La Monaca di Monza
Milano - Sale Panoramiche del Castello Sforzesco
Dal 25 novembre 2009 al 21 marzo 2010
Nelle Sale Panoramiche, per la prima volta, una mostra ripercorre la storia di
uno dei più noti personaggi manzoniani.
Tra verità documentaria e trasposizione letteraria, oltre 60 opere di artisti
dell'Ottocento italiano, quali Francesco Hayez, Mosè Bianchi, Giuseppe
Molteni, Gaetano Previati, restituiscono l'affascinante volto di una donna
la cui vicenda, segnata da passioni e delitti, culmina nella terribile condanna
che riecheggia tra le pagine degli Atti del processo, eccezionalmente esposti.
L'iniziativa, curata da Lorenza Tonani, è promossa dal Comune di Milano, ideata
e prodotta da Alef, col patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività
Culturali, della Regione Lombardia, della Provincia di Milano, della Provincia
di Monza e Brianza; sponsor tecnico LeNord.
“La monaca di Monza è prima di tutto una donna. Con questo progetto abbiamo
inteso offrire al pubblico una ri-lettura di uno dei personaggi dei Promessi
sposi che più hanno colpito l'immaginario collettivo dell'universo manzoniano –
spiega l'assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer
Flory -. In questa esposizione, proponendo al visitatore di assumere uno
“sguardo dall'alto” e un attraversamento trasversale, vogliamo ripensare lo
sfondo storico della vicenda letteraria, la documentazione originale del
processo, l'interpretazione pittorica di questa tormentata figura femminile, la
ricchezza delle trasposizioni teatrali e cinematografiche. Per sondare nelle
pieghe dell'animo di Gertrude, a cui uno dei più noti riduttori – Giambattista
Nasi – attribuiva tale affermazione: “La notte lascia un campo per maturare i
pensieri”, la complessità e la profondità della condizione della donna in
quell'epoca, le aspirazioni e le frustrazioni di uno spirito moderno in cerca
di identità e libertà”.
Il percorso si snoda tra verità storica e rilettura romanzesca della figura di
Marianna de Leyva, in religione suor Virginia, a tutti nota come la Gertrude
dei Promessi sposi.
Gli eventi della Monaca di Monza sono indagati all'interno di un tema ben più
vasto che riguarda la condizione femminile nella prima età moderna, con una
particolare attenzione al fenomeno delle monacazioni forzate. L'argomento è
analizzato non solo in rapporto all'esperienza claustrale, ma tocca
trasversalmente altri aspetti della reclusione femminile, sempre determinata
dall'autorità paterna e coniugale. A tal proposito, saranno le figure di donne
private della libertà - Anna Bolena, Lucrezia Borgia, Pia de' Tolomei, Isabella
Orsini - a introdurre il percorso espositivo.
Su tutte si erge però il personaggio della “grande peccatrice”, restituito dal
racconto di una storia privata che si intreccia con la vita e la cultura della
Milano del Seicento.
La figura di Marianna viene ricostruita attraverso i documenti relativi a
episodi della sua vita e alle famiglie da cui discese, i de Leyva e i Marino,
proprietari dell'omonimo palazzo, ora sede del Comune di Milano, attraverso il
carteggio con Federico Borromeo, custodito all'Ambrosiana, nonché attraverso
gli Atti processuali, eccezionalmente esposti al pubblico, contenuti nel
manoscritto conservato all'Archivio storico della Diocesi di Milano.
Gli Atti raccontano gli eccessi della società milanese del Seicento che crede
ancora nei malefici e negli esorcismi e che affida alla tortura il compito di
estorcere la verità, ponendo il colpevole in stato di profonda umiliazione.
Dopo essere stata murata per tredici anni in una cella del convento delle
convertite di Santa Valeria, Virginia viene riabilitata alla vita conventuale e
consegna alle lettere scritte al Cardinale Borromeo il messaggio di una “verace
penitenza”, di un'espiazione dolorosa e convinta, di una pacificazione
raggiunta.
