Il gran fuoco di Aligi Sassu. 200 opere della collezione Alfredo e Teresita Paglione
Castelli (Te) - Museo delle Ceramiche di Castelli
Dal 17 luglio al 30 settembre 2008
Si è inaugurata il 17 luglio scorso, al Museo delle Ceramiche di Castelli, la
rassegna Il gran fuoco di Aligi Sassu, a cura di Giancarlo Bojani e
Alfredo Paglione. In mostra, nelle sale del museo dedicate al Maestro, le
straordinarie opere in ceramica e le sculture in bronzo provenienti dalla
collezione Alfredo e Teresita Paglione.
Si tratta di una raffinata selezione di opere fra cui spiccano il Cavallino
marino, l'opera ceramica più importante di Aligi Sassu e l'Arlecchino azzurro,
di cui si presentano anche i relativi esemplari in bronzo; il servizio da
tavola I cavalli del mare in blu Vecchia Savona; l'alzata e le quattro zuppiere
policrome con scene di cavalli e palafrenieri e i grandi piatti (14 pezzi
unici) con scene di “cavalli” e “maison tellier” che nel 2009 troveranno una
collocazione stabile e definitiva.
L'esposizione, infatti, è il primo appuntamento per poter ammirare queste
splendide opere che, nel 2009, insieme all'intera collezione di Alfredo e
Teresita Paglione, troveranno spazio presso la Chiesa della Madonna degli
Angeli, attigua al Museo, dove saranno collocate in permanenza: una sede
prestigiosa per i lavori di un artista che a lungo si è confrontato con il tema
del sacro, in una città di antica tradizione della ceramica dove Aligi Sassu,
come ha più volte espresso all'amico e cognato Alfredo Paglione, avrebbe voluto
realizzare alcune delle sue opere.
Un rapporto privilegiato, dunque, quello fra Alfredo Paglione e Aligi Sassu:
oltre quarant'anni di amicizia e stima professionale. Insieme si recano nel
1958 ad Albisola, da sempre uno dei centri più importanti e di tradizione nel
panorama della ceramica d'arte in Europa ed anche, luogo d'incontro di numerosi
poeti fra cui Tullio Mazzotti, Salvatore Quasimodo, Enzo Fabiani; scrittori
quali Mario De Micheli e Milena Milani, artisti italiani e stranieri fra cui
Lucio Fontana, Enrico Baj, Luigi Broggini, Giuseppe Capogrossi, Roberto Crippa,
Agenore Fabbri, Salvatore Fancello, Emilio Scanavino, Karel Appel, Corneille, Asger
Jorn, Wilfredo Lam.
Nel clima mitteleuropeo di quegli anni nascono le ceramiche di Sassu della
collezione Paglione che rivelano l'operosità del Maestro nell'ambito di questo
settore; un lavoro senza soluzione di continuità, dove Sassu coniuga
indistintamente la serialità di certe soluzioni “produttive” - i servizi da
tavola e le serie di piatti in terraglia dipinti in policromia - e le opere
uniche, grandi piatti o sculture in maiolica o terracotta.
Il lavoro e le influenze di un importante centro della ceramica del Novecento come
è stata Albisola Marina, sono testimoniate da opere di grande valore artistico
come il Cavallino marino (1939) e il servizio da tavola I cavalli del mare in
blu “Vecchia Savona” del 1949, realizzati entrambi nella manifattura Ceramica Mazzotti
del futurista Tullio d'Albisola.
Il Cavallino marino è considerata l'opera ceramica più importante di Aligi Sassu,
sia per il suo dinamismo plastico sia perché rappresenta l'inizio dell'impegno
artistico del Maestro con il “gran fuoco”. Il servizio da tavola I cavalli del
mare in blu “Vecchia Savona” del 1949 segna il consolidamento della passione
per la ceramica e l'unione con il centro di Albisola dove, il gruppo di artisti
che la frequentano, lasciano una profonda traccia nell'opera ceramica del
maestro.
Sublimi per bellezza, cura nei materiali e nella lavorazione e temi
rappresentati sono i grandi piatti: pezzi unici in maiolica in cui il Maestro
fissa quelle poetiche e quell'estetica segni inconfondibili di una cifra
stilistica davvero unica. Un immaginario fantastico come nelle opere Cavalli in
amore, 1948; I cavalli di Nettuno, 1949 o delle “maison tellier” Nuda sul
letto, 1949, La bella sui cuscini, 1949 e Maison Tellier ,1949.
