Mirò: la terra
Ferrara - Palazzo dei Diamanti
Dal 17 febbraio al 25 maggio 2008
Ferrara Arte presenta al Palazzo dei Diamanti un'importante retrospettiva dedicata ad uno dei maggiori artisti del Novecento. La mostra ripercorre l'intera vita creativa di Joan Miró, offrendo l'occasione di riscoprire il ruolo che egli ha avuto nello sviluppo di fondamentali correnti del secolo scorso e gettando nuova luce su aspetti della sua ricerca sinora trascurati.
Miró: la terra è la prima esposizione internazionale ad indagare, in modo sistematico, il legame dell'artista con la terra.
Joan Miró è una delle personalità più affascinanti della storia dell'arte moderna. Il suo percorso artistico ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo di alcune tra le più importanti correnti del Novecento e nello stesso tempo ha mantenuto un'autonomia e una libertà grazie alle quali sono nate opere d'arte tra le più originali e seducenti del secolo scorso. Divenuto celebre per la sua militanza nel movimento surrealista, la sua interpretazione lirica della realtà, fatta di visioni poeticamente semplificate e quasi "fiabesche", ha segnato l'immaginario di intere generazioni di artisti mentre la sua opera è stata oggetto di numerosi studi ed esposizioni.
Galleria d'immagini:
Ferrara Arte e il Museo Thyssen-Bornemisza di Madrid celebrano il maestro catalano con una mostra che mette a fuoco un tema fondamentale nella sua opera da sempre sottovalutato dagli studi e mai presentato al pubblico in un'esposizione: il legame con la terra.
La mostra, innovativa e affascinante, pone l'attenzione sul ruolo centrale che questo tema ha avuto nell'immaginazione e nel processo creativo dell'artista. Partendo dalla riflessione sulla terra, nelle sue più ampie accezioni e simbologie, Miró sviluppa, infatti, una serie di temi e filoni di ricerca che ricorrono in tutta la sua produzione: la rappresentazione del mondo rurale e contadino; il culto delle origini; l'attenzione ai temi della sessualità e della fertilità; l'interesse per la materia; i temi dell'aldilà e della metamorfosi; l'eterno susseguirsi di vita e morte. Una nuova lettura di questi soggetti permette di gettare una luce inedita su aspetti dell'intera produzione di Miró e di comprendere appieno il dialogo che, dopo la seconda guerra mondiale, si è instaurato tra l'artista e i maestri europei e americani della generazione successiva, protagonisti della stagione informale.
Un'ampia selezione di opere: dipinti, sculture, collage, assemblaggi e disegni, provenienti dalle più importanti collezioni pubbliche e private del mondo, si articola in sezioni cronologico-tematiche che ripercorrono l'intero periodo creativo dell'artista, dagli esordi agli ultimi anni trascorsi nella casa-atelier di Palma di Maiorca.
La mostra inizia dalle opere che Miró realizza tra il 1918 e il 1921 a Montroig, località marittima nel sud della Catalogna dove l'artista soggiornava spesso e che fu fonte d'ispirazione per molte delle sue opere. I paesaggi di Montroig, che per Miró costituirono la rivelazione più autentica del mondo rurale, sono resi con uno stile originale fatto di un'esecuzione lenta e minuziosa: "Ciò che mi interessa soprattutto è la calligrafia d'un albero o delle tegole di un tetto, foglia per foglia, ramo per ramo, filo d'erba per filo d'erba", scrive l'artista ad un amico, chiarendo così lo spirito che anima la sua produzione di questo periodo.
Dopo il trasferimento a Parigi, Miró dà vita ad una nuova tipologia di paesaggi. In essi, grazie al fecondo incontro con l'ambiente dadaista, il mondo rurale si trasfigura in esperienza vissuta, restituita attraverso la forza evocativa della memoria e della dimensione onirica. L'elemento terrestre non ha più la concretezza data dalla resa accurata del dettaglio che caratterizza le opere precedenti e diventa per così dire uno spazio "mitico" abitato da figure archetipiche.