Alla drammatica voce della verità storica si sovrappone, nella seconda parte
della mostra, il racconto letterario e figurativo della Monaca di Monza, che ha
goduto e gode tutt'ora di un costante favore, come conferma la sua ininterrotta
fortuna, che la vede rappresentata tanto come la Gertrude “oppressa”, quanto
come la “grande peccatrice”.
Le crisi di coscienza e le remore morali di Virginia, nella traduzione manzoniana
del personaggio della sventurata Gertrude, furono oggetto di straordinarie
prove pittoriche da parte di diversi artisti dell'Ottocento: dall'intimo e
delicato “ritratto” di Francesco Hayez, allo scomposto sussulto con il quale
Mosè Bianchi coglie la Monaca in un'inquietudine mai realmente trattenuta.
Indimenticabile personaggio del romanzo, Gertrude è stata poi soggetto
privilegiato di alcune tavole delle diverse edizioni del capolavoro manzoniano:
in mostra verranno presentati i disegni di Francesco Gonin per l'illustrazione
dei Promessi sposi del 1840, conservati alla Biblioteca Nazionale Braidense e
gli splendidi disegni di Gaetano Previati provenienti dal Gabinetto dei disegni
del Castello Sforzesco nonché varie prove incise ottocentesche della Raccolta
Bertarelli, fino alle proposte degli anni '60 e '70 del Novecento di Giorgio De
Chirico ed Ernesto Treccani.
Chiude il percorso una speciale sezione dedicata alle riduzioni drammaturgiche
della vicenda della Monaca di Monza: dal dramma teatrale di Testori, Luchino
Visconti realizzò uno spettacolo nel 1967 avente per protagonista Lilla
Brignone, destinato a suscitare forti polemiche. Sullo stesso testo,
recentemente, la compagnia Teatridithalia ha riproposto il dramma. Lucilla
Morlacchi, attrice protagonista ha fermamente creduto nella forza del testo
della Monaca di Monza e, in sintonia con lei, il regista Elio De Capitani ha
riconosciuto “un testo magmatico e affascinante, pieno di zone opache e squarci
luminosissimi”.
NOTA BIOGRAFICA DI MARIANNA DE LEYVA
Marianna de Leyva, in religione Suor Virginia, a tutti nota come la
Gertrude manzoniana, nasce tra la fine del 1575 e l'inizio del 1576 da Martino
de Leyva, nipote di Antonio de Leyva, primo governatore spagnolo di Milano, e
Virginia Marino, figlia di Tomaso Marino, banchiere genovese committente di
Palazzo Marino, oggi sede del Comune di Milano. Vedova di Ercole Pio di Savoia,
signore di Sassuolo, Virginia muore nel 1576 e divide per testamento l'asse
ereditario in parti uguali, tra il primogenito di primo letto e la figlia avuta
dalle seconde nozze. L'infanzia di Marianna è affidata alle balie e alla zia
Marianna de Leyva Soncino e trascorre a Palazzo Marino, in solitudine. La
vicenda di Marianna racconta di un precoce internamento in un monastero
claustrale, nel convento di Santa Margherita a Monza, in seguito a una serie di
sfortunate contingenze, tra cui il tracollo delle fortune familiari. Nel 1580 i
Pio di Savoia impugnano il testamento di Virginia Marino per ottenere un
riconoscimento maggiore e Martino de Leyva, che la carriera militare porta a
frequenti assenze da Milano, accetta la divisione del patrimonio richiesta. Tra
il 1584 e il 1586 si determina il tracollo della fortuna dei Marino; Martino de
Leyva intanto contrae un nuovo matrimonio in Spagna ed è perseguitato dal
Fisco. A seguito di questi fatti nel 1589 chiede a Marianna di vestire l'abito
