Frank Lloyd Wright
(Richland Center, 8 giugno 1867 - Phoenix, 9 aprile 1959)
Di Paola De Rosa - www.paoladerosa.com
Il 9 aprile 1959, Frank Lloyd Wright, l'architetto più discusso del nostro tempo, è morto
all'ospedale di Phoenix, Arizona, in seguito a un intervento chirurgico.
Avrebbe compiuto novant'anni l'8 giugno. Era nato a Richland Center
Wisconsin, l'anno 1867. Tra tante sue opere, bisogna ricordare l'Imperial Hotel
di Tokio, la casa studio Taliesin, la Casa sulla cascata, la Torre delle
manifatture Johnson e il Museo Guggenheim di New York.
Recentemente era stato invitato ad elaborare i piani della nuova Bagdad.
Arte Club, n.1 giugno-agosto 1959
Paola De Rosa - Frank Lloyd Wright, Pastorale, 2011 - Olio su tela - Dim: 98 h x 70 cm
“Tutto ciò che è sia pro che contro il vero serve ugualmente il vero” Frank
Lloyd Wright
L'attività di Wright si pone tra due periodi culturali profondamente diversi e
con un ruolo di primissimo piano nella cultura architettonica del XX secolo.
Americano, Wright era e si considerava, in architettura, l'erede di una
tradizione ottocentesca che aveva trovato la sua migliore espressione nelle opere
letterarie di Ralph Waldo Emerson, Herman Melville, Walt Whitman e Mark Twain.
L'immagine dell'eterno divenire (l'immagine del fiume, del mare, della grande
prateria) fu una costante nella sua opera, così come lo era stata per i suoi
predecessori letterari.
Altra sua caratteristica ottocentesca fu una sorta di individualismo,
connaturato in particolar modo al suo amico e riconosciuto maestro, Louis
Sullivan.
La complessa impostazione di Wright lo portava, come un Cretese o un Giapponese,
a fondere le sue architetture con la natura o, come un Maya, a isolare
piattaforme astratte e masse plastiche capaci di condensare le forme naturali
nel rigore della geometria. Nella tarda maturità, sotto l'incalzare della
“mortale maturazione” sembrò arrivare a comprendere l'ideale e i sistemi di
organizzazione spaziale della Roma imperiale e in generale di tutta la
tradizione mediterranea non greca.
***
1876 - Esposizione del Centenario di Filadelfia: la madre di Wright scopre il
metodo dei giardini d'infanzia froebeliani: costruire con blocchi, carte
ripiegate, spaghi, perline. ”… Là mia madre trovò i “Doni”; e doni erano, in
realtà. Collegato a questi doni era il sistema inteso come base per il disegno
e la geometria elementare che sottendono ogni nascita naturale della Forma”.
Wright, che all'epoca aveva nove anni, utilizza questi oggetti per il resto
della fanciullezza. All'esposizione sono in mostra anche riproduzioni di case
coloniali americane ed è allestito un padiglione giapponese. Tutti questi
elementi contribuiscono allo sviluppo dello Shingle style nelle case di
abitazione del decennio successivo al 1880, stile dal quale derivano le prime
opere di Wright.
Wright racconta che, dopo aver letto Ruskin, Viollet-le Duc e Owen Jones, e
dopo aver trascorso due anni alla scuola di ingegneria di Madison nel
Wisconsin, si trasferisce nel 1887 a Chicago, prima presso James Lyman Silsbee,
un rappresentante dello Shingle style e, successivamente, nello studio di Adler
e Sullivan.
Il primo lavoro su commissione, dopo aver lasciato lo studio Adler e Sullivan,
“rompendo i legami che lo costringevano”, è la Casa Winslow del 1893.
Qui, la pianta di massima e la composizione sono simmetriche, con un fronte
strada che offre una scansione chiara delle aperture. Sul retro, invece, la
casa proietta all'esterno la pianta e la massa, e alla pianta è incorporato il
vuoto della veranda. Wright incomincia a collegare gli elementi costruttivi,
creando già un flusso di volumi. Inoltre la fascia decorativa del piano
superiore, sotto lo spiovente del tetto, rinnega il limite dei muri, e tenta di
ottenere quell'espressione di continuità spaziale che in seguito Wright avrebbe
ottenuto con metodi più radicali.
