stato, insiti nel movimento socialista di cui Mantova sarà, a cavallo tra Otto e Novecento, uno dei centri più importanti.

La mostra si chiude con uno sguardo sulla città con le tele di Domenico Pesenti e Vindizio Nodari Pesenti.

Nel Museo della Città di Palazzo San Sebastiano sarà contestualmente allestita la mostra, curata da Stefano Benetti, I Leoni di Garibaldi. Garibaldi e i garibaldini delle terre mantovane nelle Collezioni Civiche, con cimeli, testimonianze e ricordi dell'epopea risorgimentale.
In occasione delle mostre, la città di Mantova propone numerosi eventi di approfondimento sui temi risorgimentali e le relazioni tra fatti storici e artistici. A Palazzo Te e in altri luoghi storici della città di Mantova, con ingresso gratuito, sono in programma conferenze, presentazioni di libri, proiezioni cinematografiche e letture teatrali.
Un percorso dunque di grande interesse storico, per capire le radici del nostro Paese e il lungo cammino che ha portato alla sua unità.

Informazioni

La nazione dipinta. Storia di una famiglia tra Mazzini e Garibaldi


Luogo: Mantova - Fruttiere di Palazzo Te
Viale Te, 19 - Mantova

Periodo: dal 14 ottobre 2007 al 13 gennaio 2008

Inaugurazione:

Orari: lunedì 13.00 - 18.30; da martedì a domenica 9.00 - 18.30 (chiusura biglietteria 17.30)

Ingresso: 10,00 Euro, ridotto: 7,00 Euro(gruppi di almeno 15 persone, maggiori di 60 anni, soci Touring Club, soci FAI, altre categorie convenzionate); ridotto: 3,00 Euro (visitatori tra i 12 e i 18 anni, studenti universitari e disabili). Gratuito (minori di 11 anni, un accompagnatore per gruppo, due accompagnatori per scolaresca, accompagnatori di disabili che presentino necessità, categorie elencate nell'apposito regolamento)

Catalogo: Skira

Info: tel. 199 199 111. Biglietteria Museo Civico di Palazzo tel. 0376 323266