Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio
e Reni
Guido Cagnacci (Santarcangelo di Romagna, 1601 - Vienna,
1663) di Daniele Benati
Cagnacci protagonista del Seicento di Antonio Paolucci
Cagnacci tra Caravaggio e Reni di Daniele Benati
Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni
Forlì - Musei San Domenico
Dal 20 gennaio al 22 giugno 2008
Tutti lo ricordano come l'artista che meglio ha saputo trasporre sulla tela la
morbida sensualità della figura femminile.
Cagnacci è certo anche questo, ma dove egli diventa veramente irraggiungibile è
quando, come avviene nei Quadroni di Forlì con la Gloria di San Mercuriale e
di San Valeriano, egli crea scenografie di cieli tersi, impossibili eppure
reali, per grandi storie religiose.
Galleria d'immagini:
Guido Cagnacci nacque a Santarcangelo di Romagna nel 1601 e morì a Vienna nel
1663. Le fonti lo definiscono inquieto e litigioso, capace di passioni violente
e scosso da profonda spiritualità, continuamente errante: da Rimini a Bologna,
a Roma, a Forlì e poi a Venezia e infine a Vienna. Volta a volta in compagnia
di giovani donne che gli facevano da modelle e che per passare inosservate si
vestivano da uomo.
A questa sua indole, a questa mescolanza di passione e spiritualità, al fatto
di essere stato alla scuola di molti, senza divenire mai discepolo di alcuno si
debbono capolavori che superano ogni classificazione. Tra il naturalismo
drammatico di Caravaggio e la bellezza virtuosa di Guido Reni.
Ammirato e reietto ad un tempo in una Italia che entrava appieno nel Barocco e
nella Controriforma, Guido Cagnacci fu un protagonista del suo tempo.
Del Seicento egli fu protagonista, non testimone o semplice comprimario. Come
un iperrealista dei nostri giorni lo affascinava l'enigma delle cose. Riuscì a
rendere visibile il vero dei sentimenti, delle emozioni, a raccontare l'anima
figurando il corpo.
La Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì, in collaborazione con l'Amministrazione
comunale di Forlì, dedica a Guido Cagnacci la più organica e ampia
retrospettiva sino ad oggi allestita in Italia.
Guido Cagnacci. Protagonista del Seicento tra Caravaggio e Reni, questo
il titolo della nuova mostra, fa seguito alle fortunate esposizioni forlivesi
dedicate a Marco Palmezzano, il Rinascimento nelle Romagne e a Silvestro
Lega, i Macchiaioli e il Quattrocento.
Il percorso espositivo si articolerà all'interno delle grandi sale che
costituirono la biblioteca del Convento di San Domenico, recentemente
restaurato, dove si sono tenute le due precedenti mostre.
La mostra costituirà la più grande monografica nazionale dedicata al pittore.
La mostra, con oltre 90 opere, ricostruirà gli inizi della sua attività nella
terra natale, già toccata da fermenti naturalistici, per poi seguirne lo
sviluppo a Roma, dove Cagnacci si recò a più riprese in compagnia di Guercino,
venendo in contatto con le opere di Caravaggio e dei suoi seguaci. In questo
modo egli maturò convinzioni che si esplicano dapprima nelle bellissime opere
sacre realizzate per le chiese riminesi e che non verranno meno neanche quando
la fama ormai raggiunta lo portò nuovamente a Bologna, dove si misurò con la
pittura di Guido Reni, promotore di un' arte fortemente idealizzata da cui Cagnacci
desume una nuova monumentalità ma senza che le sue immagini perdano fisicità e
spessore carnale.
Per evidenziare le peculiarità di tali esperienze, la mostra affiancherà ai
capolavori giovanili di Cagnacci, dipinti del Caravaggio e dei suoi seguaci, da
Vouet a Van Honthorst, da Serodine ad Orazio e Artemisia Gentileschi, a
Lanfranco, nonché di Guido Reni e di Guercino. In seguito Cagnacci privilegerà
soggetti profani e soprattutto di nudo femminile che gli procureranno grande
fama e lo porteranno a lavorare in ambienti segnati da una grande libertà,
prima a Venezia e poi a Vienna. Grande rilievo sarà riservato anche a questa
fase dell'attività pittorica di Cagnacci.
Curatori della mostra e del catalogo sono i professori Daniele Benati e Antonio
Paolucci.
Nel Comitato scientifico figurano anche studiosi come Marco Bona Castellotti,
Mina Gregori, Ezio Raimondi, Giovanni Gentili, Wolfang Prohaska, Lorenza Mochi
Onori, Sir Denis Mahon.
Curatori dell'allestimento sono gli Studi Wilmotte et Associes di Parigi e
Lucchi & Biserni di Forlì.