monastico. Con il nome materno di Virginia Maria, Marianna de Leyva entra nel
convento di Santa Margherita a Monza, nella posizione privilegiata di
feudataria di Monza. Nel 1597 si colloca il primo incontro con Gian Paolo Osio,
suo futuro amante, che viveva nella casa posta di fronte al monastero. Virginia
fa bandire l'uomo per aver ucciso Molteno, agente dei de Leyva. Ristabiliti i
rapporti, l'Osio riesce a frequentare di continuo il monastero con la
complicità di altre monache. Nel 1604 si colloca la nascita di Alma Francesca
Margherita, il frutto dell'amore proibito, che Osio riconosce e affida alle
cure di una donna esterna al convento. Divenuta madre, Virginia vive continue
crisi di coscienza e remore morali, che si alternano a periodi di prostrazione
fisica. Tra il 1606 e il 1607 la situazione precipita. Nel 1606 Osio uccide la
conversa Caterina della Cassina da Meda, la quale minacciava di svelare la
tresca al Cardinale Borromeo. Senza pietà l'uomo fa a pezzi il corpo e,
decapitatolo, getta la testa in un pozzo. Stesso destino di morte subiscono il
fabbro che aveva realizzato i duplicati delle chiavi di accesso al monastero e
lo speziale Roncino che minacciava rivelazioni. Nel 1607 il governatore di
Milano Fuentes ordina l'arresto di Osio per gli omicidi commessi e lo fa
condurre in prigione al castello di Pavia. Nello stesso anno Federico Borromeo
fa visita a Virginia nel convento di Santa Margherita. Alla fine dell'anno
Virginia viene condotta in prigione al convento del Bocchetto. Osio intanto,
evaso dalla prigione pavese, cerca di uccidere suor Benedetta e suor Ottavia, a
loro volta divenute da complici scomodi testimoni, gettando la prima in un
pozzo e la seconda in un fiume. Entrambe sopravvivono, ma Ottavia muore poco
dopo a seguito degli effetti delle percosse. Nel 1608 la sentenza del processo
intentatogli stabilisce per Gian Paolo Osio il bando, la condanna alla forca e
la confisca dei beni. In fuga, trova alla fine la morte, tradito e ucciso da un
amico. Virginia, sottoposta a processo ecclesiastico, è costretta alla
prigionia, murata in cella presso il convento delle convertite di Santa
Valeria, che accoglieva meretrici e religiose macchiatesi di colpe simili alla
sua. Qui inizia un percorso spirituale di redenzione. Nel 1622 viene abbattuto
il muro che la separava dalla vita monastica, ma l'impatto con la realtà
conventuale non è facile e Virginia sceglie di preferenza la solitudine. Dal
1625 datano le lettere di contrizione inviate al cardinale Borromeo, lettere
alle quali è affidato il suo pentimento. Nel 1650 suor Virginia, al secolo
Marianna de Leyva, muore.
Informazioni
La Monaca di Monza
Luogo: Milano - Sale Panoramiche del Castello Sforzesco
Periodo: dal 25 novembre 2009 al 21 marzo 2010
Orari: da martedì a domenica: 9.00 – 17.30; chiuso lunedì
Ingresso: intero: 8,00 Euro; ridotto convenzionati: 7,00 Euro (Feltrinelli,
Touring Club Italiano, Coop Lombardia, Fondazione per leggere Biblioteche
sud ovest Milano); ridotto: 6,00 Euro, over 65, under 16 anni, gruppi da 15 a
25 persone ; ridotto speciale scuole: 5,00 Euro. Gratuito: guide GITEC,
insegnanti accompagnatori scolaresche, giornalisti con tesserino,
accompagnatore disabile
Catalogo: Silvana Editoriale
A cura di: Lorenza Tonani
Info e prenotazioni gruppi, scuole e visite guidate: Opera d'Arte -
Milano - tel: 02 45487400