Il principe Mendicante. Mostra fotografica di Luigi Spina
Napoli - Basilica di Santa Maria Maggiore
Fino al 30 maggio 2008
A 400 anni dalla morte (1608-2008) e a 200 anni dalla canonizzazione di San Francesco Caracciolo (1807-2007) compatrono di Napoli, l'Ordine dei Chierici Regolari Minori celebra il giubileo caracciolino, promuovendo una serie di iniziative, in programma fino al giugno del 2008. I festeggiamenti in onore del Santo prendono avvio dalla mostra fotografica, curata da Francesca Amirante, che Luigi Spina ha dedicato ai luoghi dove visse e viaggiò San Francesco Caracciolo. Ripercorrendo le tappe del suo peregrinare il fotografo casertano ha ricostruito con immagini suggestive e contemporanee, l'epopea dell'evangelizzazione del nobile Ascanio Caracciolo, uomo ricco diventato povero per aiutare i più disagiati.
60 fotografie attraverso i luoghi che il "principe mendicante" toccò. Da Villa Santa Maria (Chieti) che gli diede i natali e che oggi a pochi passi all'interno del Palazzo Caracciolo ospita il Museo dei Cuochi di cui il santo è patrono dal 1996, a Santa Maria della Misericordia nel borgo dei Vergini, alla Compagnia dei Bianchi della Giustizia all'Ospedale degli Incurabili, dove Francesco concorre alla cura dei carcerati, fino a giungere a Roma e alle campagne abruzzesi che hanno accompagnato Francesco nel suo ultimo viaggio, conducendolo fino alla morte il 4 giugno del 1608.
L'occasione della ricorrenza giubilare è giusta per catalizzare l'attenzione proprio sulla figura del santo e sul suo particolare percorso di vita e di fede che parte da Napoli e giunge fino alla Spagna. Fondatore dell'Ordine, il santo - accolto nella Cappella di San Gennaro nel Duomo di Napoli con uno splendido busto argenteo - negli anni immediatamente successivi al Concilio di Trento ha dedicato la sua vita all'evangelizzazione, toccando diverse zone della penisola italiana e spingendosi anche oltre i confini alla volta dell'Europa, allo scopo di diffondere i principi del suo Ordine: castità, povertà, obbedienza e rinuncia ad ogni dignità ecclesiastica. Privilegiando la quotidiana austerità francescana (dal santo di Assisi prende anche il nome, mutuando il suo da Ascanio in Francesco), il santo ha condotto un'esistenza improntata al sacrificio. Negli anni del suo apostolato ha vestito abiti dimessi da altri confratelli, si è occupato personalmente dei lavori più umili assegnati alla comunità, ha abitato le stanze più spoglie e disagevoli, tanto da essere chiamato, proprio per la sua resistenza e la tendenza al sacrificio "uomo di bronzo". Fulcro del suo credo è l'assistenza ai poveri e ai disagiati, oltre che il riconoscimento dell'eucarestia come centro della spiritualità. Ancora oggi l'attività missionaria è condotta con grande passione dai padri caracciolini in tutto il mondo. Si ritrovano i segni del loro agire in Germania (Westfalia), negli Stati Uniti (New Jersey e South Carolina), nelle Missioni in Africa (Congo e Kenya). In India e nelle Filippine all'attività pastorale si uniscono opere sociali come scuole, acquedotti, ospedali. In Italia sono diverse le comunità (Lazio, Abbruzzo, Campania) che operano nel campo dell' accoglienza e nel recupero dei disagiati.
San Francesco Caracciolo
Ascanio nasce il 13 ottobre 1653 da Ferrante Caracciolo e Isabella Barattucci e a soli 22 anni viene colpito da una grave malattia che lo porta alla soglia della morte. Dopo aver ottenuto la salvezza, consacra a Dio la sua vita, rinuncia ai beni di famiglia e entra nella Compagnia dei Bianchi, confraternita nata nell'Ospedale degli Incurabili a Napoli per dare sostegno ai carcerati e alle fasce più indigenti della popolazione. Dopo i primi passi condotti nel settore assistenziale, la Provvidenza gli manda un segnale a cui Ascanio risponde senza esitazioni. L'abate di Santa Maria Maggiore di Napoli Francesco Caracciolo e il genovese Agostino Adorno gli recapitano per errore una lettera con l'intento di fondare un nuovo ordine religioso. Ascanio si unisce immediatamente a loro e nell'eremo dei Camaldoli, stila con loro le basi del nuovo Ordine: castità, povertà e obbedienza a cui si aggiunge la rinuncia ad ogni dignità ecclesiastica.
Da qui inizia il pellegrinaggio a piedi verso Roma per l'approvazione dell'Ordine che viene concessa da Sisto V nel 1588. Nasce l'Ordine dei Chierici Regolari Minori. Il 9 aprile 1589 prende gli ordini sacerdotali e cambia il nome in Francesco per devozione al Santo d'Assisi, svolgendo il primo apostolato a Napoli nella chiesa della Misericordia. Due anni dopo Francesco prende possesso della basilica napoletana di Santa Maria Maggiore.
Ma la volontà di diffondere il credo della sua fede spinge Francesco ad avventurarsi verso mete sempre più lontane. Tre anni dopo la nascita dell'Ordine parte per la Spagna, nel luglio del 1594 apre a Madrid una chiesa dedicata a San Giuseppe e in territorio iberico resta per due anni. Nel giugno del 1596 riparte per Roma, dove era stata fondata, in sua assenza, la prima casa dell'ordine nella Chiesa di San Leonardo. Giunto nella città capitolina, Francesco ottiene la chiesa di Sant'Agnese a Piazza Navona e nel 1606 la Basilica romana di San Lorenzo in Lucina. Ma, seppure l'attività evangelica proceda senza intoppi, la sua salute comincia a tentennare, minata dai troppi viaggi e dalla condotta di vita eccessivamente austera.
Partito alla "conquista" di Agnone, si ammala gravemente e muore il 4 giugno 1608. Viene seppellito a Napoli nella Chiesa di Monteverginella. Dal 1843 è compatrono di Napoli.
Dal 1996 è Protettore dei Cuochi d'Italia. La sua festa si celebra il 4 giugno.
Catalogo: Electa, con testi di Cesare De Seta