Nel segno di Ingres. Luigi Mussini e l'Accademia in Europa nell'Ottocento
Siena - Santa Maria della Scala
Dal 6 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008
Al Complesso museale Santa Maria della Scala di Siena una mostra che racconta
le avvincenti relazioni fra la cultura artistica senese e l'arte accademica
europea del secondo ottocento
Dal 6 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008 sarà esposta, per la prima volta,
l'intera produzione pittorica dell'artista. E una ricca selezione di opere di
pittori e scultori con cui entrò in contatto
Luigi Mussini
Autoritratto
L'Italia e l'Europa dell'Ottocento, tra ansia di rinnovamento e ritorno al
passato, raccontate attraverso l'opera colta e raffinata di Luigi Mussini,
maturata sullo sfondo e nel segno del genio artistico di Jean-Auguste-Dominique
Ingres.
E' questo il file rouge della grande mostra "Nel segno di Ingres. Luigi Mussini
e l'Accademia in Europa nell'Ottocento", che Siena dedica al protagonista
indiscusso della scena culturale senese nella seconda metà dell'800, la cui
attività è strettamente legata al fenomeno del Purismo europeo.
La rassegna a cura di Carlo Sisi ed Ettore Spalletti in programma dal 6 ottobre
2007 al 6 gennaio 2008 presso il Complesso museale Santa Maria della Scala, è
promossa da Comune di Siena,Istituzione Santa Maria della Scala, Ministero per
i Beni e le Attività Culturali, Soprintendenza per il Patrimonio Storico
Artistico ed Etnoantropologico per le province di Siena e Grosseto,
Soprintendenza Speciale per il Polo Museale Fiorentino, Galleria d'Arte Moderna
di Palazzo Pitti, Fondazione Musei Senesi e Fondazione Monte dei Paschi di
Siena ed espone per la prima volta l'intera produzione pittorica di Luigi Mussini.
Il nucleo dei capolavori più importanti rappresenta il cuore pulsante di una
selezione di 122 opere articolata in sei sezioni, precedute dal prologo che
ospita gli autoritratti di Ingres e Mussini. Se ne ricava l'affresco di
un'epoca caratterizzata da grandi tensioni teoriche e stilistiche, dove
l'ideale mussiniano di un'unica "maniera" mutuata dai grandi maestri
antichi e moderni si contrappone strenuamente alle istanze della incalzante
cultura naturalista e realista.
Luigi Mussini
Eudoro e Cimodoce
Olio su tela, Dim: 314 x 255 cm
Firenze, Galleria d'Arte Moderna di Palazzo Pitti
Nella prima sezione della mostra trovano spazio i primi capolavori di Mussini,
come la Musica sacra e il Trionfo della Verità, maturati in seno al più
aggiornato dibattito sul Purismo e quindi in linea con quel movimento
figurativo, che in mostra è ben rappresentato dai dipinti di Overbeck, Marini, Minardi
e Stürler. Accanto alle opere di Mussini, nella seconda sezione, dedicata al
soggiorno parigino, sono esposte le opere dei pittori e degli scultori italiani
ed europei che entrarono in contatto con Mussini, influenzando la sua attività,
come lo stesso Ingres, Flandrin, Gérçme, Gleyre, Gendron. Non a caso è presente
in mostra l'Autoritratto di Ingres donato agli Uffizi proprio per
intermediazione dello stesso Mussini.
Nella terza sezione è esposto il nucleo più importante della sua produzione,
spiccano per interesse i Parentali di Platone, l'Eudoro e Cimodoce e
l'inedita pala con le Sante Edvige e Isabella, recuperata dopo un
difficilissimo restauro dai disastri dell'alluvione fiorentina del 1966. Questi
sono gli anni in cui Luigi Mussini assume la direzione dell'istituto di Belle
Arti di Siena impegnandosi in una vera e propria riforma dell'insegnamento
accademico,e continuando a coltivare i rapporti con la Francia e con i pittori
francesi a cui si ispira e a cui indirizza anche i suoi allievi. Uno dei fulcri
di questa sezione è costituito dalla sintetica ma folgorante esemplificazione
delle esperienze romane sul '59-'60 dei primi - e fra i migliori - scolari di Mussini,
che a Roma vissero esperienze fondamentali a contatto con i pensionnaires
francesi, ed in particolare con Degas che in quel momento era intento ad
elaborare opere fondamentali come i Giovani spartani, presente in mostra e
proveniente dalla National Gallery di Londra.
