AfterVille. The Underground Exhibition
Torino - Linea 1 Metropolitana
Dal 12 giugno al 27 luglio 2008
La mostra nella metropolitana di Torino: 10 città ideali della fantascienza per 10 stazioni. Come le aspettative del futuro hanno cambiato il presente
La mostra AfterVille. The Underground Exhibition rappresenta il momento
culminante della rassegna AfterVille. Tomorrow comes today. Iniziata con il
take-off di Astronave Torino - Turin Spaceship Company al MIAAO a fine 2007, il
progetto di medializzazione della città è proseguito con il successo
dello Show alla Mole Antonelliana con i Larsen, l'anteprima del cortometraggio
The Movie ad aprile e i recenti Reading al Circolo dei Lettori.
Visitabile con un semplice biglietto della metro, la mostra presenta, nelle
dieci principali stazioni della linea 1 una ricognizione in una fanta-storia
urbanistica alternativa, raccontata attraverso l'allestimento multimediale
di dieci città tipologiche ideali, una per ciascuna stazione della metro; città
che non esistono, se non come riflesso degli sterminati immaginari generati
nell'ultimo secolo dai mass media.
I giovani curatori della rassegna sono professionisti della comunicazione
(Michele Bortolami e Tommaso Delmastro di Undesign), di architettura (Massimo Teghille)
e di cinema (Fabrizio Accatino).
Alla base di AfterVille The Underground Exhibition l'esplorazione di come e
quanto l'immaginario della fantascienza abbia condizionato l'idea di futuro. E,
anche, in quale misura la fantascienza si sia avverata in tanti aspetti di vita
presente.
Prendendo in considerazione 7 media (cinema, pubblicità, videoclip, fumetti, videogames,
design e architettura) e analizzandone prodotti e portati vengono a delinearsi 10
immaginari, 10 mondi alternativi coerentemente costruiti: le 10 città
ripercorse nelle stazioni della metro.
L'analisi così condotta ha evidenziato naturalmente corrispondenze con la
storia e gli equilibri politici, i movimenti e il susseguirsi di stili e mode,
ma ha anche portato in luce veri e propri linguaggi fantascientifici,
che trascendono il periodo storico in cui sono nati e si sono sviluppati,
diventando riferimenti di un futuro tout court.
In controtendenza rispetto alle generic city contemporanee, la
fantascienza ha articolato i suoi scenari metropolitani procedendo per
aggiunta, spesso per accumulo: capitali moderniste slanciate verso l'alto,
tessuti pulviscolari pulsanti di luci e forme, grappoli di infrastrutture dalle
geometrie stratificate. Tante "afterville" (città del dopo, luoghi di
domani) sorrette da forme e volumi imponderabili, a volte eccessivi.
Ogni periodo storico ha ideato la sua città futura sulla base delle aspettative,
delle paure e degli equilibri politici del tempo. La configurazione della polis
del futuro, in realtà, riflette molto della polis del presente: dietro
lo sforzo immaginativo degli autori di science-fiction si celano la
tradizione letteraria, l'immaginario collettivo e le funzioni sociali della
contemporaneità.
Un progetto ideato e curato per la Fondazione OAT da Undesign di Michele Bortolami
e Tommaso Delmastro con Fabrizio Accatino e Massimo Teghille
10 stazioni per 10 città ideali:
Stazione Re Umberto
totalville, ovvero l'assolutismo decorativo
La città asservita a un potere totalitario con il suo bagaglio di
scenografie straordinarie, parate ed eserciti. La ripetizione e la perdita di identità:
Metropolis e l'Impero di Star Wars, nella pubblicità la
propaganda stile ex Unione Sovietica, nei video Enjoy the Silence dei Depeche
Mode...
Vinzaglio
Betterville, ovvero la democrazia scientifica
La città positivista, della fiducia nelle possibilità della tecnologia, con
un gusto per le forme "amiche", delle imprese spaziali, dei supereroi
che salvano il mondo: Mio Zio di Jacques Tati al cinema, Superman
nei fumetti, Pac Man, il Guggenheim Museum di New York, ma anche il
quartiere fieristico di Italia '61 a Torino.