Nella Casa Willitts del 1902, la tradizione americana della struttura in
legno trova una delle sue espressioni più alte. Tale casa può forse
considerarsi la prima Prairie House di Wright. Sia l'esterno della casa, con
l'impiego di pannelli di stucco chiaro tra liste di legno scuro, che la pianta,
con i suoi incroci assiali, ricordano lo Ho-o-den Giapponese della Esposizione
di Chicago del 1893. Ma il progetto va oltre; il solido “pozzo” del camino
situato al centro della casa, nello stile coloniale americano, esprime quel
bisogno di radici e stabilità di cui Wright stesso dice: ”Vedere ardere il
fuoco ben sprofondato entro la solida muratura della casa mi diede una
sensazione di conforto e di agio. Una sensazione alla quale non rinunciai più”.
Lo spazio della casa Willitts si irradia dal focolare in canali rettilinei e
continua a fluire in terrazze e portici. Agli angoli della casa, i pilastri
sono ritirati, anche le finestre rientrano nella parete, in modo da percepire i
muri come semplici schermi che definiscono lo spazio. I tetti si sviluppano con
continuità e esprimono quel flusso spaziale nel quale si integra l'intero
edificio. “Niente pilastri, niente colonne” scrive Wright; “Nella mia
opera l'idea plastica può ora esser veduta come l'elemento di continuità…
L'architettura classica era tutta fissazione, definizione…. Lasciamo ora che
pareti, soffitto, pavimento siano visti come componenti l'uno dell'altro, con
la superficie dell'uno fluente in quella dell'altro… Questo il principio
entrato come una nuova estetica nell'arte della costruzione: la continuità….
quella nuova realtà che è lo spazio in luogo della materia”. Questo nuovo
spazio è da Wright definito “architettura della democrazia”.
Il progetto Willitts si evolve nella Casa Heurtley del 1902 (e nella Hillside
Home School a Spring Green, dello stesso anno) dove la ricerca della
continuità spaziale porta Wright a rompere le masse murarie in piani verticali,
suddivisi a loro volta in fasce e vuoti orizzontali. Al di sotto del basso
spiovente, la casa risulta essere una massa che grava sul terreno, un'oscura
caverna, con un profondo e basso ingresso ad arco. All'interno, lo spazio è un
antro dove l'arco di ingresso è riecheggiato nel camino e dove le fasce di
legno che attraversano il soffitto evocano, invece, un'idea opposta: quella
della tenda.
Dello stesso anno è il disegno dello Yahara Boat Club, dove scompare lo
spiovente del tetto come mezzo di definizione del volume e viene sostituito dal
tetto a terrazza che sembra sospeso sul piano della piattaforma sottostante.
Nella Casa Martin a Buffalo, del 1904, i muri perimetrali diventano dei
piloni, completati da tetti bassi ad ampio spiovente. I Piloni, insieme ai
supporti verticali interposti, aiutano a sostenere le quinte orizzontali di
mattoni in essi “intessuti”. Lungo l'asse trasversale dell'abitazione, i piloni
sono riuniti a gruppi di quattro costituendo nuove unità aggiuntive e formando
quelli che Louis Kahn, più tardi, avrebbe chiamato “spazi di servizio”.
Pilastri verticali in muratura e fasce di mattoni ritornano nella costruzione
della Sede della Larkin Company, a Buffalo, sempre del 1904 (demolita
nel 1950). Spazialmente, l'edificio guarda verso l'interno: un unico ambiente
dal soffitto di vetro, intorno al quale si svolgono i vari piani di uffici. I
pilastri verticali sono continui - dalla base alla sommità - e i piani degli
uffici sono arretrati rispetto alla faccia anteriore dei pilastri, come incastrati
in essi. Le scale sono collocate in alti blocchi murari ai quattro angoli
dell'edificio. All'esterno, l'espressione chiara dei pilastri, dei supporti
minori interposti, dei piani orizzontali e delle torri d'angolo è il mezzo per
definire l'involucro e lo spazio: “un masso naturale, cavo, traforato” 1.
