Correggio e l'antico
Roma - Galleria Borghese
Dal 22 maggio al 14 settembre 2008
Alla Galleria Borghese la terza monografica del ciclo “Dieci grandi mostre”
A Roma per la prima volta una mostra sul pittore che dipingeva l'aria
Dal 22 maggio al 14 settembre si terrà a Roma la prima monografica dedicata ad Antonio Allegri detto il Correggio: l'unico dei tre artisti appartenenti alla cosiddetta triade rinascimentale, con Raffaello e Michelangelo, a cui non sia mai stata dedicata un'esposizione complessiva, terzo appuntamento del programma "Dieci grandi mostre", messo a punto dal Soprintendente speciale per il polo museale romano Claudio Strinati e dalla direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva.
Correggio fu riconosciuto dai suoi contemporanei come sommo artista, alla pari
di Michelangelo e di Raffaello, e tutti gli studiosi lo hanno da sempre
considerato tra i massimi artisti della storia dell'arte, tuttavia la sua fama
non è mai divenuta universale come quella degli altri due protagonisti. E' una anomalia
da sempre percepita dalla critica, che ha provato anche a rispondervi: l'unica
spiegazione può essere semplicemente perché Correggio non lavorò a Roma, non
lasciò alcuna opera in quello che nel Cinquecento era il più grande
palcoscenico artistico del mondo e solo le opere che qui venivano dispiegate
divenivano modello universale.
Una mostra su Correggio implica cercare nelle sue opere la risposta alla
domanda non se ma quanto cambiò, grazie al contatto con la Roma di inizio
Cinquecento, la sua visione dello spazio, della composizione, delle forme,
poiché la sua miracolosa originalità provinciale, che il campanilismo parmense
soprattutto nell'Ottocento ha tentato di avvalorare, va ormai considerata come
una vecchia leggenda. Non sono mai state trovate tracce documentarie ma ci sono
nelle sue opere innumerevoli indizi di "romanità" e infatti ormai la critica è
quasi unanime nel dare per certo che Correggio a Roma ci sia stato, forse
intorno al 1518-19.
La mostra della Galleria Borghese, curata da Anna Coliva, vuole ribaltare il
problema e partire proprio da Roma: come sede fisica della mostra ma anche come
confronto ideale e come centro del problema. Partire da un'assenza: la mancanza
di prove documentarie; per ribadire una presenza: l'idea di Roma nell'opera del
Correggio, la peculiarità della sua interpretazione delle “forme” romane.
Correggio e l'antico, quindi: perché per gli artisti del Rinascimento Roma è
sinonimo dell'antico, la presa di coscienza della sua immanenza, la vitalità
della classicità che solo a Roma era materia viva e non insegnamento
accademico. Fu lo stesso per Raffaello, e si è provato a dimostrarlo con la
mostra precedente; lo è stato per tutti gli artisti che qui si sono recati e
che qui lo hanno compreso. E' a Roma che l'artista poté confrontarsi con le
risposte che, al tema dell'antico, avevano dato Raffaello e Michelangelo e il
contatto con le loro opere romane darà a Correggio, dal 1518 in poi, al ritorno
a Parma gli elementi per affrontare l'impresa delle cupole, una grandiosità
completamente nuova, una plasticità e monumentalità che ne cambiarono per
sempre la visione.
Se a Raffaello si riconosceva l'arte suprema di esprimere gli effetti degli
animi, a Correggio apparteneva quella dei corpi. Se la critica d'arte antica
assegnava a Raffaello la palma del disegno, a Correggio spettava quella del
“colorito”, che significava la capacità di fondere il colore con la luce come
fosse cera sul fuoco. Ma si tratta di un giudizio superato: oggi tutti
riconoscono anch'egli, come Raffaello, la grande capacità come disegnatore, al
contrario di quanto gli rimproverava Vasari.
Come scrisse un grande esperto di Correggio, “può una matita dipingere l'aria?”
Saranno più di 20 i capolavori di Correggio esposti a Roma con alcune novità
assolute. Si potranno vedere insieme per la prima volta la Danae della Galleria
Borghese, Giove ed Io e Ganimede e l'aquila dalla Kunsthistorisches di Vienna,
Educazione di Amore dalla National Gallery di Londra e Venere e Cupido con un
Satiro dal Louvre. Dipinti che ritraggono scene mitologiche e che consacrano Correggio
come artista di sommo livello. Le ultime due tele citate, dipinte tra 1523 e il
1525 e concepite come una coppia, sono le uniche che, insieme ai celeberrimi
Amori di Giove, trattano argomenti profani. Di questa sensazionale serie di opere
raffiguranti scene amorose tratte dalle Metamorfosi di Ovidio commissionate al Correggiodal
duca di Mantova Federico Gonzaga per essere donate all'imperatore di Spagna
Carlo V, saranno esposte la Dane, Io e Ganimede (il quarto dipinto della serie,
la Leda, dalla Gemäldegalerie di Berlino, è inamovibile per ragioni
conservative).
Alle opere di soggetto mitologico saranno affiancati circa venti capolavori
raffiguranti temi religiosi, dove il rapporto tra Correggio e l'antico è allo
stesso modo significativo per scelte formali e compositive. Come il Noli me
tangere dal Prado, la Madonna del latte da Budapest, Quattro Santi dal Metropolitan,
l'Adorazione dei Magi dalla Pinacoteca di Brera, Matrimonio mistico di Santa
Caterina da Capodimonte e la Madonna Campori dalla Galleria Estense di Modena.
Opere dalla quali emerge il Correggio pittore degli affetti, della grazia, del
colore, della morbidezza e della luce. Viene spesso indicato come il pittore
delle difficoltà e dell'indipingibile perché nessuno meglio di lui seppe
raffigurare l'aia, i vapori, le nebbie e tutto ciò che è impalpabile e
inafferrabile.
E' per accompagnare il visitatore in questo percorso ideale che la mostra
romana è concepita ponendo a confronto i dipinti di Correggio con la scultura
classica, ad evidenziare le sue fonti ideali; mentre lo svolgersi cronologico
delle sue opere permetterà di seguire il mutamento stilistico e l'ampiezza di
respiro che il contatto con Roma portò nella sua concezione. Dai temi
mitologici ai capolavori raffiguranti soggetti religiosi la mostra della Galleria rappresenta la monografica più competa mai fatta su Correggio, con la sola eccezione delle inamovibili grandi pale d'altare e delle cupole.
Informazioni
Correggio e l'antico
Luogo: Roma - Galleria Borghese
Piazzale Scipione Borghese, 5 - Roma
Periodo: dal 22 maggio al 14 settembre 2008
Orari: tutti i giorni, escluso il lunedì, dalle 9.00 alle 19.00
Ingresso: interi 10,50 Euro per mostra e Galleria Borghese, più diritto di prevendita. La prenotazione è obbligatoria
Catalogo: Motta Editore
A cura di: Anna Coliva
Info: Prenotazioni: tel. 06 32810 - Servizio didattico: tel. 06 8413979 - fax 06 8840756
Sito web: www.correggioelantico.it