Canaletto. Venezia e i suoi splendori
Treviso - Casa dei Carraresi
Dal 23 ottobre 2008 al 5 aprile 2009
2008, anno di Canaletto. Alla Casa dei Carraresi di Treviso, infatti, dal 23 ottobre prossimo, fino al 5 aprile 2009, una sfilata di autentici capolavori racconterà, come mai è stato fatto finora, la vicenda artistica di Antonio Canal detto Canaletto e quella del Vedutismo veneziano, uno dei fenomeni artistici più significativi del Settecento europeo.
La mostra, promossa da Fondazione Cassamarca ed organizzata da Artematica,
con il patrocinio della Città di Treviso, dalla Provincia di Treviso e della
Regione Veneto, è curata dai maggiori esperti a livello internazionale di Canaletto
(1697-1768) e della pittura veneziana del Settecento, e presenterà un centinaio
di opere del maestro veneziano e dei più rilevanti esponenti del Vedutismo,
quali Luca Carlevarijs, Bernardo Bellotto, Francesco Guardi e Michele Marieschi,
provenienti dai musei e istituzioni pubbliche e private fra le più importanti
del mondo come il Rijksmuseum di Amsterdam, la Gemäldegalerie di Berlino, la Gemäldegalerie
di Dresda, la Galleria degli Uffizi di Firenze, il Musée du Louvre di Parigi,
l'Alte Pinakothek di Monaco di Baviera, il Metropolitan Museum di New York, l'Ermitage
di San Pietroburgo, il Museo del Prado di Madrid, la Galleria Nazionale d'arte
Antica di Roma, l'Ashmolean Museum di Oxford, il Kunsthistorisches Museum di
Vienna, il Museo Pushkin di Mosca.
Negli ultimi quindici anni non sono mancate mostre, anche importanti, su alcuni
pittori o su specifici aspetti della loro produzione (Van Wittel, Bellotto, Canaletto
giovane, Guardi). L'intento dell'iniziativa di Treviso è, però, diverso e più
ambizioso: riunire in un'unica occasione le opere di tutti i pittori che si
sono impegnati in questo genere durante il Settecento.
Sono passati più di quarant'anni dalla grande mostra di Palazzo Ducale a
Venezia (1967), la prima e unica volta in cui si è tentato un'operazione
analoga. In quell'occasione fu esposta una selezione di opere quanto mai
eterogenea che comprendeva oltre alle tradizionali vedute di Venezia, anche
capricci di fantasia, veri e propri paesaggi (Marco Ricci), vedute
dell'entroterra (le ville di Guardi, le vedute di Dolo di Canaletto, solo per
fare degli esempi), quadri con prospettive e architetture, e le vedute delle
città europee di Bellotto o quelle inglesi dello stesso Canaletto.
La selezione delle opere esposte in Casa dei Carraresi sarà in questo senso
estremamente rigorosa. Si è deciso di presentare (nonostante le numerose
difficoltà) solo vedute, attenendosi senza eccezione alla purezza semantica del
termine e allo stesso tempo scegliendo il luogo eletto per questo genere di
rappresentazioni. La protagonista della mostra sarà, infatti, Venezia; un'opera
d'arte essa stessa celebrata dagli artisti del Settecento nel suo più fulgido
splendore.
Nessuna città è mai stata un soggetto tanto importante da rappresentare, ancora
oggi, agli occhi di chiunque, il Vedutismo.
Come indica il titolo, lo spazio maggiore sarà dedicato a Canaletto, ovvero
l'artista che si identifica con il genere, grazie un gruppo di dipinti selezionatissimi,
veri e propri capolavori, eseguiti durante tutta la sua lunga carriera.
Tra le opere esposte, si segnalano alcuni quadri giovanili, spettacolari
nell'inquadratura e dall'incredibile valore luministico come Il Campo San Giacometto
e soprattutto Il Canal Grande dal Palazzo Corner Spinelli concessi dalla Staatliche
Gemäldegalerie di Dresda. Il secondo in particolare, una tela bellissima, una
delle prime vedute del pittore, rappresenta un Canal Grande dilatato a
dismisura, nel quale si animano macchiette dal sapore picaresco. Ancora,
l'audace panoramica del Bacino di San Marco dalla Giudecca di Upton House, in
Inghilterra, un'altra tela dall'impostazione grandiosa realizzata dall'artista
non ancora trentenne. Chiude questa prima parte l'imponente dipinto
raffigurante con Ingresso solenne del conte di Gergy a Palazzo Ducale dell'Ermitage
di San Pietroburgo, le cui sole dimensioni ne fanno un'opera unica.
Una menzione a due dipinti che ritornano in Italia dopo quasi trent'anni. Si tratta di due delle quattro vedute eseguite da Canaletto per il mercante tedesco Sigmund Streit oggi alla Gemäldegalerie di Berlino, forse i suoi capolavori della maturità, fra cui il suggestivo Notturno con la Vigilia di San Pietro di Castello: un quadro 'magico', la cui semplice inquadratura prospettica è trasfigurata dai riverberi della luce lunare che si irradiano sugli edifici e sulle barche.
Accanto a questi non mancano altri lavori squisiti, di minori dimensioni ma dal raffinato valore esecutivo, alcuni dei quali esposti quarant'anni fa a palazzo Ducale (la tela di Vienna, Kunsthistorisches Museum) e altri per la prima volta nel nostro paese (il dipinto della National Gallery di Dublino e quello del museo Cognac-Jay di Parigi).
L'Italia ha fatto la sua parte grazie a importanti prestiti provenienti, tra gli altri, dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, dal Castello Sforzesco di Milano, dalla Galleria Nazionale d'Arte Antica di Roma e dal FAI.
Anche gli altri artisti sono rappresentati in maniera esemplare: il visitatore potrà ammirare la migliore antologia di vedute veneziane dipinte da Luca Carlevarijs e Michele Marieschi, opere di assoluta qualità, alcune delle quali mai espose in Italia e soprattutto mai accostate le une alle altre.
Van Wittel sarà documentato dalla veduta del Museo del Prado, esordio del vedutismo in laguna, datata 1696, e dalla tela proveniente da una prestigiosa collezione romana, anche questa per la prima volta presentata al pubblico.
Volendo coniugare spettacolarità e valore scientifico, accanto agli indiscussi capolavori dei grandi maestri si è deciso di presentare una sezione dedicata ai cosiddetti minori, che tiene conto delle novità e degli studi di questi ultimi anni. Saranno presenti con poche ma selezionate opere (di sicura autografia) pittori come Jacopo Fabris, Pietro Bellotti, Francesco Tironi, Antonio Joli, Bernardo Canal, Antonio Stom, Johan Richter, il ‘Maestro della Langmat'.
Chiuderà la mostra Francesco Guardi. Circa venti opere, anche in questo caso solo vedute veneziane, che coprono l'intero arco della sua produzione. Le provenienze sono di nuovo illustri: le Gallerie dell'Accademia di Venezia, il Metropolitan Museum di New York, il Louvre di Parigi e alcuni musei meno noti che possiedono delle vere e proprie 'perle' del pittore: Albi e Tolosa.
Da segnalare che gli organizzatori hanno deciso di rivolgersi quasi esclusivamente a grandi musei nazionali e internazionali, malgrado le ulteriori difficoltà che questa scelta avrebbe comportato. Il risultato è un percorso che raccoglie capolavori di 40 musei nazionali e internazionali.
Catalogo: Marsilio