L'ingresso è collocato lateralmente, sotto un portale incassato tra il corpo
principale dell'edificio e un blocco minore di uffici, sul cui prospetto
scivola una lamina d'acqua. Qui Wright realizza una delle sue prime sequenze
spaziali: “Si penetrava nell'edificio quasi furtivamente, al di sotto, si
sarebbe detto, procedendo dalle luce esterna entro una penombra oltre la quale,
a sinistra, si intravedeva filtrare, tra i pilastri centrali, una luce più
viva. All'interno, i pilastri si alzavano verso i ricchi capitelli in una
drammatica espansione spaziale, ricevendo la luce dall'alto come nelle case
romane e allo stesso modo creando uno spazio interno ideale, isolato da quello
esterno. Nel contempo, tuttavia, le rigide verticali all'interno, costituivano
un richiamo costante all'esterno, cosicché l'occupante non poteva sentirsi
isolato e chiuso in un guscio”1.
Anche nella Unity Church, a Oak Park, del 1906, lo spazio evolve
progressivamente: una piattaforma leggermente sopraelevata posta sul fianco
dell'edificio, tra due alti blocchi di cemento, conduce a un basso portale su
un ingresso oscuro. Di qui, per un andito tortuoso, si giunge alla sala di
riunione principale che si “spalanca al visitatore come in un abbraccio” 1,
dove quattro pilastri angolari, staccati dall'involucro dei muri perimetrali,
sostengono le balconate, basse come nelle case di riunione quacchere del
periodo coloniale.
Della produzione wrightina legata agli anni di Oak Park, vanno inoltre
ricordate le Case Hardy, Coonley, Roberts e Gale.
Tra il 1908 e il 1909, Wright elabora la Casa Robie, considerata il
punto di arrivo della prima fase wrightiana. In essa, il piano longitudinale
del soggiorno è ancorato al suolo dal breve asse trasversale, costituito dalla
massa del camino che sembra voler impedire all'edificio di “decollare come un
aereo”. Le masse murarie del piano inferiore terminano in alto con supporti di
acciaio simili a quelli che sostengono le mensole del piano superiore. Il gioco
delle linee orizzontali sul prospetto verso la strada è ininterrotto, essendo
stato posizionato l'ingresso dietro l'edificio.
Nel 1909, Wright lascia la sua famiglia e parte per l'Europa con un'altra
donna. Al ritorno in patria nel 1911, costruisce una grande casa, Taliesin,
(Taliesin è un termine gaelico che significa “ciglio lucente”) per la sua nuova
famiglia, a Spring Green, nel Wisconsin. Le forme dell'edificio, meno astratte
di molte precedenti opere, esprimono un ritorno alle origini più remote di Wright,
nonché alla tradizione jeffersoniana, secondo la quale ogni energia morale deve
essere attinta dalla terra.
Nonostante tutto, le costruzioni che esegue in questo periodo si riallacciano
alle precedenti: una fra tutte, la Villa Coonley, del 1912. La pianta è
ad assi incrociati, simile al già menzionato Ho-o-den e la sua simmetria
diventa un tema ricorrente in questi anni. All'esterno, le mensole di legno
scuro penetrano i volumi principali dell'edificio, estendendosi da essi con un
forte aggetto.
In modo simile, nel Ristorante dei Midway Gardens del 1914, (l'edificio
fu demolito successivamente al proibizionismo) le fasce orizzontali di mattoni
si distendono tra torri, al disopra delle quali si intrecciano geometriche
incastellature lignee. Agli angoli sono posizionati i padiglioni, e l'intera
fabbrica racchiude un'ampia terrazza destinata a pranzi, concerti ed altro.
In Europa, l'influenza delle opere di si Wright va diffondendo con la
pubblicazione nel 1910-'11 dei volumi editi da Wasmuth, e con la mostra di
Berlino del 1910.
…In quel momento così critico per noi, giunse a Berlino la mostra delle
opere di Frank Lloyd Wright… L'incontro era destinato a dimostrarsi di immenso
significato per lo sviluppo europeo. I lavori del grande maestro rivelarono un
mondo di forza inaudita, lucidità di linguaggio, sconcertante ricchezza di
forme. Qui, finalmente, un mastro-costruttore assorbiva dalla vera sorgente
dell'architettura e, con autentica originalità, elevava le sue creazioni alla
luce. Qui, dopo tanta attesa, fioriva una genuina architettura organica. Più ci
immergevamo nello studio di queste creazioni, più cresceva la nostra
ammirazione per questo incomparabile talento, per il coraggio delle sue
concezioni e l'indipendenza del suo modo di pensare e di agire. L'impulso
dinamico emanante dal suo esempio rinvigorì un'intera generazione…
L. Mies van der Rohe
Nell'agosto del 1914 la tragedia ed il lutto colpiscono Wright:
“Murderer of Seven: Sets Fire to Country Home of Frank Lloyd Wright Near
Spring Green”
While the members of the household were at dinner, last Saturday, Julian
Carlton, a negro servant, fired Frank Lloyd Wright's bungalow, murdered seven
and seriously wounded one with a hatchet and another received injuries in
jumping from a window. The dead are: Mrs. Mamah Borthwick, their son and
daughter, John and Martha Cheney, aged 11 and 9 respectively; Emil Brodelle,
aged 30, an architectural draftsman; Thomas Brunker, of Ridgeway, hostler;
Ernest Weston, 13-year-old son of Mr. And Mrs. Wm. Weston of Spring Green; and
David Lindblom, gardener.