La quarta sezione descrive il variegato panorama della scuola senese attraverso
alcuni esempi di pittura e scultura basati sui fondamenti neoraffaelleschi di Ingres
e di Bartolini, di cui è presente in mostra un capolavoro assoluto, la Carità
educatrice, eseguita per il granduca Leopoldo II e proveniente da Palazzo
Pitti. Accanto ai dipinti giovanili di Cassioli, Visconti, Ridolfi, emergono in
questa sezione alcuni capolavori di Giovanni Dupré di committenza senese (fra i
quali la Riconoscenza e l'Amore in agguato) che dimostrano la particolare
sintonia che in questo momento si crea tra il 'fiorentino' Dupré e i suoi amici
e sostenitori senesi, primo fra tutti Luigi Mussini; e opere altamente
significative dell'ingrismo toscano di quegli anni, testimoniate dagli esempi
della ritrattistica di Antonio Ciseri, di Antonio Puccinelli e altri.
Intorno al 1864 l'egemonia artistica e didattica di Mussini registra le prime
defezioni a fronte delle forti istanze della emergente cultura naturalista e
realista. Come evidenziato nella quinta sezione della mostra, in questo momento
lo stile di Mussini raggiunge l'apice espressivo nel San Crescenzio del Duomo
di Siena - accostato in mostra ai disegni per il San Sinforiano di Ingres nella
cattedrale di Autun e ad una versione in scala ridotta proveniente da Philadelphia
- e nell'Educazione spartana del Musée Ingres di Montauban – confrontato con
opere neo-greche di pittori francesi contemporanei. Intanto però alcuni dei
suoi allievi come Cassioli e Maccari percorrevano strade che presto li
avrebbero portati ad aderire al clima realistico, d'impronta soprattutto
romana, ed ai modelli che potremmo definire 'sperimentali' di Morelli. Resta
fedele al maestro, il giovane Alessandro Franchi di cui in mostra sono esposti
alcuni capolavori giovanili, nei quali si colgono, oltre che meditazioni sulla
pittura dei grandi maestri del Cinquecento soprattutto veneziano, anche le
visibilissime influenze di Ingres e soprattutto dei suoi allievi, in
particolare di Flandrin. Intanto prendevano campo le grandi imprese decorative
che a Siena e nel suo territorio testimoniano dell'avvenuto radicamento delle
teorie mussiniane. Quei cantieri sono richiamati in mostra attraverso
l'esposizione dei cartoni e dei disegni preparatori riferibili alle principali commissioni
del momento, dal pavimento del Duomo (con il cartone di Franchi posto a
confronto con studi di Flandrin preparatori per i dipinti murali di Saint-Germain-des-Prés
a Parigi provenienti da Princeton e da Besançon; e con quelli giovanili di Puvis
de Chavannes per la Pace e per la Guerra. provenienti da Philadelphia), alla
decorazione della Loggia Bichi Ruspoli alle cuspidi della Facciata del Duomo e
altre ancora, che videro lavorare, fianco a fianco, pittori, decoratori,
scultori, mobilieri, vetrai, bronzisti, ceramisti nello spirito che aveva
accompagnato l'unita delle arti nei secoli della tradizione senese.