XVIII dicembre
Joyville, ovvero l'anarchia lisergica
La città vissuta attraverso l'immaginario liberatorio, visionario e onirico
di storie impossibili: come sognare Barbarella contornata dalle lampade liquide
di Edward Craven-Walker in un appartamento disegnato da Verner Panton...
Principi d'Acaja
Netville, ovvero la tecnocrazia digitale
Un città governata dai numeri -naturalmente in formato digitale, verdi su
fondo nero- e dal codice binario, disegnata e pensata attraverso la grafica
computerizzata. Che cosa è reale? Bisogna rivedere Matrix e i video con
gli edifici fatti di parole di Alex Gopher (meglio se sottotitolati con
caratteri LCD).
Bernini
Tradeville, ovvero il capitalismo estetico
Il capitalismo trionfante dei grattacieli, del lusso, della ricerca di un upgrade
esistenziale su Second Life. Con tutti i rischi di Minority Report.
Rivoli
Fadeville, ovvero la cleptocrazia suburbana
Il mondo delle periferie reso a paradigma, con il disordine urbanistico e
la crescita illimitata, gli accostamenti improbabili, il trash creativo e la
serialità oppressiva. Le atmosfere de Il Corvo e di Strange Days,
le Freitag bags e il video dei Red Hot Chili Peppers Californication.
Montegrappa
Hyperville, ovvero la plutocrazia noir
È notte. E piove. Metropoli sterminate e pericolose, dall'aria
irrespirabile. È qui l'immaginario degli immaginari: Blade Runner, ma ci
sono anche anche i fumetti di Bat Man e le nuove architetture di Shangai.
Massaua
Postille, ovvero il tribalismo atomico
Il ritorno forzato alle leggi di natura dopo catastrofi immani: la
desolazione della distruzione, la solitudine dei sopravvissuti, la lotta per la
vita. Il Pianeta delle Scimmie e Waterworld, ma anche
l'architettura di Paolo Soleri e di Glenn Murcutt.
Marche
i-ville, ovvero l'oligarchia minimale
L'immaginario bianco e asettico di 2001 Odissea nello spazio, che
ritroviamo nell'estetica Mac dell'I-pod, nei video di Bjork (All is full of
love), nelle architetture minimali ed eleganti di John Pawson, Alvaro Siza
e Herzog & De Meuron.
Paradiso
Shipville, ovvero l'autarchia spaziale
Vivere separati, piccole società racchiuse in spazi autosufficienti: su una
navicella spaziale, in una base interstellare come in Star Trek e Star
Wars o nei fumetti di Capitan Futuro.
La metropolitana di Torino, sede della mostra, si presta ad accogliere il mondo
di AfterVille come nessuna sede più istituzionale avrebbe saputo fare: Sotto
terra, senza luce naturale, flussi di visitatori come viaggiatori nel tempo a
bordo di una navetta quasi spaziale: un allestimento naturale
reso possibile dalla disponibilità di GTT (Gruppo Trasporti Torinesi).
L'allestimento della mostra punta sulla comunicazione e sulla possibilità di
visita breve e pendolare: la metropolitana diventa il mezzo di trasporto della
città di AfterVille, le stazioni cambiano aspetto decorativo. Sulle banchine un
montaggio video di 5' (godibile nell'intervallo di attesa tra i treni) conduce
nelle città del futuro attraverso una voce narrante. Si parte da Porta Nuova,
ma si può accedere da qualunque punto del percorso della metropolitana.
Il Catalogo sarà disponibile in formato Tabloid con dvd dei contenuti
multimediali dell'intera rassegna a partire dal 2 luglio (The Starchitecture
Night), quando AfterVille dà appuntamento alle Officine Grandi Riparazioni per
il videoconcerto di Post@lmarket (Casasonica) e la proiezione di The Movie.