The famous bungalow The country home, the scene of the terrible tragedy, was a
typical Wright creation built some three years ago as a retreat for a man and
woman of unconventional ideas and is located on a hill just across the river
directly south of Spring Green.
The Weekly Home News, August 20, 1914
L'evento, descritto anche nella sua autobiografia, lo porta a recidere ancora più nettamente i legami con il passato.
L'invito, nel 1915, a costruire l'Imperial Hotel a Tokyo, lo vedono
impegnato in Giappone dove trascorrerà la maggior parte dei successivi cinque
anni. L'Imperial Hotel esprime in pieno l'idea wrightiana della costruzione a
elementi articolati e flessibili. L'impianto spaziale richiama quello dei
Midway Gardens, con ricchi e complicati particolari ornamentali, di gusto più
maya che giapponese. Quest'edificio superò indenne il terremoto del 1922 e fu
sempre motivo di soddisfazione dell'architetto.
Wright procede con il suo lavoro, attingendo al “pieno vigore del demone del
continente americano” 1 cioè ispirandosi alle forme indiane.
Il primo esempio evidente di influenze precolombiane si ha con il magazzino A.
D. German del 1915: una solida massa in mattoni, tagliata da tre feritoie,
al di sopra delle quali è posto un attico svasato, modellato da un ricco
ornamento in cemento. Tutti particolari, questi, che trovano corrispondenza nel
cosiddetto “tempio dei due architravi” a Chichén Itza nello Yucatàn. A cosa
mirava Wright? “… Una massa potenziata, densità scultorea,… affondata nel
tempo. Era una monumentalità,…, senza rapporto con il corpo umano… questo stile
consentiva a Wright di rimanere fuori dalla tradizione umanistica e di
continuare a evocare attraverso le forme da lui create non il corpo umano, ma
piuttosto l'ambiente naturale nel quale si muovono e agiscono gli uomini”1.
La Casa Barnsdall, costruita nel 1920, ma progettata mentre si trovava
in Giappone, rievoca i templi maya, ma Wright non si limita a questo.
Nel 1923 mette a punto un sistema strutturale integrale che gli permette di
ottenere un volume unitario, monumentale e riccamente ornamentato. Questo nuovo
sistema viene applicato nella Casa Millard a Pasadena del 1923, detta
“La Miniatura”. La casa, aperta solo in una direzione, è costruita utilizzando
dei blocchi di cemento prefabbricati, vuoti all'interno e dalla superficie
liscia o modellata o perforata, tenuti insieme da un'armatura di acciaio e - dove
occorre - riempiti di calcestruzzo. Con questo sistema, i blocchi di cemento
funzionano sia come pareti che come strutture.
Wright continua a utilizzare il suo sistema a elementi prefabbricati in molte
altre case californiane, estendendolo anche ai pilastri e alle travi.
Durante gli anni '20 la sua ricerca si rivolge anche ad altre forme indiane,
come nei progetti della Colonia estiva sul lago Tahoe, del 1922, e nel Nakoma
Country Club, del 1924, richiamandosi sia al profilo dei pini che alla
forma della tenda indiana.
Ma il sentimento del legame con la terra, della cosmicità simile a quella di
una pianta, si è espresso con la stessa potenza nell'architettura delle piccole
città di un tempo… qui, più che in alcun altro luogo, è manifesto che ogni
stile grandioso è in se stesso vegetale. La colonna dorica, la piramide
egiziana, la cattedrale gotica, crescono dal suolo, severe, fatali.