Il ruolo della memoria - amplificato dall'esperienza condotta dal 1925 a fianco dei surrealisti - e la ricerca delle origini conducono il maestro catalano alla creazione di opere che simbolizzano un personale mito della genesi e che trovano la loro massima realizzazione nel 1927 in un gruppo di paesaggi di grande formato.
Tra il 1929 e il 1931 Miró si cimenta con il collage, l'assemblaggio e con opere tridimensionali assolutamente innovative. Questa indagine è nutrita dalla profonda riflessione che in questo momento l'artista conduce sulle componenti fondamentali dell'opera d'arte. Il motivo della terra risveglia ora un nuovo interesse per materiali - scelti ed associati con assoluta libertà e con raffinata ironia - che divengono componenti fondamentali del suo lessico, lasciando in secondo piano la pittura.
La mostra prosegue poi con una serie di opere ispirate al tema della fertilità e al mito di Plutone, dio degli Inferi. Fin dall'antichità classica infatti il concetto di fertilità era indissolubilmente legato al mondo sotterraneo poiché in esso si ravvisava l'origine di ogni linfa vitale. Tra il 1934 e il 1936 il maestro catalano dipinge una serie di quadri dedicati a questo tema in cui sperimenta nuove soluzioni pittoriche. Miró lavora ora su supporti inusuali, come le lastre di rame, raggiungendo esiti di straordinaria brillantezza ed espressività.
La continua sperimentazione tecnica e la ricerca di materiali estranei alla pittura sono un nodo centrale dell'opera dell'artista. Nell'estate del 1936 questa ricerca raggiunge un grado di eccezionale tensione concettuale che dà vita ad una bellissima serie di dipinti su masonite, realizzati durante un soggiorno a Montroig.
Il rientro a Montroig segna gli anni che seguono lo scoppio del secondo conflitto mondiale. Le opere di questo periodo cupo si contraddistinguono per la presenza di figure, spesso alate, che sembrano ricordare le Eumenidi, le "antiche dee" di Eschilo, malinconiche e ostili.
All'inizio degli anni Cinquanta, Miró torna a concentrarsi sulla creazione di oggetti polimorfici e polimaterici che aveva intrapreso già vent'anni prima. Il suo lavoro si orienta verso l'esaltazione della materia e dei materiali che compongono l'opera, raggiungendo soluzioni formali straordinarie che lo pongono in diretto rapporto con la generazione dell'Informale.
A chiudere il percorso di mostra sono le opere realizzate nel nuovo atelier di Palma di Maiorca dove si trasferisce nel 1956: pitture, sculture e assemblaggi di medie e grandi dimensioni caratterizzati ancora una volta dall'ardita sperimentazione di svariate tecniche e dall'impiego di oggetti eterogenei. Sono opere straordinarie, nelle quali il dualismo vita-morte ricorre incessantemente, vere proprie riflessioni figurative che Miró, ormai anziano, conduce sul tema del ciclo della vita e dell'eterno trasformarsi della materia.
Informazioni
Mirò: la terra
Luogo: Ferrara - Palazzo dei Diamanti
Corso Ercole I d'Este, 21 - 44100 Ferrara
Periodo: dal 17 febbraio al 25 maggio 2008
Orari: aperto tutti i giorni, feriali e festivi, lunedì incluso: dalla domenica al giovedì 9.00/20.00 - venerdì e sabato 9.00/22.00. Aperto anche Pasqua e Lunedì dell'Angelo, 25 aprile e 1 maggio (la biglietteria chiude 30 minuti prima)
Ingresso: intero: Euro 10,00. Ridotto: euro 8,00 (dai 6 ai 18 anni, over 65, studenti universitari, categorie convenzionate). Gruppi (almeno 15 persone): euro 8,00 (1 accompagnatore gratuito ogni 20 persone). Gruppi scolastici: euro 4,00 (gratuito per 2 accompagnatori). Gratuito: bambini sotto i 6 anni, portatori di handicap con un accompagnatore, giornalisti con tesserino, guide turistiche con tesserino, militari in divisa
Info: tel. 0532 244949 - fax 0532 203064