L'ultima sezione, la sesta in mostra, è dedicata ai tardi lavori di Mussini, in
gran parte smarriti, e rappresentati in mostra dai due fondamentali dipinti del
Cimitero di Baden Baden. Accanto a questi esiti si presentano opere significative
delle diverse vie intraprese dagli artisti senesi, che comiciano a mostrare
anche un certo interesse nei confronti della pittura dei Preraffaelliti. Ne
sono un esempio alcuni capolavori del maturo Franchi (come ad esempio la sua
Annunciazione per la Cappella Raffo nel Cimitero della Misericordia e i dipinti
murali con le Storie di Santa Caterina del Santuario Cateriniano, rappresentati
in mostra da cartoni e rari disegni, quasi tutti inediti), e le stupefacenti
prove giovanili di due giovani artisti, Ricciardo Meacci e Giuseppe Catani Chiti,
che poi - e soprattutto il secondo - matureranno al meglio le loro qualità a
contatto con gli ambienti anglo-fiorentini di indirizzo pre - raffaellita.
Sezioni
1) Firenze - Roma. Il dibattito sul Purismo
La sezione si incentra sui primi capolavori di Mussini (la Musica sacra e il
Trionfo dellaVerità) maturati in seno al più aggiornato dibattito sul Purismo e
quindi in linea con le massime rappresentazioni di quel movimento figurativo,
esemplificate in mostra dai dipinti di Overbeck, Marini, Minardi e Stürler.
Fulcro di questo momento è l'attività romana di Ingres; mentre, quale matrice
dell'idea purista e del conseguente dibattito, sono state scelte la stele
marmorea del “gobbo” di Bartolini e, su un versante di più inquieto
naturalismo, l'Abele di Giovanni Duprè di cui si presenta in mostra il disegno
dal vero preparatorio del raffinato marmo acquistato dallo zar e oggi all'Ermitage
di San Pietroburgo.
2) Mussini a Parigi
Per documentare l'importantissima permanenza a Parigi di Mussini fra il 1849 e
il 1850 si evocano in mostra i caratteri salienti dei dipinti esposti al Salon
del 1849 attraverso la presenza di opere di Ingres, Flandrin, Géróme, Gleyre, Gendron
e altri che lo stesso Mussini potè esaminare e sulle quali dimostrerà di
meditare cercando una personale via di uscita formale all'intemo del dibattito
critico, in quel momento particolarmente vivace a Parigi, fra l'“ingenua”
rivalutazione della pittura sacra dell'antica scuola senese proposta dal
critico Rio e la più complessa articolazione tra forma, stile e comunicazione
etica riassunta nella grande pittura di Ingres e nella devozione di quest'ultimo
per Raffaello.
3) Mussini a Siena. La svolta dell'Istituto di Belle Arti
Intorno ad un nucleo importante di opere di Mussini, provenienti da musei
italiani e stranieri (fra cui certamente spiccano per interesse le due versioni
dei Parentali di Platone, 1' Eudoro e Cimodoce e l'inedita pala con le Sante
Edvige e Isabella, recuperata dopo un difficilissimo restauro dai disastri
dell'alluvione fiorentina del 1966), la sezione ricostruisce il periodo che
vide il pittore impegnato in una vera e propria riforma dell'insegnamento
accademico sullo sfondo del lavoro critico di Guasti, Milanesi e Pini, e in una
fervida attività che coinvolge il riassetto della Galleria dell'Istituto,
approdato all'edizione di due cataloghi cronologici.