O. Spengler
All'ispirazione indiana se ne aggiungerà un'altra, quella dell'albero, inteso
non soltanto nel suo aspetto formale, ma anche in quello strutturale. Così il
progetto della Torre St. Mark, del 1929, “affondava le sue profonde
radici di calcestruzzo nella terra e balzava da essa come un tronco cavo con
quattro bracci” 1. “… Con la dignità di un albero in seno alla
natura, ma figlia dello spirito dell'uomo”, come la descrive Wright, questa
torre esprime l'astrazione spaziale, strutturale e formale con cui egli spera
di evocare le forme organiche della natura. Non venne realizzata, ma ne fu
costruita una versione successiva, nel 1953, in Oklahoma, la Torre Price
a Bartlesville.
Come Berlage nel 1911, così Mendelsohn, nella seconda metà degli anni '20,
rappresenta forse il più significativo legame architettonico di Wright con
l'Europa, “… il primo europeo che fosse venuto a cercarlo e l'avesse realmente
trovato”3. Dall'incontro dei due architetti ne deriva in Germania un rinnovato interesse per l'opera di
Wright, mentre l'architetto americano ha l'occasione di approfondire i nuovi
sviluppi dell'architettura europea. Mendelsohn individua nell'opera di Wright
una sintesi di tendenze espressioniste, esponendo il suo punto di vista in un
articolo apparso all'interno della nota pubblicazione olandese del 1925
sull'opera di Frank Lloyd Wright.
Nel 1928, Wright si inserisce direttamente sul tema dell'emergente
International Style, recensendo la traduzione inglese di Vers Une Architecture
di Le Corbusier.
Le Corbusier, che non è un sentimentale, viene a raccontarci che
l'architettura in questa epoca della macchina produce effetti generati “dalla
superficie e dalla massa”… “Gli stili”, sostiene, “non sono altro che le piume
sui cappelli delle signore”. È, questo, il suo modo di esprimere la nostra
posizione, che è una posizione di minoranza… La ragione che secondo Le
Corbusier ha messo all'opera quelle due dimensioni in altri paesi durante
questi anni, era la medesima che in America trovava espressione nelle tre
dimensioni. È vero: si trattava di una posizione minoritaria, che è ancora
tale. Ma come John Bright sosteneva appassionatamente rifacendosi alla Storia,
la Minoranza ha sempre avuto ragione.
Quindi cosa potrebbe accadere? Che dalle posizioni sostenute dalla minoranza
venga fuori una moda per l'Architettura Americana? La verità si farà avanti e
una volta trovatala in altre posizioni di minoranza verrà, come al solito,
riscoperta di nuovo in un qualche futuro –ma il “progresso” viene comunque prima.
… La Macchina va mostrando la sua forza. Il cappello con la piuma è ormai di
traverso. … Dunque che cos'è questa presa di posizione da parte di Monsieur?...
Trattandosi di questioni di architettura, una volta tanto la Francia rischia di
ritrovarsi superata. La posizione di minoranza Americana, ormai definita, va
più a fondo e il movimento Francese vedrà presto sconfitte le sue due
dimensioni, “la superficie e la massa”, dalle tre che caratterizzano ciò che si
fa in America. La terza dimensione che noi dobbiamo aggiungere alle due della
Francia è la profondità.
È la qualità della profondità che sola può dare vita o senso alle altre due
dimensioni e produrre quella integrità dell'Architettura che rende un edificio
non meno organico di un albero…
Da la Recensione di Frank Lloyd Wright al libro “Towards a New Architecture”
(1928) di Le Corbusier
Nel 1932, Wright partecipa alla mostra “International Style” organizzata da
Philip Johnson al MoMA di New York.
Nella prima metà degli anni '30, in corrispondenza della crisi economica,
Wright è impegnato a ipotizzare una cultura ideale e il suo ambiente
architettonico. USONIA, acronimo per United States Of North America, è
un luogo idealizzato per il quale Wright immagina varie tipologie di edifici,
dalle case di abitazione alle fattorie, dalle stazioni di servizio agli edifici
pubblici. In particolare, le case di abitazione “usoniane” progettate in varie
dimensioni e standardizzate in molti particolari, prendono a modello sia i
metodi di assemblaggio della tradizione architettonica giapponese sia i
“…principi generali esposti da Gottfried Semper nel suo Die Vier Elemente der
Baukunst del 1851, benché non vi siano prove che Wright conoscesse questo
testo”4. Broadacre City, il cui plastico è presentato nel 1935, rappresenta la
versione costruita di USONIA e di fatto è la risposta americana alla Ville
Radieuse di Le Corbusier.