Notevole è la ricercatezza formale di alcune soluzioni artistiche nelle
sculture in terracotta il Cavallo di Nettuno (1939) e i Cavalli innamorati
(1948) ed in quelle in maiolica I cavalli in amore (1948) e l'Arlecchino
azzurro (1950). Del tutto particolare è il suo approccio con le forme
“classiche” della ceramica. I piatti modanati e le zuppiere policrome per i
servizi da tavola sono veri e propri gioielli di arte applicata all'oggetto
d'uso domestico. Nelle zuppiere, soprattutto, Sassu sembra liberarsi dai
vincoli del quadro; qui la sua pittura, anche se irrequieta, sembra essere più
fresca.
Le donazioni della collezione Alfredo e Teresita Paglione
La donazione di Alfredo e Teresita Paglione dell'opera ceramica di Aligi Sassu
al Museo delle Ceramiche di Castelli non è che una tappa del percorso iniziato
nel 2000 quando il Mecenate abruzzese, a seguito della chiusura della sua
galleria di Milano “Appiani Arte Trentadue”, decise di fare dono di buona parte
del suo patrimonio d'arte.
La collezione Alfredo e Teresita Paglione da diversi anni è oggetto di numerose
donazioni e comodati: una collezione dai caratteri ben definiti, organica, coerente,
che si distingue per l'idea di bellezza, principio indiscusso di oltre quarant'anni
di attività nel mondo dell'arte.
Solo pochi mesi fa Teresita Paglione è scomparsa dopo breve malattia. La
testimonianza, silenziosa e fedele dell'artista colombiana prosegue nell'opera
munifica di Alfredo Paglione che, ancor più oggi, dedica alla memoria della sua
compagna ciò che entrambi hanno sempre desiderato: diffondere la cultura e
l'arte.
Tutto comincia con il MAS, Museo Arte dello Splendore di Giulianova, nel 1997:
duecentoquaranta opere vengono esposte in comodato per cinque anni nelle sale
dell'antico convento francescano. Una sede nella quale si sono avvicendate
mostre importanti dedicate a Sassu, Morandi, Chagall, Messina, i Cascella, Crocetti
(nel 2003 queste opere sono state ritirate da Paglione e nel 2009 saranno
oggetto di donazione al nuovo museo che si aprirà a Palazzo de Mayo a Chieti).
Nel 2002 prende vita il Museo d'arte moderna di Vasto nell'antico Palazzo d'Avalos
grazie alla donazione di ottanta grandi dipinti di quattro artisti italiani (Bonichi,
Carmassi, De Stefano, Falconi) e quattro spagnoli (Mensa, Orellana, Ortega, Quetglas).
Nel 2003 i 58 acquarelli eseguiti da Aligi Sassu nel 1943 per illustrare i
Promessi sposi vengono donati alla Fondazione Carichieti con la contemporanea
creazione del Centro Abruzzese di Studi Manzoniani (CASM).
Nel 2004, con la mostra Arte per immagini. Da De Chirico a Lopez Garcia,
Paglione colloca centouno opere di sessanta artisti in otto sale della nuova ala
del Museo Barbella a Chieti. Nel 2005 presenta a Loreto, nel Museo della Santa
Casa, la mostra La bellezza della croce, con un importante corpus di trentatrè
opere di Sassu, Cassinari, Mattioli, Raphaël Mafai, Ortega ed altri artisti,
collocate poi nella Pinacoteca della Santa Casa.
Nel 2007 decide di donare ottanta opere di Sassu e Carroll al Museo Vittoria
Colonna di Pescara. Come pure sono in corso le donazioni di trecentocinquanta
grafiche, da Goya a Picasso, al Museo Archeologico di Atri, l'apertura di
quattro sale al Museo Michetti di Francavilla e, in luglio, la donazione di
centottanta ceramiche e trenta sculture in bronzo di Aligi Sassu al Museo delle
Ceramiche di Castelli.
Il catalogo della mostra Il gran fuoco di Aligi Sassu, a cura di Gian Carlo Bojani
e Alfredo Paglione, è edito da Vallecchi, con testi di Gian Carlo Bojani,
Giovanni Giacomini, direttore del Museo delle ceramiche di Castelli, di Cecilia
Chilosi ed Antonella Ravagli; gli apparati critici sono di Massimiliano Cecconi.
Informazioni
Il gran fuoco di Aligi Sassu. 200 opere della collezione Alfredo e Teresita Paglione
Luogo: Castelli (Te) - Museo delle Ceramiche di Castelli
Contrada Convento, Castelli (Te)
Periodo: dal 17 luglio al 30 settembre 2008
Orari: dal lunedì alla domenica dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle
19.00
A cura di: Giancarlo Bojani e Alfredo Paglione
Info: tel. 0861979398