4) L'ambiente artistico senese e i primi scolari: osservanti e reticenti
La sezione descrive il variegato panorama della scuola senese comprensivo di
alcuni esempi di pittura e scultura convergenti nel dettato purista sancito
dall'insegnamento mussiniano che, basato sui fondamenti neoraffaelleschi di Ingres
e di Bartolini (è presente in mostra un suo capolavoro assoluto, come la Carità
educatrice in marmo eseguita per il granduca proveniente da Palazzo Pitti, a
testimoniare il sodalizio fiorentino del 1824 fra lo scultore toscano e il
maestro francese), costituì una sorta di viatico per l'avvio della carriera
artistica degli allievi senesi di Mussini. Così, accanto ai dipinti giovanili
di Cassioli, Visconti, Ridolfi, emergono in questa sezione alcuni capolavori di
Giovanni Duprè di committenza senese (fra i quali la Riconoscenza e l'Amore in
agguato) che dimostrano la particolare sintonia che in questo momento si crea
tra il 'fiorentino' Dupré e i suoi amici e sostenitori senesi, primo fra tutti
Luigi Mussini; e opere altamente significative dell'ingrismo toscano di quegli
anni, testimoniate dagli esempi della ritrattistica di Antonio Ciseri, di
Antonio Puccinelli e altri.
5) L'apogeo della scuola senese negli anni Sessanta e Settanta, e lo
"scisma" di Cassioli e Maccari
Intorno al 1864 l'egemonia artistica e didattica di Mussini registra le prime
defezioni determinate dall'urgenza di dare risposte, anche da un osservatorio
appartato come era quello senese, alle istanze della cultura naturalista e
realista che ormai premevano nell'arte nazionale ed internazionale di quegli
anni. In questo momento lo stile di Mussini ha il suo massimo raggiungimento
nel S. Crescenzio del Duomo di Siena - accostato in mostra ad un disegno
preparatorio per l'intrasportabile S. Sinforiano di Ingres per la cattedrale di
Autun e ad una replica ridotta di questa sua opera fondamentale proveniente da Philadelphia-
e nell'Educazione spartana del Museo Ingres di Montauban - confrontato con
opere neo-greche di pittori francesi
contemporanei. Ma intanto Cassioli e Maccari percorrevano strade che presto li
avrebbero portati ad aderire al clima realistico, d'impronta soprattutto
romana, ed ai modelli che potremmo definire 'sperimentali' di Morelli.
6) Verso nuove vie
L'ultima attività di Mussini, difficilmente rappresentabile per lo smarrimento
di opere che pure sono documentate dalle fonti, è rappresentata in mostra dai
due fondamentali dipinti del Cimitero di Baden Baden - affini per intensità
stilistica alla pittura di Bouguereau e di Leighton – e dalla sua Sfida
scacchistica, che si configura invece come un interessante risposta italiana ai
fortunatissimi esempi di Meissonnier. Accanto a questi ultimi esiti si
presentano opere significative delle diverse vie intraprese dagli artisti
senesi, che dimostrano notevoli aggiornamenti nei confronti della pittura
d'area mitteleuropea, rappresentata in mostra soprattutto attraverso un
bozzetto preparatorio dell'immenso quadro Le Torce di Nerone di Siemiradzky, ammiratissmo
da Mussini che ebbe occasione di vederlo a Roma; come anche un appassionato
interesse nei confronti della pittura dei Preraffaelliti, conosciuta a Siena
anche grazie alla presenza di J. F. Murray, mercante di "primitivi"
italiani, e in particolare senesi, ma anche pittore vicino a Burne-Jones.
Informazioni
Nel segno di Ingres. Luigi Mussini e l'Accademia in Europa nell'Ottocento
Luogo: Siena - Santa Maria della Scala
Periodo: dal 6 ottobre 2007 al 6 gennaio 2008
Orari: tutti i giorni, festivi compresi, dalle ore 10.30 alle ore 19.30
Ingresso: intero 8 Euro, ridotto: 6 Euro. Gruppi minimo 15 massimo 25 persone,
minori di 18 anni e maggiori di 65, convenzioni e detentori di appositi coupon
(ACI, TCI, COOP, CTS) Studenti di ogni ordine e grado 2,00 Euro. Gratuito: Bambini
fino a 6 anni, disabili e accompagnatori, funzionari del Ministero Pubblica
Istruzione e Beni e Attività Culturali. I possessori del biglietto della mostra
hanno diritto all'accesso al Santa Maria della Scala al prezzo speciale di 2
Euro
Info: infoline 24 ore/24 02 54911