Nella seconda metà degli anni '30, Wright progetta e realizza tutta una serie
di capolavori. Tra questi, la Casa Kaufmann, nota come Casa sulla
cascata, costruita su un corso d'acqua, il Bear Run a Connellsville in
Pennsylvania. Questa è una costruzione a lastre aggettanti, rese stabili dai
setti verticali in muratura, dai quali si proiettano. Oltre ad avvalersi nella
costruzione delle più progredite tecniche strutturali, lo spazio della casa è
effettivamente fissato nella roccia e si apre alle terrazze sospese sull'acqua,
celebrando “l'eterno divenire”. Qui Wright “ha finalmente imparato a servirsi
della piramide Maya e delle sue marcate fasce d'ombra orizzontali a fini
spazialmente e strutturalmente creativi anziché pittorescamente imitativi”
1.
Nel 1937, Wright progetta il primo tipo di casa “usoniana”, la Casa Herbert
Jacobs. In questa casa gli spazi sono disposti secondo un modulo rettangolare,
su una piattaforma di cemento, al cui interno sono collocate le tubazioni degli
impianti.
Successivamente Wright perfeziona questa forma integrando ai volumi maggiori
delle case la “coda” delle camere da letto richieste. A tal fine elabora un
metodo che egli chiama “riflesso”, ossia un modulo esagonale che, come nella Casa
Hanna del 1937, gli consente una più fluida associazione degli spazi.
Una delle più plastiche tra le case “usoniane”, con i suoi grandi pilastri di
calcestruzzo, è Casa Rose Pauson, nel deserto presso Phoenix, Arizona,
del 1940, andata bruciata.
In questo periodo, Wright realizza una nuova casa-studio, Taliesin West,
non lontano da Phoenix. Qui raccoglie intorno a sé, oltre alla famiglia, un
gruppo di allievi. La bassa ed estesa costruzione si trova ai piedi del Monte
Camelback. Una lunga serie di assi e diagonali fissano ed orientano la
costruzione costituita, essenzialmente, da un massiccio basamento in muratura
sul quale si inclina un bianco tetto trasparente consistente in teloni di
canapa. All'interno dell'insediamento, l'abitazione di Wright “usoniana” ha il
suo nucleo nel focolare, ed è circondata da un fitto giardino che la scherma
dal deserto. Lungo l'asse trasversale del complesso si erge la montagna, come
nei palazzi cretesi, dove l'asse principale del cortile centrale era rivolto
verso la vetta di una montagna sacra. “In particolare, la disposizione di
Taliesin West richiama Festo”1. “L'uomo dà positivamente una
mano alla creazione quando pone un edificio sulla terra sotto il sole”Frank
Lloyd Wright. “Il desiderio di Wright di integrare l'architettura organica
col proprio ambiente… si radica nella legge fondamentale della sua cosmologia:
la legge del mutamento”2. “Se l'uomo ha un diritto di
nascita, esso deve consistere in ciò: che, egli stesso non è meno fattore del
paesaggio delle rocce, degli alberi, degli orsi o delle api di quella natura
cui deve la propria esistenza... il mutamento è l'unica caratteristica
immutabile nel paesaggio. Ma tutti i mutamenti parlano o cantano all'unisono
con la legge cosmica”. Frank Lloyd Wright
Proprio in questo momento, quando Wright costruisce il suo “palazzo sotto la
montagna”, la curva continua comincia ad avere un ruolo importante nella sua
opera.
Il primo esempio è rappresentato dal Palazzo per Uffici della Johnson Wax
Company a Racine nel Wisconsin, del 1936-39. I muri esterni sono espressi
come puro involucro e si svolgono in forti curve verso l'ingresso basso e
oscuro, dove le colonne si schiacciano, evocando l'entrata di una caverna, per
poi slanciarsi, oltrepassata la zona oscura, in tutta la loro altezza,
illuminate dalla luce che filtra dalle vetrate sovrastanti. “…Le colonne
avevano la forma del fiore di loto come lo si vede da sotto la superficie
dell'acqua . Richiamandosi a motivi espressi anni prima trasformava la forma
naturale in elemento strutturale…” 4. Wright completa l'intervento
nel 1950, dotando l'edificio di una Torre-laboratorio.
