La biografia di Magdalena Abakanowicz
Magdalena Abakanowicz. Space to experience
Magdalena Abakanowicz. Space to experience
Milano - Fondazione Arnaldo Pomodoro
Dal 10 aprile al 26 giugno 2009
L'esposizione presenterà un gruppo selezionato di opere di grandi dimensioni, in grado di raccontare 50 anni di lavoro di una tra le voci più autorevoli della scultura contemporanea internazionale.
La stagione espositiva 2009 della Fondazione Arnaldo Pomodoro di Milano si apre
con la mostra di Magdalena Abakanowicz (1930), una delle personalità più
autorevoli della scultura contemporanea internazionale, già medaglia d'oro alla
VII Biennale Internazionale dell'Arte di San Paolo del 1956, rappresentante
unica del padiglione della Polonia alla Biennale di Venezia del 1979 e
celebrata nel 2008 da una retrospettiva al Palacio de Cristal, Madrid, al Museum
Kunst Palast di Dusseldorf. Nello stesso anno la Tate Modern ha acquistato la
sua imponente opera Embriology che sarà in mostra a Milano.
Dal 10 aprile al 26 giugno 2009, la personale, curata da Angela Vettese,
proporrà un gruppo selezionato di opere di grandi dimensioni, realizzate in cinquant'anni
di attività dall'artista polacca, che testimoniano la sua versatilità nell'uso
dei materiali - dal cortèn al bronzo all'alluminio, dalla corda, ai filati e
grovigli di tessuti di iuta - e nella descrizione della condizione umana.
Indipendente da qualsiasi tradizione, è molto difficile, se non addirittura
impossibile, classificare il lavoro di Magdalena Abakanowicz all'interno di un
solo filone espressivo. La sua ricerca mostra comunque punti di contatto con la
tendenza intenzionale antiforma e ha toccato tempestivamente i temi della
femminilità e dell'erotismo. Nel corso della sua carriera, ha potuto infatti
operare nella totale libertà dalle regole. Quello che permane in ogni sua fase
creativa, sono le mostre, concepite per essere spazi di esperienza e luoghi in
cui maturare sinteticamente una serie di paure, delizie, stupori, protezioni,
solitudini a altri sentimenti basilari così come accade nella successione dei
fatti dell'esistenza umana.
Space to experience, termine a lei caro - che dà il titolo all'iniziativa -
significa infatti spazi da esperire con tutti i sensi. Per Magdalena Abakanowicz,
l'opera è la mostra nel suo complesso, installazione dalle molte tecniche ma
tesa a fare nascere un'atmosfera di generale disagio, di stupore per la vita e
al contempo di inestricabile difficoltà del vivere.
Tra le opere presenti alla Fondazione Arnaldo Pomodoro, si segnalano gli Abakans,
superfici rotondeggianti tessute a mano, tinte di nero o, più raramente, di
rosso e arancione. La corda con cui sono fatte veniva reperita dall'artista
nelle discariche sugli argini del fiume Vistola e senza poterne realmente
vedere lo sviluppo spaziale; solo in un secondo tempo, distesi e allestiti,
questi oggetti si rivelarono gruppi di presenze metaforiche che alludevano a
folle di persone, e a frammenti di materia e a cellule di fluido: le loro
movenze, una volta installate in verticale, assomigliavano a un mare mosso da
onde ritmiche.
La sua scultura di materiali soffici toccò un apice con il complesso Embriology,
un ambiente composto in origine di ottocento elementi (duecento sono andati
dispersi durante la Biennale di Venezia, probabilmente asportati dai
visitatori), una delle installazioni ambientali più d'impatto mai realizzate.
Come scrive Angela Vettese, “Chiunque vi penetri entra in una sorta di ovaia
dove si trova a contatto con le diverse fasi della vita nel suo momento di
bozzolo iniziale, di piccolo ammasso cellulare, di esseri che stanno passando
come gli embrioni dallo stato di merula a quello di feto. Ci troviamo a
confrontarci con la transizione da uno stato all'altro, con l'apparente
disordine delle cellule nel nostro corpo, con i tessuti del corpo che è così
facile –lacerare o anche soltanto disturbare. Embriology è un grande teatro
dell'essere prima che esso sia, benché ricordi – o forse anche per questo – i
luoghi dove i mercanti di granaglie tengono i sacchi delle loro merci, così
preziose e così facilmente esposte ai topi e ad altre calamità”. A tal
proposito, la stessa Abakanowicz afferma: “Io divento una cellula di questo organismo
senza confini che è la folla, come altri già integrati e deprivati di
espressione. Distruggendosi l'un l'altro, noi ci rigeneriamo. Attraverso l'odio
e l'amore, noi ci stimoliamo l'un l'altro”.
L'ingresso nella scultura fatta con materiali tradizionali è stato tardivo, e
si è compiuto nel 1985 con Katarsis, una grande installazione scultorea
realizzata presso la Fattoria di Celle a Pistoia. Da allora Magdalena Abakanowicz
ha sperimentato molte materie dure: dopo il bronzo è venuto l'acciaio cortèn,
l'acciaio inossidabile, l'alluminio, i laterizi e i mattoni mescolati con
l'alluminio fuso (per Standing Figure with Wheel) e ancora il legno, vari tipi
di resine, la pietra degli sferoidi di Unknown Growth (1998), installati nell'Europas
Parkas in Lituania, e quella dell'esplosione in frammenti e cristalli di
ventidue massi presi al confine canadese per Spaces of Stone (Hamilton, New
Jersey).
Informazioni
Magdalena Abakanowicz. Space to experience
Luogo: Milano - Fondazione Arnaldo Pomodoro
Via Andrea Solari, 35 - Milano
Periodo: dal 10 aprile al 26 giugno 2009
Orari: mercoledì-domenica ore 11-18 (ultimo ingresso ore 17); giovedì ore 11-22 (ultimo ingresso ore 21)
Ingresso: 8,00 / 5,00 Euro
Catalogo: Fondazione Arnaldo Pomodoro
Info: Fondazione Arnaldo Pomodoro - tel. 02 89075394