Per il resto della sua vita, Wright è sempre più sensibile ai principi
dell'architettura mediterranea non greca.
Il suo progetto per il Florida Southern College, del 1938, sembra
desumere molti elementi dai piani di Villa Adriana a Tivoli,come la piscina
circolare con funzione di perno, i lunghi colonnati diagonali che aprono e
chiudono il complesso, il teatro all'aperto e l'illuminazione dall'alto degli
edifici di forme svariate come la Cappella e la Biblioteca.
“Venne allora in chiaro un senso interamente nuovo dell'architettura, una
concezione più alta dell'architettura… lo spazio racchiuso. … L'edificio
divenne ora una creazione dello spazio interno nella luce. E man mano che
questo senso dello spazio interno come realtà vera dell'edificio cominciava a
funzionare, le pareti in quanto tali caddero”. Frank Lloyd Wright
Nel progetto Ralph Jester (Martin Pence) del 1939-40, alcune strutture
circolari, da realizzarsi indifferentemente in compensato, in muratura o in
cemento, dovevano ricevere luce unicamente dall'alto, e richiamavano il vuoto
interno delle caverne megalitiche nella Malta preistorica.
L'esplorazione della curva, con le sue modulazioni, è utilizzata in molti
progetti a partire dagli anni '40. Nella seconda Casa Jacobs, del 1948,
dove un ampio arco abbraccia tutta l'area di abitazione; nella Casa per il
figlio David, del 1952, dove la curva si svolge in una spirale continua, e
nei Magazzini Morris, del 1948-49 dove la spirale si fa interna ed è
illuminata da un soffitto concavo.
Le due ispirazioni di Wright, il vuoto e la spirale continua, emblema del
divenire, trovano la loro sintesi nella grande rampa del Museo Guggenheim,
di New York, del 1943-'59, abbozzato per la prima volta nel 1943 in forma di
vero e proprio ziggurat che si alza a spirale. In quello stesso anno, Wright
inverte la spirale creando quella che chiamò, scherzosamente, un “taruggiz”,
ossia uno ziggurat ribaltato.
“Che cos'è l'architettura? … so che l'architettura è vita; o almeno, che è
la vita stessa che assume forma e perciò è la più vera memoria della vita quale
veniva vissuta nel mondo di ieri, quale viene vissuta oggi e quale mai sarà
vissuta in futuro. Così io so che l'architettura è uno Spirito Supremo”. Frank
Lloyd Wright
La forma del Museo Guggenheim è questo “Spirito Supremo” incarnato: “…
Lo Spirito cresce verso l'alto dall'interno e verso l'esterno” Frank Lloyd
Wright.
Infine, la creatività di Wright, non ancora esaurita, trova sue ulteriori espressioni
in costruzioni come la Sinagoga Beth Sholom, eretta a Elkins Park,
Pennsylvania, nel 1959, una sorta di “cono di Astarte nel suo recinto lunato a
Biblo” 1 e nel Centro Civico della contea di Marin, in
California, con le lunghe serie di arcate a ordini sovrapposti, simili ad
acquedotti romani.
Paola De Rosa - Frank Lloyd Wright, 2010 - Olio su tela - Dim: 40 h x 30 cm
“Io penso che natura si dovrebbe scrivere con la n maiuscola, non perché la
Natura sia Dio ma perché tutto quello che possiamo sapere di Dio lo dobbiamo
imparare dal corpo di Dio, che chiamiamo Natura” Frank Lloyd Wright
E' la grande visione che poi ha avuto anche Teilhard de Chardin: alla fine,
avremo una vera liturgia cosmica, dove il cosmo diventi ostia vivente
Papa Benedetto XVI - Omelia del 25 luglio 2009
1 Frank Lloyd Wright, di Vincent Scully Jr - Il Saggiatore, 1960
2 Filosofia organica, architettura organica e Frank Lloyd Wright, di Edward Frank - L'Architettura Cronache e Storia n. 169, novembre 1969
3 Erich Mendelsohn: Letters of an Architect, di Oscar Beyer - Abelard Schumann, Londra, New York e Toronto, 1967
4 Frank Lloyd Wright Architetto 1867-1959, AA. VV. - Electa, 1994